17:24 - 17/01/2004 "L'acciaio magnetico è sempre stato uno dei cardini del sistema siderurgico ternano e, dalla privatizzazione fino alla improvvida decisione della ThyssenKrupp di rompere il ciclo integrato dei laminati piani speciali, ha sempre chiuso il suo bilancio sostanzialmente in equilibrio. A tutt'oggi i dati aziendali dimostrano che, se non si fosse spezzata l'integrazione societaria, il costo unitario dell'acciaio magnetico di Terni sarebbe assai più basso di quello dei siti tedesco e francese. Terni ha già pagato un prezzo elevatissimo alla decisione della ThyssenKrupp di riorganizzare il settore, cedendo agli impianti tedeschi di Bochum l'intera quota di produzione dell'acciaio a grano non orientato. L'impegno della multinazionale, in cambio di questo vistoso sacrificio, era quello di fare di Terni il polo europeo di eccellenza degli acciai magnetici a grano orientato con volumi produttivi non inferiori a 130.000 tonnellate. Nessun cambiamento del quadro di mercato può giustificare la cancellazione di questi impegni solennemente assunti dai massimi vertici aziendali nei confronti di Istituzioni e sindacati. L'Italia assorbe oggi circa il 60% della intera produzione europea dell'acciaio magnetico: indebolire le produzioni di Terni, nel cuore del paese che consuma di più, sarebbe una scelta commercialmente sbagliata che aggraverebbe l'errore compiuto nel momento in cui il menagement dell'Electrical Steel decise di seguire, in una fase criticissima, una politica commerciale attendista che ha portato la ThyssenKrupp ad essere travolta dalla concorrenza su tutti i mercati del magnetico. Sono questi errori che vanno rimossi e corretti e sono queste le ragioni che portano le Istituzioni a dire che nessuna chiusura sarà accettata proprio perché contraria non solo agli interessi occupazionali ma anche a quelli industriali del territorio e del Paese. E' assolutamente necessario che il confronto, le relazioni industriali siano riallacciate in forma corretta ben prima della riunione del board prevista per il 26 gennaio, al fine di evitare che il confronto aspro diventi scontro. Lo stesso lavoro positivo compiuto dai vertici della ThyssenKrupp in collaborazione con le forze sociali e le Istituzioni al Tavolo triangolare sarebbe vanificato da un irrigidimento della parte aziendale ed i risultati importanti già raggiunti sui versanti dell'acciaio inossidabile e delle consociate non potrebbero che essere cancellati da una soluzione negativa sul magnetico dal momento che, come ormai dovrebbe essere chiaro anche ai più distratti, la comunità ternana nel suo insieme ha deciso di fare della vertenza AST una vertenza unitaria. Resto comunque fiducioso nella capacità del management della multinazionale di valutare razionalmente, ed a partire dalla centralità delle ragioni industriali, il quadro della situazione. Il problema tuttavia non è solo prendere le decisioni giuste ma anche evitare lacerazioni che potrebbero pesare negativamente sull'intera AST in una fase delicatissima del ciclo produttivo e di mercato dell'inossidabile e dell'intera azienda."
''Oggi sono in lotta i lavoratori metalmeccanici ternani per denunciare il pericoloso andamento della Tkes di Terni, l' unica fabbrica italiana che produce il lamierino magnetico che serve per la produzione di motori e trasformatori elettrici, facente parte della Thyssen Krupp insieme a uno stabilimento indiano e ad altri francesi e tedeschi''. Lo ha detto Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic-Confsal (Federazione italiana sindacati metalmeccanici e industrie collegate). ''Negli ultimi anni - ha continuato Di Maulo - nonostante una situazione di mercato favorevole, le scelte del gruppo tedesco hanno penalizzato, di fatto, lo stabilimento ternano che ha visto abbassarsi le quote di produzione assegnata e gli investimenti, fino a ridurlo da stabilimento leader nel settore a stabilimento che rischia la marginalizzazione''. ''Ci associamo alla protesta dei lavoratori ternani - ha detto Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal (Confederazione Generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori) e ne condividiamo gli scopi. Non e' possibile - ha proseguito - che un altro pezzo importante dell'industria nazionale venga chiuso, e l'Italia perda cosi' un altro assett industriale nel quale manteneva, fino a poco tempo fa, un ruolo di rilievo nel panorama europeo. Ci attiveremo con urgenza per chiedere l' intervento diretto del Governo italiano e, segnatamente, del Ministero delle Attivita' Produttive, affinche' si apra un tavolo di confronto tra le Organizzazione Sindacali e l' azienda Thyssen Krupp a livello governativo, coinvolgendo anche le istituzioni locali''. ''Cio' che vogliamo ottenere - hanno concluso i rappresentanti della Confsal e della Fismic - e' il mantenimento attivo e produttivo del sito ternano del magnetico, il quale ha tutte le potenzialita' e le prospettive di mercatoper continuare a produrre e fornire occupazione stabile e sicura'' 22:46 - 20/01/2004 I lavoratori di Ast hanno scioperato per quattro ore. La presidente della giunta regionale umbra, Maria Rita Lorenzetti, e gli altri esponenti istituzionali sono tornati a chiedere un nuovo confronto con la dirigenza di Thyssen Krupp prima della riunione in cui la multinazionale tedesca annuncera' le sue prossime scelte operative. ''Terni ha gia' pagato un prezzo elevatissimo - e' stato ricordato - alla decisione di TK di riorganizzare il settore, cedendo agli impianti tedeschi di Bochum l' intera quota di produzione dell' acciaio a grano non orientato''. Il sindaco ternano, Paolo Raffaelli, ha ricordato che la multinazionale tedesca, ''in cambio di questo vistoso sacrificio, si era impegnata a fare di Terni il polo europeo di eccellenza degli acciai magnetici a grano orientato, con volumi produttivi non inferiori a 130.000 tonnellate''. L' Italia assorbe circa il 60 per cento dell' intera produzione europea di acciaio magnetico, ''per cui - ha detto ancora Raffaelli - indebolire la produzione di Terni sarebbe una scelta commercialmente sbagliata''
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