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Repressione
by IMC Italy Sunday, Oct. 20, 2002 at 6:36 PM mail:

LE VENE APERTE DELL’AMERICA LATINA

In tutto il paese sono evidenti i segnali di una strategia politica generale che tende alla criminalizzazione e alla repressione (legale e illegale) dei movimenti sociali e politici che stanno sostenendo il “que se vayan todos”. Non sono passate neanche 20 giorni dalla brutale repressione dei lavoratori statali a Jujuy e dall’attentato alla Abuela de Plaza de Mayo Estela Carlotto che continua la salda alleanza tra le forze di polizia e gli “sfasciascioperi” che tendono agguati ai lavoratori della fabbrica Zanon, che continua ad ottenere appoggio e solidarietà. Quest’ultima settimana una serie di eventi hanno finito per dimostrare che il piano di governo e dei suoi mezzi di disinformazione per fare fronte alla crisi sociale e politica è semplicemente più repressione e più manipolazione. A Santa Fe un giornalista è stato minacciato dallo stesso SIDE locale. A Entre Rios una manifestazione di lavoratori statali è stata repressa e ci sono stati diversi feriti, mentre durante la notte la casa di un dirigente sindacale è stata colpita da proiettili sparati da sconosciuti. A Rosario, all’interno dell’edificio universitario, una militante universitaria è stata torturata per la seconda volta. A Buenos Aires una manifestazione diretta verso l’ambasciata statunitense, convocata in omaggio al Che, della cui morte ricorreva il trentacinquesimo anniversario, è terminata con scontri tra manifestanti e la polizia che circondava in forze la residenza del portavoce locale della “giustizia infinita”.

Sempre a Buenos Aires la CTD Aníbal Verón continua a soffrire la strategia del terrore. Lunedì è stato sequestrato e torturato un piquetero del MTD di Lanús: la parapolizia ha cercato i dati di altri attivisti, e informazioni sugli obbiettivi e le forme di organizzazione dei Movimenti di Lavoratori Disoccupati. Martedì scorso una marcia della stessa corrente piquetera, che reclamava aiuti alimentari al Governo della Provincia di Buenos Aires ha dovuto sopportare le minacce e le intimidazioni di un apparato di polizia assolutamente smisurato. Giovedì, nello stesso quartiere di La Fe di Lanús, è stata portata avanti una inammissibile persecuzione poliziesca, che con 400 agenti ha messo a soqquadro decine di case del quartiere con la scusa di essere alla “ricerca di pericolosi assassini”, come ha titolato il giornale Crónica, sulla stessa linea secondo la quale una marcia piquetera aveva “trasformato in inferno la città”. La stessa linea era stata adottata dal giornale Infobae, diretto da Daniel Haddad, padrone anche di Canal9, socio di Pagina12, che è socio del Clarín, che è socio del La Nación, che è socio a sua volta di La voz del interior, che sono padroni di Radio 10 e di radio mitre e di FM 100, e di Canal 13, e di ciudad digital, e…. durante la settimana successiva alla repressione del 26 giugno Hadad stesso voleva legare la figura dei piqueteros all’immagine del “sovversivo” e del guerrigliero, versioni ufficiali del “terrorismo internazionale” con cui i media stanno occultando e giustificando il terrorismo di Stato che continua a diffondersi in tutti i campi della vita sociale e politica.
I mezzi corporativi e l’apparato repressivo si sono occupati dunque di criminalizzare e reprimere i piqueteros nel contesto di un Connubio che sembra abbastanza pericoloso. Lo stesso martedì in cui il Che veniva ricordato in tutta l’America Latina, la CTD Aníbla Verón riceveva il MOCASE, Movimiento Campesino de Santiago de Estero, inaugurando una mensa popolare che porte il nome di “Darío Santillan”. Si è aperto uno spazio di scambio tra i movimenti che stanno scoprendo di avere molto in comune, ben al di là della distanza tra la campagna e la città. L’Incontro, di fronte all’assedio mediatico e della polizia, ha potuto realizzarsi in sintonia con i principi che esprimono le parole d’ordine comuni “Riforma agraria, Sovranità alimentare, Lavoro, Dignità e Trasformazione Sociale”. E in un’altra occasione una massiccia mobilitazione della Aníbal Verón e del MOCASE, ha omaggiato Darío Santillan sul Puente Pueyrredon. Un impressionante dispositivo di polizia e militare (gendarmeria) ha impedito l’accesso del corteo alla Plaza de Mayo attraverso le strade, per cui migliaia di persone hanno dovuto prendere i treni in direzione della Capital. Nella stazione di Costitución la polizia ha bloccato i due treni che trasportavano i piqueteros tra la gente comune. Circondati da cani, alla fine i piqueteros hanno accettato che le mani poliziesche sporche e assassine toccassero i loro corpi, i loro termos, i loro mate, alla ricerca delle armi che già sapevano di non poter trovare. Uno per uno a migliaia hanno oltrepassato i filtri della polizia per accompagnare le Madres nel loro consueto giro della Plaza de Mayo del giovedì, attraverso la quale dicono al mondo che l’unica forma di ricordare i 30000 desaparecidos è continuare la propria lotta.

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