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Il Piano per la Propaganda del Pentagono è Antidemocratico, Probabilmente Illegale
by __ Sunday, Sep. 08, 2002 at 7:19 PM mail:

Articolo del 12 febbraio 2002 di http://www.fair.org

Il New York Times di oggi riferisce che l'Ufficio di Influenza Strategica del Pentagono sta "preparando piani per diffondere notizie, possibilmente anche false, ai media stranieri" nel quadro degli sforzi "per influenzare l'opinione pubblica ed i politici sia nei paesi amici che in quelli ostili".

L'OSI [Office of Strategic Influence] è stato creato subito dopo l'11 settembre per presentare in luce favorevole la politica del governo americano nei paesi islamici e creare sostegno alla "guerra al terrore" degli Stati Uniti. Questo ultimo annuncio deve suscitare gravi preoccupazioni in quanto l'OSI, lontano dall'essere un semplice tentativo di spiegare la politica americana, potrebbe essere un programma assolutamente antidemocratico dedito a diffondere disinformazione e ad ingannare il pubblico, sia in casa che all'estero. Alla stesso tempo, coinvolgere i giornalisti in campagne di disinformazione mette a rischio le loro stesse vite.

Nonostante il bilancio multi-milionario dell'OSI ed il suo mandato a estendere la propaganda in tutto il Medio Oriente, l'Asia e l'Europa Occidentale, stando a quanto riporta il Times, "persino molti tra gli alti ufficiali del Pentagono e consulenti militari del Congresso sostengono di non saper pressoché nulla dei suoi scopi e dei suoi piani". Il Times riporta come quest'ultimo comunicato dell'OSI abbia generato delle opposizioni all'interno del Pentagono fra coloro che temono che ciò possa minare la credibilità del Dipartimento della Difesa.

Una credibilità offuscata potrebbe essere l'ultimo dei problemi creati dal nuovo piano dell'OSI per manipolare i media - il piano può compromettere la libera circolazione delle informazioni su cui si fonda la democrazia. Al governo, per legge, non è consentito l'uso della propaganda all'interno degli Stati Uniti, ma il nuovo piano dell'OSI condurrà probabilmente all'immissione di disinformazione nelle notizie prodotte all'estero riprese poi dai mezzi di informazione americani. La guerra in Afghanistan ha mostrato che l'informazione 24 ore su 24, insieme ai tagli di bilancio per l'informazione dall'estero in tutti gli Stati Uniti, fanno sì che le fonti estere come Al-Jazeera e Reuters diventino risorse chiave per i giornalisti americani.

Una qualunque rivelazione "accidentale" dell'opera di propaganda dell'OSI sembra abbastanza difficile, ma posto che si abbia il controllo della propaganda del governo in casa, i mezzi di informazione americani dovranno esercitare pressioni particolarmente forti per ottenere informazioni ulteriori sulle altre, intenzionali campagne dell'operazione.

Secondo il New York Times, "una delle unità militari incaricata di attuare le campagne dell'Ufficio di Influenza Strategica" è il Comando per le Operazioni Psicologiche dell'Esercito americano (PSYOPS). Il Times non accenna, tuttavia, al fatto che il PSYOPS è stato accusato di operare entro i confini nazionali recentemente durante la guerra del Kosovo.

Nel febbraio del 2000, articoli comparsi su giornali olandesi e francesi hanno rivelato che molti ufficiali del 4° Gruppo del PSYOPS avevano lavorato nella divisione notizie della sede centrale di Atlanta della CNN come parte di un programma di "tirocinio" cominciato negli ultimi giorni della guerra del Kosovo. La copertura giornalistica su questa storia scomoda è stata scarsa (vedi http://www.fair.org/activism/cnn-psyops.html), ma dopo che Fair ha pubblicato una "Action Alert" al riguardo, la CNN ha dichiarato che il programma era già terminato ed ha ammesso di giudicarlo "non appropriato".

Ammesso che il lavoro degli ufficiali del PSYOPS nei mezzi di informazione non abbia influenzato direttamente la redazione delle notizie, rimane la domanda su come la CNN possa aver permesso ai militari di condurre una missione di intelligence contro la propria volontà. L'idea non è così inverosimile - secondo la rivista "Intelligence Newsletter (17/02/00)", un contrammiraglio del Comando Operazioni Speciali ha affermato ad una conferenza del PSYOPS che i militari hanno dovuto trovare il modo di "acquisire il controllo" dei satelliti dei notiziari commerciali per aiutarli ad abbattere un "cono di silenzio nell'informazione" in regioni dove si svolgevano delle operazioni speciali. Uno dei "tirocinanti" del PSYOPS alla CNN ha lavorato nella divisione satelliti del network. (Durante la guerra di Afghanistan il Pentagono ha trovato un modo molto diretto di "acquisire il controllo", semplicemente ha comprato tutte le immagini dell'Afghanistan dei satelliti commerciali per impedire a media di accedervi.)

Vale la pena segnalare che il 4° Gruppo del PSYOPS è lo stesso gruppo che ha fornito il personale all'ormai noto "Office of Public Diplomacy (OPD)" del "National Security Council" che riuscì a far passare false notizie nei media americani a sostegno della politica dell'amministrazione Reagan in America Centrale durante gli anni ottanta. Descritta da un alto ufficiale americano come "una vasta operazione di guerra psicologica del genere condotto dai militari per influenzare la popolazione in territorio nemico" (Miami Herald, 19/07/87), l'OPD è stato chiuso dopo le indagini sul caso Iran-Contra, ma non prima di aver influenzato i servizi giornalistici dei maggiori media inclusi il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post (Extra!, 9-10/01).

L'OPD può essere storia passata, ma la recente nomina ["recess appointment", senza l'approvazione del Senato, ndt] da parte dell'amministrazione Bush del precedente responsabile dell'OPD Otto Reich ad assistente del segretario di stato per l'emisfero occidentale non ci riassicura. Lascia intendere, nella migliore ipotesi, una preoccupante indifferenza per il ruolo giocato da Reich nell'orchestrare gli inganni dell'OPD ai danni degli americani.

A dire il vero, come sottolineato dalla Federazione degli Scienziati Americani, "gli insistenti sforzi dell'amministrazione Bush nell'espandere la portata del segreto d'ufficio sono adesso ampiamente descritti come una precisa caratteristica della presidenza Bush" (Secrecy News, 18/02/02). Il rifiuto dell'amministrazione di rivelare le informazioni relative al caso Enron al "General Accounting Office" [GAO, braccio investigativo del Congresso, ndt] è forse il più pubblicizzato di tali sforzi; un altro esempio è il promemoria del Procuratore Generale John Ashcroft del 12 ottobre con cui si esortano le agenzie federali a respingere le richieste fatte in base al "Freedom Of Information Act" [legge che sancisce il diritto ad accedere ai documenti delle agenzie federali, ndt].

Inoltre, le misure restrittive del Pentagono sulla stampa durante tutta la guerra in Afghanistan sono diventate un problema crescente. Tra i casi più recenti, il giornalista Doug Struck del Washington Post ha sostenuto che soldati Americani hanno minacciato di spararlo se avesse proseguito nel tentativo di indagare in un sito in cui erano stati uccisi dei civili; Struck ha affermato che, secondo lui, la questione centrale sollevata dall'incidente è se il Pentagono stia tentando di "insabbiare" le proprie azioni e perché non consenta "l'accesso ai giornalisti affinché si stabilisca cosa stanno facendo qui in Afghanistan" (CBS, "The Early Show," 13/02/02).

Presi insieme, questi incidenti e queste politiche dovrebbero far risuonare le campane d'allarme nei media di tutto il paese. La democrazia non funziona se il pubblico non ha accesso ad una piena ed accurata informazione sul suo governo.

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sun tzu blu Thursday, Sep. 12, 2002 at 9:57 AM
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