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Resoconto incontri in Palestina
by c.s. AsiloPolitico (SA) - CSOA Exkarcere (PA) Monday, Aug. 19, 2002 at 12:20 PM mail: asilopolitico@ecn.org

Resoconto degli incontri avuti con il direttore della clinica di Beit Sahour, con il direttore del centro culturale “Handala” e con il governatore di Bethlemme. per la RETE SUD RIBELLE

Resoconto incontri i...
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15 Agosto
Giunti nel campo profughi di Dheisheh.
Il giorno prima, siamo andati a visitare le strutture che il Comune di Salerno, su proposta del Coordinamento Salernitano per la Palestina, ha deciso di sostenere.

La prima visita si è tenuta presso la clinica di Beith Saour diretta dal Dr. Majed Nassar, che ci ha accolto insieme ad i suoi collaboratori con molto entusiasmo. Abbiamo consegnato a lui la lettera d’invito del Comune di Salerno e lui si è detto molto felice dell’invito, ma ha sottolineato l’impossibilità per lui di uscire da Bethlemme da Febbraio dell’anno scorso. Nell’attesa di visitare il centro “Handala” siamo stati ospiti di un centro ricreativo per anziani, unico in tutta la Palestina, del UHWC in cui dalle 9 alle 13 circa 140 anziani, con la modica di spesa di 10 Nis (circa 2 euro e 1/2) al mese e di 1 Nis al giorno per i trasporti, si incontrano e si dedicano a varie attività.

Il centro culturale “Handala” si trova nei pressi della Tomba di Rachele a Bethlemme, uno dei luoghi dove gli scontri sono stati molto duri, ed è una struttura veramente fatiscente dove si evidenzia l’estrema povertà del campo ma anche la forte determinazione di continuare la lotta. Il finanziamento ricevuto dal Comune ha già un progetto di ricostruzione ex novo di tutta la struttura con l’aggiunta di un piano. L’incontro con Governatore di Bethlemme è stato molto cordiale, ci ha ringraziato per quello che il Coordinamento Nazionale ha fatto e continua a fare per il Popolo Palestinese e riguardo alla nostra delegazione ha detto che è molto felice dell’invito ricevuto e delle strutture finanziate.

seguono stralci delle interviste

_Clinica di Beith Saour
Dr. Nassar : Vi ringrazio molto per quello che state facendo sia per noi sia per il centro culturale. Vi informeremo in che modo useremo il denaro e vi informeremo anche di quando esso sarà disponibile per noi. Spero che la relazione iniziata in questo modo fra noi e voi possa crescere e incrementarsi in futuro. Noi sappiamo che voi siete attivi solo se noi siamo attivi. Siamo sicuri che saremo attivi e continueremo la resistenza. La clinica e nata nel 1988 durante la prima Intifada con vari obiettivi. Il primo di essi è stato quello di fornire un’unità di emergenza, per poi successivamente trasformarsi in un centro diagnostico ed anche cominciare a costruire le infrastrutture future dello stato palestinese. I servizi che forniamo sono accessibili per chiunque. Questo è il centro medico piu grande nell’area di Bethlemme fondato su basi non governative. In esso lavorano 70 persone sia full time sia part time e abbiamo circa 200/250 utenti al giorno. L’importanza della clinica è aumentata rispetto alla prima Intifada, questo centro lavora per Beit Sahour e la per la zona orientale dell’area di Bethlemme e così parliamo di una copertura media di circa 50/60 mila persone, inoltre forniamo anche un servizio di TAC unico per la zona di Bethlemme. Durante i coprifuochi il lavoro diminuisce e si lavora solo per i casi di emergenza, ed il numero dei pazienti passa dai 200 al giorno a circa 20, questi 20 sono quelli che riescono a rompere il coprifuoco. La clinica comunque e’ sovraffollata ma i problemi che dobbiamo affrontare sono riguardo i pazienti che sono impossibilitati a venire al centro, i dottori a cui è impedito raggiungerlo e l’aumento della povertà e la disoccupazione del Popolo Palestinese.
Il tasso di disoccupazione è intorno al 60% ed il 65% dei palestinesi sono sotto la soglia di povertà. Tutto ciò provoca una mancanza delle cure di base e di prevenzione come per esempio le malattie cardiovascolari ed il cancro; il secondo problema è l’interruzione dei programmi di vaccinazione, infatti, mezzo milione di bambini non ha una vaccinazione regolare e gli effetti negativi di tutto ciò si avranno fra qualche anno.

Un altro problema che dobbiamo affrontare è quello relativo all’impossibilità di raggiungere i villaggi per i medici e le unità di pronto soccorso, alle volte capita che le unità escono e dopo vari giri infruttosi che durano anche diverse ore tornano al centro con un nulla di fatto.

Riguardo alla possibilità di implementare in futuro i nostri rapporti di collaborazione come per esempio, corsi di aggiornamento per i nostri medici, vorrei suggerire un’idea che è quella di permettere ai nostri laureati in medicina di specializzarsi presso le vostre università. Questo perchè è molto difficile per i medici palestinesi trovare, in Europa, posti dove potersi specializzarsi, perchè non riescono ad ottenere permessi di soggiorno per stare da voi, cosicchè anche se riescono a trovare ospedali e strutture disposti ad ospitarli non possono andarci a causa del problema del visto.

La possibilità di migliorare il potenziale umano che noi qui abbiamo è un imperativo per il futuro, inoltre rispetto ai laureati e gli specializzandi c’è una distribuzione ineguale delle competenze. Vi farò alcuni esempi, abbiamo solo 3 anestetisti che lavorano in Ramallah, Gerusalemme ed Hebron e stanno diventando pazzi, riguardo per esempio all’ortopedia abbiamo 3 dottori per ogni circa 140mila persone solo nell’area di Bethlemme. Se il principio viene accettato noi vi forniremo tutto ciò che e’ necessario per sapere in cosa i dottori debbano specializzarsi. Io so che il problema consta di due parti: la prima è che se un singolo individuo cerca di trovare in Europa un luogo dove specializzarsi gli sarà molto difficile, ma se un ente pubblico adotta questo piano per lui sarà possibile.
Il secondo problema è che molti paesi europei hanno paura che una volta che un palestinese entra in Europa non se ne vorrà più andare, ma ciò non è vero, proprio perché a noi interessa che queste persone si formino per poi tornare a lavorare qui. Noi abbiamo già lavorato con diverse ONG italiane nel passato come il Cric, Ciss, Movimondo ed il GVC ed abbiamo già discusso questo problema con loro ma loro non possono aiutarci perchè questo tipo di progetto deve essere appoggiato da strutture ed istituzioni pubbliche.

_Centro Culturale “Handala” Azzeh Camp
Dr Azzeh : Vi ringraziamo per la vostra visita in Palestina e per tutto quello che fate per noi. Noi siamo rifugiati dal 1948 e mio padre ha lasciato il nostro villaggio quando aveva 18 anni, ed io ho 34 anni, quindi è nata e cresciuta un’intera generazione in questo campo. Noi abbiamo sempre tramandato da padre in figlio la memoria della nostra terra e noi ora la stiamo insegnando ai nostri bambini. La situazione politica che si creò all’epoca ci ha cambiato la vita in quanto da contadini ci trasformammo in rifugiati spossessati della nostra identita’ e costretti a vivere dentro una città, quindi in una cultura urbana nella quale non ci identificavamo.

Uno dei nostri obiettivi è quello del recupero della memoria e della nostra identità storico-culturale, ma anche dell’appropriazione di un nuovo vissuto integrato nel tessuto urbano di cui ormai facciamo parte. Come volontari abbiamo capito che il lavoro deve essere incentrato sulla cultura, infatti, abbiamo qui nel centro una libreria, ma anche lavorare nel campo con i bambini, gli adolescenti, i giovani e le donne. Le donne le supportiamo nella ricerca di un lavoro e su come ottenerlo, i bambini li seguiamo a scuola, gli insegniamo a leggere, per gli adolescenti cerchiamo di sostenerli nello sviluppare le relazioni interpersonali. Noi comunque diffondiamo una cultura che è di sinistra e che deve confrontarsi anche con le problematiche sollevate dai movimenti islamici.

Questa situazione ovviamente è molto difficile per noi a causa della crescita di tali movimenti. Noi qui siamo tutti volontari ed abbiamo altri lavori, io, per esempio, sono insegnante di storia palestinese. Dall’inizio dell’Intifada a causa della vicinanza alla Tomba di Rachele, luogo di forti scontri fra l’esercito israeliano ed i palestinesi, il campo profughi si è trovato nel mezzo e quasi ogni notte è stato bombardato con un elevato numero di feriti e con 5 morti. Il nome “Handala” deriva da un famoso disegno di un fumettista palestinese, Nagiv Ali, ucciso dagli israeliani a Londra; tale disegno racchiude in sé tutta la tormentata storia palestinese. Uno dei nostri obiettivi è quello di informare su ciò che accade qui, infatti noi pubblichiamo un giornale “Between the lines” con la collaborazione anche di palestinesi che vivono negli Stait Uniti e di donne della sinistra israeliana. Vi ringrazio di nuovo per tutto ciò che fate per noi, e spero di poter venire in Italia e visitare la vostra città, conoscere la vostra gente e sarebbe per me la prima volta che esco da questo campo.

Elena e Mimmo CSA Asilo Politico - Salerno
Vincenzo CSOA Exkarcere - Palermo
Per la Rete Sud Ribelle

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by c.s. AsiloPolitico (SA) - CSOA Exkarcere (PA) Monday, Aug. 19, 2002 at 12:20 PM mail: asilopolitico@ecn.org

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