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Johannesburg World summit: le false promesse di Rio 10 anni dopo
by Imc Italia Saturday, Aug. 17, 2002 at 9:29 AM mail:

10 anni di false promesse è la seconda parte della traduzione di http://www.globalindaba.org.za/htm/call.htm Vengono analizzati i fallimenti degli impegni presi a Rio dieci anni fa (la prima parte in italiano si trova in http://www.italia.indymedia.org/news/2002/08/72377.php)

10 anni di false promesse
I capi di governo che si sono incontrati a Rio non hanno mantenuto le loro promesse.

Invece degli uomini posti al centro dello sviluppo, abbiamo visto un mondo dominato dalla ricerca di profitti sempre maggiori, dalla avidità delle corporation, e da mercati spietati e senza scrupoli. Per la maggioranza delle persone la vita è diventata sempre meno sostenibile. Invece di sradicare la povertà, la povertà sta crescendo in tutto il mondo. Questo è vero ovunque, nei paesi poveri, quelli in via di sviluppo e quelli poveri. La ricorrenza di malattie tipiche della povertà quali Tbc, colera, malaria e Aids, sono la testimonianza di una acuta e diffusa crisi sociale. In contrapposizione a questo bachground, è criminale che miliardi dollari vengano spesi in cosmetici e in malattie legate all’ abbondanza.

Invece di ridurre le disparità negli standard di vita, la forbice si apre sempre di più nei reddditi e nel modo di vivere. I ricchi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri. Il carico del debito assicura al nord di continuare ad arricchirsi a spese del sud, e gli fornisce la possibilità di continuare a controllare le economie e i destini del sud.

Invece di ripristinare l’integrità dell’ecosistema terrestre, siamo sull’orlo di una catastrofe ambentale. Il riscaldamento globale sta crescendo, la disponibilità dell’acqua non si può più prevedere, e la fame in mezzo all’abbondanza. Le comunità più povere stanno pagando il prezzo di un abuso senza limiti della natura e dell’ambiente, da parte dei ricchi e dei potenti.

Invece di prendere in considerazione i cittadini nel corso delle decisioni vitali sulle scelte dello sviluppo, o sull’ambiente, le elite del mondo hanno sempre di più deciso autonomamente il destino dell’umanità. Le scelte economiche di molti paesi vengono decise fuori dalle frontiere e dai parlamenti, e le decisioni sul futuro della biosfera vengono ora lasciate agli staff dirigenziali delle transnazionali.

Invece di assicurare la piena partecipazione delle donne nello sviluppo sostenibile, le donne rappresentano sempre di più la maggioranza dei poveri del mondo. Violenza fisica e sessuale contro le donne sono diventate un fenomeno dilagante e il sogno della piena partecipazione sfuma ogni giorno di più.

Invece di onorare e celebrare l’idealismo, il coraggio e la creatività dei giovani, abbiamo la marginalizzazione dei giovani e la frustrazione dei loro corpi e dei loro spiriti attraverso un crescente livello di disoccupazione giovanile.

Invece del ruspetto e dell’apprezzamento per il sapere delle prime nazioni indigene, abbiamo un’intera serie di esempi di espropriazioni del loro sapere e della proprietà delle loro terre.

Invece della pace e della fine delle guerre, ora siamo sull’orlo di una nuova gara alle armi. Nuovi nemici sono arrivati per dare carburante alla macchina della guerra. E le elite corporative incitano i governi a riarmarsi a spese dello sviluppo e dell’ambiente.

Invece della cooperazione tra le popolazioni e i governi, abbiamo un commercio predatorio, la schiavitu del debito, nuove forme di schiavitù, un aumento del razzismo, nuovi colonialismi e guerre.

Dieci anni dopo Rio, siamo sempre più lontani dalle promesse dello sviluppo sostenibile.

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