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Reports del secondo giorno in Palestina
Un giorno nei campi profughi intorno a Betlemme
Secondo giorno a Ibda, Dheishah, una volta alzati e fatta colazione in questo luogo che ogni minuto in piu' che rimaniamo diventa sempre piu' accogliente e caloroso, usciamo intorno alle 9 e mezza, accompagnati dai compagni palestinesi per fare un giro nel campo in cui siamo ospitati per osservare gli effetti delle ultime rappresaglie fatte durante l'occupazione dei giorni precedenti al nostro arrivo.
Il Centro handicappati, che abbiamo visto ieri notte al buio, offriva assistenza ai disabili del campo ed e' stato colpito da un missile lanciato dagli elicotteri che lo ha distrutto completamente, le numerose abitazioni dei partecipanti
all'intifada abbattute scientificamente. Anche le strutture di un eliporto in costruzione dell'ANP, che avrebbe consetito un maggiore collegamento tra i vari territori sotto il controllo palestinese che ora sono praticamente isolati l'uno dall'altro, sono state colpite come anche i locali in uso alle associazioni umanitarie che si occupano della distribuzione di viveri e indumenti che si trovavano li' vicino.
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caserma/crocerossa:
distruzione a Betlemme della stazione della polizia palestinese
e della croce rossa durante le ultime invasioni.
Anche l'unica tipografia del campo che svolgeva un'importante funzione di divulgazione all'interno di Dheishah, come ogni organo di comunicazione, e' stata distrutta con una scientifica azione nei confronti dei macchinari che sono stati persino spruzzati di schiume espansive in modo da rendere impossibile ogni riparazione, con sfregi che dimostrano il razzismo e l'odio con cui gli israeliani infieriscono sulla popolazione civile arrivando persino a decapitare un orsacchiotto di peluche che si trovava come mascotte all'interno della struttura.
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tipografia:Una delle strutture che l`esercito ha distrutto il 9 marzo e'
questa tipografia che stampava tutto il materiale informativo e
divulgativo del campo. I tre computer e la stampante sono
stati distrutti e confiscati gli hard-disks. Tutto il
macchinario e` stato messo fuori uso con vernice e
schiuma espansa. |
Le tracce del passaggio dei carri armati sono ovunque, mentre sull'altura che sovrasta tutto il campo avevano fatto il campo base e partivano per i raid e le incursioni devastando le case e le recinzioni come sfregio verso i palestinesi checon tenacia non perdono tempo nella ricostruzione.
Abbiamo visto i resti delle proprieta' di quello che qui viene chiamato martire e che in Italia e' paragonabile ad un eroe che si sacrifica per la causa della liberta', ucciso preventivamente da un missile di un elicottero da guerra che ha colpito la sua macchina, dove c'erano anche due suoi amici che ora sono in fin di vita. La sua unica colpa era quella di essere un ingegnere e di essere sospettato di star costruendo un auto-bomba, la sua casa, quella dei genitori sono state distrutte con le ruspe e fatte saltare con l'esplosivo senza risparmiare quelle vicine.
Con gioia abbiamo visto anche il luogo dove un carro armato israeliano, che compiva il rastrellamento, e' stato fatto
esplodere con una mina, li' vicino abbiamo anche visto il cimitero dei ribelli assassinati, dove fino a dicembre c'erano solo 4 tombe, mentre ora sono 16, tra cui quella di un bambino di 12 anni che tirava le pietre ai carri armati.
Verso le 12 torniamo ad Ibda e passiamo accanto alla scuola dove i giocolieri del nostro gruppo stamattina hanno
intrattenuto i bambini con giochi e salti: al nostro passaggio, come dovrebbe essere normale per ogni bambino spensierato, ci assalgono chiedendoci di fargli foto, i nostri nomi, da dove venissimo salutandoci con il segno della vittoria.
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Alle 12,30 andiamo a Betlemme e qui vediamo una delle manifestazioni che spesso si osservano in televisione: donne con il velo sulla testa e uomini giovani e non distinti nei vari gruppi contraddistinti dalle diverse bandiere, FPLP, Hamas, Jihad,al Fatah, ma riuniti insieme nella manifestazione, con i ritratti di Arafat di fronte alla chiesa della Nativita' ad incitare alla vittoria del popolo palestinese contro l'occupante sionista israeliano.
Nel pomeriggio siamo di nuovo in giro nei campi circostanti, Aida e al Azza (quest'ultimo costruito con i fondi stanziati dallo stato italiano), tutti intorno a Betlemme, qui tra le altre cose abbiamo visto anche la scuola dell'ONU dove lavora lo SCI, il servizio civile internazionale, attaccata con colpi di mitragliatrice, tutte le case attorno sono state colpite ed il muro che divideva il campo abbattuto con i carri armati.
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E' allucinante come questi razzisti attacchino non solo le case ritenute da loro dei terroristi infierendo sulle famiglie,ma anche tutte le altre case circostanti producendo danni a gente gia' povera. Una casa in particolare e' stata completamente data alle fiamme e il dottore che lavorava nell'ambulatorio adiacente, del Fronte Popolare, ucciso.
In un'altra hanno ucciso una donna solo perche' si trovava vicina al muro che i militari avevano deciso di far saltare
per poter arrivare al loro obbiettivo, una bambina e' stata uccisa dentro casa da proiettili ad alta tecnologia in grado di superare diversi muri anche se di cemento: e' stato in questo modo che Nidal, che aveva solo 14 anni, e' stata colpita dalle pallottole dopo che queste avevano gia' attraversato tre muri.
Quasi sempre sono stati sfondati i muri comuni tra stanza e stanza per evitare di passare allo scoperto per le strade,
evitando cosi' il rischio di combattere con i palestinesi, rimanendo cosi' sempre coperti come topi, incuranti di vite
umane che considerano inferiori e inutili.
Non riusciranno facilmente a togliere la dignita' e i diritti a questo popolo che nonostante le ferite, il dolore e la distruzione riprende sempre e subito a ricostruire cio' che gli israeliani distruggono: ogni volta aggiungono case, per ogni casa che viene abbattuta ne vengono ricostruite due: sono davvero un bel popolo e la riserva, che gli israliani desiderano per risolvere questo "problema" come fece lo stato americano con i pellirosse, non la vogliono.
Al prossimo rapporto
Secondo rapporto della seconda giornata: la tensione sale
4 giovani palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano durante l'invasione del distretto di Rafah a sud di Gaza, e perfino le ambulanze che trasportavano i feriti all'ospedale
+sono state oggetto di attacchi incendiari.
Nel frattempo 15 carriarmati scortati da veicoli militari sono avanzati di qualchecentinaio di metri nei distretti di al-salaam e al-brasil.
I bulldozer israeliani hanno demolito abitazioni palestinesi e gli uomini della resistenza palestinese hanno risposto con colpi di mortaio sulle posizioni dell'esercito israeliano vicino+all'insediamento di David.
A gaza nel campo di Al-Nseirat una persona e' rimasta uccisa e due ferite in una esplosione.
Un quindicenne ferito nei giorni precedenti e' morto nello stesso campo.
ruspa:vanno avanti i lavori di ricostruzione del centro per gli
handicappati distrutto dall`esercito israeliano durante
l`ultimo attacco al campo di dheishe il 9 marzo.
Nella West Bank i carri armati e i bulldozer israeliani sono entrati nei territori palestinesi a Est di Betlemme e i soldati israeliani hanno bloccati tutti gli accessi.
Tre palestinesi sono stati feriti gravemente dal fuoco di pattuglie israeliane al villaggio di Seylat al-daher a Nablus, dove e' stato trovato il corpo di un palestinese vicino
+all'insediamento di "Nave Douqan".
Diverse postazioni militari a Hebron sono state esposte a bombardamenti israeliani dall'insediamento di "Beit Romam" e i giovani dell'Intifada palestinese hanno risposto ai raid con
+bombe negli insediamenti, ferendo un soldato israeliano e causando un incendio.
Contemporaneamente gli ufficiali israeliani hanno minacciato di portare a termine ulteriori attacchi ai campi e ai villaggi palestinesi se la mediazione americana dovesse fallire. Gli
+stessi ufficiali hanno inoltre aggiunto che i prossimi attacchi saranno piu' incisivi delle precedenti operazioni e che i prossimi giorni saranno decisivi per il confronto militare se
+le negoziazioni dovessero concludersi con esito negativo.
Un comitato dipendente dal ministero degli Interni israeliano ha dato ordine di espandere i confini della citta' di Gerusalemnme, annettendo parecchi insediamenti israeliani circostanti;+l'area risultante spazierebbe dagli insediamenti di "Tsouhdasa" a quelli di "Moutsaemafseiratssahyoun".
Il summit di Beirut e' stato un falimento diel tentativo di mediazione di pace da parte dei paesi arabi, che ha creato spaccature rinforzando di fatto la posizione israeliana. I due
+maggiori leadeeri moderati, il presidente egiziano Mubahrak e il re giordano Abdallah, hanno dato forfait, ed assenti erano anche l'emiro del qatar e il presidente di turno della
+Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI), i capi di stato di Kuwait, Oman, Mauritania, Emirati, Iraq e Libia. Gli interventi del principe saudita Abdullah insieme a quello del
+presidente siriano Assad sono stati gli unici due momenti costruttivi di tutto l'incontro.
Il Presidente Arafat ha mandato via satellite il suo messaggio all'incontro di Beirut in cui rifiuta tutte le condizionni e le minacce imposte da Israele, evidenziando la pericolosita'
+della situazione per il popolo e la sovranita' palestinese, denunciando u escalation di violenza e lo stato di assedio permanente subito dai palestinesi. Il rifiuto di partecipazione
+all'incontro e' stato quindi dettato dalla necessita' di non offrire pretesti di intervento all'esercito israeliano e non a un non riconoscimento di quella sede diplomatica.
Il fatto che il messaggio non sia stato trasmesso durante il summit e' stato uno dei fattori che hanno determinato l'abbandono del meeting da parte della delegazione palestinese.
Nel tardo pomeriggio i carri armati israeliani hanno circondato Ramallah e chiuso tutti check point.
Verso le 19.30 ora locale nei pressi della citta' di Tulkarem in CisGiordania, appena una decina di Km da Netanya, nella hall del Park Hotel e' stato portato a termine un attentato
+suicida rivendicato dall'organizzazione militatne islamica Hamas: il bilancio e' di 17 morti e una centinaio di feriti, alcuni dei quali in condizioni molto gravi.
Nei territori palestinesi la situazione e' tesa e si temono ulteriori rappresaglie e un occupazione totale del territorio.
Un gruppo formato da organizzazioni israeliane, palestinesi e internazionali, tra cui Fast 4 Peace, stanno digiunando accampati in tende vicino al Check point di Betlemme Nord, per
+l'implementazione del piano Mitchell e il ritorno ai negoziati di pace.
L'unico accesso a Betlemme dal lato israeliano e'il checkpoint a Sud attraverso il cancello pedonale di Tantur.
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