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Rassegna stampa sfe 01/11 seconda parte
by marijuana Friday, Nov. 01, 2002 at 5:26 PM mail:

-

Il Manifesto


pag 4
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art38.html
Indymedia record: centomila notizie
In due anni di vita, è diventato grande il nodo italiano di informazione in movimento. E adesso tocca a Firenze
SERENA TINARI
«Indymedia è una rete di collettivi e persone che fanno informazione indipendente, libera e autogestita. Dunque Indymedia a Firenze sarà dappertutto: per fare informazione, per sperimentare, per costruire e condividere reti di attivismo sociale e mediatico». Nel network italiano, fervono i preparativi per l'appuntamento fiorentino: dal nord est alla Sicilia si mettono a punto computer e telecamere, antenne e microfoni. La parola d'ordine é quella di sempre: «Reclaim your media: Tu sei il media - La tua testa la redazione - Il tuo pc la tua sede», un motto e una pratica che regalano al network il dono dell'ubiquità, che prescinde dagli schieramenti politici: così a Firenze Indymedia sarà nelle manifestazioni e nelle piazze tematiche, sarà presente nel centro per i media indipendenti all'interno del Fse e con workshop e laboratori cospirerà con il progetto Hub.

In due anni di vita, il nodo italiano è cresciuto e la mailing list che ne costituisce l'«assemblea permanente» è arrivata a 334 iscritti: centinaia di persone che ogni giorno elaborano via mail i contenuti della colonna centrale del sito e i progetti locali e globali. Mentre il Newswire, la colonna a pubblicazione aperta, ha raggiunto quota 100.001 post fra articoli, video e fotografie. E corre alla velocità della luce in questi giorni, con Firenze al centro dell'attenzione. C'è la rassegna stampa, ci sono comunicati e indicazioni pratiche. Ci sono dubbi e umori di chi si prepara ad andare al Fse, da solo o in collettiva, e si ritrova frastornato da un assalto mediatico senza precedenti. Ecco allora che l'appello «Non distruggiamo una bella città come Firenze» scatena in poche ore trenta commenti, da: «Non è che Berlusconi ti ha un po' condizionato?» a «qualcuno inserisce tra i beni culturali anche bancomat, banche e automobili?», fino a: «Se qualcuno toccherà un monumento lo farà perchè l'hanno pagato per farlo». Imperversano provocazioni di pseudo fascisti e pseudo attivisti, in buona compagnia con sedicenti militari che rivendicano di essere stati a Genova.

L'assemblea permanente di Indymedia, intanto, attraverso la Rete e nei nodi locali, si prepara alle giornate fiorentine. Nelle strade e nelle piazze ci saranno mille occhi e sperimentazioni fra cavi ed etere. E Firenze sarà un'occasione preziosa per fare circolare le ultime produzioni: il video sull'Argentina, il Manuale di disinformazione, l'IndyTour di Imc Toscana (http://italy.indymedia.org). In nome della comunicazione, Indymedia sarà nel centro per i media indipendenti del Fse e per presentare insieme ad altri Imc «Mediattivismo in tempo di guerra», un workshop nato dalle recenti esperienze in Palestina e realizzato insieme ad Alternative Information Center (http://alternativenews.org) e International Solidarity Movement (http://rapprochment.org). La condivisione di un metodo, invece, porterà Indymedia nel progetto Hub, «un'area di creazione e di libero godimento dei beni e dei saperi: un laboratorio satellite orizzontale e trasparente di sperimentazione dell'attivismo sociale e mediatico», in costruzione attraverso la Rete (http://inventati.org/hub).

Sono attesi decine di collettivi da tutto il mondo, che lavoreranno per filoni tematici: Reclaim the media, per imparare a fare una radio on-line, usare il satellite, per infomarsi sulle campagne mediatiche, come quella per Ginevra 2003 (Summit delle Nazioni Unite sulla società dell'informazione). I Chainworkers saranno con gli spagnoli YoMango in Break your chain (rompi la tua catena), mentre si parlerà di Attivismo finanziario nell'incontro curato da Boicotta la Banca Mondiale. Reclaim the money porta in Hub il multibattito sul reddito di cittadinanza: «un battito di molti cuori: per parlare, raccontare, scambiare esperienze». Ci sarà Tango Argentino, laboratorio di sovversione quotidiana ispirato dalle pratiche di autogoverno e azione diretta in Argentina. Ci sarà Hacking the Science con il Collettivo Laser, il progetto di cartografia dei poteri, ci saranno le esperienze di Space jamming: performance e seminari fra guerriglia comunicativa e arti digitali. Aarrg (Apprendisti agitatori per una rete di resistenza globale) porterà nel laboratorio Intergalactika l'Evian Game: invito al confronto giocoso, per immaginare una strategia innovativa per il prossimo vertice del G8.


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art36.html
«E chi se n'era mai andato?»
A Firenze si lavora all'organizzazione del forum. «Siamo pronti, non aspettavamo certo le decisioni del governo»
Portate la telecamera Dalla casa del popolo che fa da quartier generale, gli organizzatori dicono: più immagini ci saranno, meglio sarà. E c'è chi ha già prenotato la visita agli Uffizi.


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art37.html
Studenti e Cgil in corteo
Molti istituti seguiranno il meeting. Operai Fiat in testa


pag 5

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art41.html
Il governo: «Social forum a Firenze»
CITTA' APERTA Pisanu convince i ministri: «Spostare il forum moltiplicherebbe i rischi». Il governo conferma «gravi preoccupazioni» e ottiene dall'opposizione la piena «corresponsabilità»

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art42.html
Falso allarme
Cosa succederebbe se rompessero un braccio al David di Donatello? Se lo chiede un preoccupatissimo Berlusconi alla vigilia del Social forum fiorentino. Strana domanda per uno che con il suo governo ha inventato la Patrimonio spa, ovvero la «riserva di cassa» in versione opere d'arte. Adesso il premier è addolorato per le sorti culturali del Belpaese. Però possiamo aiutarlo a dirimere la terribile questione. Per il David (ce ne sono due, in marmo e bronzo) di Donatello può stare tranquillo: sono al sicuro al museo del Bargello. L'altro, cui forse si riferiva il nostro confuso presidente del Consiglio, quello firmato da Michelangelo, non corre grandi rischi: è una copia (l'originale è conservato nella galleria dell'Accademia). Quindi se il fatidico braccio si rompesse, basterebbe rifarlo nuovo di zecca. Oppure per eccesso di zelo, restaurarlo con la perizia dei migliori tecnici italiani. Sempre meglio che vendere tutto, copia e originale al miglior offerente su piazza. Se nonostante tutto la sua preoccupazione non dovesse diminuire consigliamo la soluzione Putin: la distruzione preventiva per evitare che altri «intervengano».


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art43.html
«Non ripeteremo Genova»
Il Siulp di Firenze: «I proiettili di gomma? Pura follia»
Bon ton di piazza Corso agli agenti del reparto mobile: in caso di disordini non inseguire e non accerchiare i manifestanti, lasciare sempre vie di fuga. No ai manganelli Tonfa, sì ai lacrimogeni al Cs
COSIMO ROSSI
«Sono soddisfatto per la ritrovata serenità tra le forze politiche, che consentono ora di lavorare con maggiore tranquillità». Parola del prefetto di Firenze Achille Serra, che di dubbi sullo svolgimento del Social forum a Firenze ne ha avuti sempre pochi. Ma che dichiara di non nascondersi che «Firenze resta una città fragile e evidentemente ci sono problemi connessi all'evento». «Tuttavia punto molto sulla professionalità e sull'impegno delle forze dell'ordine, il cui lavoro finora è stato soddisfacente - aggiunge Serra - E posso garantire che il loro impegno per la sicurezza sarà totale, fino a quando l'ultimo manifestante non avrà lasciato Firenze». L'importante, secondo il prefetto, è che ci sia un impegno comune «affinché il Social forum si svolga davvero in un clima pacifico. C'è la necessità assoluta che le forze dell'ordine insieme agli organizzatori isolino eventuali frange violente». Ma sostanza, anche da questo punto di vista, è comunque il comportamento delle forze dell'ordine. Che, almeno a Firenze, sembrano avere idee più chiare e meno bellicose di quanto non ricordi chi ha visto Genova. «Quella - secondo il segretario del Siulp fiorentino, Roberto Lanzilli - è stata un'esperienza con risvolti indubbiamente negativi, molti dei quali attendono di essere chiariti, ma credo che vada vista come una esperienza preziosa per comprendere quali errori, colpe e devianze siano state commesse e debbano invece essere evitate». Se insomma c'è chi - come il capo del sindacato funzionari di polizia Giovanni Aliquò - propone l'uso dei proiettili di gomma, Lanzilli replica: «Pura follia». Per il leader dell'organizzazione che associa 1.200 dei duemila agenti fiorentini, infatti, «sarebbe sbagliato non comprendere che oggi è diverso lo stato d'animo sia di chi ha responsabilità di gestire l'ordine pubblico, sia di chi vuole invece manifestare democraticamente la propria opinione sui temi della globalizzazione».

Una posizione ben diversa dalla Uilps, che chiede «tolleranza zero» contro chi (?) ha intenzione «di devastare la città». Ma che troverebbe suffragio nelle più recenti direttive ai reparti mobili. In vista dell'appuntamento fiorentino, infatti, una équipe di psicologi e sociologi ha tenuto un corso di un mese per gli agenti che saranno impegnati a Firenze, impartendo alcune raccomandazioni: anche in caso di disordini non si devono inseguire né accerchiare i manifestanti, sempre meglio lasciare delle vie di fuga; il black-bloc non è un nemico, e anche in caso di aggressione, non si deve reagire. E' impensabile - hanno spiegato gli esperti - poter reagire con la forza ad una azione forte; è invece preferibile lasciare delle ampie vie di fuga, per poter far defluire e disperdere i manifestanti violenti. Anche perché chi vuole provocare incidenti si divide in piccoli gruppi e si infiltra nella folla. Perciò è stato spiegato agli agenti che i disordini vanno contenuti e non compressi. E la cosa più importante è la stabilità psicologica.

Tra personale fiorentino e trasferito, in tutto dovrebbero essere circa 3.500 i poliziotti, carabinieri e finanzieri impegnati nella quattro giorni del meeting. L'elenco comprende anche una quindicina di artificieri, tre squadre nautiche composte da otto sommozzatori, una ventina di tiratori scelti, polfer, polstrada e la polizia in servizio all'aeroporto di Peretola dove, dopo l'11 settembre, è in forza anche l'esercito. Ci saranno anche unità cinofile, cinque o sei elicotteri di polizia e carabinieri e un imbarcazione in Arno. Per quanto riguarda la polizia, a Firenze sono stati aboliti paramenti, maschere e i manganelli giapponesi Tonfa adottati a Genova. Restano invece caschi, sfollagente e i lacrimogeni del tipo Cs, quelli usati a Genova. Con una nuova incognita evidenziata ieri da Enrico Jacchia, ex responsabile dei controllo di sicurezze della Ue: «Le rivelazioni ufficiali sull'uso di un composto a base di Fentanyl nel teatro di Mosca, aprono il capitolo sull'impiego dei lacrimogeni ed incapacitanti per garantire l'ordine pubblico».


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art44.html
Il Manifesto dell'Est è no global
In Macedonia il movimento muove i primi passi, gli attivisti si preparano per il forum
Balcani in movimento: Nasce il «Manifest», un quindicinale contro il «globalismo imperialista». Ed è subito polemica


Repubblica firenze

http://www.firenze.repubblica.it:80/archivio/20021101/speciale/01edifi.html
Figuracce e un'occasione di modernità

http://www.firenze.repubblica.it:80/archivio/20021101/primo_piano/023farcito.html
Molti rimangono aperti, altri ordinano barriere d'acciaio Diversi gli orientamenti tra strada e strada, ma anche tra vetrina e vetrina. E comunque c'è anche chi in quei giorni conferma l'inaugurazione
Negozianti tra barricate e ottimismo


Panorama

http://www.panorama.it:80/home/stampa/articolo/ix1-A020001016008/idxsl1-stampaarticolo
"Fiorentini preoccupati ma non contrari al Social forum"

30/10/ 2002

URL: http://www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001016008


Lo dichiara Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, in un'intervista a Panorama in edicola da giovedì 31 ottobre



Claudio Martini, se potesse tornare indietro darebbe di nuovo ospitalità al Social forum a Firenze?
Sì, anche se non pensavo che ci sarebbe stata una tale esasperazione dei toni e che l'evento sarebbe diventato solo un problema di ordine pubblico. Per questo, con il senno di poi, cercherei sin dall'inizio un maggior coinvolgimento politico da parte del governo. Anche perché questo non è un appuntamento contro Silvio Berlusconi.
Si sente lasciato solo?
Quando abbiamo accettato di ospitare il Social forum, ad aprile, l'allora ministro dell'Interno Claudio Scajola non ebbe nulla da obiettare. Poi sono iniziate le strumentalizzazioni politiche.
I black bloc non li ha inventati il centrodestra...
E noi li vogliamo isolare: aprire Firenze ai ragazzi del Social forum ha come obiettivo quello di favorire un approdo pacifico del movimento no global. Altri vogliono che sparisca o si radicalizzi. Invece, a Firenze ci saranno anche la Cisl e i focolarini.
È vero che è stato lei a chiedere di poter ospitare questo meeting?
Non ho mai promosso la candidatura di Firenze. Al Social forum di Porto Alegre in Brasile, a gennaio, nacque l'idea di un appuntamento europeo e i no global italiani proposero come possibili sedi Napoli, Venezia e Firenze.
E le altre città hanno detto no.
Al contrario. Sia Napoli sia Venezia, per quello che mi risulta, hanno dato la loro disponibilità. Alla fine, però, gli organizzatori, per vari motivi, hanno scelto Firenze.
I fiorentini non sembrano contenti.
In base a un mio sondaggio la maggioranza non è contraria, ma preoccupata, visto il clima che si è creato.
Quindi nessun rinvio in extremis...
Non sono io che devo deciderlo, ma il governo, sulla base delle informazioni che possiede sui possibili rischi.


Il Messaggero

http://ilmessaggero.caltanet.it:80/hermes/20021101/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/POLI.htm
Venerdì 1 Novembre 2002

Palazzo Chigi: «Adesso lavoriamo tutti per evitare incidenti». Pisanu soddisfatto per «l’assunzione comune di responsabilità»
Il governo conferma Firenze: ma il rischio c’è
Il leader ds: scelta saggia. L’Ulivo si appella al Movimento: tocca a voi garantire l’ordine

di CLAUDIA TERRACINA

ROMA— La decisione del Consiglio dei ministri di mantenere il Social Forum a Firenze mette finalmente d’accordo maggioranza e opposizione che si impegnano insieme nella riuscita della manifestazione senza incidenti e violenze. E, dopo i sospetti e il rimpallo di responsabilità dei giorni scorsi, non è cosa di poco conto. Certo, nella maggioranza c’è chi conserva le proprie diffidenze, come il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, che avrebbe preferito «vietare la manifestazione, se solo si fosse affrontata la questione in tempi utili» ed è pronto a precisare che «la responsabilità di quanto potrà accadere a Firenze la prossima settimana andrà a ricadere sugli amministratori degli enti locali che non solo non hanno osteggiato il raduno del Social Forum, ma lo hanno addirittura sponsorizzato». Ma, nel complesso, tra i poli prevale la volontà di collaborare. Basta ascoltare il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, che loda «la scelta saggia del Consiglio dei Ministri e si allinea all’Ulivo spiegando che «ora tocca agli organizzatori del Social Forum fare la loro parte, evitando che ci siano incidenti e danni al patrimonio artistico».
Nella nota ufficiale di Palazzo Chigi, si apprezza «l'assunzione esplicita di una precisa corresponsabilità, che era mancata in Parlamento, da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione e dei rappresentanti dei poteri locali che hanno concesso la città di Firenze al Social Forum. Fatto che determina quella condizione di unità politica attorno alle forze dell'ordine ripetutamente sollecitata dal governo alla Camera Per questi motivi - continua il comunicato - pur nella consapevolezza dei gravi rischi ai quali la città di Firenze, i suoi cittadini ed il patrimonio artistico sono esposti, il governo farà tutto quanto in suo potere per consentire l'esercizio del diritto costituzionale a manifestare le proprie opinioni e per assicurare il pacifico svolgimento della manifestazione e rivolge un forte appello al senso di responsabilità dell'opposizione, degli amministratori locali e dei partecipanti alla manifestazione». Insomma, anche se restano «gravi, forti e motivate tutte le preoccupazioni relative alle manifestazioni che si svolgeranno nel capoluogo toscano», l’Esecutivo si è convinto, dopo aver ascoltato la relazione del ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, che «uno spostamento della data o la scelta di un’altra città avrebbe scatenato una reazione non facilmente controllabile non solo a Firenze, ma in altre città italiane». Meglio perciò affrontare la quattro giorni dei no-global, incassando la collaborazione della minoranza.
Il nuovo clima è stato determinato dall’appello in senso "bipartisan" del segretario dei Ds, Piero Fassino, ma anche dai contatti discreti e sotto traccia tenuti dal coordinatore dell’Ulivo, Francesco Rutelli, che si è sentito più volte con il ministro dell’Interno e con il prefetto di Firenze Achille Serra. Non a caso, il primo ad approvare la scelta del governo è stato Fassino che ha parlato di «decisione saggia e responsabile e ha rivolto con il coordinatore della segreteria della Quercia, Vannino Chiti, un appello al movimento. «Ora chi manifesta deve essere chiamato ad un atto di impegno serio. Noi sappiamo che il 99 per cento di coloro che fanno parte del movimento sono per la non violenza. Ma occorre che anche quell’un per cento che non la pensa così sia messo, per impegno di tutti, in condizione di non fare danni».
E anche il capogruppo della Margherita, Pierluigi Castagnetti, dice di «apprezzare questa decisione» e condivide «l'appello affinchè la manifestazione possa svolgersi con tranquillità, sicurezza e serenità». La Margherita, del resto, che organizza una pre-manifestazione a Prato il 5 novembre con i maggiori esponenti del partito, è stata la prima forza politica a rivolgere un appello agli organizzatori del Forum fiorentino. Giuseppe Fioroni sottolinea che «dall'esito del meeting dipenderà la credibilità del movimento no-global» e ricorda che «il primo nemico da battere è la paura». Il verde Alfonso Pecoraro Scanio chiama «all'impegno di tutti per la non violenza», a cominciare dal governo». Clemente Mastella spera «ora in un clima più sereno, di grande responsabilità civile», mentre è ancora polemico Gianfranco Pagliarulo dei Comunisti italiani che si chiede «perchè Berlusconi criminalizza la manifestazione profetizzando assurdamente il pericolo che si rompa un braccio al David di Donatello?». E, polemicamente, gli risponde Fabrizio Cicchitto di Forza Italia che ricorda «a tutte le forze parlamentari di maggioranza ed opposizione che esistono comunque rischi reali da cui bisogna, a tutti i costi, preservare Firenze».


Corriere della Sera

http://www.corriere.it:80/edicola/index.jsp?path=POLITICA&doc=VERDE
Palazzo Chigi avverte: non accetteremo accuse alla polizia

Fini: subito un messaggio di riconoscenza alle forze dell’ordine. Pressing sul Cavaliere: sarebbe stato un danno negare il diritto di manifestare


ROMA - Sarà pur vero che Firenze non è Genova, che «non ci sono i potenti della

Terra da contestare nè una zona rossa da violare», ma è anche vero che Firenze potrebbe trasformarsi in un’altra Genova, teatro di scontri e di devastazioni, perché - per usare le parole di Pisanu - siccome «la presenza di gruppi estremistici provenienti dall’estero, e le tensioni esistenti nel movimento italiano» inducono a ritenere «molto elevato» il rischio di disordini, allora bisognerà evitare che Firenze si trasformi in una nuova Genova per le forze dell’ordine. Ed è stato alla fine di questo ragionamento che il vice premier ha invitato il governo «a far sentire la piena solidarietà» ai Carabinieri e alla Polizia «già prima che il Social forum europeo inizi». Il modo in cui Fini ha voluto sottolineare la «necessità di inviare un messaggio di riconoscenza per il loro lavoro» agli uomini che saranno impegnati nella città toscana, ha fatto capire quale debba essere la natura e il valore del gesto: non un semplice omaggio simbolico, ma un vero e proprio messaggio politico. Perché un conto è il legame «bipartisan» che si è instaurato tra maggioranza e opposizione dopo la scelta dell’esecutivo di concedere Firenze al Social forum, altra cosa sarà verificare se questo rapporto reggerà qualora le manifestazioni dovessero prendere una piega poco pacifica. Davanti a quella eventualità il governo non potrebbe accettare altri riferimenti «cileni» in Parlamento, come accadde dopo gli incidenti del G8.
Non a caso l’appello di Fini è stato condiviso dal Consiglio dei ministri, non a caso si è riscontrata identità di vedute tra le varie anime del centro-destra, e le parole del leader di An si sono fuse con quelle del centrista Buttiglione, perché «è giusto far sentire subito alle forze dell’ordine la gratitudine e l’unità morale del Paese», perché «adempiendo al loro dovere non si sentano posti all’indice come nemici della democrazia». Serve quindi il messaggio. E serve farlo in fretta.
Il resto del Consiglio è stato solo la rappresentazione plastica di un grande errore, e la speranza che l’errore non sia pagato a caro prezzo. Lo s’intuisce dal modo in cui Berlusconi ha definito la scelta di Firenze «il male minore», da come ha spiegato che «purtroppo il problema nella sua vera dimensione mi è stato rappresentato solo pochi giorni fa». Tuttavia è difficile scaricare sul Viminale ogni responsabilità, perché c’è chi ricorda i ripetuti inviti - avanzati già a luglio - di prendere in esame il caso e trovare un’altra soluzione. A una settimana dal Social forum era ormai impossibile farlo: il premier lo aveva constatato la notte scorsa leggendo le relazioni del Comitato per la sicurezza e ascoltando il resoconto di Pisanu. Nè il giro di consultazioni con gli alleati lo ha sollevato dall’incombenza di porre il sigillo ufficiale alla decisione. E già la notte scorsa tanto il ministro dell’Interno quanto il vice premier avevano avuto gioco facile a spiegargli che non si poteva più intervenire. Negare il diritto a manifestare - a loro giudizio - avrebbe potuto causare non solo disordini, ma anche un danno d’immagine internazionale a palazzo Chigi. «Ricordiamoci - avrebbe detto poi Matteoli in Consiglio - che nemmeno negli anni bui del terrorismo i governi dell’epoca pensarono di proibire i cortei». «Eppoi - avevano aggiunto Fini e Pisanu - a questo punto bisogna anche dimostrare che il governo è in grado di garantire l’ordine pubblico», sebbene siano stati messi nel conto i rischi. Lo ha spiegato ieri il titolare del Viminale, leggendo la sua relazione. A parte i gruppi provenienti dall’estero, «che già sono nel nostro territorio», è stata l’analisi sul movimento italiano a sollevare inquietudine: «La lacerazione interna emerge dalla forte contestazione degli attuali leader. E questo potrebbe innescare spirali pericolose».
Di errori il governo ne ha commessi tanti, «compreso quello di parlarne in modo troppo enfatico, come abbiamo fatto in questi giorni», ha detto senza mezzi termini Matteoli: «Sarebbe stato inopportuno anche tentare il cambio di sede, perché avremmo causato la reazione della città scelta». Il ministro di An ha poi motivato politicamente l’adesione al via libera per il capoluogo Toscano: «Ricordiamoci che non è stato il Social forum europeo a chiedere Firenze. E’ stato il presidente della regione a offrirla, e il sindaco ha accettato la proposta. Ora, temendo devastazioni, avrebbero voluto che fosse il governo a proibire la manifestazione per cavarli d’impaccio». Ora, è vero che Fassino teme le conseguenze che potrebbero abbattersi sui Ds qualora Firenze venisse sfregiata. Ma al governo oggi c’è Berlusconi, non l’Ulivo.
Francesco Verderami


http://www.corriere.it:80/edicola/index.jsp?path=POLITICA&doc=SOCIAL






POLITICA








I no global preparano un «servizio di autotutela»: così eviteremo i rischi di infiltrazione di ospiti indesiderati, non soltanto dei black bloc

«Saremo duecentomila, si può cambiare il percorso dei cortei»


DA UNO DEI NOSTRI INVIATI




FIRENZE - «Ad occhi aperti», dicono tutti. Perché non si fidano.
Nei discorsi degli organizzatori del Forum sociale c'è sempre e soprattutto quella parola e quel ricordo: «Genova». Dice Raffaella Bolini (Arci): «Spiace, perché con le autorità locali stiamo lavorando benissimo. Ma resta la ferita, e speriamo che questo evento possa ricucirla, ricreando fiducia tra noi e le istituzioni». Firenze non c’entra nulla con Genova («Là volevamo rovinare la festa a qualcuno, qui è la nostra festa»), e neppure deve somigliargli. Qualcosa cambierà, perché - aggiunge Bolini - «siamo cresciuti, e non siamo soli come allora». I cambiamenti sono piccoli, e avvolti da sigle più potabili. In strada non ci sarà un servizio d'ordine, parola che non piace agli organizzatori del Forum, ma un «servizio di autotutela». Sembra una differenza fumosa, si traduce così: niente energumeni con le mazze in mano a sorvegliare i cortei, ma tante persone tra le altre a segnalare le infiltrazioni di ospiti indesiderati. Una specie di catena di comunicazione, quella che era mancata a Genova 2001. «Non vogliamo militarizzare il movimento, ma soltanto garantire l'evento». Luciano Muhlbauer (Sin-Cobas): «Ci sarà un coordinamento forte tra noi italiani e gli altri europei, per prevenire l'arrivo di intrusi. Continuiamo a non fidarci del governo, non ci fidiamo di chi usa gli strumenti di ordine pubblico a fini politici».
Pesa, la sfiducia verso il governo. Condiziona ogni mossa, ogni ragionamento. Il sospetto di trame oscure contro il movimento no global, è tutta nell'identificazione dei possibili pericoli. Quando parlano di «infiltrati», gli organizzatori non si riferiscono soltanto ad eventuali black bloc, ma (anche) ad altro.
Così, la decisione di confermare il Forum a Firenze viene letta in controluce. Dice il «disubbidiente» Anubi D'Avossa: «Era un atto dovuto, ma è anche un tentativo di continuare a produrre paura. Paventano una serie di rischi, e poi dicono che rinviare sarebbe ancora peggio. Ma noi questo gioco l'abbiamo capito. Il nostro servizio di autotutela? Siamo costretti a farlo, perché non ci fidiamo di nessun altro».
Anche la richiesta di modificare il percorso dei due cortei in programma il 9 novembre viene soppesata con cura. Gli organizzatori hanno fatto i conti, valutato la quantità di treni e bus speciali, e hanno raddoppiato: non più centomila, saremo il doppio. E quindi - sostengono -, ci sarà la necessità «per motivi di sicurezza» di allungare e allargare gli spazi, l'idea della coda di un corteo che si mette in marcia quando la testa è già arrivata alla conclusione non piace a nessuno, a loro per primi. Però le estenuanti riunioni al primo piano della casa del popolo «Il progresso» hanno come convitato di pietra la paura che questa settimana passi in uno stillicidio di limature, correzioni: «Sarebbe un modo per tenere alta la tensione», dice D'Avossa.
L'unico uomo dello Stato che sembra avere credito qui dentro è il prefetto Serra. «Lui è convinto di riuscire a governare l'ordine pubblico - dice Raffaella Bolini -. Sa che ci sarà anche chi contesterà il Forum, ma questo non significa avere automaticamente problemi di piazza». Ed è sulla gestione dei cortei che gli organizzatori del Forum si sentono più tranquilli. Hanno avuto la garanzia che in strada ci sarà il «cuscinetto» tra manifestanti e celerini. Ci sarà dialogo e trattativa, e non il muro contro muro che secondo loro fu una delle cause dei disastri del G8 di Genova. Perché sarà anche «tutto diverso», ma alla fine si torna sempre lì, a quei giorni avvelenati di luglio, a un capitolo che deve ancora essere chiuso.
Marco Imarisio




Il Tempo

http://62.110.253.162:80/approfondimenti/index.aspx?id=168683
Proteggere il centro decentrando i cortei


VIA libera del Governo allo svolgimento del Social Forum a Firenze, ma si torna a parlare di decentrare il più possibile le manifestazioni per salvaguardare il centro storico della città. L'argomento è stato discusso nel Comitato per l’ordine pubblico e ripreso ieri nel corso del consiglio dei ministri, con l'obiettivo di evitare che i cortei organizzati dal Movimento attraversino le zone più delicate della città. Sarebbe stato questo il punto su cui si è trovata un'intesa: Social forum a Firenze sì, ma facendo di tutto per garantire l'integrità dei monumenti. Sarebbe stato deciso di insistere con organizzatori e amministratori locali per valutare la modifica degli itinerari di alcune delle manifestazioni, un input che però non è ancora arrivato ai rappresentanti dei No global.
Ma non solo il centro storico di Firenze avrebbe destato la preoccupazione dei vertici dell'intelligence e delle forze dell'ordine: il comitato, riunitosi martedì, avrebbe fatto anche un'attenta valutazione dei rischi legati alla prima delle manifestazioni in programma, quella davanti alla base Nato di Camp Derby. Motivi di sicurezza legati non solo alla manifestazione No global, ma anche all'allarme terrorismo rendono questo appuntamento tra i più delicati.
I PARTECIPANTI — Sono previsti circa 20 mila partecipanti alle sessioni ufficiali attesi dai vari Paesi, ma per il corteo del 9 novembre i No global parlano di centomila persone. Ad Ancona sono attesi 1.500 No global greci, ma il questore del capoluogo marchigiano, Gulì, è sereno nonostante l’annunciata manifestazione dei «disubbidienti» marchigiani che attenderanno lo sbarco.
LE FORZE DELL’ORDINE — 3.500 agenti, carabinieri e finanzieri nei quattro giorni del Social forum. Tra loro nuclei specializzati di sommozzatori, artificieri, unità cinofile, elicotteri oltre a vigili del fuoco e vigili urbani. La novità sono i «gruppi di intervento rapido», 15 o 20 uomini ciascuno diretti da un funzionario, dislocati in vari punti della città. Se il dirigente è di fuori città sarà affiancato da uno «specialista d’area». Circa 200 gli obiettivi sensibili, di cui 47 sorvegliati 24 ore.
IL PROGRAMMA — Il Social forum è previsto dal 6 al 10 novembre. Numerosi i seminari su Liberismo, Guerra, Democrazia e Diritti. Il 9 pomeriggio la «Manifestazione europea per la pace e contro tutte le guerre», il corteo più rischioso.


La Nazione

http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/2/2:3816850:/2002/11/01
Cadono i dubbi: le scuole rimarranno aperte


http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/10/6:3817585:/2002/11/01
Camp Darby, aumenta la tensione

PISA — Si avvicina tra le polemiche la data della manifestazione no global a Camp Darby e si delineano le varie posizioni. Il Siulp, sindacato italiano unitario lavoratori di Polizia, invia una nota per dire che «crede fermamente che l'elevata professionalità dei poliziotti, abbinata al senso di responsabilità di tutte le altre componenti, contribuirà in maniera determinante a far sì che la manifestazione organizzata dal Social Forum Europeo possa pacificamente svolgersi, nel rispetto dei diritti costituzionali dei manifestanti e degli stessi cittadini di Pisa».
Il Siulp invita tuttavia le autorità tecniche, competenti alla gestione dell'ordine pubblico, «a pianificare con inappuntabile zelo ogni aspetto dei servizi di vigilanza, senza lasciare nulla al caso, impartendo alle forze di Polizia chiare ed esaustive direttive che contemplino ampi margini di sicurezza per tutti».
Il Siulp pisano ha già attivato presso la propria segreteria un "osservatorio permanente" che seguirà l'evolversi dei preparativi e vaglierà ogni segnalazione di eventuali anomalie.
Intanto i gruppi che hanno promosso la manifestazione non hanno alcuna intenzione di rinviare l'appuntamento del 6 novembre. «E' necessario portare davanti ai cancelli che proteggono le armi di distruzione di massa quell'opposizione alla guerra che si esprimerà nei quattro giorni fiorentini e nella grande manifestazione internazionale del 9 novembre a conclusione del social forum», si legge in una nota di Cobas, Movimento Antagonista Toscano e altre associazioni. E Marta Calamia, un'esponente del Movimento antagonista aggiunge: «Qualcuno sta cercando di boicottare la nostra manifestazione di Camp Derby, ma non ci lasceremo intimorire, parteciperemo in massa, ma sempre nel pieno rispetto della legge. Questa cultura della guerra che va dilagando deve essere contrastata».


http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/10/1:3817562:/2002/11/01
PISA — Perquisizioni domiciliari in città e San Giuliano Terme, con tanto di sequestro di materiale, essenzialmente floppy disk ed elenchi. Gli uomini della Digos romana, su mandato dell'autorità giudiziaria capitolina, hanno visitato l'abitazione di due pisani: Carlo Camilloni, sindacalista dei Cobas, e Valter Lorenzi presidente del circolo Arci Agorà, entrambi abituali frequentatori del Social Forum locale. I due non sarebbero indagati, ma soltanto a conoscenza dei fatti per i quali sono scattati gli arresti romani. «Il nostro impegno nel Social Forum — afferma il consiglio direttivo del circolo Agorà', che si proclama estraneo a ogni fatto di terrorismo — è noto e non vorremmo che tali perquisizioni fossero rapportate a questo impegno, proprio alla vigilia della manifestazione di protesta in programma mercoledì prossimo davanti a Camp Darby».


Il Resto del Carlino

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/2/16:3818089:/2002/11/01
E i duri di Askatasuna sono pronti alla battaglia

I duri, i barricaderi, quei militanti dei centri sociali che contestano da sinistra il Forum Sociale Europeo, non staranno a casa.
Buona parte della galassia che gravita nell'area dell'autonomia e delle frange anarchiche progetta una trasferta fiorentina. E nasconde, a volte, i suoi veri programmi sotto parole a doppio taglio che lasciano aperto il campo a ogni sbocco. I torinesi di Askatasuna, parola basca che significa libertà, hanno confessato a un giornale un tiepido interesse per i temi della kermesse, ma hanno annunciato che in sessanta raggiungeranno il capoluogo toscano. A Genova (nella foto alcuni scontri durante il G8) agenti della polizia a bordo di un elicottero li sorpresero mentre scaricavano mazze da un furgone. Finirono in carcere in tre. Che cosa faranno a Firenze? Il loro portavoce è sibillino: «Non abbiamo cattive intenzioni, ma è la piazza che decide».
I siti internet dell'area sono pieni di invettive contro i mass media.
«Stampa clandestina», vicina all'autonomia fiorentina, annota che «aver gonfiato la psicosi collettiva non solo aumenterà il rischio aperto di conflitto, ma permetterà di giustificare qualsiasi tipo di repressione, qualora si verificassero anche soltanto minimi episodi di danneggiamento». Curioso modo di ragionare, come se gli «episodi di danneggiamento» fossero un destino ineluttabile.
Il Circolo anarchico di vicolo del Panico irride Luca Casarini, leader dei disobbedienti, e Vittorio Agnoletto: «Secondo Angioletto e Casarino non ci saremo... ma sarà vero???». Una pagina successiva e un volantino affisso anche davanti al Centro popolare autogestito Firenze Sud (un richiamo per i numerosi frequentatori?) dice che gli «anarchici a Firenze ci saranno, eccome!». Non si faranno risucchiare, però, nel grande calderone del Social Forum ufficiale. Le tappe della «differenziazione» sono già individuate. Eccole. Giovedì 7/11«video, testimonianze dirette di compagni/e sulle pratiche di azione diretta messe in atto da molti manifestanti anarchici, tra cui i Black Blocks». Venerdì 8/11- in mattinata presidio davanti alla Dupont ( ma il volantino cambia obiettivo e indica la Menarini, la grande impresa fiorentina che produce farmaci ), «multinazionale implicata nelle ricerche sulle biotecnologie». Sabato 9 novembre, il giorno dei cortei fiume contro la guerra, gli anarchici progettano il botto finale con «un presidio davanti al carcere di Sollicciano».
Sotto il titolo «Paranoia Social Forum», con un linguaggio poco curiale, annotano che «mentre i portavoce dei movimenti fanno di tutto per pararsi il culo in vista del Sf, allontanandosi preventivamente da quanto di non pacifico potrebbe accadere, la stampa ci mette tutto l'impegno possibile, con il solito terrorismo mediatico, per far crescere la tensione».
Rientrerebbe in questa campagna un articoletto di «Panorama».
Racconta le riunioni che ogni giovedì il Movimento Anarchico Fiorentino, una ventina di ragazzi secondo il settimanale, tiene nella sua centralissima sede di vicolo Panico 2. Il periodico annota scandalizzato che i giornalisti per entrare debbono «mostrare i documenti e vantare referenze». Il sito anarchico precisa e minimizza: «Una sera arriva un giornalista (che dice di essere de «La Nazione») ci chiede che abbiamo intenzione di fare per il Sf, noi (eravamo in 5-6, magari fossimo sempre in venti) gli abbiamo chiesto prima di tutto delle referenze (non i documenti, non siamo caramba), e se avevamo delle conoscenze in comune». Ma i pochi intimi del vicolo quanti diventeranno sulle piazze?
di Lorenzo Bianchi



Il Tempo

http://62.110.253.162:80/approfondimenti/index.aspx?id=168689
Toscana, sequestrati computer e documenti

A Pisa la Digos da un dipendente comunale dei Cobas che fa parte del Social forum



SONO quattro le perquisizioni effettuate in Toscana, due a Firenze e due a Pisa. Nel capoluogo toscano la Digos ha effettuato perquisizioni che hanno interessato le abitazioni dei familiari di Nadia Desdemona Lioce, 43 anni. Perquisita anche l' abitazione di un altro familiare a Foggia, città originaria di Nadia Desdemona Lioce. La donna, trasferitasi in Toscana, fino all'inizio del 1995 risultava convivente a Pisa con Luigi Fuccini, 42 anni, pisano. Si allontanò dalla città toscana nel febbraio di quell'anno, il giorno dopo l'arresto a Roma del suo compagno e di Fabio Matteini, 42 anni, fiorentino, proclamatisi appartenenti ai Nuclei comunisti combattenti e prigionieri politici dopo essere stati fermati dalla polizia per un normale controllo. Nel 1997 la Digos di Firenze segnalò alla magistratura Nadia Desdemona Lioce per i suoi presunti collegamenti con gli Ncc.
A Pisa la Digos ha perquisito le abitazioni di due uomini: si tratta, come loro stessi hanno reso noto, di Carlo Camilloni, dipendente comunale e appartenente ai Cobas, e di Valter Lorenzi del circolo culturale Agorà. Camilloni ha raccontato che in base ad un decreto di perquisizione, emesso dai pm Franco Ionta e Piero Saviotti, con riferimento agli articoli 270 bis e 306 del codice penale, la sua abitazione, dove vive con moglie e due figli, ieri è stata perquisita dalle 7 alle 15,30. «Mi sono stati sequestrati — ha riferito Camilloni — un computer di mia moglie, numerosi dischetti e agende telefoniche. Non vorrei che tutto questo fosse legato al fatto che sono uno che fa parte del Social Forum di Pisa». Nel decreto di perquisizione si parlava, secondo il sindacalista Cobas, di reati commessi il 16 aprile scorso a Roma, ma Camilloni ha riferito ai giornalisti che il 16 aprile scorso si trovava alla manifestazione di Firenze in occasione dello sciopero. Anche a Lorenzi sono stati sequestrati computer e documenti cartacei.


Il Nuovo

http://www.ilnuovo.it:80/nuovo/foglia/0,1007,157925,00.html
Social Forum, frontiere blindate

A Ventimiglia respinte persone con armi bianche. Più polizia ai valichi, controlli a Fiumicino. Trovate 4 bottiglie molotov a Firenze, ma per la Digos "non c'entrano col vertice". I no global: "Non siamo unni".

FIRENZE - In vista del Social forum le frontiere italiane sono di nuovo blindate: è entrata in vigore la circolare del governo che sospende temporaneamente la convenzione di Schengen. Tornano quindi i controlli dei documenti alle frontiere anche per chi proviene da paesi partner europei. A lla frontiera di Ventimiglia sono già stati respinti "alcuni facinorosi scoperti in possesso di armi bianche". A rivelarlo è Alberto Di Luca, presidente del Comitato parlamentare bicamerale Schengen-Europol-Immigrazione, che si è recato in visita alla frontiera italo-francese. Controlli anche ai valichi con la Svizzera (congrui rinforzi di polizia sono giunti a Ponte Chiasso) e a Gorizia. Qualche timore tra gli agenti per le manifestazioni contro la sospensione del regime di libera circolazione annunciate dal leader no gloobal Luca Casarini. Anche a Fiumicino sono tornati i controlli, e alle compagnie aeree è stato chiesto di ricordare ai passeggeri di munirsi di documenti d'identità.

A Firenze intanto si cerca di stemperare il clima, con il sindaco Leonardo Domenici che ha scritto una lettera aperta alla città, ma non mancano le preoccupazione. I taxisti hanno deciso di ridurre il servizio nei giorni del Forum, per timore di dannieggiamenti. Intanto quattro bottiglie incendiarie sono state trovate a Firenze abbandonate in strada, sotto un motorino. Sul posto è intervenuta la Digos, che ha rilevato una busta con tre bottiglie di vetro e un contenitore di plastica, contenenti liquido infiammabile, e tutte munite di uno stoppino. Gli investigatori ritengono che non vi siano collegamenti con il prossimo Social Forum Europeo, considerato che non ci sono obiettivi sensibili nella zona del ritrovamento.

Sono attese per la manifestazione di sabato 9 novembre 100-150 mila persone e ''non ci dovranno essere 'differenze di divisa': Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza si dovranno muovere nella massima collaborazione''. Lo afferma il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, in un'intervista a Il Sole 24 ore , precisando che non è previsto l'intervento di reparti speciali. ''Ci saranno, invece, agenti specializzati – dice – nell'affrontare questo genere di situazioni''. Gli risponde Stefano Kovac, 40 anni, l'uomo chiave del Forum Sociale europeo di Firenze che replica: ''Non siamo mica gli Unni, anche se c'è qualcuno che lo ha detto''. Kovac, poi, rigetta il paragone tra l'incontro di Firenze ed il G8 di Genova: ''Il paragone è assurdo – dice - qui non c'è zona rossa, non c'è un vertice da contestare''. E aggiunge: ''Il clima è serenissimo. Ci sarà un servizio di 'autotutela' e non militarizzato: un migliaio di persone a volto scoperto''.

Mantovano annuncia poi che è stata predisposta ''l'installazione di molte telecamere, in tutti i punti della città, e di un sistema di videoregistrazione'', non solo per aumentare i controlli, sottolinea, ma perché ''in questo modo possiamo lavorare nella massima garanzia di trasparenza, per tutti. Così non si tutela soltanto l'incolumità dei cittadini e del patrimonio artistico, ma anche la necessità di accertare senza dubbi o equivoci tutto quello che accade''. A Firenze ''non ci saranno zone rosse - aggiunge il sottosegretario - e il diritto di manifestare deve rimanere sullo stesso piano di quello alla sicurezza di tutti i cittadini''.

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Titolo Autore Data
articolo manifesto su perquisizioni marijuana Friday, Nov. 01, 2002 at 6:51 PM
rassegna stampa sfe 01/11 prima parte marijuana Friday, Nov. 01, 2002 at 5:31 PM
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