ramallah 24.10.02
Non e' facile venire in Palestina una sola volta. Tutti ritornano. Prima missione a luglio, rientro ora sempre in appoggio al Medical Relief. Rispetto a luglio ho trovato la citta' piu' viva. Il coprifuoco almeno di giorno e' aperto. Fino alle 17. Tranne il venerdi'. Giorno di preghiera per i musulmani. Troppo rischioso permettergli una vita normale. Troppo rischioso farli incontrare alla moschea. Col coprifuoco aperto tutti i giorni, si recupera una parvenza di vita normale. Vuol dire che le scuole sono aperte e gli uffici anche. Fino alle 5. Poi, tutti a casa. Chiaramente il problema della poverta' e della carenza di lavoro e di liberta' personale restano. E' sempre impossibile o difficilissimo spostarsi tra la citta' e i villaggi. Ogni forma di trasporto privato e commerciale bloccato. Anche con le ambulanze e' sempre un terno al lotto. Non e' mai detto che i soldati ti autorizzino a passare. Ma finche' dura l'occupazione, ogni situazione e' momentanea. Se Sharon decide di attuare rappresaglie all'attentato di lunedi', ritorneranno i carri in citta'. E queste sono le voci. Persone vicine all'autorita' palestinese mi dicono che si stanno muovendo carri e soldati fuori da Ramallah. Aspettiamo. Nel frattempo si sono inaspriti i check point. Che vuol dire che sono aumentati di numero, per tutte le strade attorno alla citta' e verso i villaggi, e che sono diventati piu' duri. CLINICA MOBILE CON IL MEDICAL RELIEF, GIOVEDI' 24 Stamani meeting alla sede principale di Ramallah del medical relief. La piu' grossa struttura no profit palestinese che si occupa di medicina di base. Cioe' di assistere gratuitamente o quasi la popolazione, qui dove non esiste sanita' pubblica, ma solo ospedali privati e assicurazioni, e molta molta miseria. Lavoro di oggi:partenza con la clinica mobile per i villaggi. Un piccolo furgone completo di borse di medicinali e minimo strumentario medico per le visite. Equipaggio di oggi composto da 5 medici ( piu' la sottoscritta) e 2 heath workers, figure intermendia tra un'assistente e un'infermiera. Per fare una 20ina di chilometri: 1 ora e mezza. Il problema e' sempre quello: tutte le strade da e per i villaggi sono state interrotte da 2 anni dagli israeliani. Tocca fare dei giri incredibili per mulattiere attorno alle montagne per raggiungerli. E si incontrano diversi check point. La popolazione palestinese puo' passare dai check point solo a piedi. Con la clinica mobile incontriamo delle difficolta', ma dopo perquisizione di tutti i borsoni e controllo di tutti i documenti passiamo. Il mio passaporto europeo e' sempre una buona garanzia per passare con meno ostacoli. Arrivati al villaggio di Alleban (non lontano da Tel Aviv, sempre nei territori della West Bank) la nostra sede per le visite e' una scuola elementare. I nostri ambulatori le aule azzurre colorate, i lettini i banchi di scuola. Ma il bisogno di lavorare e' tanto. Oggi purtroppo non ho traduttori inglese arabo, per cui lavoro a fianco di un altro medico e non da sola, come altre volte. Lui sa l'inglese, e' oculista. Lui fa la sua parte, io le visite di medicina generale. Ci sarebbe bisogno di un ginecologo (donna) ma non ce ne sono oggi. In totale di 6 medici, visitiamo una 20ina di pazienti a testa... di tutti i tipi. Siamo gli unici dottori che queste persone possono vedere. Troppo poveri per pagarne uno privato. Nessuna possibilita' di usicre dal villaggio. Devono aspettare le visite della clinica mobile. Per le visite e le medicine da rinnovare. Ma almeno oggi e' stato possibile. Domani: coprifuoco. Dopodomani: inshallah.
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