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Primi dati sulla partecipazione nelle piazze italiane.
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Sciopero Generalizzato Friday, Oct. 18, 2002 at 12:42 PM |
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Qualche dato sui cortei della CGIL (esclusi Sindacati di Base e Movimento, quello di Milano era enorme).
Ecco qualche dato (sui cortei della CGIL):
- Milano: 250.000 - Torino: 200.000 - Roma: 150.000 - Bologna: 85.000 - Napoli: 85.000 - Genova: 70.000 - Venezia: 50.000
La Confindustria parla di un'adesione del 30% (già altissima se si considera la fonte). La CGIL parla di un 80%. Probabilmente la verità sta nel mezzo.
A dopo
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La partecipazione allo sciopero
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Maria Grazia Friday, Oct. 18, 2002 at 1:00 PM |
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A Udine sono scese in piazza circa 12.000 persone, e io tra queste. Partecipazione modesta? Direi proprio di no, dato il carattere schivo dei friulani, ma la cosa che mi ha felicemente sorpreso, da ex sessantottina, è stato il numero impressionante degli studenti, e la loro attiva partecipazione al corteo e alla manifestazione in piazza.
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50000?
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Lorenzo Friday, Oct. 18, 2002 at 1:04 PM |
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Solo 50000? Non so, anche a me non sembrava tantissima gente, ma 50mila sono le cifre fornite dalla questura... Mi sembra un po' strano che abbiano detto la verità... sarebbe la prima volta. Una piccola annotazione: le vetrine della sede della Sanpaolo di via Maria Vittoria sono state sfasciate e graffitate... A me sembra una stronzata, ognuno pensi quel che gli pare...
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Reggio Calabria
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Matteo Friday, Oct. 18, 2002 at 1:42 PM |
mail:
skassato@email.it |
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LETTERA APERTA IN VISTA DELLO SCIOPERO DEL 18 AI CITTADINI, AL MONDO DEL >LAVORO E DEL NON LAVORO > >In Italia come nel resto del mondo si è aperta una stagione di lotte che >vede in campo una nuova soggettività battersi per un altro mondo >possibilile contro la globalizzazione neoliberista >Al Sud in particolare le politiche neoliberiste hanno prodotto effetti >devastanti, precarizzazione delle condizioni di vita generali, >privatizzazione di scuole, sanità, servizi, devastazione del territorio e >saccheggio delle risorse ambientali. > >Lo sciopero del 18 ottobre indetto dalla Cgil e dal sindacalismo di base, >si inserisce in questo contesto ed è sicuramente un importante momento di >lotta contro le politiche economiche del governo Berlusconi ed in modo >particolare contro il patto per l'Italia. > >La nostra mobilitazione in questa fase va oltre la difesa e l'estensione >dell'articolo 18, vuole dissociarsi da posizioni sindacali concertative, ma >vuole anche contestare la precarizzazione e la frammentazione del mondo >del lavoro imposta a partire dagli accordi del luglio 93' e che ha avuto >nel pacchetto Treu, approvato dal governo di centro sinistra, la fase più >alta di attacco ai diritti dei lavoratori. Oggi quelle politiche con le >destre al governo hanno subito una forte accelerazione e hanno nel "libro >bianco" e nel "patto per l'Italia" la logica continuità di aggressione ai >diritti dei lavoratori e di politiche antisociali > >Il 18 ottobre intendiamo quindi essere presenti in piazza, con le nostre >parole d'ordine, i nostri contenuti, i nostri colori, la nostra allegria, >per aprire una discussione e per confrontarci con i lavoratori e con chi un >lavoro non lo ha capire se in questa fase il compito del movimento è >quello di pura e semplice testimonianza, o se non ci sia la necessità, come >crediamo, di attraversare il movimento storico dei lavoratori con un nuovo >protagonismo, dinamico e complesso, composto dalle figure del lavoro >atipico, del lavoro nero, precario, saltuario, cioè quelle figure del >lavoro che non hanno tutela, per costruire assieme a loro nuove garanzie e >soprattutto nuovi diritti. > Tutto questo in una realtà, come quella calabrese, dove la >disoccupazione giovanile supera di gran lunga il 30% e dove spesso con la >complicità delle burocrazie sindacali e partitiche si consumano gravissime >beffe ai danni dei cittadini, come la legge regionale 25/01, più >comunemente conosciuta come "concorsone", che di fatto fa venire meno il >principio di uguaglianza e di pari opportunità dei cittadini davanti alla >legge, producendo un meccanismo di ingiustizia sociale, come la favola >della costruzione del Ponte che sarebbe un'opera devastante, imposta come >ricatto al bisogno di occupazione. >Come Centro Sociale "Cartella" il 18 ottobre da qui intendiamo partire per >dare continuità alla mobilitazione del 25 settembre scorso fatta davanti al >consiglio regionale. >È necessario partire dallo sciopero generale per dar vita ad uno sciopero >"sociale", e per riaffermare fortemente la nostra opposizione ad ogni forma >di guerra con o senza il consenso dell'Onu, che riesca a mettere al centro >della mobilitazione la questione del reddito di cittadinanza, dei diritti e >dei servizi per tutti. >È nostra intenzione aprire un confronto con tutte quelle soggettività che >il 18 scenderanno in piazza, con tutte quelle realtà collettive e >movimenti, nuove figure del lavoro, per dare continuità alle istanze che >qui proponiamo, che siano in grado di dare prosecuzione alle mobilitazioni >future. > >Per queste ragioni la nostra giornata di lotta e di festa continuerà nel >pomeriggio di venerdì 18 al Centro sociale "Cartella", dove per continuare >la mobilitazione e la riflessione sarà proiettato il film documentario "A >sud dell'industria", un'inchiesta video sulle nuove forme di sfruttamento >nel meridione. > >
>CSOA "A. Cartella"
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ordigni? mah....
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grizzly Friday, Oct. 18, 2002 at 1:47 PM |
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Io ero nel corteo bolognese dei Sindacati di base, dove c'era tutto il movimento, BSF e anarchici, tutti tranne i disobbedienti che erano di là a quello con la CGIL e i DS (da capire anche questa mossa...mah). Non ho visto nè sentito nulla di anormale, ma la radio ha detto poi che ci sono stati due ordigni con polvere pirica lanciati ad agenzie di lavoro interinale, pare che uno abbia distrutto la vetrina e gli impiegati dentro sono stati fatti uscire dai vigili del fuoco perchè la porta si era bloccata; un'altro sembrerebbe sia stato lanciato addirittura dentro, pare da due ragazzi giovani, ferendo lievemente una signora. Vorrei sapere cosa avevano in testa questi due o quattro giovani coglioni deficienti, se la cosa risponde al vero! Un'ottimo modo per screditare per l'ennesima volta tutto il movimento.... Un conto è imbrattare le vetrine dei simboli dell'oppressione, o coprirle con striscioni, o sigillare le porte col silicone. Ogni atto dimostrativo che tocca solo gli oggetti e non lede le persone, teso a indicare qualcosa alla gente, a SIGNIFICARE qualcosa, va bene. Ma in nessun caso è ammissibile agire con una tale sconsideratezza che avrebbe potuto provocare il ferimento di qualcuno. Forse quelli che l'hanno fatto pensavano di essere in un videogioco, e se ne sono fregati della gente che lavorava dentro a quei locali. Vorrei ricordare a quei ragazzini deficienti che noi siamo per la salvaguardia dei diritti di tutti e contro la guerra voluta dai capidistato-testedicazzo che ci ritroviamo, guerra voluta come se si trattasse appunto di un videogioco, fottendosene se qualche milione di persone ci può rimettere le penne. Quindi, ripeto, non ha alcun senso mettere in gioco l'incolumità di qualcuno per protestare contro il lavoro interinale, ci sono mille altri modi comunicativi e creativi per farlo. Solo gli idioti con scarse capacità mentali fanno ricorso alla violenza cieca senza guardare in faccia a nessuno.
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