Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | classic toolbar di navigazione old style toolbarr di navigazione old style toolbarr di navigazione Versione solo testo toolbar di navigazione
Campagne

inchiostroG8


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer
- toscana - - media -
Rassegna Stampa SFE 31/10
by marijuana Friday November 01, 2002 at 02:43 AM mail:  

-

Il Manifesto


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art8.html
Il mostro di Firenze


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art24.html
«Noi a Firenze ci saremo»
Gli organizzatori confermano il Forum sociale europeo e attaccano il governo: se verrà sospeso ci saranno proteste «enormi» in tutta Italia, compresa Firenze. Appello alla mobilitazione
La Cgil conferma: anche noi saremo a Firenze, contro la guerra e per diritti sociali «uniformi» in tutta l'Europa. Epifani contro Berlusconi: sta creando «un clima di paura» ingiustificato


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art13.html
Al Forum 20 mila delegati da tutta Europa. E non solo


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art26.html
«Venite a Firenze, vogliono solo impaurirci»
Appello dei Disobbedienti, che saranno al Forum con una Global tv e annunciano: non faremo violenza alla città


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art17.html
STAMPA GARANTITA
Reporters sans frontieres chiede al presidente della Repubblica Ciampi di «fare tutto quanto è di sua competenza» per far sì che vengano applicati «tutti i dispositivi per garantire la sicurezza dei giornalisti» durante il Fse. Così una lettera inviata al capo dello Stato dal segretario Robert Menard, che ricorda cosa accadde al G8 di Genova, quando «19 giornalisti sono stati violentemente aggrediti, sia dalle forze dell'ordine, sia da alcuni manifestanti». «Il raid delle forze dell'ordine contro il centro stampa nella notte del 22 luglio era stato infatti spaventosamente violento», scrive l'associazione.


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art19.html
IL FORUM


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art28.html
Berlusconi: Firenze città chiusa
Il premier punta a vietare il Social forum di Firenze: «Il rapporto del ministro degli Interni è preoccupante». Ma Pisanu e Fini sono di parere opposto. Oggi il governo decide, dopo un'informativa di Frattini


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art29.html
Martini: «A Firenze tutto è pronto»
Fassino conferma la strategia della Quercia: obbligare il governo a non poter vietare


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art30.html
«Cancellare tutto sarebbe più rischioso»
Riunito al Viminale il comitato per l'ordine pubblico. Anche i servizi segreti contrari al rinvio in extremis del Forum


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2002/art27.html
ALIQUO'
"A Firenze come a Mosca"
«Se ci saranno dei guerriglieri dovranno essere affrontati con lo stesso livello di determinazione con cui i russi hanno affrontato i terroristi ceceni». Il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia Giovanni Aliquò fa riferimento al contestatissimo blitz nel teatro di Mosca per spiegare i livello di guardia che dovrà essere usato dalle forze dell'ordine a Firenze per il Social forum. Durante la puntata di Porta a porta dedicata all'argomento, Aliquò spiega infatti che «se ci sono persone che verranno a devastare Firenze, ed è certo che ci saranno, o non si fanno arrivare in città o la polizia deve essere messa in condizione di rispondere con il più alto livello di determinazione». Aliquò propone tra l'altro pistole e fucili con proiettili di gomma. Gli ha risposto Mauro Bulgarelli dei Verdi: «Sono dichiarazioni di una gravità inaudita, irresponsabili. L'accostamento ai fatti di Mosca è agghiacciante oltre che macabro».



Liberazione

http://www.liberazione.it/giornale/021031/LB12D6BC.asp
Ieri riunione d'urgenza del comitato nazionale per l'ordine pubblico con Pisanu, oggi la decisione del Consiglio dei ministri sul Social forum europeo
Firenze, veleni e veline

http://www.liberazione.it/giornale/021031/LB12D6C8.asp
I Social Forum continentali non hanno spaventato governi e media
L'Italia meno democratica dell'India?
Tre anni vissuti pacificamente senza incidenti e violenze


http://www.liberazione.it/giornale/021031/LB12D6BD.asp
Lo rivela La Russa durante "Porta a Porta". Bertinotti: «Sarrebbe anticostituzionale»
«Il governo potrebbe spostarlo»


http://www.liberazione.it/giornale/021031/LB12D6C3.asp
Il sindacato al fianco del movimento. Rinaldini (Fiom): «Attacco ai diritti»
Epifani (Cgil): «Governo irresponsabile, saremo in piazza a Firenze»

http://www.liberazione.it/giornale/021031/LB12D6BE.asp

«Non dev'essere ostaggio in trappole costruite dall'esecutivo»
I Disobbedienti: patto con la città




Il Mattino

http://www.ilmattino.it/hermes/20021031/NAZIONALE/SPECIALI/PRINCI.htm
«Troppo rischioso un rinvio del Social Forum»
CLAUDIO SARDO
Non si può fare a Firenze. I rischi sono troppo alti. Da un paio di giorni, Silvio Berlusconi ripete ai ministri e ai più stretti collaboratori che il Social forum (in programma dal 6 al 10 novembre) va vietato, almeno spostato in altra sede. E ieri, se possibile, ha accentuato i toni dopo aver letto il rapporto del ministro dell’Interno, che in pubblico ha definito «preoccupante». Ma, a questo punto, un tardivo divieto potrebbe provocare gravi disordini e conseguenze ancora più gravi: questo hanno detto i responsabili dell’ordine pubblico al ministro Pisanu, ieri in un vertice al Viminale. E questo Pisanu ha immediatamente riferito a Berlusconi, in tarda serata. Il punto fermo è che, stamane, il Consiglio dei ministri prenderà una decisione «conclusiva». Il premier attende l’ultima relazione da Franco Frattini, titolare della delega sui Servizi: l’ipotesi di un clamoroso divieto governativo sul meeting di Firenze non può essere esclusa, come sembrava qualche giorno fa, tuttavia la riunione al Viminale del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica (a cui hanno partecipato il prefetto e il questore di Firenze) ha spostato di nuovo l’asse verso la conferma del Social forum.
Un punto a favore della conferma di Firenze è stato anche l’appello, rivolto da Piero Fassino al governo: «Lasciamoci alle spalle ogni e qualsiasi recriminazione o rimprovero reciproco. Uniamo le forze di tutti perché il Social forum europeo di Firenze si svolga nelle condizioni più serene per i partecipanti e più sicure per la città». Il segretario dei Ds, ieri, ha parlato al telefono con Pisanu e con altri ministri, assicurando a tutti «collaborazione». In questa direzione è andata pure la lettera aperta contro la «violenza», firmata dai più illustri partecipanti al meeting di Firenze: «Chiunque giustifica in qualche modo la violenza, non parla a nome nostro».
C’è un nodo, però, che resta ancora irrisolto: la dura, aperta polemica tra Comune di Firenze e Regione Toscana (a guida diessina) da un lato e governo dall’altro. Sta qui una delle ragioni politiche dell’accelerazione di Berlusconi verso il divieto. Secondo il premier, Comune e Regione «devono assumersi la piena responsabilità dell’evento». Martini e Domenici, invece, insistono che la responsabilità dell’ordine pubblico spetta solo al governo. Chissà se, per fermare il gioco del cerino, sarà giudicata sufficiente la dichiarazione distensiva di Fassino. Di sicuro, per evitare contraccolpi nel variegato mondo no-global e delle associazioni aderenti al Social forum, i Ds sono al lavoro per consentire lo svolgimento del meeting.
E, all’interno del governo, sono sicuri di aver trovato sponde, a cominciare proprio dal ministro Pisanu. Anche Carlo Giovanardi, del resto, dopo aver ribadito che la paternità del Social forum fiorentino è del sindaco Domenici e del governatore Martini, ha assicurato che il compito del governo, adesso, è di «consentire il pacifico svolgimento del convegno e di tutelare la città da eventuali rischi». Gianni Alemanno, invece, ha dato per probabile lo spostamento da Firenze in un luogo «più sicuro». Gli organizzatori del Social forum hanno rivelato, ieri, di aver avuto un contatto con Pisanu, il quale ha chiesto loro se intendono confermare la sede di Firenze e al quale hanno consegnato un «sì» inequivocabile. Ieri, tuttavia, lo stesso Pisanu aveva in programma una visita ufficiale a Firenze, che è stata annullata a causa della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza.
Pierluigi Castagnetti, a nome della Margherita, ha ribadito: «Se il governo ha informazioni che lo inducono a sospendere il Social forum, prenda questa decisione. Noi la rispetteremo. Purché la smetta di fare due parti in commedia». Nell’opposizione, però, hanno anche cominciato a levarsi proteste: «La sospensione del Social forum sarebbe un golpe bianco» ha detto il verde Paolo Cento. «Sarebbe una sospensione della democrazia» ha rincarato Ramon Mantovani di Rifondazione. «Il governo non vieti il meeting - ha chiesto Oliviero Diliberto, Pdci - perché a quel punto ci sarebbero disordini seri e si assumerebbe una tragica responsabilità». Anche la sinistra Ds ha protestato: «Se vieteranno il Social forum, molti andranno lo stesso» ha affermato Pietro Folena. Ma forse queste diversità di accenti nel campo avverso potrebbero dare un’ulteriore spinta a Berlusconi verso il divieto (o lo spostamento fuori Firenze).


http://www.ilmattino.it/hermes/20021031/NAZIONALE/SPECIALI/CEN.htm

E I DISOBBEDIENTI STRINGONO UN PATTO CON LA CITTÀ: PROTEGGEREMO I MONUMENTI
«Non temiamo il movimento, ma i pazzi isolati»

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
RAFFAELE INDOLFI
I poliziotti e i carabinieri di guardia ai monumenti e alle piazze sono solo la parte visibile dell'apparato di sicurezza disposto a protezione del patrimonio artistico fiorentino. Centinaia di altri vigileranno in borghese nella Galleria degli Uffizi e negli altri musei perché qui il rischio maggiore che corre la città non sono i disordini di piazza, le cariche, le vetrine infrante che pure mettono brividi, ma lo sfregio ai monumenti ed alle opere d'arte. Un pericolo che fa crescere il numero dei contrari alla manifestazione. I fiorentini finora si erano divisi fra il sì e il no solo rispecchiando l'appartenenza politica. Contrari quelli del centrodestra che in una città rossa come è ancora Firenze non sono certo la maggioranza. Favorevoli quelli del centrosinistra. E così anche i commercianti. Quelli della Confcommercio, organizzazione di centrodestra, predominanti nel centro della città si sono mobilitati contro il Social Forum e proposto di tener chiusi i negozi nei giorni della manifestazione. Quelli, invece, della Confesercenti, organizzazoione di centrosinistra, hanno non solo deciso di rimanere aperti nei giorni della manifestazione ma hanno anche organizzato una festa per l'appuntamento no global. Si terrà nel quartiere di San Lorenzo l'8 novembre il giorno prima della grande manifestazione che dovrebbe portare a Firenze 150/200mila persone. E deciso sconti agli clienti no global.
«Non mi fanno paura quelli del movimento, ma i pazzi isolati», dice Anna studentessa di architettura che confessa di sentirsi rassicurata dalla guardia che le forze dell'ordine fanno alle opere d'arte. Opere che saranno visibili anche nei giorni del Social Forum. Musei e gallerie non chiuderanno. L'ha stabilito il sovrintendente Antonio Paolucci che annuncia anche uno sconto del 25 per cento per i visitatori no global. E assicura che i monumenti non saranno impacchettati. E contro la paura che cresce di un attentato alle opere d'arte scendono in campo anche i Disobbedienti, l'ala dura dei no global. «Noi le opere d'arte le contempliamo, non le devastiamo», dicono Luca Casarini e compagni in una conferenza stampa convocata nella casa del popolo «Il Progresso» per replicare, sostengono, alle menzogne di Berlusconi e del ministro Pisanu. Alla conferenza intervengono anche il leader dei Disobbedienti napoletani Francesco Caruso e Don Vitaliano Della Sala il parroco no global di Sant'Angelo a Scala comune della provincia di Avellino. Casarini e compagni stringono un patto con i fiorentini. Un patto che salvaguarda non solo le opere d'arte, ma anche le vetrine dei negozi. «Le nostre azioni di disubbendienza non le portiamo certo avanti rompendo i vetri», assicura Casarini che annuncia che lui e gli altri leader del movimento disubbidiranno se oggi il governo dovesse decidere di spostare altrove o di vietare la manifestazione di Firenze. I Disobbedienti parlano anche delle iniziative che li vedranno protagonisti nei giorni del Social Forum, in particolare di una di cui vanno fieri. «Abbiamo noleggiato per due giorni - dicono - il satellite per fare arrivare sui televisori di Bassora in Iraq le immagini della mobilitazione di migliaia di italiani e di europei contro la guerra».
Il patto con i fiorentini stretto dai Disobbidienti viene accolto con favore dagli amministratori locali che hanno detto sì al Social Forum e lavorato in questi mesi per la sua realizzazione come il presidente della Toscana, Claudio Martini il quale sostiene che Firenze è pronta all'evento del Social Forum. «Abbiamo fatto - dice - tutto quello che era ed è nelle nostre competenze e possibilità e registriamo un clima di dialogo tra forze dell'ordine, movimenti ed istituzioni che si è rafforzato con il passare del tempo. Noi siamo pronti. Se a questo nostro lavoro si aggiungerà il contributo importante del ministro dell'Interno così come indicato dallo stesso ministro alla Camera, si sarà realizzata l'indispensabile collaborazione per garantire il corretto svolgimento della manifestazione». Ma a Firenze non tutto fila liscio. Il partito della tensione è in moto. Un allarme bomba è scattato ieri mattina nel palazzo della Provincia.

http://www.ilmattino.it/hermes/20021031/NAZIONALE/SPECIALI/SOTTO.htm
TANTE LE SIGLE DELL’ASSOCIAZIONISMO CATTOLICO CHE SARANNO PRESENTI ALL’EVENTO
Cattolici uniti sui temi, divisi sulla partecipazione
Attenzione ai temi del Social Forum europeo, ma posizioni diversificate sulla partecipazione all’evento. È l’atteggiamento del variegato mondo cattolico alla vigilia dell’evento. Da tempo infatti la diocesi, vescovo Ennio Antonelli in testa, ha promosso dibattiti e momenti di riflessione sui temi più significativi della globalizzazione nella convinzione che «questo processo non può essere fermato, ma deve essere governato, ponendo attenzione ai poveri, assicurando un' equa distribuzione di beni e di risorse tra i diversi Paesi e tutelando gli equilibri della natura».
Proprio ieri mattina, in una nota dell' ufficio pastorale della diocesi, si precisa che la diocesi «non partecipa all' evento, ma è interessata a queste problematiche».
Presenti al Social Forum, invece, numerose sigle dell' associazionismo cattolico a cominciare dall' Azione cattolica fiorentina, dall'Agesci e dal Movimento dei focolari, «in fedeltà alla dottrina sociale della chiesa ha come condizione essenziale il rifiuto di ogni violenza».Presenza attiva all'organizzazione del Social Forum è quella della Rete Lilliput di cui fanno parte Pax Chisti, Beati costruttori di pace, Bilanci di giustizia; altre note sigle cattoliche aderiscono invece al coordinamento di associazioni ed enti locali Tavola della pace: sono Agesci (scout), Acli, francescani del Sacro convento di Assisi, Mani tese ed Emmanus Italia. Tavola e Lilliput. Secondo queste sigle, «il Social Forum rappresenta una grande occasione di crescita, di confronto e di progettualità verso un mondo migliore».





La Stampa

http://www.lastampa.it/EDICOLA/sitoweb/interni/art1.htm
A MENO DI SETTE GIORNI DALL´INIZIO, CAMBIARE RESTA COMPLICATO
Il Viminale: difficile ora rinviare il Social Forum
Al ministero dell´Interno lamentano: «Sulla manifestazione invece di distribuirci le responsabilità ce le stiamo rimpallando»



ROMA

Se dipendesse solo dal ministro Pisanu, la partita sarebbe già chiusa: il Social Forum si terrebbe comunque a Firenze nei giorni stabiliti, dal momento che gli organizzatori e gli enti locali hanno ritenuto «irricevibile» la sua offerta di rinviare l´appuntamento, nonostante avesse espresso alla Camera le sue preoccupazioni, fornendo un quadro (realistico) e allarmato dello scenario ipotizzato per Firenze. Ma ormai la decisione è diventata politica, dopo l´intervento del capo del governo, Silvio Berlusconi, e spetterà oggi al Consiglio dei ministri l´ultima parola: vietarlo o proporre agli organizzatori un cambiamento di sede, una soluzione che pare molto poco praticabile a meno di una settimana dall´inizio del meeting. Il divieto, dunque, sarebbe motivato soltanto da una scelta politica. E costringerebbe il ministro dell´Interno, per poter intervenire, a rispolverare un vecchio articolo (il 214) del Testo unico di pubblica sicurezza del 1931: «Nel caso di pericolo di disordini, il ministro dell´Interno con l´assenso del capo del governo, o i prefetti, per delegazione, possono dichiarare, per decreto, lo stato di pericolo pubblico». Ne consegue (articolo 215): «Durante lo stato di pericolo pubblico il prefetto può ordinare l´arresto o la detenzione di qualsiasi persona, qualora ciò ritenga necessario per ristabilire o per conservare l´ordine pubblico». Uno scenario di guerra civile mai ipotizzato nella storia dell´Italia repubblicana e che, dunque, sarà quasi certamente tenuto nell´armadio. C´è un´altra via teorica, anzi due, per impedire l´evento fiorentino. Il prefetto, responsabile provinciale dell´ordine e della sicurezza, potrebbe bloccare l´iniziativa «per gravi motivi di ordine pubblico». Secondo gli stessi vertici del Viminale, però, allo stato non «esistono i presupposti perché il prefetto di Firenze decida in questa direzione». La seconda possibilità in realtà è ancor più limitata: il questore potrebbe intervenire soltanto su due degli appuntamenti fiorentini, il concerto rock e il corteo conclusivo del Social Forum che si svolgerà sabato 9 novembre. Avendo preso atto degli eventi, può imporre delle prescrizioni, come l´indicare percorsi alternativi al corteo, cosa che ha già fatto, ma non impedirlo. In attesa delle decisioni del Consiglio dei ministri, al Viminale si fa notare la delusione per il «dialogo tra sordi» che vede forze politiche e istituzioni locali «rimpallarsi invece di distribuirsi le responsabilità». Eppure i punti fermi di Firenze sono indiscutibili e queste responsabilità sono ben individuate. Ricordava il ministro Pisanu nell´informativa alla Camera: «La proposta di organizzare in Italia il primo "Social Forum" europeo è nata all´inizio di febbraio di quest´anno, al raduno mondiale tenutosi in Brasile a Puerto Alegre. La scelta della città di Firenze da parte degli organizzatori è emersa nei primi giorni del mese di aprile» e, contemporaneamente, sindaco e governatore della Toscana hanno manifestato «piena disponibilità ad accogliere i lavori del Forum». La scelta è stata ufficializzata il 21 aprile. In questi giorni, il sindaco Leonardo Domenici e il governatore Claudio Martini hanno ripetuto e ricordato di aver praticato una «grande unità di intenti» con le varie istituzioni. Il prefetto di Firenze, Achille Serra, ha aperto un tavolo con gli organizzatori del Forum e gli enti locali: «Una volta deciso che fosse il prefetto a dover garantire l´ordine e la sicurezza, noi - ricorda il sindaco Domenici -, come amministrazione comunale, abbiamo dato la disponibilità ad accogliere e ospitare i partecipanti al meeting e la Regione a individuare la struttura dove svolgere il Social Forum. I dati di fatto sono questi». E a questo si riferiva Pisanu quando ha lanciato un appello agli amministratori e agli organizzatori del meeting: «Ho il dovere di chiedervi se vi sentite di andare avanti col programma stabilito». Da aprile, infatti, lo scenario è profondamente cambiato. Intanto oggi, e non a luglio o ad agosto, è più chiaro l´elenco dei partecipanti. Se è vero che a Genova, un anno dopo il G8, si è svolta una straordinaria, pacifica e imponente manifestazione di quei ragazzi e organizzazioni che parteciperanno al Social Forum di Firenze, è anche vero, come ha sottolineato il ministro, che «a Genova non c´erano gli stranieri che costituiscono la maggiore e forse più rischiosa incognita dell´appuntamento fiorentino». Non tanto per le sigle annunciate quanto per i segnali di partecipazione di gruppi (ristretti) che fanno riferimento all´area degli anarco-insurrezionalisti e ai black bloc. «Al di là dei momenti assembleari e di seminario - riflettono al Viminale -, l´appuntamento di Firenze è caratterizzato soprattutto dalla manifestazione di sabato. Se arriviamo a quell´appuntamento senza grossi traumi, allora il corteo non dovrebbe creare grossi problemi». I «traumi» temuti sono rappresentati da alcune possibili iniziative: quelle annunciate dai disobbedienti - che pur essendo simboliche e a carattere non-violento, come i picchettaggi e le occupazioni di scuole o di aziende, comunque sono illegali -, quelle di settori del cosiddetto movimento non controllati dagli organizzatori del meeting e infine le provocazioni degli stranieri. I servizi d´ordine dei sindacati, dei cobas e delle associazioni promotrici del Social Forum avranno un ruolo importante, ma decisiva sarà l´attività di prevenzione e di contrasto delle forze dell´ordine. In fin dei conti, alla Camera il ministro Pisanu ha chiesto all´opposizione e agli enti locali di condividere oneri e onori della sfida di Firenze.
Guido Ruotolo


http://www.lastampa.it/edicola/sitoweb/Aosta/art3.htm

IL GOVERNO STA PER EMANARE IL DECRETO SUL SOCIAL FORUM, IN ARRIVO 50 AGENTI DI RINFORZO
Frontiere «blindate» per 11 giorni
Al traforo ritorna il controllo per le auto e i documenti

COURMAYEUR

La Valle d´Aosta, dopo 5 anni, si prepara a chiudere di nuovo le frontiere con la Francia e a ripristinare i controlli dei documenti personali. E´ atteso tra poche ore il decreto del governo che sospenderà, per esigenze di sicurezza nazionale, l´accordo di Schengen che dal 26 ottobre 1997 permette la libera circolazione dei cittadini in Europa evitando i controlli ai confini. E´ una possibilità prevista dall´articolo 2 del Trattato internazionale. La decisione rientra nei provvedimenti preventivi per l´organizzazione, a Firenze, del Social Forum. Un evento che, secondo i servizi di sicurezza italiani, è ad alto rischio di incidenti. Il decreto prevede, da venerdì 1º novembre a tutto il 10 novembre il ripristino dei controlli di frontiera in tutta Italia. E quella di Courmayeur, al tunnel del Monte Bianco, è tra le frontiere più frequentate.
Da lì potrebbero passare esponenti delle frange più violente del movimento no-global. Stanno arrivando in Valle d´Aosta 50 tra agenti di polizia e carabinieri per rinforzare il personale già in servizio a Courmayeur e al Gran San Bernardo (quest´ultima, pur essendo esclusa dagli accordi di Schengen, rafforzerà comunque i servizi di controllo). Tutte le auto e le persone in transito saranno fermate e controllate. Una banca dati telematica sarà attivata nelle prossime ore e conterrà un elenco delle persone sospettate di far parte dei gruppi eversivi. La polizia avrà così la possibilità di verificare in tempo reale se il cittadino in transito verso l´Italia è considerato pericoloso. Dall´11 novembre, tutto tornerà come prima. La Francia non sospenderà l´accordo europeo, ma invierà a Chamonix personale di rinforzo alla locale Gendarmeria.


http://www.lastampa.it/EDICOLA/sitoweb/interni/art5.htm
Presidiare tre frontiere, nuova sfida «disobbediente»
Si parla di Ventimiglia, Brennero e del porto di Ancona: «Garantiremo l´applicazione di Schengen»


LA prima «azione» no global del Forum sociale europeo avverrà al confine, e chissà quanto possa essere metaforica questa scelta di zone liminari, posti dove per definizione si decide chi è dentro e chi è fuori. Avverrà probabilmente il 6 novembre, forse già nel week end. «I nomi delle dogane che abbiamo in mente non posso svelarli, diciamo però che saranno tre. Li presidieremo per impedire violazioni e negazioni di diritti. Tutti i compagni dall´estero devono poter entrare». Bisogna allora andarsi a prendere una carta geografica, e parlare con più di un significativo esponente del movimento dei «disobbedienti», per provare a capire quali saranno queste iniziative, e dove collocare queste frontiere. Perché è lì che, parafrasando il nome di una fortunata trasmissione televisiva, si decideranno in anticipo i giochi del forum. Sarà un «forum senza frontiere»? Un forum con oppure senza stranieri?

SCHENGEN. Bisognerà aspettare poco per saperlo. Bisognerà vedere se i disobbedienti riusciranno davvero a trasformare le giornate di Firenze in un incontro «nello spirito di Schengen», come chiosa uno di loro. Il nemico che combattono, questa volta, è un comma di un articolo di un trattato: il comma secondo dell´articolo due del Trattato europeo, che entra in vigore domani, primo novembre. Quel comma, ritengono, offre al ministro dell´Interno Giuseppe Pisanu il grimaldello («formale», dicono i no global) per sospendere la «libera circolazione europea delle persone» stabilita dal protocollo comunitario, e a loro l´opportunità di compiere qualche prima operazione di successo mediatico. Come fare, si è chiesto il «direttivo» dell´organizzazione (composto da Luca Casarini, Francesco Caruso, Nicola Fratoianni, Anubi Lussurgiu, Guido Lutrario, e supportato in queste ore da don Vitaliano della Sala), a sospendere la sospensione del Trattato? Come riuscire a far valere le prescrizioni di Schengen stabilendo un diritto (la libera circolazione nei paesi Ue) e riportando un´iniziale, simbolica e non offensiva, vittoria? PRESÌDI. Semplice: «Garantiremo dei presidi alle frontiere, presidi di democrazia, non picchettaggi, per evitare che si commettano abusi sugli stranieri che cercano di entrare in Italia in occasione del vertice», rivela uno dei «capi» (per i molti nemici: «capetti») di questa ala del movimento no global. Quanti giovani saranno impegnati in questo tipo di operazioni che gli interessati definiscono «resistenza attiva» ma, paradossalmente, puntano ad «affermare un diritto» e far rispettare un codicillo? La risposta, sul punto, è solo indicativa: «Saremo non più di un migliaio. O giù di lì». Un migliaio diviso tre, perché tre sono le frontiere che verranno «controllate» dai presidianti. Ecco, quali? BARRA A NORD. È la domanda fondamentale, non a caso sulla materia ognuno dei disobbedienti ascoltati si mostra alquanto evasivo. Però da un giro di chiacchierate è possibile dedurre che i luoghi di confine che verranno «tenuti d´occhio» saranno tre. Due si trovano al nord, il terzo al centro. Dei primi, uno sarà nel leggendario e oggi un po´ appannato nord est, non a caso la terra di Luca Casarini, dei centri sociali trevigiani e veneziani, del recentissimo Humanity Day, di uno storico e impegnato attivismo per i diritti e l´immigrazione. Un altro sarà nel nord-ovest, dove il passo controllato potrebbe essere Ventimiglia, Liguria. Su questo «fronte», in effetti, dovrebbe dare una mano la numerosa colonia «disobbediente» genovese, assieme a molti dei milanesi. Nell´ex «triangolo industriale» rimarrebbe Torino e il Piemonte: ma qui un´ampia fetta di movimento radicale (per capirci, quelli di «Askatasuna», per non dire degli occupanti di «El Paso») ce l´ha con i «disobbedienti»; li considera inclini a comandare e a esporsi su tv e giornali; non si unirà a loro neanche stavolta. Dove approderanno, gli altri? APPRODI. Non è difficile comprendere che la dogana presidiata nel Centro sarà un porto, come dice tra l´altro a chiare lettere uno dei coordinatori delle iniziative. Nomi? «Non ne facciamo, ti ho già detto troppo», taglia corto la voce dall´altra parte del telefono. Però la storia recente insegna, l´approdo indicato potrebbe essere quello di Ancona: i «compagni greci», di solito, arrivano lì.


Repubblica Firenze

http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021031/primo_piano/023spalla.html
Cohn Bendit a Berlusconi: "Lo vuole fare sotto l'Etna?" Intervista al leader del '68, mente critica degli ecologisti europei
"Attenti a emarginare il movimento"


http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021031/primo_piano/022apre.html
Sceglie il governo, il sindaco si atterrà alla decisione L'APPUNTAMENTO DI NOVEMBRE
Forum: spostato, annullato e perché no?, confermato


http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021031/primo_piano/023mezzo.html
Genro, il sindaco che ospitò due Forum: "Annullarlo sarebbe rinunciare alle libertà democratiche" IL COLLOQUIO
"A Porto Alegre fu una festa, la rifaremo"



http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021031/primo_piano/022nanni.html
Trasmissione tv dal Palasport su dibattiti, corteo e concerto: "Non romperemo vetrine"
I Disobbedienti per due giorni sul satellite
[...]
Sempre sul fronte della comunicazione, a Pontassieve, nascerà la «città delle radio libere e comunitarie», con giornalisti che trasmetteranno su internet i lavori del forum, attraverso il sito Radio Gap. [...]



http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021031/giorno_notte/12zeun.html
Uffizi, noi archeologi accoglieremo i no global


http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021031/primo_piano/023ox.html
il soprintendente
"Musei aperti, spero che i no global li visitino"



Corriere della Sera

http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=COMMENTI&doc=VERONESI
Ma di cosa si parla al Forum? Forse è il momento di saperlo

di SANDRO VERONESI


Noi tutti amiamo Firenze. Io in particolare ci sono nato, ci ho passato gli anni della mia giovinezza, ci ho fatto gli studi universitari - studi di architettura, oltretutto, che mi hanno insegnato ad amare ancora di più l'irripetibile armonia tra uomini, spazio e cose che la rende unica al mondo. In più l'ho anche vista violata, nel maggio del '93, quando la bomba mafiosa all'Accademia dei Georgofili uccise e distrusse senza alcun senso nel cuore di quell'armonia levigata dai secoli; so cosa vuol dire passeggiare davanti agli Uffizi sentendo crepitare i vetri rotti sotto le scarpe; so quanta desolazione produca, oltre al lutto per i morti e alla rabbia per la violenza subita, vedere un posto del genere conciato così. Dunque è fuori discussione che io non condivida le preoccupazioni per la salvaguardia della città, e dei suoi abitanti, in vista delle manifestazioni del Social Forum. Però mi pare che lo slogan che si sente ripetere ormai da mesi, evitare che si ripetano i fatti di Genova, sia rimasto lettera morta su un punto essenziale, che invece si sta ripetendo spietatamente: si parla soltanto di ordine pubblico e mai, mai, dei contenuti del Social Forum. Quello, all'epoca, fu un grave errore, iniziato mesi prima e alimentato quotidianamente fino all'esplosione, a quel punto quasi annunciata, degli incidenti causati dai Black bloc e dell'indegna reazione delle forze dell'ordine. Anche in quel caso ho visto con i miei occhi quella assurda pagina della nostra storia, e ho dunque ben presente il rischio che corrono città e abitanti, ma anche manifestanti pacifici e membri della forza pubblica, nel degenerare in guerriglia di un evento pubblico di quella portata. E pensavo che quella lezione, almeno su certi punti, fosse servita. Pensavo si fosse capito che è assurdo e addirittura tragicamente propiziatorio svuotare dei suoi contenuti un raduno di quelle dimensioni, privarlo della sua stessa ragion d'essere, per presentarlo solamente come un'occasione di scatenare la violenza. Pensavo che stavolta l'approccio sarebbe stato diverso, che sarebbe stato ispirato da un'intelligenza complessiva delle cose, e invece no, mi accorgo che è identico, più febbrile ancora, se possibile, proprio per via del precedente genovese.
E questo è grave. E' grave che nessuno parli, alla vigilia di una delicata decisione che il Governo deve prendere sull'argomento, di cosa sia il Social Forum previsto per la prossima settimana, del perché sia importante e del perché sarebbe ancor più importante che avesse luogo pacificamente in una città preziosa e unica al mondo come Firenze. E' grave che l'opinione pubblica sia di nuovo spinta a considerare queste due parole, Social Forum, come una specie di funesta minaccia senza senso, come fosse un tornado in avvicinamento, o un'eruzione di vulcano.
E' grave che non si dia conto dell'opportunità che esso rappresenta di fornire visibilità e ascolto non soltanto ai movimenti che manifesteranno per strada, ma alle idee che li ispirano, che talvolta provengono dalle menti più brillanti e inascoltate del mondo occidentale. E' grave che a ripetere questa lamentela debba essere il solo Agnoletto, parte in causa e, in qualità di portavoce dei movimenti, portatore anche di una pesante parte di responsabilità per i fatti di Genova, rappresentata dalla totale assenza, in quell'occasione, del rigido servizio d'ordine interno che sarebbe stato necessario: allora, infatti, solo i rappresentanti del Partito Comunista Greco sfilarono protetti da due cordoni di colossi che si tenevano per mano, rendendo impossibile a chiunque inserirsi nel corteo; tutti gli altri movimenti, invece, prima e dopo, marciavano totalmente privi di autoprotezione, come si fosse a una fiaccolata per la pace. Non mi risulta che Agnoletto si sia mai scusato per questo.
Dovunque verrà deciso che il Social Forum debba tenersi, a tutt'oggi si è parlato solo del rischio d'incidenti; non ci è stato detto da alcuna fonte neutrale quali siano i temi che i movimenti intendono promuovere e dibattere, non ci è stata illustrata la loro differenza, non ci è stato spiegato verso quali di essi ognuno di noi possa naturalmente provare inclinazione, e quindi, con tutto ciò, non ci è stato detto perché dovrebbe valere la pena mettere un qualsiasi spazio urbano a disposizione di questo evento, sia esso Firenze o la Piana di Gioia Tauro. Saperlo da soli equivale già a esser schierati. Non saperlo significa soltanto aver paura della guerriglia, il vero evento mediatico che tutti ormai si aspettano da ogni Social Forum.


http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=POLITICA&doc=COL
Il Social Forum di Firenze e le polemiche


A FIRENZE Dal 6 al 10 novembre, si terrà a Firenze il Social Forum europeo, emanazione del Forum sociale mondiale che da due anni si svolge in Brasile a Porto Alegre. Incontri, seminari e dibattiti cui parteciperanno i movimenti no global di tutta Europa. In programma sabato 9 la manifestazione per la pace: attese 150 mila persone
L’ALLARME
Il ministro dell’Interno Beppe Pisanu definisce Firenze la sede «meno adatta» per il Forum. E martedì scorso riferisce alla Camera di aver avuto indicazioni dai servizi segreti sul rischio di «azioni illegali di movimenti anarchici italiani, tedeschi, greci, baschi e svizzeri» durante il Forum: «I segnali peggiori sono cresciuti negli ultimi giorni»
IL PRESIDENTE
Sulla questione, il capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi dice: «Penso non ci sia italiano che non abbia a cuore il patrimonio culturale di Firenze»
IL PREMIER
Per Silvio Berlusconi, tenere il Forum a Firenze «è una follia», perché «alcuni manifestanti sono pronti a devastare la città». Il premier penserebbe di spostare il Forum. La decisione oggi in consiglio dei ministri

http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=MARISA
Il fondatore di Lilliput: «Cari disobbedienti, rinunciate alle occupazioni»

Francuccio Gesualdi: «Fate un passo indietro e non prestatevi al gioco degli allarmisti»


«Amici, datevi una regolata, e fate un passo indietro. Bisogna evitare mosse sbagliate, altrimenti si rischia l’effetto boomerang». Amici chi?
«Luca Casarini, Francesco Caruso, e tutti coloro che si riconoscono nell’area dei disobbedienti».
Passo indietro, in che senso?
«Rinunciare alle azioni di disobbedienza civile: occupazioni di banche, di centri commerciali, rifiutare i controlli alle frontiere...».
Francuccio Gesualdi, 53 anni, toscano, uno dei fondatori della Rete Lilliput (sotto la cui ala militano i moderati, laici e cattolici, del Social Forum) affronta una delle questioni spinose del meeting europeo. «Non è il momento di dividerci - premette -, faremmo il gioco del governo, il gioco di chi rema contro. Allora, occorre che tutti usino il buon senso. Perchè, a volte, è giusto decidere in termini di opportunità. Mi spiego: se il nostro obiettivo è di sensibilizzare la gente, di guadagnarla alla causa della costruzione di un mondo più giusto, i disobbedienti, per favore, a Firenze lascino perdere le azioni clamorose; accettino di rinunciare a una parte di identità e di visibilità».
E’ un appello?
«Sì».
Crede che sarà raccolto?
«Me lo auguro».
Non sarebbe più semplice, per voi, dissociarsi da Casarini e soci?
«No. Il Social Forum è un movimento pacifista composto da numerose anime. Tuttavia, sulla natura delle proposte dei disobbedienti mi preme fare una riflessione».
Prego.
«L’idea, per esempio, di occupare una "banca armata" (e cioè uno degli istituti di credito che sostengono il riarmo dei Paesi in guerra, contro i quali ci battiamo) di per sè non è scandalosa. A patto che venga praticata senza far violenza nè alle persone nè alle cose. Per intenderci, se un gruppo di contestatori entra in un’agenzia, alza uno striscione, distribuisce volantini, e lì rimane fino alla chiusura, compie un atto di protesta accettabile. Attenti, però: con la tensione che va salendo, gli allarmi e gli allarmismi di questi giorni, penso che cose del genere a Firenze siano improponibili. Pena l’ingiusta criminalizzazione. Allora, ripeto: ragazzi lasciate perdere».
Lodevole il tentativo di tener compatto il movimento. Ma, alla vigilia del Forum - sul cui svolgimento si attende la parola definitiva del governo - gli attriti sono palesi. Prendiamo la questione del servizio d’ordine per la manifestazione del 9 novembre. I disobbedienti non ne vogliono sapere. Dicono: ogni gruppo si tutela da sè. Quanto ai possibili infiltrati violenti, non è affar nostro. Lei come la vede?
«Dobbiamo far tesoro della lezione di Genova. Se si individuano, i Black bloc vanno isolati. Anche noi dobbiamo concorrere a neutralizzare i violenti, a denunciarli».
Gesualdi, opportunità per opportunità: perchè si è scelta Firenze come sede del Forum europeo?
«Firenze è la culla della globalizzazione dei diritti. Penso a personalità come La Pira, padre Balducci, don Milani. L’humus culturale, insomma, è il più adatto. Avendo presente che il perno del Forum sono i dibattiti e non le azioni di conflitto».
Firenze come Porto Alegre, dove, lo scorso febbraio, si è svolto un pacifico Forum mondiale. Eppure, lei stesso non dimentica Genova, e i fatti del G8.
«Sta bene. Ho l’impressione, tuttavia, che, a forza di enfatizzare le gesta violente, si istighi qualche mente insana. I Black bloc? Sono noti alle polizie dei vari Paesi europei, si possano fermare prima».
Infiltrazioni terroristiche?
«Tutto può succedere. Ma non vedo perchè i terroristi dovrebbero mirare al Forum piuttosto che a una grande manifestazione sindacale».

Marisa Fumagalli



http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=IMA
«Il raduno si farà, non provate a fermarci»

I No global rispondono al governo. Casarini: «Se lo vietano porteremo la protesta in tutta Italia»


DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE - Il segno è questa zona bar piena zeppa di sedie al pianoterra della Casa del Popolo «Il Progresso». Per una volta il posto conta più delle parole, perché è qui, nella sede del Social Forum, che i «Disobbedienti» di Luca Casarini scelgono di parlare. Scelta non casuale, dice il loro portavoce Nicola Fratoianni: «Siamo parte del movimento, siamo dentro al movimento, e vogliamo farlo vedere anche così».
Non è casuale neppure che accada oggi, i cattivi (a parole) del movimento che si accodano agli altri. Perché prima delle parole dei capi dei «Disobbedienti», tre ore di riunione al primo piano tra tutte le anime dei No global partoriscono un comunicato di risposta al governo che aveva chiesto la loro opinione. Secco e duro, perché il tempo stringe, e le reciproche cortesie sono finite. Il Social Forum vuole qui questo vertice, il governo no. Quindi: «Inaccettabile e irresponsabile il tentativo di Berlusconi di riaprire la questione dello svolgimento del Forum sociale europeo. Pisanu ci ha chiesto se intendiamo mantenerlo? Abbiamo risposto con un chiaro e netto sì. Per noi la discussione è chiusa».
A Roma invece si discute ancora: «E’ irresponsabile - scrivono gli organizzatori del Forum - che un Primo ministro dia per scontate devastazioni in città, offendendo non solo il movimento ma tutte le strutture impegnate per la positiva gestione dell’evento. E’ irresponsabile continuare ad alzare la tensione e giocare una partita tutta politica sulla pelle di Firenze e della società civile di tutta Europa». La richiesta di sospensione? «Gesto avventurista e destabilizzante». Almeno su questa sponda, partita chiusa.
Poi si torna al piano terra, e arrivano quelli dei «Disobbedienti». Cambiano le sfumature, il linguaggio, ma il senso delle frasi di Casarini, Caruso, e degli altri, è parallelo alla linea «ufficiale». E’ vero, all’inizio il responsabile della comunicazione Anubi D’Avossa «allarga» il campo di una eventuale protesta: «Saremo là dove non ci aspettano, anche alle frontiere, dove faremo entrare i nostri fratelli e sorelle contro Schengen, ma senza usare violenza attiva». Ma anche lo «spauracchio» Casarini (per una volta) misura le parole: «Qualunque cosa decida il governo, noi eserciteremo il diritto di riunione. Non intendiamo farci prendere in ostaggio insieme a Firenze, anche se intendiamo esercitare il nostro diritto contro l’imposizione del governo». E - sempre più in linea - aggiunge: «Un eventuale divieto necessita di una risposta di tutte le forze democratiche, non solo del movimento e dei Disobbedienti. Potremmo finire con il decidere per Firenze, ma potremmo anche coinvolgere tutto il Paese». Fratoianni tira le somme: «Siamo i primi a volere una manifestazione pacifica. E questa giornata è servita solo a dimostrare che siamo compatti, che nonostante alcune differenze di linguaggio non siamo divisi».
Fuori da questa palazzina, c’è una città che inizia a cambiare faccia. E a vedere le strade del centro, qui non è arrivato nessun contrordine. Piazza Signoria e gli Uffizi, Ponte Vecchio e il Duomo, i turisti che puntano la macchina fotografica devono mettere in conto la presenza di uomini in divisa nell’obiettivo. Pattuglie di polizia, carabinieri e finanzieri, una città non ancora blindata, ma che si prepara. Pochi segnali di tensione, e nessuna voglia di alimentarla, con la Digos che minimizza («robetta rudimentale») il ritrovamento di una bottiglia incendiaria davanti alla porta di un ascensore di Palazzo Pintucci, sede degli uffici della Provincia.
E, se il senso pratico della giornata è nei lavori che proseguono, l’allestimento delle sale alla stazione Leopolda e a palazzo dei Congressi, amplificatori che vengono scaricati dai camion, prove di traduzione, quello politico va cercato nelle parole calme di Stefano Kovach, uno dei responsabili dell’organizzazione: «Io credo che l’ipotesi di uno spostamento sia sempre più lontana. Perché sarebbe un rimedio peggiore del male. Se volevano dividerci, ci hanno unito ancora di più. E allora dico che da adesso in poi sarebbe il caso di provare a fidarci, l’uno dell’altro».
Loro (i No global) e il governo. Chissà.


http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=BIANCONI
Il «verdetto» dei Servizi:
meno rischi se si va avanti, vietare ora è un’incognita

I Black Bloc si sono mostrati poco interessati, puntano sul summit Nato di Praga


ROMA - Esiste un allarme Social Forum, ma esiste anche un «allarme divieto» del raduno fiorentino. Che per gli uomini della sicurezza, arrivati a questo punto del calendario e dei preparativi, è più preoccupante del primo. Alla fine sarà la politica a scegliere - sulla base di valutazioni che potrebbero non limitarsi all’ordine pubblico -, ma le indicazioni dei tecnici sono abbastanza chiare: meglio far svolgere regolarmente l’appuntamento della prossima settimana come previsto, piuttosto che andare incontro all’incognita di un rinvio o di qualunque altra scelta che potrebbe innescare una spirale di proteste e violenze maggiori di quelle paventate per il Social Forum. In ogni caso più difficilmente controllabili. I vertici della polizia e dei Servizi segreti che ieri si sono rivisti col ministro Pisanu hanno non solo espresso queste valutazioni, ma anche rovesciato le preoccupazioni relative alla riunione: più se ne parla con toni che alimentano le tensioni, più si rischia di aumentare quelle tensioni. E’ ciò che è successo in queste settimane di avvicinamento, a detta degli stessi Servizi. Perché è vero che ci sono segnalazioni su frange violente del movimento No global pronte a entrare in azione a Firenze, ma è anche vero che altre segnalazioni indicano come il fronte dei «duri», i famigerati Black Bloc che misero Genova a ferro e fuoco nei giorni del G8, finora si sono mostrati abbastanza disinteressati al raduno toscano. Le temute «tute nere» vengono dall’estero, e secondo gli 007 la loro attenzione è concentrata su un altro appuntamento ravvicinato, il vertice dei capi di governo dei Paesi Nato che si terrà a Praga il 19 e 20 novembre. E successivamente sulla riunione dell’Unione europea convocata a Salonicco in primavera. Un improvviso divieto imposto dal governo caricherebbe di significati diversi le manifestazioni che i No global hanno annunciato di voler svolgere ugualmente: la sfida a una scelta bollata come «liberticida» che potrebbe indurre a partecipare anche chi finora s’è mostrato disinteressato.
E’ questa una della considerazioni che consigliano gli analisti del Sisde a non enfatizzare più del dovuto i rischi del Social Forum. Rischi che esistono, beninteso. Ma esistono pure delle differenze rispetto al G8 genovese che fanno sperare in un diverso andamento delle manifestazioni. Anche di quelle dei più malintenzionati. Innanzitutto perché stavolta non ci sono «zone rosse» da difendere, e poi perché il minor numero di partecipanti consente un miglior dislocamento delle forze dell’ordine sul territorio. Il Dipartimento della pubblica sicurezza sta preparando da settimane i piani per controllare la situazione; un cambio in corsa alla vigilia creerebbe uno scombinamento di quei piani e una situazione completamente nuova, difficile da «monitorare» e organizzare in pochi giorni.
Naturalmente sui tavoli dei responsabili della sicurezza sono arrivate anche le segnalazioni e i rapporti sulle violenze previste. Ma dal punto di vista tecnico e sulla base delle informazioni raccolte vengono, per l’appunto, giudicate «governabili». Dando quasi per scontato che un certo grado di tensioni e di eventuali disordini, di fronte alle frange non-dialoganti del movimento antagonista ci potrà essere. Ma anche le regole di comportamento impartite ai reparti di polizia e carabinieri che saranno in piazza sono diverse rispetto ai giorni di Genova; un altro motivo per non fermare il treno in corsa. A meno che la politica non imponga altre decisioni.

Giovanni Bianconi


http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=VETRO
l’invito


«Filmate i cortei»


«Munitevi di macchine fotografiche e videocamere e documentate la verità su chi organizza gli incidenti». E’ l’invito che ha rivolto Raffaella Bolini (Arci), del Comitato del Social Forum Europeo, a chi scenderà in piazza a Firenze. Bolini ha sottolineato che «se a Firenze succederà qualcosa come a Genova», chi ha macchine fotografiche o video potrà verificare se ciò «sarà frutto di manovre». La rappresentante del comitato organizzativo del Social Forum Europeo ha inoltre reso noto di avere parlato «pochi giorni fa» con il prefetto di Firenze, il quale avrebbe garantito che «la città è pronta ad accogliere la manifestazione e che il governo terrà sotto controllo l’ordine pubblico e tutelerà la città». «O c’è un polverone che si agita fuori dalla realtà del Social Forum per un motivo politico - ha aggiunto la Bolini - oppure ci dovete dire che le persone con cui abbiamo parlato non erano rappresentative del governo».


http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=PRIMA_PAGINA&doc=FIRENZE

Summit con i vertici della polizia: la sospensione della manifestazione potrebbe creare problemi


«Forum di Firenze, rischioso rinviare»

Le forze dell’ordine temono disordini. Berlusconi sempre contrario al raduno: sono enormemente preoccupato Oggi la scelta in Consiglio dei ministri. I no global: noi ci saremo lo stesso. Fassino chiede uno sforzo comune


ROMA - Oggi il Consiglio dei ministri dovrà decidere: sì o no al Social Forum di Firenze. E il Viminale scende in campo: più pericoloso rinviarlo che consentirlo. Il ministero degli Interni. Ieri in una riunione del comitato per la sicurezza convocata dal ministro Pisanu con il prefetto e il questore di Firenze, è emersa l’indicazione di andare avanti, di non vietare la manifestazione: «Potrebbero scoppiare incidenti più gravi e difficili da controllare».
Il Consiglio dei ministri. Se oggi Pisanu riporterà il parere dei tecnici (polizia, carabinieri e servizi segreti) che sono contrari al divieto del Social Forum, Berlusconi arriva alla riunione di oggi molto preoccupato: «Che succederà se i manifestanti rompessero un braccio del David di Donatello?». E nelle intenzioni del premier rimane sempre l’idea di arrivare a uno spostamento.
I no global. Gli organizzatori non vogliono sentire ragioni: «Inaccettabile e irresponsabile il tentativo di Berlusconi di riaprire la questione dello svolgimento del Forum sociale europeo». Fassino chiede uno sforzo comune di maggioranza e opposizione per permettere la manifestazione.





Il Messaggero


http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021031/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/Eaa.htm
Castagnetti
incalza il governo.
Fioroni:
«Ora si gioca
la credibilità
dei no global»
ROMA - Per la Quercia, Firenze non si tocca. «Il solo accennare all’ipotesi di spostare il social forum a una settimana dal suo svolgimento produrrebbe più danni di quelli che si vorrebbe evitare», è il leit motiv che circola tra i diessini. A partire dal sindaco Leonardo Dominici e dal presidente della regione, Claudio Martini, entrambi diessini e decisissimi a far svolgere il raduno programmato dal 6 al 10 novembre. Nell’Ulivo mostrano di pensarla quasi tutti così, a eccezione di settori della Margherita e dei liberal ds, dove invece si registra qualche elemento di cautela se non di freddezza. Se si applicasse il principio del voto a maggioranza, molto probabilmente il partito di Francesco Rutelli si ritroverebbe in minoranza nella coalizione.
Piero Fassino ha rotto gli indugi e ha rivolto un appello dal sapore "bipartisan", un invito a governo, maggioranza e opposizione perché «si lasci alle spalle ogni e qualsiasi recriminazione o rimprovero reciproco e si uniscano le forze di tutti perché il soacial forum europeo di Firenze si svolga nelle condizioni più serene per i partecipanti e più sicure per la città». Prosegue il leader ds: «Governo e opposizione, comitato organizzatore, movimenti e forze sociali, enti locali e forze dell’ordine lavorino tutti insieme in uno sforzo comune e solidale consentendo così ai tanti giovani che verranno al social forum di potersi riunire senza rischi e alla città di vivere un grande evento senza paura». L’appello è sì rivolto a tutti, l’invito è sì alla collaborazione di tutti, lo spirito è sì vagamente "bipartisan", ma la sostanza è chiara: la Quercia è favorevole a che l’appuntamento si tenga nel capoluogo fiorentino, non ci sono motivi di ordine pubblico, o di opportunità o di altro che tengano. Così la pensano anche il Pdci e i verdi.
Diverso l’approccio della Margherita. Pigi Castagnetti incalza il governo: «O ha informazioni certe tali da indurlo ad assumere la decisione di sospendere, o al contrario non ne ha e allora ministri e premier non alimentino polemiche e un clima che può produrre quegli effetti che invece si vogliono evitare». Si fanno le pulci al governo, ma non c’è l’indicazione netta che il social forum si deve tenere a Firenze e basta. Raccontano che anche Rutelli sia abbastanza freddo sul meeting fiorentino. Quando un paio di giorni fa fu ricevuto dal capo dello Stato, qualche ora dopo, non a caso, la Margherita di Firenze emanò un comunicato che diceva testualmente: «Al primo grave incidente si sospendano immediatamente i lavori del social forum». Ancora diverso l’approccio di Giuseppe Fioroni, dell’esecutivo della Margherita e organizzatore di un pre-forum a Prato il 5 novembre (ci saranno anche la Bindi, Pistelli e Realacci): «Noi siamo convinti che Firenze non abbia nulla da temere, così come siamo convinti che una globalizzazione diversa è possibile». Ma, avverte Fioroni rivolto agli organizzatori, «dall’esito del meeting dipenderà la vostra credibilità». Da Venezia poi, il sindaco Paolo Costa anch’egli della Margherita, dà tutto il suo appoggio al collega di Firenze, Dominici, che è anche presidente dell’Anci (e Costa vice): «Le città d’arte hanno una lunga tradizione di accoglienza e cosmopolitismo, così come hanno sempre dimostrato disponibilità per manifestazioni pacifiche».
Gran parte della sinistra si schiera dunque per il sì incondizionato all’appuntamento fiorentino. Sergio Cofferati è atteso per sabato 9 (in Pirelli non si lavora) e prenderà parte ai lavori e alla manifestazione. Fausto Bertinotti punta da tempo sugli sviluppi del movimento no global, «la novità politica più interessante del decennio». Nettamente contrari, invece, quelli del "Riformista", il nuovo quotidiano di area liberal, che a Firenze vede «il rischio di un’altra Genova» e attacca il presidente della Toscana, Martini, per avere «offerto la capitale del Rinascimento a una manifestazione indetta da movimenti pacifici certo, ma che attireranno come il miele violenti da mezza Europa».


http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021031/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/E.htm

I “No Global”: troppa tensione,
saremo in piazza senza violenza
dal nostro inviato

ANTONIO DE FLORIO

FIRENZE - «Se Berlusconi dovesse decidere di spostare il nostro Social forum europeo, noi lo faremmo lo stesso a Firenze. Sarebbe un golpe...». Alla casa del popolo di via Vittorio Emanuele sono schierati i «disobbedienti», l’ala dura del movimento, con Luca Casarini in testa.

Il portavoce, Anubi D’Avossa, ripete che non ci sono margini per alcuna trattativa e trasferire il Forum a Prato o a Signa «è inaccettabile». «Il governo - attacca - vuole sovrapporre la situazione di Genova a quella di Firenze, ma è una mistificazione. A Genova eravamo contro il G8, qui vogliamo riunirci per discutere sui temi che ci stanno più a cuore. Da parte nostra non ci sarà alcuna violenza, siamo disobbedienti, non vandali». E il governo pare orientato oggi a confermare in Consiglio dei ministri il capoluogo toscano.

Ma se qualcuno dovesse staccarsi dal corteo, che si terrà sabato nove novembre, loro cosa faranno? Risponde Luca Casarini, leader del movimento: «Rompere una vetrina non ha senso. Ma bisogna stare attenti alle azioni e alle reazioni. Se si dovesse sparare per ogni vetrina rotta, ogni domenica ci sarebbero centinaia di morti fuori dallo stadio».

Nella conferenza dei «disobbedienti», il tema di un’eventuale ferita alla città, così ricca d’arte, affiora in ogni domanda, ma loro ripetono che sono pronti a stringere un patto con i fiorentini. «Non organizzeremo un servizio d’ordine - spiegano - perché non è nella nostra tradizione. Solo forme di auto-tutela». Cosa vuol dire, indosserete i caschi? «No - risponde Anubi D’Avossa - soltanto semplici misure protettive per il nostro corpo. A noi interessa invadere con una tv la zona rossa del signore delle televisioni». E spiega: «A partire dal sei novembre attiveremo una tv globale, prodotta dal movimento che attraverso il satellite (costerà quindici milioni di vecchie lire al giorno n.d.r.) invierà le immagini del Social forum in Europa, ma anche in Turchia, in Iraq e Palestina, così che gli iracheni potranno capire che in occidente non tutti sono dalla parte di Bush, ma che ci sono centinaia di migliaia di persone che sono contro la guerra a qualsiasi condizione». Raffaella Bolini, dell'Arci, invita i partecipanti a portare dal 6 al 10 novembre le telecamere per riprendere eventuali provocazioni.

I “disobbedienti" chiederanno al sindaco Leonardo Domenici di poter utilizzare il palazzetto dello Sport per le iniziative mediatiche che avranno un titolo provocatorio: «No work, no shop». Lì, vorrebbero incontrare anche i rappresentanti del Congresso nazionale indigeno, cioè del movimento zapatista.

Per i controlli che saranno svolti alle frontiere, Francesco Caruso, leader dei No-global napoletani, annuncia presidi a Gorizia, Ventimiglia e Ancona. «Dobbiamo garantire a tutti - dice - la possibilità di partecipare».

In mattinata in una sede distaccata degli uffici della Provincia fiorentina, in via Cavour, è stato trovato un ordigno rudimentale, non in grado di esplodere, secondo la polizia. Si trattava di una bottiglia di plastica piena di alcol con uno spago che fungeva da miccia e alcuni fiammiferi. Per i “disobbedienti" del social forum non ci sono dubbi. «Non hanno proprio fantasia - dice Anubi D’Avossa - a Genova è successo qualcosa di simile pochi giorni prima del G8. Ma noi non cadremo nelle trappole del governo. Abbiamo imparato la lezione e questa volta saranno loro ad uscire sconfitti».

In città si respira una certa tensione. Il sovrintendente ai musei Antonio Paolucci dice che aumenterà la vigilanza per quei giorni ma non ci sarà alcun «impacchettamento dei capolavori». Gabriele, tassista, non è molto preoccupato: «A me facevano più paura certe partite come Roma-Fiorentina. Vedrà che alla fine sarà solo un gran casino per il traffico». Ma molti fiorentini non la pensano così.


http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021031/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/F.htm
Il Social forum europeo boccia
i partiti comunisti dell’Est
ROMA - L’impegno di Rifondazione comunista e dei suoi parlamentari per il regolare svolgimento del Social forum di Firenze non sembra aver smosso i leader del movimento "no global" da una sorta di pregiudiziale nei confronti dei partiti comunisti e di sinistra alternativa. Tant’è che l’Fse (social forum europeo) ha deciso di privilegiare la presenza a Firenze dei rappresentanti di piccoli gruppi, in molti casi di fede trotzkista, bocciando le organizzazioni legate ai comunisti e ai socialisti di sinistra dell'Est europeo, come il Pc della Federazione russa di Ghennady Zyuganov, a cui è stato preferito un semisconosciuto gruppo Alternatives.



http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021031/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/G.htm
IL PIANO
Bus navette
e dodici
treni speciali
FIRENZE - Cantieri chiusi, divieti di sosta lungo il percorso dei due cortei dove non sarà possibile nemmeno parcheggiare una bicicletta, impalcature rese inaccessibili, eliminazione di tutte le transenne mobili esistenti che attualmente incanalano le auto nelle zone dove sono lavori in corso.
Sono alcune delle misure decise ieri dal Comune di Firenze nell'ambito di una conferenza dei servizi alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche le Ferrovie e l'azienda di smaltimento dei rifiuti urbani Quadrifoglio.
In occasione della manifestazione contro la guerra del 9 novembre, quando sono attesi dai 150 ai 200 mila partecipanti, le Ferrovie hanno organizzato 12 treni speciali che si fermeranno alla Stazione di Campo di Marte. Sono anche attesi decine e decine di bus che potranno entrare a Firenze solo dall'uscita Firenze Sud dell'Autosole. La zona parcheggio per i bus è stata individuata nella zona di Campo di Marte, dove sorge lo stadio Artemio Franchi. Saranno organizzati servizi navetta per trasportare i partecipanti al Social Forum dalla zona di sosta degli autobus e dalla stazione di Campo di Marte verso la Fortezza da Basso che ospita i lavori del Forum.
Decisa anche l'ubicazione del palco che ospiterà i rappresentati del Social Forum Europeo per gli interventi che concluderanno la manifestazione ai quali seguirà un concerto. Il palco sarà sistemato in viale Manfredo Fanti, tra i campetti di calcio vicini allo stadio Franchi e la piscina Costoli. Nel centro storico, in quello che è considerato il triangolo del lusso, gli ordini impartiti dalle sedi centrali a Milano ai vari negozi Gucci, Armani, Ferrè, Versace è quello di stare pronti a qualsiasi evenienza, con ampia autonomia ai direttori delle boutique di chiudere nel caso la situazione si surriscaldi. Saranno blindatissime, invece, le buotique di Louis Vuitton e Fendi



La Nazione

http://lanazione.quotidiano.net/chan/8/2:3811005:/2002/10/31
Si avvicina il Social Forum, sale la tensione. Una piccola «molotov» è stata trovata a Palazzo Pinucci, in via Cavour 11, sede di una parte degli uffici della Provincia, proprio sotto i locali dei gruppi consiliari. Si tratta di un contenitore di plastica rettangolare alto una decina di centimetri con una miccia costituita da un pezzo di spago, con un cappuccio sul quale erano stati applicati con la cera tre fiammiferi.
La bottiglietta, che conteneva alcol, non sarebbe stata in grado di esplodere. Era di fronte alla porta dell'ascensore al primo piano del palazzo, che ospita in particolare gli uffici del Consiglio provinciale delle Aree della cultura e delle risorse umane e finanziarie. L'hanno trovata ieri alle 12,20 due dipendenti della Provincia che hanno avvertito subito l'amministrazione. Il contenitore, che secondo chi l'ha visto, potrebbe essere stato nascosto anche in un taschino della giacca, è stato definito dalla Provincia uno «pseudo ordigno», rimosso poco dopo dalla polizia, dopo il sopralluogo della Digos.
L'accesso al palazzo è permanentemente sorvegliato da personale della Provincia e da una telecamera. Il pubblico viene registrato.
La cassetta del filmato è stata acquisita dalla Digos che la sta visionando per cercare di identificare chi l'ha sistemata.
«Valuteremo meglio l'episodio alla luce delle indagini - ha detto il vicepresidente della Provincia, Piero Certosi (nella foto) - ma, indipendentemente dalla natura dell'ordigno, che probabilmente non poteva esplodere e aveva solo una funzione dimostrativa, siamo fortemente preoccupati. Tutto viene ad innestarsi in un clima di forte tensione, ad una settimana dal Social Forum. Qualcuno vuole evidentemente accentuare ancora di più l'allarme. Condanniamo fermamente l'accaduto e la strategia che pare stargli dietro ed auspichiamo invece che prevalgano il buonsenso e la tradizione di pace e di civiltà della nostra città».
Il presidente della Provincia Michele Gesualdi, che si trova a Valencia per l'inaugurazione di una mostra ha detto: «Questa nuova minaccia nei confronti delle istituzioni ci convince che, anche se è giusto non drammatizzare e attendere l'esito delle indagini per esprimere una valutazione, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Ormai ci sono troppi piccoli episodi, dalla bomba al prefetto, alla pallottola inviata al sindaco Domenici, per finire con quello di oggi da noi in Provincia, che sono in attesa di essere chiariti. Abbiamo bisogno di sapere se si tratta di azioni strumentali per alzare la tensione o di qualcosa di più serio».
L'«ordigno» rudimentale ritrovato nella sede della Provincia ? È stato messo da «forze occulte», che stanno cercando di fermare il Social forum europeo. Ne sono convinti Luca Casarini, Francesco Caruso e Nicola Fratoianni, i tre leader no global dei «Disobbedienti». «Per questo governo — hanno aggiunto — la storia non cambia mai. Le stesse forze occulte che hanno inquinato Genova tentano di fermare i movimenti di cambiamento».
Per il Verde Paolo Cento si tratta di «una bomba annunciata, figlia bastarda del clima di odio montato contro il Social Forum». «Mancava solo il tassello delle «bombe» per rendere più avvelenato il clima: chiunque l'abbia messa - spiega Cento - ha fatto un favore a chi lavora da giorni per far saltare l'appuntamento del Social Forum o per farlo svolgere in un clima di paura. Mai come in questo momento dobbiamo impegnarci affinchè Firenze sia un grande incontro di pace e solidarietà».


http://lanazione.quotidiano.net/chan/2/5:3811012:/2002/10/31
«Non ho mai offerto la città
e rispetterò la scelta del governo»

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum 
Ci sono 1 commenti visibili (su 1) a questo articolo
Lista degli ultimi 10 commenti, pubblicati in modo anonimo da chi partecipa al newswire di Indymedia italia.
Cliccando su uno di essi si accede alla pagina che li contiene tutti.
Titolo Autore Data
rassegna stampa sfe 31/10 seconda parte marijuana Friday November 01, 2002 at 01:46 AM
©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9