Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | classic toolbar di navigazione old style toolbarr di navigazione old style toolbarr di navigazione Versione solo testo toolbar di navigazione
Campagne

CD GE2001 - un'idea di Supporto Legale per raccogliere fondi sufficienti a finanziare la Segreteria Legale del Genoa Legal Forum


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer
La nuova NATO
by legrand Monday, Sep. 30, 2002 at 7:47 PM mail:

Alcune note sulla NATO

"Lo scopo principale dell'Alleanza consiste nel salvaguardare la sicurezza dei Paesi membri dissuadendo l'avversario dall'aggressione: ciò significa che l'aggressore potenziale non deve avere alcun dubbio che, ove scatenasse un attacco, andrebbe incontro a rischi del tutto sproporzionati ai vantaggi che potrebbe eventualmente sperare di ricavare".
Così il Manuale Ufficiale della nato sancisce il principio di una "azione in contropiede" nei confronti di un nemico che non c'è più. Nonostante tale nemico (quello che ha permesso alla nato di esistere) sia scomparso dalla scena, il principio viene confermato all'atto della riforma dell'organizzazione avvenuta dopo la fine del Patto di Varsavia. Come noto, poco dopo tale conferma, il principio è stato disatteso con la guerra di aggressione contro la Yugoslavia.
Un principio di dissuasione dall'attaccare.
Dissuadere chi? Una volta sciolto il Patto di Varsavia, una volta deceduta l'Unione Sovietica, chi potrebbe avere tanta forza da "aggredire" l'Europa occidentale o il bacino dell'Atlantico settentrionale? Stando alle informazioni ufficiali messe direttamente a disposizione del pubblico dai vertici dell'organizzazione, non importa chi sarà  il futuro nemico. Quel che conta è dare della nato un'immagine di forza, di potenza, di invincibilità, di un ostacolo impossibile da superare. Quasi un principio autocelebrativo.
In molti, dopo aver analizzato quale potrebbe essere il ruolo della nato in un mondo senza Patto di Varsavia, concludono, forse frettolosamente, che l'organizzazione sia oggi (come ieri) una propaggine degli Stati Uniti necessaria per "regolare i conti" USA con chi "ha osato alzare la testa". Tali analisi si limitano, da un punto di vista politico, a mettere in luce una svolta di stampo mafioso avvenuta nella politica imperialista degli USA.
Poiché in queste note si intende chiarire il preciso significato di quest'affermazione, si ritornerà  sull'argomento alla fine, anticipando fin d'ora che l'estensore di queste righe reputa queste analisi sostanzialmente corrette, anche se riduttive.
In queste pagine, senza nessuna pretesa di completezza, ma solo con la speranza di stimolare una riflessione, si intende:

  • Esaminare a grandi linee l'organizzazione interna della struttura, evidenziando come solo una piccola parte della nato in realtà  sia di tipo militare.
  • Contribuire a fare luce sul ruolo dell'Italia nella nato dopo la guerra di aggressione alla Yugoslavia.
  • Informare sui progetti di sviluppo strategico.

 
Non c'è abbastanza spazio, e tra l'altro non rientra negli scopi di queste note, tracciare le linee storiche della nato dalla sua nascita ad oggi, argomento sul quale esiste già  un'ampia letteratura. Non interessa qui scrivere della nato ai tempi del Patto di Varsavia, interessa piuttosto esaminare come è oggi e come si progetta di farla essere domani.

 

Patto Atlantico, nato e sua organizzazione interna

1.1 Il Trattato Atlantico

In quanto organizzazione internazionale, la nato esiste poiché frutto di un accordo, di un trattato, di un patto tra Stati. In questo caso il trattato in questione è quello noto come Trattato Atlantico, firmato a Washington da 12 nazioni il 4 aprile 1949.
Il testo fu pubblicato il 18 marzo. Il 31 marzo il governo sovietico inviò² ai governi futuri firmatari del trattato un memorandum, nel quale si afferma che il trattato è in contrasto con lo Statuto dell'ONU e che vi farà parte una nazione (l'Italia) non ammessa alle Nazioni Unite.
Il 2 aprile i governi respingono in una nota comune le affermazioni sovietiche, due giorni dopo lo firmano tutti.
Il Patto Atlantico di per sé non dice nulla, a quanto sembra ad una prima superficiale lettura, trattandosi di una dichiarazione di intenti. E' costituito da un preambolo e 14 articoli la cui autentica intenzione è il gettare fumo negli occhi alle popolazioni (agli elettorati) dei rispettivi Stati. Tuttavia, tranne il caso della Spagna nel 1986, le popolazioni locali non sono mai state consultate circa i rapporti tra il proprio governo e la nato.
Il nucleo vero e proprio del trattato è il solo articolo 5: in esso i membri convengono di considerare un attacco armato contro uno di loro, dall'una o dall'altra parte dell'Atlantico, quale attacco contro tutti, e si impegnano ad adottare le misure necessarie per aiutarsi a vicenda.
Il Trattato è stato concepito come strumento di realizzazione della strategia statunitense detta del contenimento globale del comunismo, strategia adottata ancora oggi sia nei rapporti con gli stati socialisti, sia nei rapporti coi partiti comunisti, ritenuti sovversivi, sia negli anni successivi alla fine del Patto di Varsavia verso alcune formazioni politiche anch'esse ritenute sovversive e presenti all'interno degli Stati.
Per permettere l'attuazione pratica del Patto Atlantico, è stata creata l'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, la nato.
La nato non è il Trattato Atlantico, è un'organizzazione civile e militare che deve provvedere alla sua attuazione. In realtà, quest'organizzazione ha superato il trattato, facendo anche altre cose che, addirittura, in certi casi costituiscono delle violazioni al patto. Ad esempio, l'articolo 1 del Patto Atlantico recita:
"Le parti si impegnano, com'è stabilito dall'ONU, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale nella quale potrebbero essere implicate, in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza in modo incompatibile con gli scopi dell'ONU".
Non occorre ricordare i recenti avvenimenti bellici in Yugoslavia per avere almeno qualche dubbio circa la fede nei confronti del trattato!
La nato, dunque, organizzazione attuativa di un trattato difensivo. Nella sua definizione originale, si trattava esplicitamente di difesa dal Patto di Varsavia.
Non c'è bisogno di evidenziare che l'appartenenza alla nato non è mai stata paritetica; nonostante nella documentazione ufficiale si dice esplicitamente che "la nato è un'organizzazione intergovernativa, non sopranazionale, nella quale i Paesi membri conservano per intero la loro sovranità  e la loro indipendenza", è chiaro a tutti, militari compresi, come il ruolo di USA e Canada sia predominante. D'altronde non occorre la nato per togliere l'indipendenza a dei governi europei che "di fatto" l'avevano già  persa con il Piano Marshall e la "dottrina Truman" negli anni 1948/49.
Se la nato fosse stata solo un'organizzazione militare, allora la disparità  di peso interno all'alleanza sarebbe stata quasi necessaria: non si può infatti pretendere una parità di partecipazione in termini di forze armate tra USA e Lussemburgo, e non si deve dimenticare che fa parte della nato anche l'Islanda, che come noto non è dotata di proprie forze armate. Di fatto, la nato è anche un'organizzazione civile, strettamente politica; di conseguenza la non parità  tra gli Stati membri porta fatalmente alla supremazia interna (politica prima ancora che militare) dei governi d'oltreatlantico.
Oggi, dopo l'uscita francese dalla struttura militare avvenuta nel 1969 e già  annunciata da De Gaulle nel 1966, il coordinamento delle forze armate nato avviene direttamente dal Pentagono: anche se tutti i membri sono formalmente alla pari, le responsabilità  di direzione sono pesantemente accentrate negli USA.
La natura del trattato rende gli Stati Uniti globalmente offensivi, sia verso gli Stati avversari (una volta era: verso gli Stati socialisti), sia verso i paesi aderenti alla nato, ma mentre verso i primi hanno margini di manovra limitati ad operazioni diplomatiche o militari, all'interno dei secondi possono agire con estrema discrezionalità, come dimostra la disinvoltura con la quale si definisce il concetto di "sovversione" perseguibile a norma dei trattati.
Di fatto, gli USA hanno sempre condizionato (e continuano a farlo tuttora) i governi alleati, sia con pressioni politiche sia con tentativi di imporre regimi da loro fortemente voluti.
La nato è da temere?
Chissà... ai tempi del Patto di Varsavia non c'era molto da temerla, visto che come ricorda Rizzo, "La nato non avrebbe resistito più di 10-12 giorni ad un attacco convenzionale da parte del Patto di Varsavia, per cui gli Stati Uniti si diedero da fare nella proliferazione degli armamenti nucleari a medio e lungo raggio".
Ora, nel 2001, non bisogna dimenticare che il capitalismo tende a diventare dittatura: la sua difesa è e sarà organizzata da oligarchie dittatoriali, che facilmente evolvono verso regimi militari o paramilitari.

 
1.2 Struttura civile della NATO

Qual è il ruolo civile della nato? Partiamo dall'osservare la documentazione ufficiale:
"La consultazione politica, sempre praticata fin dai primi giorni dell'Alleanza, ha ricevuto un nuovo impulso con l'approvazione, nel 1956, del rapporto del comitato dei tre sulla collaborazione non militare, con il quale si raccomandava che su tutte le questioni interessanti la nato si procedesse ad una consultazione fin dal primo stadio dell'elaborazione delle decisioni dei governi".
Chiaramente, se la consultazione politica non è paritetica, si perde in un sol colpo tutto il concetto di non sovranazionalità  dell'organizzazione. Un esempio delle conseguenze di ciò è riportato (tra l'altro come un trionfo) sulla stessa manualistica:
"Nel caso del negoziato MBFR, il Consiglio Atlantico ha assunto un'iniziativa che va al di là  della consultazione ed ha svolto per la prima volta un ruolo direttivo nella messa a punto della posizione negoziale dei partecipanti occidentali".
Quindi, il fondamentale ruolo della nato è politico, prima ancora che militare. Il caso del negoziato MBFR tra nato e Patto di Varsavia è uno dei tanti casi di condizionamento della politica dei singoli Stati da parte degli Stati Uniti, nel nome dell'integrità  dell'alleanza e della difesa dal "pericolo rosso che viene da Est".
Per affermare il controllo politico (esercitato dagli Stati Uniti), soprattutto sull'Europa, sono state necessarie varie tappe, tutte rigorosamente già  effettuate.
Si iniziò nel dicembre 1957 con l'istituzione del Comitato Scientifico NATO, riunitosi per la prima volta nel 1958.
Nei primi anni di attività il Comitato ha lanciato tre programmi: quello delle borse di ricerca scientifica, quello dei corsi estivi e quello delle sovvenzioni alla ricerca, che rappresentano ancora oggi la spina dorsale delle attività scientifiche della nato.
Nel 1969, su proposta di Nixon, viene istituito il CCMS, Comitato per le Sfide della Società  Moderna, per promuovere un'azione internazionale "allo scopo di arrestare il degrado dell'ambiente e di migliorare la qualità della vita".
Più o meno nello stesso periodo, viene istituito l'Eurogruppo, un raggruppamento informale dei ministri della difesa degli Stati europei aderenti al Patto Atlantico. Probabilmente l'Eurogruppo, nato per "contenere l'espansione del comunismo in Europa", è oggi, dopo il 1997, la parte della nato più propriamente dedicata al controllo politico e sociale. Infatti, "tra i lavori svolti e i risultati conseguiti [va ricordata] un'impostazione programmatica per conseguire un impiego più efficace in settori di attività  concrete. Una collaborazione multilaterale è stata conseguita in campi come le telecomunicazioni, il sostegno logistico, l'armonizzazione delle dottrine a lungo termine ed i servizi sanitari".
Certo, quell'espressione "armonizzazione delle dottrine a lungo termine" suona in un modo che non fa presagire nulla di buono"...
Attorno all'Eurogruppo gravita anche l'Assemblea Atlantica, un'organizzazione interparlamentare dei Paesi membri dell'Alleanza. Ne fanno parte un cospicuo numero di parlamentari dei vari Stati.
Tale Assemblea, "ha per scopo il rafforzare la cooperazione e la comprensione tra i Paesi dell'Alleanza; di incoraggiare i governi a tenere conto dei punti di vista dell'alleanza all'atto della formulazione delle loro leggi; nonché di incoraggiare i sentimenti di solidarietà  atlantica nei parlamenti nazionali": controllo politico degli USA sui parlamenti degli Stati europei.
In tutti i Paesi membri della NATO esistono delle associazioni private che assecondano le attività dell'organizzazione. Per quanto riguarda l'Italia c'è il Comitato Atlantico, Piazza Firenze 27, Roma: privati cittadini che collaborano agli obiettivi dell'Alleanza atlantica, condizionano l'opinione pubblica e (resta un sospetto?) creano strutture parallele filoamericane.
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, l'organo supremo, il luogo dove si prendono le vere decisioni, è il Consiglio Atlantico. Ogni Stato nomina il suo membro del Consiglio, che deve essere un ambasciatore facente parte regolarmente dei ruoli diplomatici ordinari dello Stato di provenienza. Tali ambasciatori sono nominati dai rispettivi governi "Rappresentanti Permanenti presso l'Alleanza Atlantica". Di solito, l'essere ambasciatore presso l'Alleanza Atlantica è una carica molto ambita, il degno coronamento di una carriera.
Ogni rappresentante nel Consiglio Atlantico è permanentemente in contatto con il proprio governo di provenienza mediante linee telefoniche protette.
Periodicamente il Consiglio si riunisce alla presenza dei ministri degli Affari Esteri dei governi membri. Tali riunioni si tengono due volte l'anno. La riunione di dicembre si tiene a Bruxelles, quella di primavera si svolge a rotazione nella capitale di uno degli Stati membri.
Occasionalmente il Consiglio si riunisce anche alla presenza dei capi di Stato o di Governo.
Nelle sue sedute ordinarie, il Consiglio Atlantico, composto dai soli rappresentanti permanenti, è riunito in sessione permanente e gli incontri, tenuti a Bruxelles, sono almeno una alla settimana.
Di importanza inferiore rispetto al Consiglio Atlantico, c'è il DPC (Comitato di Pianificazione della Difesa) che si riunisce settimanalmente "al livello ambasciatori" e due volte l'anno "al livello dei Ministri della Difesa" per decidere sulle questioni più squisitamente militari.
Da non trascurare, ancora riguardo il ruolo politico dell'Alleanza Atlantica, il Segretariato Generale, che non provvede solo alla logistica, agli appartamenti degli ambasciatori ed alle traduzioni simultanee. Da esso dipende la Divisione Affari Politici che, nella sua ramificazione chiamata Direzione delle Informazioni, attua nei confronti delle popolazioni "l'armonizzazione delle dottrine" alla quale si è accennato in precedenza. Esso infatti "aiuta i governi dei Paesi Membri ad estendere la conoscenza della NATO e della sua politica a mezzo di films, programmi radiotelevisivi, una pubblicazione periodica in 12 lingue, delle pubblicazioni non periodiche, mostre, ecc.; organizza visite di gruppi alla sede della nato, partecipa all'organizzazione di corsi e seminari sui problemi della nato e patrocina attività  per la gioventù".
Quindi è l'ufficio preposto all'emissione delle "veline" ed all'organizzazione del lavaggio del cervello di massa al quale stiamo assistendo, con l'individuazione del "nemico" nel "comunista cattivo", al quale di recente si è aggiunto "l'arabo sovversivo, terrorista e (immancabilmente) cattivo".
L'organizzazione ha strutturato, negli anni, una fitta rete di enti, commissioni ed organismi sia civili che militari. Per non andare oltre gli scopi di queste pagine, non vale la pena elencarli, ma appare necessario, per chiudere il quadro organizzativo della nato, citarne alcuni:

  • CEOA " Centro di Esercizio Oleodotti Alleati dell'Europa Centrale. Costituito per il controllo multilaterale da parte di Europa e USA della gestione e della manutenzione della rete integrata (sia civile sia militare) degli oleodotti. Conta 8 membri ed ha sede a Versailles.
  • ADSIA " Ente Alleato per l'Interoperabilità dell'Informatica. Con sede a Bruxelles.
  • NEWAC " Comitato Consultivo per la Guerra Elettronica.

Riguardo questi ultimi due enti, lo stesso manuale NATO resta vago, senza entrare nello specifico dei compiti loro assegnati.

 

 
Cenni alla struttura militare della NATO

In generale, le forze appartenenti agli Stati membri rimangono, in tempo di pace, sotto comando nazionale; tuttavia alcune di esse sono poste sotto il comando operativo o di controllo della nato, alcune sono "assegnate ai comandi nato", altre sono "riservate per l'assegnazione" a tali comandi.
Dal punto di vista militare la nato è suddivisa in tre comandi principali:

  1. Comando Supremo Alleato nel Nord Atlantico (ACLANT)
  2. Comando Supremo Alleato in Europa (ACE)
  3. Comando Supremo Alleato della Manica. (INCHAN)

L'ACE ha sede a Mons, in Belgio, posto sotto il comando di un generale statunitense, detto SACEUR (Comandante Supremo Alleato in Europa), un ruolo molto ambito nelle alte gerarchie dei generali di corpo d'armata statunitensi. Da esso dipendono tutte le forze di tutti gli Stati presenti in Europa e nel bacino del Mediterraneo.
A sua volta l'ACE è suddiviso in tre regioni militari principali:

  1. Comando Alleato dell'Europa Settentrionale (AFNORTH), con sede a Kolsas, in Norvegia.
  2. Comando Alleato dell'Europa Centrale (AFCENT), con sede a Brunssum, Paesi Bassi.
  3. Comando Alleato dell'Europa Meridionale (AFSOUTH), con sede a Napoli.

Il comando supremo ACE, delega il comando delle forze armate ai tre comandi delle regioni militari appena elencate; da parte sua, controlla direttamente tre cose:

  1. Un sistema di segnalazione elettronica satellitare che si estende da Capo Nord alla Turchia (NATO Air Defence Ground Environment - NADGE). Il NADGE guida la difesa aerea di intercettazione. In Italia le installazioni NADGE si trovano nel napoletano ed in Emilia.
  2. La forza mobile nato, un insieme di forze senza sede precisa ma pronte ad essere aviotrasportate ove occorrono. L'Italia partecipa con reparti Alpini.
  3. Settemila testate missilistiche nucleari affidate a 2.250 tra aerei e rampe missilistiche distribuite nei vari Stati. Le testate sono tutte sotto controllo americano.
  4. 1710 missili intercontinentali atti al lancio degli ordigni nucleari citati al punto precedente. Quasi tutti i missili sono a testata multipla; in particolare il missile Minuteman ha 3 testate, mentre il Poseidon (che può anche essere lanciato da sott'acqua fino ad una profondità  di 400 metri circa) ne ha 10. Ricordiamo che i missili a testata multipla sono missili a medio raggio (circa 5000 Km) dotati di più ogive nucleari, capaci di dividersi in volo l'una dall'altra e di procedere ciascuna verso un distinto obiettivo. Restano invece collocati negli USA, e posti direttamente sotto il controllo del Pentagono, sia i vecchi (ma sempre funzionanti) Pershing sia i missili MX, successori dei Minuteman. L'MX è alto 23 metri, ha 4 stadi, di cui l'ultimo di 9 metri, con un diametro al centro di 2 metri e mezzo; pesa 95 tonnellate, trasporta 10 testate nucleari autonome, ciascuna munita di radar, computer e sensori incorporati, che la guidano direttamente al bersaglio dopo il rientro nell'atmosfera, dopo circa 25 minuti dal lancio. La gittata massima dichiarata dagli USA è pari a 13.000 Km! La nato, e quindi tutti gli Stati ad essa appartenenti, non hanno assolutamente alcun controllo né politico né militare sull'eventuale uso degli MX: sono considerati un sistema d'arma privato ed esclusivo degli USA.Il pretesto americano per non disinnescare gli MX è nell'indicare la presenza sul pianeta (e forse sul mercato), dei missili sovietici SSX24, successori degli SS20. Gli SSX24 hanno le stesse caratteristiche degli MX, con la differenza che sono trasportabili su rotaia.

Dal comando AFSOUTH situato nel quartiere napoletano di Bagnoli dipendono: le forze terrestri alleate dell'Europa meridionale, le forze terrestri alleate dell'Europa sud-orientale, le forze aeree alleate dell'Europa meridionale, le forze navali alleate d'intervento e di sostegno dell'Europa meridionale e del Mediterraneo.
In pratica, la giurisdizione militare del AFSOUTH va da Gibilterra al Golfo Persico.
Le forze terrestri sono 45 divisioni ed un numero non precisato di brigate indipendenti. Le forze aeree schierano 3.500 aerei distribuiti su 150 aereoporti nato, alimentati da una rete di depositi e tubazioni (gli oleodotti militari di cui si è già  parlato), che portano direttamente alle piste o ad altri centri di alimentazione il carburante per gli aerei e per tutti i tipi di veicoli.

 

 
L'Italia nella NATO del 2000

 
L'Italia è uno degli Stati fondatori della nato. Per quanto sconfitta nella seconda guerra mondiale, vi è stata ammessa fin dal principio ed ha partecipato alla sua costruzione, onore che non ha ricevuto neanche la Germania Federale, ammessa solo nel 1955.
Il Trattato Atlantico fu pensato e voluto da USA e Gran Bretagna per "contrastare il comunismo", di conseguenza la NATO è sorta come organizzazione tra vincitori e neutrali alla fine della seconda guerra mondiale, ma c'era bisogno dell'Italia e, come qualcuno sostiene, in Italia c'era una classe politica che aveva bisogno della nato.
Non ci addentriamo in questa sede nei processi che hanno portato all'entrata dell'Italia nel Patto Atlantico, rinviando il lettore all'ampia letteratura in proposito, c'è però da osservare che il Piano Marshall aveva segnato l'inizio di un nuovo modo (con predominio USA) di cooperazione internazionale, di intervento esterno per la soluzione di gravi deficienze congiunturali.
Tuttavia il Piano Marshall fu accompagnato da corollari di ordine politico che finirono con il prevalere, creando le premesse per il lavoro diplomatico che avrebbe portato l'Italia al suo innesto nella politica atlantica, ed il depauperamento intellettuale del nostro come di tutti gli altri Stati occidentali.
In questa sede interessano altri aspetti.

Napoli, tra tutte le città  del mondo, è una di quelle in cui si realizzano eccezionali concentrazioni di comandi militari e di comandanti della Marina Militare Americana:

  1. Quartier Generale delle forze alleate del sud Europa (AFSOUTH).
  2. Comando delle forze aeree alleate, che coordina contemporaneamente le unità  italiane, greche, turche e statunitensi.
  3. Comando subordinato di Marina del Mediterraneo centrale.
  4. Stati Maggiori delle forze d'attacco nel settore Mediterraneo.
  5. Comando dei sommergibili nel Mediterraneo.
  6. Comando della caccia aerea antinavale del Mediterraneo (USA, Italia, GB).
  7. Comando e nave ammiraglia della VI flotta USA.

Come dire... tutti qui!

Questo è uno degli aspetti che ci interessa approfondire.
L'altro aspetto " fondamentale " è capire quanto, ora che non esiste più il Patto di Varsavia, l'Italia contribuisca all'operatività  della nato.
L'Italia contribuisce sostanzialmente con denaro. Una parte del denaro viene versata direttamente ogni anno nelle casse dell'Alleanza, un'altra parte costituisce le ben note "spese militari" che i governi pagano per mantenere l'esercito...
L'esercito italiano, come si mostrerà  di seguito, non è indipendente, per cui quelle spese militari di fatto servono a mantenere ed armare un esercito che è agli ordini della NATO.
Quante e quali parti dell'esercito italiano sono state "cedute" alla nato?
La domanda non è senza risposta, poiché il Ministero della Difesa, malcelando un certo orgoglio, rende pubblici questi dati.
Sono assegnate alla nato le seguenti unità  operative dell'Esercito:

  • 4 divisioni di fanteria (divisioni Cremona, Legnano, Granatieri di Sardegna, Mantova)
  • 5 brigate alpine di 600 uomini ciascuna, assegnate alla forza mobile nato (brigate Cadore, Julia, Orobica, Taurinense, Tridentina)
  • 2 divisioni corazzate (Ariete e Centauro)
  • 1 brigata missili terra-aria (Mestre)
  • 4 battaglioni di artiglieria con missili terra-aria.

Tutta la Marina Militare italiana è assegnata alla nato.

Per quanto riguarda l'Aereonautica Militare, sono assegnati alla V Allied Tactical Air Force della nato:

  • 3 squadroni cacciabombardieri Starfighter
  • 3 squadroni cacciabombardieri Thunderstreak
  • 3 squadroni cacciabombardieri Tornado
  • 3 squadroni di attacco G91 Fiat
  • 3 squadroni da caccia F86k
  • 3 squadroni intercettori F104
  • 3 squadroni da ricognizione
  • 3 squadroni da trasporto
  • 2 squadroni lanciamissili

In pratica quasi tutto l'esercito italiano è sotto comando USA o a sua disposizione. Sotto comando nazionale restano solo poche briciole, quelle considerate inutili dai più potenti alleati d'oltreoceano.
Nonostante questo spiegamento di forze e questo ampio "regalo" alla nato, all'interno dell'Alleanza l'Italia non ha un grosso peso militare. Messo a confronto con l'esercito USA e con quello della Gran Bretagna, l'esercito del governo italiano appare comunque un esercito giocattolo, una forza minoritaria.
L'Italia non ha un grosso esercito, basti pensare che in tutto nelle caserme italiane ci sono 350.000 persone... molte meno degli agenti di polizia.
All'interno dell'Alleanza la supremazia politica di USA e Canada non è in discussione, ma tra i partner europei c'è un delicato equilibrio da conservare, per cui l'Italia deve sopperire a questa debolezza militare in altri modi, come ad esempio mettendo a disposizione degli alleati le proprie installazioni (Aviano, Gioia del Colle, Sigonella, Comiso, ecc.) per gli attachi USA contro la Yugoslavia o contro il nemico di domani.
Come già  anticipato, l'Italia partecipa alla nato anche (forse soprattutto) economicamente: contribuisce alle spese nato per il 9,2% del totale. La cifra nominale è in costante aumento anno dopo anno. Per il 2000 l'Italia ha versato alla nato 43 miliardi di lire.
Lo Stato, da sempre, ha un livello elevato di spese militari, per sovvenzionare un esercito che, come appena visto, è sotto comando USA, e partecipa al programma nato di standardizzazione. Tale programma ha come obiettivo la costruzione di uno standard degli armamenti di tutti gli eserciti nato. Questo comporta che, dovendo avere gli stessi armamenti di tutti gli altri, il governo italiano acquista continuamente nuovi sistemi d'arma dall'estero. Naturalmente, tranne poche eccezioni, si tratta di armamenti di fabbricazione USA.
Come molti analisti affermano, l'utilità  principale della nato sta nel realizzare uno sbocco naturale per l'industria bellica americana e nel fornire agli USA un esercito a spese dei governi europei.
Serve solo a questo l'Italia?
Avendo un esercito giocattolo, di fatto le spese militari sostenute dall'Italia, sono spiccioli se messi a confronto di quanto spendono USA, Gran Bretagna, Svezia, Svizzera e Francia.
Certamente non sono spiccioli per noi, che paghiamo IRPEF e IVA qui in Italia: basta pensare che per l'anno 2000 il governo ha stanziato al Ministero della Difesa la modica cifra di 24.974 miliardi di lire.
E' vero, l'Italia ha installazioni militari utili per attacchi contro i Balcani ed il Nord Africa. Può bastare questo? O ci sono altre ipotesi strategiche?
Di ipotesi ce ne sono molte, tra le quali alcune particolarmente fantasiose e sulle quali non vale la pena di soffermarsi.
Forse uno spunto di riflessione utile, sul quale ci sarà  molto da ragionare, ci viene fornito proprio da un documento ufficiale.
Sul documento conclusivo della Conferenza di Parigi si legge, infatti:
"Le relazioni amichevoli fra noi trarranno vantaggio dal consolidamento della democrazia e dal miglioramento della sicurezza".
"Benché la minaccia di un conflitto in Europa sia diminuita, altri pericoli minacciano la stabilità delle nostre società . Siamo decisi a cooperare nella difesa delle istituzioni democratiche contro attività che violino l'indipendenza, l'uguaglianza sovrana o l'integrità  territoriale degli stati partecipanti. Esse includono attività illegali che implicano pressioni esterne, coercizioni e sovversioni."
Ecco i nuovi nemici, i "sostituti" del Patto di Varsavia. Chiunque può essere un nuovo nemico, opponendosi alle "istituzioni democratiche" imposte.
Allora da più parti si indica di cercare il ruolo dell'Italia nelle pressanti richieste degli Alleati di dare vita ad una polizia internazionale. Tale ipotesi sembra essere avallata dai primi "esperimenti sul campo", avvenuti con l'invio di battaglioni di carabinieri prima a Sarajevo poi in Kossovo per "il mantenimento dell'ordine pubblico".
Notando lo squilibrio numerico tra forze armate e forze dedicate al mantenimento dell'ordine pubblico (350.000 militari contro 500.000 effettivi tra polizia, carabinieri e guardia di finanza), si può ipotizzare per l'Italia un ruolo effettivo di polizia/pulizia internazionale, auspicato dagli alleati, e l'ammontare delle spese dello Stato sembra confermarlo.
Quale sia la verità, non ci è dato saperlo: queste non sono scelte che si discutono in vertici da passerella dove si discute uno scudo spaziale che forse non coprirà mai l'Europa (ma che di certo l'Europa pagherà, in miliardi di Euro), non sono scelte discusse nei parlamenti o sottoposte a scelta decisionale.
Sono scelte varate in seno al Consiglio Atlantico, circa il quale non vengono resi noti né gli ordini del giorno né le conclusioni, che si riunisce una volta alla settimana fin dal 1949... segno che è una sede nella quale si lavora sul serio.

 

 
Armamenti e sviluppi

3.1 Strategia futura della NATO
Per sostenere la rete dei rapporti descritti nei capitoli precedenti, oggi circa la metà delle forze armate USA è dislocata all'estero: quindi 1.700.000 soldati americani stanno esercitando attivamente il ruolo di gendarmi nel mondo.
Affermata la loro presenza dominante nell'estremo oriente, eliminata l'esistenza del "pericolo rosso" del blocco sovietico, gli USA acutizzano i problemi irrisolti dell'Europa Occidentale al fine di tenerla soggiogata non solo militarmente, ma prima di tutto dal punto di vista politico-economico.
Prima ancora degli aspetti politici, né subiamo le conseguenze militari; consideriamo infatti gli attuali focolai di guerra:

  1. le conquiste territoriali e la bellicosità  di Israele,
  2. la penetrazione neocapitalista e neocoloniale in Africa e nel resto del Terzo Mondo,
  3. le ostilità  presenti non solo in Palestina, Nigeria, Burundi, ecc., ma anche nel mai dimenticato Iraq,
  4. Le tensioni, che ogni decennio diventano più rare, in estremo oriente che di tanto in tanto tornano alla ribalta, come quando qualche aereo spia americano finisce in mani cinesi.

Il settore più suscettibile di ostilità  aperte a breve scadenza è comunque quello del mediterraneo orientale e del Medio Oriente, come i recenti show sulla Serbia/Kossovo e sull'Afghanistan hanno mostrato, e come lasciano prefigurare gli scenari a breve scadenza sull'Iraq.
Occorre ricordare che le tensioni in queste zone toccano direttamente l'Italia, non solo come Paese membro, ma come protagonista.
Napoli è sede del comando meridionale AFSOUTH e dei comandi USA per le operazioni che vanno dal Mediterraneo al Pakistan, comprendendo quindi Balcani, Afghanistan e Golfo Persico.
Il pericolo per l'Italia non è solo militare: tanti casi avvenuti insegnano (avvenuti anche in Italia) che, di fronte alla previsione di apertura di un teatro di guerra, gli USA impongono regimi politici a loro favorevoli.
Mentre negli anni '70 gli esperti americani individuavano, dal loro punto di vista, come caso di scontro le pressioni sovietiche sul centro Europa, oggi individuano "l'accerchiamento sovversivo" degli Stati mediterranei. Il concetto americano di sovversione è abbastanza ampio da includervi: Saddam Hussein, Milosevic, Bin-Laden, tutti i comunisti, i socialisti, gli islamici, gli internazionalisti, ecc. del mondo.

Dopo la fine del Patto di Varsavia, anche gli aspetti strategici e tattici della NATO sono profondamente variati. Per far luce su questo argomento si rende necessario un rapido riepilogo delle strategie adottate dagli Stati del Patto Atlantico, e quindi strategie USA, al passare dei decenni.
In un primo tempo (guerra fredda, fine anni 40 ed anni 50), la NATO ebbe come compito il "respingere il comunismo più a oriente che fosse possibile".
Per questo scopo venne elaborata la dottrina strategica della "difesa in avanti", che consisteva nel tenere sempre truppe a pieni ranghi e addestrate, distribuite sul territorio in modo che fossero sempre e immediatamente pronte per l'attacco. Questo concetto è etichettato come pietra miliare della programmazione tattica della nato. E' l'epoca della grande importanza data alla "forza mobile" più volte citata in precedenza.
Naturalmente la "difesa in avanti" era applicata non solo nelle relazioni con gli stati socialisti, ma anche nel programmare la repressione dei partiti comunisti o dei movimenti considerati sovversivi.
Questa tattica fu abbandonata solo quando gli strateghi del Pentagono compresero che, di fronte ad un attacco del Patto di Varsavia condotto da ambo le parti con sole armi convenzionali, avrebbero potuto opporre resistenza per un massimo di 10-12 giorni.
Nei primi anni '60, nel periodo della presidenza Kennedy, avvenne il cambio strategico e tattico che portò alla proliferazione nucleare a dismisura.
La nuova strategia fu denominata della "Rappresaglia Massiccia". Ad effettuare la rappresaglia contro un attacco sovietico sarebbero stati i missili intercontinentali muniti di ogive termonucleari, tristemente note con il nome di "Bomba H".
Le forze alleate erano considerate lo scudo convenzionale in Europa che, in caso di attacco, doveva immediatamente mettere in moto la spada nucleare USA. Da bravo scudo avrebbe dovuto parare il colpo, dando il tempo alla spada di colpire. Subito dopo le forze convenzionali si sarebbero spinte via terra e via mare in avanti, nel cuore del Patto di Varsavia, oltre la cortina di ferro.
In parole povere: avrebbero dovuto muoversi in avanti, in ambiente contaminato radioattivamente, dopo un attacco nucleare USA.
Oggi non c'è più come avversario una superpotenza nucleare. Per tale motivo è stata messa a punto la nuova strategia, chiamata della "risposta flessibile".
Questa nuova strategia vide i suoi albori negli stessi anni '60, ma solo a fine secolo, con lo smantellamento (parziale) dell'arsenale nucleare ex-sovietico, ha potuto ottenere una piena applicazione a tutto campo.
Con essa il ruolo dello scudo e della spada sono invertiti: infatti, sotto lo scudo nucleare strategico, cioè la minaccia di usare l'armamento atomico, diviene possibile muovere la spada delle unità  operative con armamento convenzionale.
In parole povere: sotto la minaccia di stare appena valutando la possibilità  di usare l'armamento nucleare intercontinentale pesante, si invade l'Iraq meridionale o si bombarda ripetutamente Belgrado e tutte le città della Yugoslavia, invitando l'avversario a non reagire troppo... altrimenti con un paio di missili Pershing da 20 Megatons...
Di questa strategia oramai gli eserciti NATO, ed in particolare quello USA, sono esperti: le guerre "regionali" che si sono combattute negli ultimi decenni, dal medioriente alle Falkland, dalla guerra del Golfo al Kossovo passando per la Bosnia, sono state un "grande laboratorio" per gli Stati Uniti e, di riflesso, per la NATO, costretta ad acquistare le armi USA in virtù dei patti "di standardizzazione".
Inoltre, la nuova nato, riformata nel 1997, che ha aperto le proprie braccia per accogliere gli ex-nemici di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceka, oltre ad aver modificato la strategia e la tattica, ha anche ridefinito il concetto stesso di attacco. Se prima era considerato tale un atto espansionistico armato del Patto di Varsavia, ora è un attacco "ogni evento che costituisce minaccia per la civiltà  occidentale ed i suoi valori".
Non si specifica che deve trattarsi di "evento armato", e nemmeno che avvenga direttamente contro uno Stato aderente all'alleanza (e ben lo sanno in Yugoslavia). Inutile aggiungere che il concetto di "difesa della civiltà  occidentale e dei suoi valori" fa tornare alla memoria idee tanto care sia al nazifascismo sia a tutti gli integralismi, di tutti i tempi.

Gli americani, durante gli anni '90, usando l'avvenuto salto tecnologico in settori chiave come quello elettronico, informatico ed elettromagnetico (infrarosso, ultravioletto, raggi X), hanno rivoluzionato la concezione delle battaglie convenzionali, combattute facendosi "scudo" della minaccia nucleare secondo lo spirito della "risposta flessibile".
Di fatto, tale rivolgimento tecnico, prima ancora che strategico e tattico, è stato imposto agli Stati aderenti alla NATO. Una volta approvato il progetto dal Consiglio Atlantico (a livello di ministri), non c'è altra formalità  da espletare prima dell'operatività . Non contano le opinioni dei popoli, e neanche dei parlamenti.
Il progetto in questione riguarda la cosiddetta "nuova strategia difensiva", alla quale corrisponde una tattica di guerra chiamata Airland Battle 2000.
A dire il vero, il progetto, chiamato in origine solo Airland Battle, risale alla seconda metà  degli anni '80, più o meno in concomitanza con le azioni della VI flotta USA contro la Libia di Gheddafi. Secondo i più autorevoli analisti militari, l'idea sarebbe venuta agli strateghi americani analizzando i motivi della vittoria inglese alle isole Falkland. Essenzialmente, gli armamenti inglesi vinsero contro quelli francesi in dotazione all'esercito argentino grazie all'elettronica, di cui i primi facevano largo uso.
Pare che secondo gli strateghi americani l'idea Airland Battle, pensando ad un suo uso in chiave antisovietica, fosse "di fatto" applicabile solo a scenari di guerra ambientati in Europa Centrale.
Oggi, alla luce di nuove scoperte scientifiche e conquiste tecnologiche, il progetto è stato radicalmente modificato, adattato al 2000.
Si tratta di una concezione generale, senza limitazioni geografiche, cioè buona per ogni parte del mondo.
In estrema sintesi, consiste nella trasformazione, in tempi molto rapidi, della difesa in contrattacco, sfruttando le nuove possibilità  di acquisizione degli obiettivi a grande distanza, le capacità  delle armi cosiddette "intelligenti" di puntare autonomamente sul bersaglio prescelto, la gittata e la precisione dei sistemi di lancio, e così via, fino ai proiettili al Fosforo ed all'Uranio impoverito.
In questo modo, fermo restando l'obiettivo strategico di fermare l'aggressore sulla sua linea d'attacco, l'obiettivo prioritario diviene quello di colpirlo alle spalle, logorarlo in profondità  (Deep Strike), fino ad annientare la spinta offensiva generale e costringendolo al ripiegamento.
La guerra del Golfo è stato il principale laboratorio di sperimentazione della Airland Battle 2000, con le "prime linee" iraqene assestate sul Kuwait e sull'Iraq meridionale, e l'armata internazionale intenta a bombardare Bagdad, Bassora e tutte le città  iraqene per un mese, prima dell'inizio dell'offensiva vera e propria con mezzi terrestri.
Di contro, la recente offensiva contro la Yugoslavia non è stata una sperimentazione, piuttosto è stata la prima applicazione pratica e consolidata della nuova tecnica.

 
Riferimenti

Manuale della nato, a cura del Servizio Informazioni della nato, Bruxelles 2001. Le frasi riportate nel testo sono presenti in tutte le edizioni del Manuale, fin dalla prima edizione datata 1949.
Enea Cerquetti, "Che cos'è la NATO". Milano, Jaka Book, 1969.
Aldo Rizzo, "Guerra e pace nel 2000", Bari, Laterza, s.d.
http://www.nato.int
Un'ottima ricostruzione storica, soprattutto politica, dei fatti del 1949 è contenuta in: Giovanni Di Capua, "Come l'Italia aderì al Patto Atlantico", Roma (Ebe editrice), luglio 1971. In tale volume l'autore mostra come il Partito Repubblicano Italiano si sia adoperato oltre misura, spesso contravvenendo anche alle direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per l'entrata dell'Italia.
Tutti i dati sull'Esercito Italiano, Marina ed Aereonautica Militare provengono dal sito del Ministero della Difesa http://www.difesa.it il Ministero avverte che tali dati sono suscettibili di variazioni.
Carta di Parigi per una nuova Europa. Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione tra Capi di Stato e di Governo del 19 novembre 1990. Qui si usa come riferimento l'edizione stampata il 21 novembre 1990 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria.
"Balistic Missile Defence Technologies", U.S. Congress, office of Technology Assessment, U.S. Government Printing Office, Washington D.C. 2001.
Claudio Virgi, "L'Airland Battle", in "Strategia Globale", n"° 3 inverno 1984.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Ci sono N_UMVISIBLE commenti visibili (su 4) a questo articolo
Lista degli ultimi 10 commenti, pubblicati in modo anonimo da chi partecipa al newswire di Indymedia italia.
Cliccando su uno di essi si accede alla pagina che li contiene tutti.
Titolo Autore Data
Jugoslavia nnn Saturday, Feb. 08, 2003 at 1:50 PM
sei rimasto pure corto ma bravo comunque urbano Saturday, Feb. 08, 2003 at 1:33 PM
Vieni da paparino dai! brian zolo Saturday, Feb. 08, 2003 at 1:04 PM
Minkia Legra' ... Cloppete Tuesday, Oct. 01, 2002 at 10:15 AM
©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9