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18 19 agosto Hebron
by ISM Wednesday, Aug. 28, 2002 at 8:24 PM mail:

18 / 19 agosto a Hebron

18 – 19 Agosto
Hebron. Una citta divisa in due parti, una sotto l`autorita` palestinese e il restante 20 % israeliano. A Hebron il 25 % dei giovani soffre di malnutrizione…….. 200 giorni di coprifuoco nel 2001. Ci sono 400 ebrei insediati e protetti da 1.000 soldati e la popolazione palestinese ammonta a 450.000 abitanti, un terzo dei quali vive sotto la soglia di poverta`, i servizi sanitari nei villaggi sono scarsissimi, tornando alla malnutrizione ci sono circa 800 mln di metri cubi d`acqua nel suolo palestinese, ma sotto il controllo israeliano che la vende ai palestinesi che in realta sono i proprietari. L`acqua che esce dai rubinetti non è pulita e non è potabile. Andiamo con T., una ragazza giapponese che vive a Hebron da sei mesi a visitare la citta`vecchia, blocchi impediscono il passaggio ai palestinesi . I negozianti hanno posizionato delle reti a protezione della strada sottostante perche` i coloni gettano dalle finestre immondizia, urina e ogni genere di rifiuto. ad uno dei tanti posti di blocco troviamo una ragazza palestinese in lacrime perche` cerca la madre che ha perso un ora prima e non ha il cellulare, pensa che sia dall altra parte, proviamo a conivncere i soldati ed un colono si avvicina a discutere anche lui. Il risultato e` che la ragazza dopo un po` desiste e torna sui suoi passi ancora in lacrime e noi non siamo riusciti ad aiutarla. Visitamo la moschea dove il colono a fatto la strage, poi ci dirigiamo verso in centro della città, ci fermiamo nuovamente ad un posto di blocco dove un giornalista britannico attende che i soldati gli restituiscano il pass di giornalista, dopo avergli distrutto la telecamera. Attendiamo con lui ed altri giornalisti, siamo una decina, improvvisamente una forte esplosione, è una bomba, ci dirigiamo rapidamente in direzione dello scoppio e vediamo residui di fumo nero e gente che scappa, pochi attimi e una jeep di soldati a fortissima velocità arriva sgommando, non è successo nulla, è evidente che si fà terrorismo psicologico.chissà forse i soldati hanno voluto distogliere la nostra attenzione dal ceck point. Nel centro della cittadina ci fermiamo in un localino a mangiare Kebab, fuori arrivano i soldati e vediamo che fermano a caso gli uomini, per strada o li fanno scendere dalle auto e li portano dietro a una traversa laterale. Decidiamo di seguirli e li troviamo seduti a terra sotto il tiro dei soldati, sono circa 15 giovani tra i 25 e i 35 anni, un fotografo di origine araba sta intando discutendo animatamente con un soldato che gli ha sequestrato il pass e pare non volerglielo restituire, perchè fotografa gli arresti, arrivano tre dell' FLPH un associazione di osservatori internazionali, con telecamera, decidiamo dopo aver discusso con loro che a questo punto la nostra presenza è superflua e ci allontaniamo. Siamo tutti e sei un pò stanchi di fare solo da testimoni, ci sentiamo inattivi e impotenti, cominciamo a pensare che forse dovremmo seguire altre strade. Domani ci incotreremo a Gerusalemme con H., collega di B., che coordina un pò i volontari internazionali che si appoggiano come noi al Medical Relife. H., ci consiglia di andare a Nablus che è in una situazione drammatica e incontrare quelli dell' ISM (International Solidarity Movement).

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