Critical Mass a Milano
Milano. Piazza Piemonte, angolo viale Buonarroti. Alle 20.00 in punto 500 ciclisti piombano sull incrocio denso di traffico. L'effetto scenografico č esteticamente perfetto: i semafori scattano ma le auto non si muovono, il centro della carreggiata č tutto uno scampanellio di biciclette. Qualche automobilista protesta, qualcun altro spegne motore e fari, un altro ancora alza un po' la voce, ma poi si calma alla vista delle centinaia di bici in sosta e delle altre in arrivo. I ciclisti invitano tutti a spegnere i motori e riconquistare un po' d'aria da respirare. Quindici minuti dopo, viale Domodossola. Stessa scena. I ciclisti bloccano l'intero viale. Qualcuno solleva in aria la bicicletta. Poi si riparte in direzione del cimitero monumentale.
Sono giusto due scene del decennale di Critical Mass di Milano, il 27 settembre scorso: 21 Km di pedalate che hanno visto un'affluenza record di partecipanti. Gli ingredienti fondamentali sono quelli tipici di una Critical Mass, primo tra tutti l'inesistenza di un percorso prestabilito: chi ad un incrocio si trova per caso davanti, decide sul momento da quale parte andare, blocco sistematico del traffico motorizzato tanta allegria e voglia di pedalare. Il gruppo parte da Piazza Mercanti alle 18.30 composto da circa 350 ciclisti, ma lungo il percorso si aggregano molti altri partecipanti, contraddistinti da un'elevata eterogeneitą: attivisti, pensionati, mamme con i bambini nel cestino, papą con i bambini sulla mini bici accanto, studenti, gente comune. Il gruppo si sgrana e si ricompatta a tratti, girovagando lungo i viali di Milano e costringendo le auto all'attesa nei controviali. Il tramonto vede la cittą popolata da bici che girano per tutto il centro, in un percorso caotico ed improvvisato. Il termine della pedalata č al Deposito Bulk alle 21.00, dove si prosegue la festa fino a notte inoltrata. Nell'arco di 10 anni, il movimento Critical Mass si č fortemente evoluto ed a visto progressivamente ampliarsi sia il numero di partecipanti sia le cittą che hanno visto e vedono il ripetersi periodico di manifestazioni ciclistiche spontanee, festose, volte a riconquistare per una sera un po' di spazio urbano fruibile senza motori a scoppio e senza senza bisogno di chiedere il permesso.
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