Mentre in tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat gli operai incrociano le braccia e scendono in strada, Termini Imerese, ormai al terzo giorno di sciopero generale, è il punto nevralgico della crisi.
Stamattina la protesta ha preso forma in due cortei: quello degli operai dello stabilimento Fiat e quello formato dalle loro famiglie e da delegazioni delle aziende metalmeccaniche della provincia di Palermo. Il corteo degli operai, un migliaio di persone circa, ha raggiunto lo stabilimento percorrendo l'autostrada Palermo-Catania, che è rimasta bloccata. Giunto all'area industriale, si è unito al secondo corteo formato dalle famiglie dei lavoratori e da moltissimi studenti. Allo sciopero hanno preso parte i lavoratori dell'indotto, una decina di aziende del comprensorio termitano che occupano circa 700 dipendenti, anch'essi travolti dal ciclone Fiat. Assieme a loro anche gli addetti di numerose altre aziende del settore metalmeccanico provenienti da Palermo: dai Cantieri navali all'Imesi, fino alla ex Keller. Nel complesso, fino a questo momento, i sindacati stimano una partecipazione di circa 3 mila persone.
Anche i 180 impiegati dello stabilimento di Termini Imerese hanno aderito allo sciopero proclamato dai sindacati, per protestare contro la cassa integrazione a zero ore annunciata dall'azienda a partire dal 2 dicembre.
Uno di loro, Salvatore Fiocco, responsabile della gestione qualità della Punto e da 33 anni dipendente Fiat, è salito sul palco allestito davanti ai cancelli e ha preso la parola: "Mi sono vergognato - ha detto - per essere entrato in ufficio mentre la fabbrica era deserta e voi stavate lottando per difendere il vostro posto di lavoro che è anche il mio. Ma da questo momento saremo al vostro fianco". Poi, sopraffatto dalla commozione, non è riuscito a trattenere le lacrime ed è sceso dal palco tra gli applausi dei manifestanti.
www.speedoflife.org
|