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ism ritornati da nablus
by angelo Thursday, Aug. 22, 2002 at 3:51 PM mail:

breve riassunto di nove giorni di attivita' non violenta a nablus con ISM

dal 13/8 sera al 22 compreso in nablus; in sintesi i fatti piu' rilevanti e recenti osservati sono: 1) l'attuale comportamento strategico dell'esercito israleliano, che da due giorni toglie il coprifuoco nella citta' 4 ore nel pomeriggio e contemporaneamente la blinda nelle immediate vicinanze, compresi i check point, di cui ne spuntano poi di nuovi come funghi in prossimita' di tutti i paesi vicini ( dahr el Hatab, Semel, batyba etc.). Cosi' facendo l'esercito rende, se possibile, ancora piu' inumana la situazione per quanto riguarda ogni tipo d'approvvigionamento e movimento degli abitanti dei paesi vicini, per non parlare della sadica intuizione di far pensare alla gente di essere libera di muoversi, e disilluderla con atteggiamenti persecutori ai check point stessi che - come detto - si moltiplicano con carattere temporaneo.
2) per quello che riguarda le attivita' strettamente militari negli ultimi giorni si sono verificate due incursioni notturne nei campi di balata e ashka, con prelievo di attivisti, portati soltanto in strada, e di palestinesi, attualmente tutt'ora detenuti.Ad Ashka stanotte e' stata inspiegabilmente, sinora, distrutta la quasi totalita' del lato destro della strada che porta a massah el shapiha, al limitare del campo; risulta anche impossibile aprire le porte delle case ed i negozi che si trovano da quella parte della strada. Nei giorni precedenti c'era invece stata una maggiore attenzione verso il centro della citta' vecchia, con una punta d'attivita' il 16.8, anche in questo caso assolutamente senza alcun riguardo per "l'eventuale" coinvolgimento di civili. Varie, per fortuna e per intervento di attivisti di varia inspirazione molte meno del previsto, le demolizioni di case. Opinione di alcuni attivisti Palestinesi e' che si cerchi di demolire e contemporaneamente di creare blocchi stradali come ci sono intorno a tutte le citta' palestinesi occupate, ma questa volta all'interno della citta' attraverso i detriti degli edifici distrutti, che non sono case di martiri, ma supposte fabbriche d'armi. L'unica nota positiva: l'atteggiamento dei palestinesi, che dopo le prime si preoccupano subito di come iniziare la ricostruzione. 3) infine, per ora, l'ultimo dato notevole; da mesi, come noto, ci sono una serie di case occupate dai soldati ad uso caserme, carceri temporanee e depositi, in cui i proprietari vengono reclusi nel piano inferiore e circa le quali il martellante came-visiting degli attivisti alle famiglie stesse provoca un leggero ma pur sempre utile super lavoro ai militari. la situazione non puo' essere forzata sia per il rischio di arresto degli attivisti che per il pericolo di ritorsione verso i palestinesi, praticamente reclusi in casa propria. Non pare credibile la versione dei soldati, che nel rendere nota la natura di restricted area delle varie zone vicine alle case, affermano che gli abitanti sono addirittura piu' liberi di muoversi, anche perche' i vicini testimoniano tutt'altro. In un caso alcuni attivisti hanno dormito fuori della casa, ma solo perche' era stata sequestrata la carta d'identita' ad un camionista di passaggio a causa del coprifuoco.
Con questo e' tutto

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