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Conto alla rovescia verso il Rio+10
by IMC Italia Sunday, Aug. 25, 2002 at 12:51 PM mail:

Documento del CEO

"Sviluppo Sostenibile e la Pantomima Pubblico - Privata"

Con l'avvicinarsi del World Summit on Sustainable Development (WSSD), s'intensificano i conflitti tra Nord e Sud, tra industria e società civile. I Governi del Nord continuano a difendere caparbiamente la conduzione della globalizzazione da parte delle corporazioni, incluso il mercato libero e la privatizzazione dei servizi pubblici, come parte integrante dello "sviluppo sostenibile". I richiami della società civile per la regolazione obbligatoria del comportamento delle corporazioni sono stati ignorati, invece al business è stato attribuito un ruolo centrale come quello di "Type II" per il summit. La lobby delle corporazioni ha già sottoposto più di 50 progetti all'approvazione dell'ONU, molti dei quali descrivono la distruzione dell'ambiente da parte delle industrie come contributo allo sviluppo sostenibile. Alla conferenza preparatoria finale prima del Johannesburg summit, la riunione delle NGO ha deciso di boicottare il summit per protestare contro la polarizzazione corporativai nel processo del WSSD e contro i progetti di greenwash che ricevono l'approvazione dell'ONU.

PrepCom IV, il meeting preparatorio finale prima del World Summit on Sustainable Development (WSSD), è terminato senza consensi. Al "Rio+10" summit di fine agosto, i governi sono pronti ad effettuare un patto sulle future politiche globali per lo "sviluppo sostenibile", la frase usata da tutti i partiti per descrivere le loro risposte, peraltro inadeguate, alla crescente crisi ecologica e sociale mondiale. La conferenza dell'Indonesian island of Bali (dal 27 maggio al 7 giugno) ha rivelato profondi conflitti e ha sottolineato quanto è in gioco al "Rio+10". Come ha aggiunto uno dei partecipanti al meeting, " In generale ciò che sta accadendo nel processo WSSd è imperniato attorno alla questione di quale regime - l'ONU o gli interessi econimici e di mercato" - incarnerà la figura di governatore globale nel presente e in futuro". (1)


Combattendo per il sussidio e il commercio

Il testo di negoziazione elaborato al Bali summit è talmente debole che molte NGOs dubitano di poter rimanere impegnate nel processo del WSSD. Allo stesso tempo, il cosiddetto "Chairman's Text" è pieno di sezioni dalle conseguenze potenzialmente ampie. I conflitti più feroci riguardano i problemi commerciali e finanziari (2), i quali riflettono le profonde contraddizioni tra le politiche della globalizzazione neoliberista da un lato e gli obiettivi sociali ed ambientali dall'altro. I governi del Nord nell'US - gruppo JUSCANZ (che include Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda) hanno rifiutato le richieste dei governi del Southern G-77 che elencavano la miriade di problemi causati dal corrente modello di economia globale. Con l'EU, questi governi dei Nord hanno spinto preferibilmente verso referenze positive al nuovo round di colloqui commerciali nel World Trade Organisation (WTO), includendo le proposte controverse per le negoziazioni sugli investimenti, sul sitema di appalti governativi ed altre questioni legate all'ampiamento del WTO. La ricetta del blocco del Nord per lo "sviluppo sostenibile" ha incluso anche la ricerca di nuovi fondi per i paesi del Sud. Al precedente Earth Summit di Rio de Janerio del 1992, i peasi ricchi si sono impegnati a contribuire con lo 0.7% del loro P.I.L. allo sviluppo dei paesi poveri, impegno che è stato convenientemente dimenticato dalla maggiornanza dei paesi del Nord. A Bali, il governo degli Stati Uniti ha preso il comando nel rifiutare agli aiuti per lo sviluppo un posto nel Plan of Implementation. Invece, ha parlato in favore degli accordi bilaterali dove gli aiuti sono condizionati dalle riforme politiche e economiche all'interno dei paesi. "Stiamo creando una concorrenza nel mondo dello sviluppo per quei dollari", ha spiegato il rappresentante degli Stati Uniti James Connaughton (3). Le condizioni proposte sono paragonabili ai programmi di adattamento strutturale imposti dal Fondo Monetario Internazionale negli ultimi decenni, con effetti sociali ed ecologici devastanti.

Un altro scontro tra Nord e Sud è avvenuto quando i negoziatori del Nord hanno messo in discussione la validità di uno dei più importanti principi adottati dal Rio summit: il principio delle comuni ma differenti responsabilità. I governi dei paesi industrializzati vogliono sfuggire alla loro responsabilità storica di agire per primi e di provvedere ai finanziamenti. Il testo di negoziazione riporta riferimenti sul controverso accordo del WTO sui diritti delle proprietà intellettuali. Il governo degli USA vuole consolidare lo stato del patto di TRIPs per annullare gli accordi che competono all'ONU sulla biodiversità, che rendono ai governi dei paesi del sud il diritto di accertare il pubblico accesso alle medicine e di ottendere una parte dei benefici dalla biodiversità.

La battaglia ideologica sui problemi finanziari e commerciali che era così prominente al summit di Bali rivela ampie implicazioni. Al centro si trova la questione secondo cui il processo della globalizzazione corporativa, con il modello del WTO sul commercio e la liberalizzazione degli investimenti, possa semplicemente continuare o se invece sia completamente in disaccordo con lo "sviluppo sostenibile". Il futuro dell'ONU dipende dal bilancio - si piegherà interamente alla visione dominante del mondo neoliberista in altre istituzioni globali? I risultati di questi scontri tra Nord e Sud saranno decisivi per i dibattiti che si terranno in altre sedi, inclusa la corsa verso il prossimo meeting ministeriale del WTO, nel settembre del 2003 a Cancun, in Messico.

Panacea Pubblico - Privata?

Nel gergo dell' ONU, i risultati del summit sono catalogati in "Type I" e "Type II". "Type I" è il tradizionale accordo tra governi negoziato tra gli stati membri dell'ONU. Per Johannesburg, i governi non mirano a rinegoziare gli stessi accordi di Rio. I colloqui interni sono concentrati su un Plan of Implementation/Action (il testo del presidente) - inteso a sviluppare politiche nazionali e globali e programmi - e una Political Declaration, in cui i governi devono rimettersi ad Agenda 21 e al conseguimento dello "sviluppo sostenibile". I risultati del Type II rappresentano una nuova e discutibile categoria: i progetti di partnership devono mirare a implementare lo "sviluppo sostenibile", cui devono partecipare assieme diversi giocatori, dai governi alla società civile, al business (4). A Bali, sia Type I che II sono stati dibattuti pesantemente.

Riguardi i risultati di Type I, Bali ha rivelato una seria mancanza di politica tra i governi nell'essere concordi sui modi e sui tempi per indirizzare la pressione sui problemi ambientali e sociali, come l'accesso all'acqua e all'energia, la pesca sostenibile, i cambiamenti climatici o la perdita della biodiversità. Con la svogliatezza di preparare nuovi fondi, c'è poca probabilità che politiche efficaci vengano impiegate per compiere i cambiamenti necessari. Non c'è preoccupazione per la polarizzazione neoliberista nel testo di negoziazione, che apre le porte all'accelerazione della privatizzazione delle aziende pubbliche. Il testo richiede l'azione in cinque aree dove povertà e degradazione sociale sono molto accentuate: acqua, energia, salute, agricoltura e biodiversità. Comunque, l'attenzione è rivolta fortemente sull'"efficienza" e la partecipazione del settore privato nella distribuzione di questi servizi essenziali, attraverso la partnerships pubblico - privata. Il messaggio fondamentale è: i governi sono interessati a distribuire acqua, energia e salute alle società private.

Affidare i bisogni fondamentali di milioni di poveri alle forze di mercato è un gioco pericoloso. In contrasto col settore pubblico, le corporazioni sono guidate dal profitti, e questo è altrettanto vero quando operano nel rifornimento d'acqua o in altri servizi basilari. L'esperienza dimostra che la consegna al settore privato provoca immediatamente il rincaro dei prezzi, spesso fino al punto in cui le persone perdono l'accesso a questi servizi (5). Tuttavia, la corrente polarizzazione del testo del presidente basata sulla distribuzione delle 5 aree prioritarie mette d'accordo le compagnie corporative nella corsa al Rio+10.

La parodia del Type II.

Gruppi di lobbies corporative come la Business Action for Sustainable Development (BASD) hanno risposto con entusiasmo all'annuncio delle Nazioni Unite che dichiara che i progetti di collaborazione fra pubblico e privato, tra industria, organizzazioni non governative e governi saranno incluse come soluzioni "Type II" del vertice di Johannesburg (6). Il sito web della BASD elenca gia' 54 progetti di questo genere. Il Bali Prep-com, tuttavia, ha mostrato come le organizzazioni non governative siano scettiche o totalmente d'altra opinione rispetto a questo concetto. Gran parte della societa' civile globale rifiuta l'idea di applicare lo 'sviluppo sostenibile' anche al mondo delle lobbies corporative.

I burocrati dell'ONU incaricati di preparare il processo per Rio+10 hanno provato a versare acqua sul fuooc, sostenendo che il nuovo interesse sul Type II non significa la sotituzione dell'azione governativa, bensì il completamento con l'aiuto a "implementare lo sviluppo sostenibile". Ma la dura opposizione della società civile non ha fatto riflettere i governi del nord riguardo la seggezza delle loro politiche. Invece, i negoziatori di Us e EU hanno dominato nella promozione dei progetti di partnership come il risultato auspicabile del WSSD, particolarmente nelle aree di acqua, energia, salute, agricoltura e biodiversità. Questo approccio è stato supportato dalle lobbies delle industrie presenti a Bali, come ad esempio il BASD, in una campagna unitaria tra il World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) e l'International Chamber of Commerce (ICC).

Rio Tinto's Lord Holme of Cheltenham, per esempio, è il vice-capo del BASD e un veterano sia di ICC che di WBCSD. Si è unito ai rappresentanti di BASD in Sud Africa Reuel Khoza, per parlare a favore di una combinazione dei progetti di associazione delle corporazioni e ha proposto il controllo del Sud come ricetta per lo "sviluppo sostenibile". Khoza, presidente della Compagnia elettrica del Sud Africa Eskom, si è riferito al Global Compact dell'ONU e al Global Reporting Initiative (GRI - una serie di guide di riferimento per la segnalazione di iniziative sui diritti umani, sociali e ambientali) come garante della trasparenza dei progetti Type II (7). Ha annunciato che alcuni dei progetti di collaborazione sottoscritti dal BASD mirano anche ad implementare la New Partnership for African Development (NEPAD). NEPAD, il "patto di sviluppo" stabilito dai governi Africani e del Sud Africa, è fortemente contrastato dalla società civile africana. Il neoliberista NEPAD promuove la privatizzazione dell'acqua, dell'elettricità, dei trasporti e dei servizi di telecomunicazioni, come continuazione dei rimborsi del debito e di un'ulteriore fluidificazione della liberalizzazione dei mercati e degli investimenti. Il Presidente del BASD Mark Moody-Stuart ha elogiato i metodi dell'industria nella collaborazione per lo sviluppo nei settori dell'acuqa, dell'energia, della saluta, dell'agricoltura e della biodiversità, e ha elogiato la produzione e il consumo industriale sostenibili in ogni settore. L'ex CEO di Shell ha anche presentato una nuova iniziativa per l'amplificazione degli investimenti delle corporazioni nei paesi poveri del mondo che deve essere sviluppata sotto la protezione del Global Compact - una collaborazione volontaria tra ONU, il settore corporativo e alcune NGO che si occupano del sociale, dei diritti umani e dei principi ambientalisti (8). Il Global Compact è criticato da una latga parte della società civile perchè difetta di controllo e applicazione, che gli concede un'approvazione virtuale da parte dell'ONU su grandi commerci. Moody-Stuart ha ammesso che lavorare in collaborazione con le NGO ha reso credibilità alle iniziative corporative, " Se il business facesse tutto questo da solo, ci sarebbero certamente dei dubbi riguardo al fatto che cercherebbe zone e costi di manodopera relativamente bassi, con standard bassi o non regolari" (9).

I reclami delle corporazioni

"Il WBCSD è una posizione forte da cui trarre beneficio nel processo WSSD", si legge in un appunto che valuta la Bali Prep-Com, che inoltre menziona il fatto che il gruppo commerciale " sta ottenendo numerose proposte di cooperazione "(10). Il capo del WBCSD Bjorn Stigson è comunque non pienamente soddisfatto. Nella nota, Stigson protesta sul processo che è maneggiato dalla normale burocrazia dell'ONU fin dal 1992 dicendo che " aveva a disposizione un segretariato esclusivamente dedicato alla conferenza e ai suoi risultati, condotto da Maurice Strong "(11). Stigson ha condotto la campagna del WBCSD dopo il summit di Rio del 1992.

Mentre la federazione europea degli imprenditori UNICE sostiene che "non è stata ascoltata" nella preparazione del summit di Johannesburg, le tendenze politiche del processo WSSD mettono le mani nella redazione dell'agenda delle corporazioni. Un giornalista di Tomorrow, giornale legato al WBCSD, dice che " Potete essere sicuri che il business NON verrà ignorato a Johannesburg" (13). Il segretario generale dell'ONU Kofi Annan ha investito troppo del suo capitale personale nel Global Compact per permettere che il WSSD comprometta i rapporti tra l'ONU e i suoi amici della comunità del business", ha concluso il giornalista.

Il business sembra ancora nervoso, in parte a causa alla critica verso il Type II che sono firmati come risultati del summit. E' più importante, comunque, il fatto che temono il crescente consenso nella società civile di legare le leggi internazionali a TNCs. In un aggiornamento per i membri del WBCSD, il presidente Bjorn Stigson ha parlato riguardo lo scetticismo con cui le NGO si sono rivolte al Type II a Bali. Nella sua nota, Stigston descrive anche come le NGOs abbiano invocato la responsabilità delle corporazioni nel controllare. " Potrebbe valere la pena notare che ", ha scritto Stigson, " le normalmente più responsabili NGO come il WWF non erano presenti a Bali e hanno lasciato il dialogo nelle mani di gruppi molto più radicali". " Abbaimo espresso la nostra preoccupazione a tal proposito al WWF"(14), ha aggiunto Stigson mostrando che esiste una comunicazione e una relazione tra il WBCSD e una delle maggiori NGOs ambientali.

Cattive notizie per la responsabilità delle corporazioni.

L'industria era la sola dei cosiddetti principali gruppi dell'ONU ( catalogati come "consegnatari", che includono anche NGOs, giovani, agricoltori, indigeni, medici e donne) opposta al lancio delle negoziazioni per una convenzione ONU sulle responsabilità delle corporazioni. Sfortunatamente, il business ha forti alleati nei governi. Il Giappone, l'EU e gli USA sono contrari all'idea, sostendendo che la linea guida dei volontari dell'OECD sulle multinazionali è sufficiente per garantire la responsabilità delle corporazioni. Il supporto da parte del G77, inclusa la Cina, per una struttura legale per le compagnie transnazionali è quindi probabilmente inutile. Il testo di negoziazione invoca la " promozione di una responsabilità delle corporazioni e lo scambio di pratiche migliori", riferendosi agli schemi volontari come il Global Reporting Initiative, il Global Compact o la guida OECD (16).

Prevedibilmente, Holme del BASD ha elogiato il testo dei volontari (17). Incoraggiato dal vento politico nella preparazione del Rio+10, il business ha continuato caparbiamente la sua irresposabile campagna per l'autoregolazione dell'industria e l'azione volontaria come alternativa per un'effettiva regolazione del comportamento corporativo. Sottolineando la sfortunata falsità del loro impegno per lo "sviluppo sostenibile", i gruppi corporativi lavorano duramente per mantenere limitate le possibilità delle iniziative volontarie. Con il WBCSD per esempio, c'è " una forte preoccupazione sugli ampi requisiti di segnalazione all'interno della nuova bozza del Global Reporting Initiative. Il Global Reporting Initiative è anche stato una delle "alternative" preferite promosse dalla campagne corporative contro la regolazione obbligatoria.

WBCSD: ambientalismo neoliberale?
Nel partecipare e nel dare forma al dibattito globale sull'ambientalismo e sullo sviluppo, il WBCSD e' il gruppo di lobbies che ha piu' esperienza. E' stato fondato per sostenere le ragioni economiche nel vertice sulla Terra del 1992 di Rio de Janeiro, e ha contribuito a formare tentativi di regolare l'attivita' economica. Il gruppo ha sostenuto il concetto (allora nuovo) che prevedeva l'alleanza dei TNC nel conseguire lo 'sviluppo sostenibile'.19 Il WBCSD e' una coalizione di 150 grandi aziende, presieduto ora da Phil Watts, della Shell20. Il gruppo assiste le industrie membri, molte delle quali hanno un impatto socio-ambientale problematico, adeguando la loro attivita' alla loro immagine. Non e' semplice valutare fino a che punto le attivita' del WBCSD siano mirate a gestire gli aspetti apparenti (greenwash) o siano realmente un tentativo di conseguire un cambiamento basato sull'ambientalismo corporativo. Non c'e' dubbio che molti all'interno del WBCSD crede realmente che un certo modo di fare business,
intraprendendo azioni mirate, tra cui anche la piu' rapida introduzione di nuove tecnologie, possa portare verso lo 'sviluppo sostenibile'. Mentre lo sforzo di cambiare in positivo nell'ambito delle aziende e' ovviamente una buona cosa, l'influenza politica del WBCSD e' una
questione completamente differente. Il programma neoliberista del WBCSD e' profondamente segnato e la potenza del gruppo di lobbies e' un serio ostacolo alla formazione di politiche ecologicamente sostenibili e socialmente eque.

L'analisi delle politiche ambientaliste globali e dei problemi sociali proposta dal WBCSD e' meno superficiale di quelle di molte altre lobbies corporate, come l'ICC. Dove l'ICC presenta una situazione irrealisticamente ottimista della liberalizzazione di commerci e investimenti, il WBCSD ammette che si debba avere a che fare con un certo genere di effetti (collaterali). Nella visione proposta dal WBCSD le corporazioni devono conseguire in pari misura fini economici, ambientali e sociali. In realta, le priorita' di questi fini sono ben lontane dall'essere bilanciate nell'ambientalismo proposto dal WBCSD. A dispetto delle analisi spesso ben sviluppate, l'agenda dei cambiamenti previsti dal WBCSD si avvicina molto alla visione di breve termine di molte altre corporazioni di lobbies. Le decisioni che riguardano il business non mettono mai in discussione i fondamenti della globalizzazione economica. Vengono meccanicamente proposti come soluzioni ai problemi mondiali meccanismi basati sul mercato e soluzioni tecnologiche. Un esempio e' il concetto di "eco-efficienza" sviluppato e promosso dal gruppo.

Secondo il direttore del WBCSD Claude Fussler, l'eco-efficienza punta a separare la qualita' della vita e la crescita' economica dal loro intenso uso di risorse naturali.21 Il problema non risiede unicamente nel fatto che il WBCSD includa nei suoi futuri scenari tecnologie pericolose come il nucleare e le bioteconlogie. La fiducia del WBCSD nell'innovazione tecnologica e' talmente forte che si basa sul fatto che i modelli di societa' e stili di vita che portano a consumi eccessivi nel "nord del mondo" possano essere estesi al resto del pianeta, mentre il comune buon senso ci suggerisce che questo porti al collasso ecologico.

Le valutazioni dell'UNEP.

I limiti dei metodi del WBCSD sono occasionalmente riconosciuti dalle isituzioni che hanno abbracciato l'ambientalismo corporativo sostenuto dai gruppi commerciali. Nel processo verso Johannesburg, l'UN Environmental Program (UNEP), probabilmente la parte dell'ONU che lavora fianco a fianco con l'industria, ha pubblicato una serie di report su 22 settori industriali. Il Report '10 years after Rio: The UNEP assessment' tenta di valutare il progresso che l'industria ha compiuto in termini di "sviluppo sostenibile", e ha concluso che "i miglioramenti sono superati dalle richieste economiche e dalla domnada di incrementare i commerci e i servizi" (22). Il report dell' UNEP supporta l'autoregolazione industriale a l'azione volontaria, ma ammette che " molte iniziative volontarie sono ancora caratterizzate da problemi di effettiva implementazione, monitoraggio, trasparenza". L'UNEP ha concluso che " le poche iniziative volontarie sono direttamente collegate alle politiche governative e alle strutture regolatrici in una strada che vorrebbe essere il complemento sia delle debolezze che delle forze di entrambi". I reports sui settori - che variano dall'alluminio, al petrolio e gas, al cibo, ai prodotti chimici e al traporto dell'acqua - sono scritti da diverse organizzazioni commerciali.

Una valutazione particolarmente carente è quella che riguarda l'industria della pubblicità, che sostiene di essere un " alleato fondamentale per la sostenibilità". Il report rifiuta l'idea che il settore incoraggi un consumo eccessivo e sostiene che riflette esclusivamente i gusti che prevalgono nella società - per cui non può farsi carico di nessuna responsabilità. In una rimarchevole esercitazione, il report afferma che il settore pubblicitario contribuisce allo sviluppo sostenibile mondiale permettendo la diffusione dei prodotti migliori ottenuti con l'innovazione, quindi " contribuisce a migliorare la qualità della vita". I dottori a tal proposito ammettono che " sotto un certo livello di reddito la pubblicità non riveste nessun ruolo nel gioco" (24).

Il WBCSD verso la campagna del Rio+10

Tutte le difese del WBCSD e le sue campagne sono oggi focalizzate nell'influenzare il WSSD. " In questo modo possiamo aiutare a modellare le condizioni della struttura e influenzare verso la direzione di un dibattito sullo sviluppo sotenibile", ha spiegato il gruppo nel suo sito web (25). Un gruppo di 14 membri si è occupato della strategia del WBCSD e ha elaborato un piano. Fra gli elemnti visibili della campagna si trovano una serie di reports idelogici pubblicati durante lo scorso anno e mezzo, incentrati attorno all'idea che " il libero mercato" è una pre-condizione per lo "sviluppo sostenibile". Lo stesso messaggio è promosso dai media della campagna del WBCSD, concentrata su regolari sezioni di sponsorizzazione nell'International Herald Tribune. A Johannesburg, il WBCSD lancerà un libro pieno di studi su iniziative sociali e ambientali delle corporazioni del WBCSD, intitolato intelligentemente 'Walking the Talk'.

A Johannesburg, il WBCSD pensa anche di promuovere i suoi sei progetti settoriali, tutti presentati per diventare risultati Type II del summit. I progetti, che riguardano silvicoltura, estrazione mineraria e dei metalli, trasporto, cemento, programmi di utilizzo dell' elettricità ed il settore finanziario, sono coordinati dalle società membre del WBCSD. Mirano alle performance di sostenibilità e ai cambiamenti del settore nel loro insieme. Il WBCSD sostiene che l'unico scopo è quello di cambiare le pratiche industriali e le politiche affinchè diventino maggiormente sostenibili. Il WBCSD ha fatto largo uso di dialogo per questi progetti. Secondo il capo del WBCSD Bjorn Stigson, " questo è essenziale perchè l'approvazione dei consegnatari è fondamentale affinchè l'industria possa mantenere la sua "licenza di operare" e mantenere un ambiente stabile con investimenti di lunga durata" (26). Al Bali Prep-com, il WBCSD ha presentato un nuovo opuscolo, "Sector Projects", descrivendo i progressi ottenuti fino ad oggi in tutti i processi. Secondo il Summit Focus ( la newsletter del WBCSD per il WSSD) uno degli scopi dell'opuscolo è di " qualificare i progetti per sottoscriverli come risultati del Type II" (27).

Tutti i sei progetti sono fatti funzionare dai gruppi di lavoro delle corporazioni del WBCSD. Inizialmente, la ricerca era stata commissionata da un corpo indipendente, mentre i risultati erano successivamente pubblicati come report. Un gruppo assicurativo di "esperti" doveva garantire la neutralità e la validità dei risultati. Mentre il WBCSD ha enfatizzato la trasparenza e l'oggettività dei progetti, ci sono reali problemi nei limiti di cosa viene discusso e ancor più nelle conclusioni. Tutti i sei progetti mirano a pubblicare i loro report in tempo per il summit di Johannesburg. I tre progetti in fase di comletamento - sui trasporti, la silvicoltura e l'estrazione mineraria - sono anche quelli che hanno suscitato più discussioni.

Trasporti sostenibili?

Il progetto 'Sustainable Mobility' del WBCSD, focalizzato sul settore dei trasporti, ha realizzato il suo primo report nel marzo del 2001 (28). Il gruppo di lavoro è fatto funzionare dalle maggiori corporazioni dell'automobile e dell'energia, incluse BP, DaimlerChrysler, General Motors, Michelin, Norsk Hydro, Renault, Shell and Toyota. Il progetto mira a sviluppare una visione a lunga durata sul futuro della mobilità, ma ma non riesce ad affrontare l'insostenibilità del continuo sviluppo nei trasporti globali.

Una caratteristica dei progetti del WBCSD è la sua attitudine di muoversi contro la società civile attraverso una critica moderata. Questo tipo di "critica costruttiva" e anche inclusa nei suoi progetti e sul suo sito web. Il sito del 'Sustainable Mobility' , per esempio, mostra un articolo che riporta alcune critiche delle NGO al report dei progetti, ma mostra che i critici " hanno riconosciuto che il report non era eccessivamente focalizzato sugli interessi dell'auto e dell'industria petrolifera" (29). Questo metodo contribuisce a creare un'immagine aperta, trasparente e alla ricerca del consenso. Nel frattempo, quelli che muovono una critica più feroce non raccolgono nessuno spazio. Il sito del 'Sustainable Mobility' per esempio tace sul Prague-based campaign group Carbusters, che ha duramente criticato i progetti delle corporazioni. Carbusters ha bocciato il progetto per la promozione di difficoltà tecnologiche e per la privatizzazione del sistema dei trasporti pubblici, mentre ha rifiutato di considerare la possibilità della mobilità ridotta. Dopo aver assistito alla presentazione di uno dei progetti, Carbusters ha concluso che " tutto è finalizzato alla promozione di un'altra delle loro favolose automibili" (30). Il sito del 'Sustainable Mobility' fornisce informazioni sul dialogo tenutosi a Praga, ma tace sulle azioni di protesta parallele all'evento. Secondo gli attivisti, la prima reazione del direttore del progetto è stata di chiedere : " I giornalisti sanno quello che sta accadendo?" (32).

Silvicoltura sostenibile?

Il 'Sustainable Forestry Industry' è stato avviato dal WBCSD nel 1994, quando un gruppo di compagnie capeggiate da Brazilian Aracruz Celulose e Finnish UPM-Kymmene hanno iniziato a focalizzare i loro studi sulla produzione della carta. Lo studio è stato commissionato ad un corpo esterno (the International Institute for Environment and Development or IIED) e ha coinvolto la consultazione con diversi progettisti. Il report 'Towards a Sustainable Paper Cycle' è sttao pubblicato nel giugno del 1996. Il passo successivo è stata la creazione del 'Forest Dialogue', che ha incluso proprietari terrieri, industriali, alcune NGOs e la World Bank (34). Lo scopo del dialogo, co-presieduto dal WBCSD e dal World Resources Institute (WRI), era di sviluppare una visione consensuale sulle foreste e una gamma di proposte concrete, come un riconoscimento reciproco degli schemi di certificazione per le pratiche dell'industria delle foreste (35).


Stephan Schmidheiny, veterano del WBCSD, la principale forza della campagna di influenza del WBCSD nell'Earth Summit del 1992, ha una sua opinione personale sul progetto 'Sustainable Forestry'. Schmidheiny, la cui fortuna deriva dai suoi orologi Swatch e dai suoi investimenti nell'industria dell'amianto, ha fin dal 1982 investito molto nelle foreste Cilene. Possiede l'85% di Terranova, una compagnia situata in Cile che opera nella silvicoltura (soprattutto pini) in Cile, Brasile e Venezuela. Un altra compagnia di Schmidheiny possiede piantagioni in Guatemala e Panama (36). Entrambe le foreste sono piantagioni recenti, per cui si è applicato per ottenere la certificazione del Forestry Stewardship Council. Il progetto 'Sustainable Forestry' sembra lavorare appositamente sulla sensibile emissione del certificato di accreditamento. Riferendo il lavoro del Forest Dialogue, Schmidheiny ha detto che " la sfida è di riformare i poveri lavoratori in indutria, e di allontanare le NGOs dalle azioni controproducenti" (37).

La certficiazione è un tema di discussione nei dibattiti internazionali sulla sostenibilità della silvicoltura. Il Forest Stewardship Council (FSC) è il solo schema certificativo rispettato dalle principali compagnie del settore. Gli altri schemi di certificazione, dice il World Rainforest Movement (WRM), sono " incentrati soltanto sull'attività del greenwash" (38). Nonostante sia più sicuro rispetto agli altri schemi, il WRM afferma, " il bisogno percepito dal FSC di supplire al mercato mondiale con la maggiore quantità di legno certificata possibile " è in contrasto con la sostenibilità (39). Il FSC ha certificato sempre più legno proveniente dalla piantagioni in larga scala, non interessandosi della silvicoltura sostenibile. Le piantagioni, puntualizza il WRM, spesso sono causa di deforestazione e di degradazione dell'ecosistema. Queste pseudo-foreste hanno frequentemente effetti abominevoli sulle comunità locali, che perdono la terra e la vita per lasciare spazio alla produzione di legno delle corporazioni del mercato globale.


La credibilità della proclamata ricerca per una silvicoltura sostenibile è seriamente insidiata dalle vergognose registrazioni di due corporazioni che hanno iniziato il progetto. La UPM-Kymmene è aspramente criticata dai gruppi delle compagnie delle foreste per le sue attività offensive in Indonesia, condotte anche dopo il lancio del progetto 'Sustainable Forestry Industry'. Nel 1997, il gigante della produzione di legno finlandese ha ottenuto una pianta da Changsu, Cina, spappolata dai processi del PT Riau Anadalan Pulp and Paper (RAPP), il secondo maggior produttore in Indonesia (40). RAPP a Riau, Simatra, si è espansa grazie a 750 milioni di dollari di investimento, supportata dall'agenzie di credito finlandesi e svedesi. Il laminatoio di Riau produce ogni anno 750.000 tonnellate di polpa annientando le foreste naturali, e sostituendo oltre 50 specie di legni tropicali per le piantagioni di acacia. Le comunità locali hanno sofferto terribili impatti, visto che il fiume a loro essenziale è stato inquinato, e sono stati allontanate dalle loro terre senza percepire compensi e hanno subito violenze fisiche quando hanno protestato. L'UPM-Kymmene si è staccata da RAPP, anche se ne usa ancora la polpa per la sua produzione di carta in Cina (41).

L'altro fondatore del progetto di silvicoltura del WBCSD, Aracruz Celulose, è specializzato nello sbiancamento della polpa dell'eucaliptus. La compagnia è particolarmente attaccata per il suo impatto distruttivo sulla società e l'ambiente in Brasile e nella Bahia di Espirito Santo. Aracruz ha sommerso le regioni con piantagioni intensive di monocolture e ha sradicato gli indigeni dalle proprie terre come nel caso di Guarani e Tupinikim. Ha fatto si che le foreste del Mata Atlantica diventassero dei verdi deserti di eucalipti. La domanda di certificazione di Aracruz ha intensificato le campagne ambientaliste contro la compagnia, che si è recentemente unita al gigante finlandese-svedese Stora Enso (42).


Estrazione mineraria sostenibile?

Il Global Mining Initiative (GMI) è stato stabilito nel 1999 dalle nove maggiori compagnie estrattive mondiali (43). All'iniziativa si sono successivamente altre 20 corporazioni, come la World Bank, UNEP, IUCN e alcune università. Sotto le ali protettive del WBCSD, il GMI ha iniziato il 'Mining, Mineral and Sustainable Development' project (MMSD), e ha commissionato all' IIED di verficare cosa era stato presentato come principale contributo consultativo. Il risultato è stato il report 'Breaking New Ground: Mining, Minerals and Sustainable Development', realizzato il primo maggio. Il report sembra meno polarizzato sulle corporazioni di quanto previsto e riconosce molti problemi causati dall'industria estrattiva, inclusi la distruzione ambientale e l'impatto negativo sulle comunità locali. L'ordine del giorno proposto, comunque, va appena oltre il suggerire alle aziende di estrazione mineraria di sviluppare una politica per lo sviluppo sostenibile ed elaborare una dichiarazione e un codice di condotta. Le conclusioni inadeguate riflettono il fatto che il progetto non è indirizzato fondamentalmente ai problemi come l'estrazione, e in particolare l'estrazione dell'uranio e del carbon fossile, ed è infatti insostenibile.

Dopo la Global Conference finale di Toronto del maggio 2002, le attività del GMI sono proseguite all'International Council on Metals and Mining (ICMM), " la nuova leadership globale dell'industria" (44). Nel frattempo, il GMI è stato sottoscritto dal segretario dell'ONU come un risultato Type II al summit di Johannesburgh (45). Mentre l'ICMM pensa di usare il GMI a Johannesburgh, ci sono anche altri ambiziosi programmi (46).

Un altro obiettivo pubblico è di migliorare la reputazione dell'industria estrattiva. RJ McNeilly, presidente della BHP Minerals, non ha fatto segreto di questo quando ha parlato ad un pubblico di industriali. Ha spiegato come le aziende di estrazione mineraria in avvenire saranno giudicate sugli effetti della sostenibilità, che in effetti determineranno la loro autorizzazione a funzionare. 'Sono sicuro che tutti siamo d'accordo sul fatto che l'industria non può permettersi di ignorare le percezioni negative, "McNeilly ha dichiarato (47). Mentre molte industrie sono preoccupate per la loro immagine, alcuni nel WBCSD sembrano seriamente interessati alla sfida. Richard Sandbrook, il coordinatore del WBCSD's MMSD, ha definito il progetto come " un'onesta valutazione di come le compagnie, i governi, i lavoratori e la società civile siano uniti nel paradigma dello sviluppo sostenibile e un approccio onesto a migliorare"(48). Il problema, comunque, è che "il meglio" non è equamente sostenibile. Finchè l'industria rifiuta di andare verso risorse più eco-efficienti, il suo impatto sull'ambiente e la comunità rimarrà inaccettabile. Tale valutazione non sono state accolte favorevolmente. " Siete maledetti e lo sarete se non proverete a cambiare le cose in maniera differente", ha detto Sandbrook.


Boicottaggio del Rio+10

I tentativi dell'industria mineraria di definire l'estrazione come un'attività economicamente sostenibile sono stati rifiutati da molte compagnie nel processo MMSD e nell'iniziative del GMI. Al Prep-com di Bali, 74 rappresentanti della Comunità e altri attivisti hanno elaborato una strategia. Mentre molti di questi gruppi hanno lavorato con l'industria mineraria per ridurre il suo impatto sulle comunità e sull'ambiente, loro hanno condannato " la propaganda dell'industria mineraria che ha tentato di legittimare la sua industrai insostenibile" (49).


Al Bali Prep-com, le compagnie minerarie hanno evidenziato il continuo uso di pessime pratiche da parte di corporazioni coinvolte nel GMI e nel MMSD. Le South African Anglo-American Corporation sono state accusate di donare milioni al WSSD mentre " lasciavano milioni di dollari di danneggiamento all'ambiente e alle comunità attorno a Johannesburgh". Newmont, con sede negli Stati Uniti, la più grande compagnia di estrazione mineraria del mondo, ha causato danni umani, ambientali ed economici a tutti i continenti. Nella sua sede di Nusa Tenggara in Indonesia, Newmont ha immesso 120.000 tonnellate di scarti nelle acqua costiere di Sumbawa, che hanno causato un serio inquinamento e distruzione alle popolazioni locali. Placer Doom, dal Canada, ha abbandonato le Filippine dopo aver causato uno dei peggior disastri mondiali nell'Isola di Marinduque.

Le operazioni di Rio Tinto hanno provocato la creazione di una rete di coalizione mondiale per resistere agli abusi. La compagnia ha condotto attività di estrazione mineraria nella zona protetta di Poboya in Indonesia, e " non ha fatto attenzione alle richieste delle comunità indigene di eliminare una miniera di uranio in una zona protetta dell'Australia" (50).



Il risultato della riunione dei capi dell'industria estrattiva è stata una decisione unitaria di boicottaggio al processo WSSD. Le compagnie minerarie erano d'accordo che la partecipazione al processo " doveva rappresentare un avanzamento nel riconoscimento dei diritti umani e ecologici" (51). "Invece", hanno concluso, il processo " serve a convalidare le attività del G8 e delle grandi corporazioni", hanno concluso. " I diritti umani e la giustizia ecologica non possono essere prioritari in una conferenza sponsorizzata dalle corporazioni transnazionali, molte delle quali sono le peggiori inquinatrici del pianeta", ha aggiunto la riunione nella sua spiegazione alla decisione di boicottare il summit di Johannesburgh (52).

Nel forte contrasto con le deboli raccomandazioni del MMSD, le soluzioni effettive richieste ai capi dell'industria estrattiva da parte della comunità sono una moratoria sulle nuove miniere e la chiusura di quelle domandate. Richiedono inoltre il divieto di utilizzo di tecnologie estrattive distruttive, l'abolizione del lavoro minorile in tutte le miniere e il rispetto e l'aumento dei diritti civili e della comunità.


La chiamata all'azione

Le proteste dalla riunione dei capi sono improponibili per far si che l'industria ripensi alla sua campagna di "estrazione sostenibile". Più probabilmente, il WBCSD tenterà di ritrarre la riunione dei capi come radicali irresponsabili. Troveranno indubbiamente altro, più NGOs "pragmatiche" che ancora vorranno firmare il GMI. Chances sono il progetto di ottenere l'approvazione dell'ONU a Johannesburgh come un ufficiale risultato Type II. Se questo accadrà, la collaborazione delle corporazioni avrà raggiunto alti obiettivi e la credibilità dell'UN ne soffrirà drammaticamente. La polarizzazione corporativa nel processo Rio+10 allontana le grandi parti dei movimenti che sono impegnate in un cambiamento sociale ed ambientale molto più genuino. La decisione di boicottare il summit è una chiamata alla leadership dell'ONU, ai governi e alla società civile affinchè di risveglino. Un drastico cambiamento degli eventi è necessario per salvare rapidamente la degenerazione del processo di Rio+10 prima che finisca in un enorme scandalo.


Grazie a Tove Selin, Ivana Jakubkova e a molti altri.

Per ulteriori informazioni sul greenwash e Rio+10, visitare il Greenwash Academy: http://www.earthsummit.biz/


Note:
1 -Yuri Onodera, FoE Japan, Update on PrepCom IV circulated to FoE groups, June 2002.
2- Two recommended analyses of the implications of such conflicts are: Johannesburg Watch: Why Trade and Finance Groups Should Get Involved in the World Summit Process, Celine Tan, Third World Network, July 2002 and Yuri Onodera, FoE Japan, Update on PrepCom IV, circulated to FoE groups, June 2002.
3- "White House Hopes Summit Will Emphasise Partnerships Between Government, Industry." International Environment Daily, June 21 2002.
4- For more info on the controversy around Type II outcomes, see: Rio+10 and the privatisation of sustainable development, Corporate Europe Observer, issue 11, May 2002.
5-In Cochabamba, Bolivia, prices hikes following privatisation led to a popular uprising, causing the government to intervene. Energy privatization in South Africa has resulted in thousands of people being cut off from energy delivery. Particularly the poorest, in areas like the Johannesburg suburb Soweto, cannot afford the increased fees charged by the privatised Eskom corporation, a leading member of the BASD. The victims of privatisation have organised themselves in the Anti-Privatisation Forum, which will also be actively involved in civil society events parallel to the WSSD. For an extensive analysis of the impacts of outsourcing water supply to private corporations, see for instance Water in Public Hands, Public Services International (2002) and visit the PSI website at http://www.world-psi.org
6- See BASD website: http://www.basd-action.net
7- A Business Sector Contribution to the Fourth Session of the Preparatory Committee for the United Nations World Summit on Sustainable Development, Reuel Khoza (Chairman Eskom), speech at the PrepCom IV, Bali, Indonesia, 29 May 2002.
8-The Global Compact has gained legitimacy in the eyes of many due to the fact that it has also been endorsed by NGOs such as WWF or Amnesty International. Many other civil society groups, united in the Alliance for a Corporate-Free UN, continue to challenge the Global Compact and the trend of corporate co-optation of the UN.
9-Business ready to take action on Summit goals, Statement by Mark Moody-Stuart at the plenary session on partnerships, Bali, 6th June 2002.
10- WBCSD executive member update, June 2002.
11- Ibid
12- 'The Russel Column', Tomorrow, July 2002.
13- Ibid.
14- WBCSD executive member update, June 2002.
15- WSSD Prepcom IV Highlights, May 28 2002, Earth Negotiations Bulletin, vol 22, n.32
16- "Sustainability Summit Preparatory Session Ends With Agreement on 80 Percent of Text", International Environment Daily, June 10 2002.
17- Business proposes partnerships for action, Lord Holme of Cheltenham (BASD Vice-Chairman), Opening Address, Multi-Stakeholder Dialogue Opening Plenary Session, PrepCom IV - Bali, Indonesia, 29 May 2002.
18- WBCSD executive member update, June 2002.
19- For more background information on the WBCSD and its hijacking of the Earth Summit, see: Europe Inc., Corporate Europe Observatory, 2000, chapter 16.
20- Phil Watts has chaired the WBCSD since January 2002, former chairman is Chad Holliday, CEO of Dupont. The Executive Committee members are Rodney Chase, deputy CEO of BP, Teruaki Masumoto, vice-president of Tepco, Pasquale Pistorio, CEO of STMicroelectronics and Sir Robert Wilson, executive chairman of Rio Tinto.
21- "Shaping a deal for the Johannesburg 2002 Summit". Claude Fussler, speech at the High Level Seminar on Globalisation, Sustainable Development and the Europea Union's external policies, Green Globe Task Force / World Wide Fund for Nature, Brussels, 22-23 October 2001.
22- State of Planet is Getting Worse, but for Many it's Still 'Business as Usual', UNEP Press Release, Paris/Nairobi, May 15 2002.
23- "Sustainability profile 3: Advertising", Environment Daily 1246, 28 June. The report is done by the European Association of Communication Agencies (EACA) and the World Federation of advertisers (WFA).
24- Idem.
25- See WBCSD website: http://www.wbcsd.ch
26- Foreword by Bjorn Stigson of Sector projects, WBCSD brochure launched in 28 May 2002 in Bali.
27- Summit Focus n.1
28- The report was produced by the Massachusetts Institute of Technology and Charles River Associates
29- WBCSD mobility report attracts fire from NGOs, 12 April 2002.
30- They Say: People Desire Mobility, by Ivana Jakubkova, Carbusters.
31- Participants entering the stakeholder dialogue were given copies of the Ultimate Greenwash Award which the WBCSD has received from Corpwatch.
32- They Say: People Desire Mobility, by Ivana Jakubkova, Carbusters.
33- Working group members are Anova Holding (Schmidheiny's company), Aracruz Celulose, BCSD Gulf of Mexico, Companhia Vale do Rio Doce, Environmental Resources Management Group, Fletcher Challenge, Gerling-Konzern Insurances, GrupoNUEVA, Mitsubishi, Royal Philips Electronics, SGS Societe Generale de Surveillance Holding, Shell International, Soane Investimentos, SOPORCEL - Sociedade Portuguesa de Papel, Stora Enso, Procter & Gamble, UBS, UPM-Kymmene and Weyerhaeuser.
34- Forest dialogue members are: Nigel Sizer -WRI, Scott Wallinger -WBCSD/Westvaco, Justin Stead -WWF, Steven Bass- IIED, and representatives from Aracruz, International Paper, UPM-Kymmene, Shell Natural Resources, Private Forest Owners (3), Imazon, IRG, IFBWW, Greenpeace, IUCN, WB, RCEEE, Russian Forest Industry and Yale University Forest Forum. The forestry project is currently chaired by the CEOs of Westvaco and International Paper and co-chaired by the CEOs of Aracruz and UPM-Kymmene.
35- The Forest Dialogue also aims to develop effective actions to combat illegal logging, better understanding of deforestations causes, the creation of new public-private partnerships to address forest issues and a greater recognition of the environmental benefits of wood products.
36-Terranova owns 296,000 acres of forests in Chile, 20,000 acres in Brazil and 280,000 in Venezuela. The vast majority are pine plantations, although 80,000 acres of the company's forests in Chile are natural forests. Panama and Guatemala are teak and natural forests. Terranova produces doors, moldings, doorskins and fiberboard, mostly exported to the US market. Source: Forest and Globalisation: a business perspective, keynote address by Stephan Schmidheiny, at the 10th anniversary of the Yale School of Forestry and Environmental Studies, 7 October 2000.
37-Idem.
38-Is certification the solution? WRM website, http://www.wrm.org.uy
39-Idem.
40-RAPP belongs to APRIL (Asia Pacific Resources International Limited).
41-Information on UPM-Kymmene/APRIL found on the Friends of the Earth Finland website http://www.maanystavat.fi/april/
42- Information on Aracruz Celulose from the World Rainforest Movement bulletin. http://www.wrm.org.uy
43- BHP, Anglo American, Noranda, WMC Resources, Phelps Dodge, Placer Dome, Rio Tinto, Newmont, Codelco. These nine companies, together with Billiton, comprise the WBCSD's Mining and Metal Working Group.
44- http://www.basd-action.net
45- According to Richard Sandbrook, WBCSD representative for the MMSD project, the Type II outcome was not the idea when the project was designed, the link to Rio+10 was just "another political incentive". Sandbrook explains, "Industry does not expect much of Johannesburg, so they're putting all concentration on building a follow up in ICMM, based on the MMSD". Email correspondence with Richard Sandbrook, 18 June 2002.
46- "As part of its future work program, and in conjunction with the WSSD, the ICMM will advance public-private partnerships for consideration. The partnerships will address reporting guidelines, community development management tools and biodiversity conservation." GMI initiative listed under the BASD partnerships for the WSSD.
47- The Global Mining Initiative: Changing Expectations - Meeting Human Needs and Aspirations, by R J McNeilly, Executive Director and President BHP Minerals, 2000 Minerals Industry Seminar, Mineral Council of Australia, June 7 2000.
48- Email correspondence with Richard Sandbrook, 18 June 2002.
49- Mining Multinationals: The Problem, not the Solution, International Mining Workshop, Bali, 30 May 2002.
50- Idem.
51- Affected Communities and Non-Governmental Organizations Boycott the WSSD, by Tracey Glynn for JATAM Mining Advocacy Network, June 28 2002, in Drillbits & Tailings, volume 7, n.5, 30 June 2002.
No Tears for the WSSD, Statement of the participants of the International Mining Workshop, Bali, 4 June 2002.
52- Idem.

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http://www.xs4all.nl/~ceo/observer12/wssdlobby.html



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