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Rassegna Stampa Sfe 03/11
by marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 4:25 PM mail:

prima parte

La Stampa

http://www.lastampa.it:80/EDICOLA/sitoweb/interni/art4.htm
(Del 3/11/2002 Sezione: Interni Pag. 9)

IL SINDACO: «NESSUNA PROTEZIONE PER I MONUMENTI». 120 DETENUTI TRASFERITI DA SOLLICCIANO
Social Forum, 17 sospetti respinti alla frontiera
Firenze tra allarmi e rassicurazioni. Sospesa la vendita di hamburger e Coca-Cola
corrispondente da FIRENZE

Nelle ultime ore la polizia in servizio al posto di frontiera del Monte Bianco ha respinto 17 persone. Alcune di loro avevano precedenti penali, altre documenti non in regola e alcune trasportavano materiali ritenuti pericolosi. E' la conseguenza della sospensione del trattato di Schengen, provvedimento adottato dal governo in occasione dello svolgimento del Social Forum di Firenze per "filtrare" gli ingressi di gruppi violenti. In questo caso però la maggior parte dei respinti, è stato precisato, non era diretta a Firenze ma cercava di entrare irregolarmente in Italia. Continua quindi l'effetto "doccia scozzese" sulla vigilia del Social Forum. A una notizia distensiva subito ne segue un'altra destinata a far risalire il "tensionometro". Ieri, mentre in Palazzo Vecchio il sindaco Domenici riceveva in dono dalla Rete Lilliput, uno dei movimenti che aderiscono al Social Forum, una statua dell'artista Jean Michel Folon, scoppiava l'ennesima polemica sulle misure di sicurezza. Era il "Gruppo istituzioni totali-Firenze social Forum" a denunciare un improvviso trasferimento di detenuti dal carcere fiorentino di Sollicciano ad alcuni penitenziari del Sud Italia e della Sardegna, per fare posto a possibili arrestati durante la grande kermesse no global. Notizia che il provveditorato regionale degli istituti penitenziari confermava. Precisando che si tratta di circa 120 detenuti, in gran parte extracomunitari.
Tensione che sale e scende. «Una leggenda metropolitana» ha definito il sindaco la notizia, rimbalzata anche nel "Porta a Porta" dell'altra sera, secondo la quale a Firenze si starebbe ingabbiando i monumenti per proteggerli. «Basta guardarsi intorno - afferma il sindaco - Le statue della Loggia dei Lanzi, che ospita capolavori originali come il Perseo, di Benvenuto Cellini, e il Ratto delle Sabine del Giambologna, sono assolutamente libere da protezioni. Così come tutti possono toccare con mano le due splendide fontane di Pietro Tacca che decorano piazza Santissima Annunziata che, tra l' altro, è una delle piazze dove, durante il Forum, si svolgeranno iniziative collaterali ai lavori della Fortezza da Basso».
Il clima di tensione e preoccupazione che aleggia su Firenze non sembra aver coinvolto la miriade di turisti che gira per il centro ammirando i monumenti. «Gli albergi saranno pieni anche dal 4 al 10 novembre e non solo di delegazioni che partecipano al Social Forum ma anche di turisti normali - dice Paolo Giacalone, presidente dell'Associazione italiana albergatori - e quanto al timore di rinuncie da parte dei turisti americani, non ci sono segnali in questo senso». Ma a bar e alimentari della città è stato consigliato di far sparire dai banchi hamburger, patatine e lattine di Coca Cola per evitare che i simboli della globalizzazione possano provocare la reazione dei no global. Ieri gli organizzatori del Social Forum hanno comunicato che la manifestazione contro la guerra di sabato 9 (alla quale si prevede una partecipazione di 150 mila persone) sarà "alimentata" da un unico maxi corteo il cui percorso, comunque fuori dal centro storico, è ancora allo studio. Martedì, per fare il punto della situazione a ventiquattr'ore dal Social Forum, sarà a Firenze il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Si incontrerà con il prefetto Achille Serra (contro il quale ieri sono comparse delle scritte in una zona dove dovrebbe passare il corteo), il sindaco Domenici e i responsabili delle forze dell'ordine per mettere a punto gli ultimi dettagli. E' invece confermato il programma della manifestazione-festa-evento che mercoledì 6 novembre alle 18, in piazza Santa Croce, darà ufficialmente il via al Social Forum. Sarà il premio Nobel Dario Fo a "sfidare" il severo sguardo della statua di Dante che domina la piazza, poi esibizione della Carovana delle Bande di Strada, performance teatrali e multivisioni fino a sera. Tutto all'insegna della musica lo spettacolo che accoglierà i partecipanti alla manifestazione di sabato 9. Nel piazzale davanti al Palasport, dalle 18, si alterneranno sul palco i Modena City Rambles, Max Gazzè, Paola Turci, Casa del Vento, Le Loup Garou, Bandabardò, Tamales de Chipil, Roots Connection, Folkabbestia. Prevista anche la partecipazioni dei registi Monicelli, Pontecorvo, Maselli e Martone che realizzeranno dei video sull'evento. Sperando che a quel momento la tensione sia solo un ricordo.

Liberazione

http://www.liberazione.it:80/giornale/021103/LB12D6B5.asp
Ultimi ritocchi alla Fortezza da Basso per il forum sociale europeo
La porti un bacione a Firenze


La Nazione

http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/8/5:3823647:/2002/11/03
Il Forum è vicino, sale la tensione
La grande corsa ai supermercati

Panorama

http://www.panorama.it:80/home/stampa/articolo/ix1-A020001016007/idxsl1-stampaarticolo
Pochi, anarchici e cattivi
31/10/2002






URL: http://www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001016007

Bruciano le auto dei diplomatici, mettono bombe nelle banche, assaltano le caserme. Cinquanta irriducibili greci stanno per sbarcare a Firenze. Con uno slogan: «Una pallottola per ogni poliziotto».

Il locale è un antro buio stipato di libri e volantini. Davanti alla porta, un manifesto. Raffigura un edificio in fiamme con sei ragazzi che fuggono a gambe levate. Sotto, un ordine in tedesco: «Zerstöre die Elite - weil du es kannst». Distruggi l'élite - perché puoi farlo. Benvenuti ad Atene, via Mesolongiu, quartier generale degli anarchici greci più radicali, una delle principali minacce al Social forum di Firenze. Lo sostengono i servizi italiani, che li hanno inseriti nell'elenco dei partecipanti più pericolosi.
Secondo i calcoli di Vagelis Karageorgos, leader del Greek social forum e giornalista del quotidiano Elefterotipia, gli anarchici a Firenze saranno una cinquantina. Poca roba, rispetto ai 700 attivisti del Greek social forum (un ombrello che comprende sindacalisti e militanti di estrema sinistra su posizioni un po' più moderate dei leoncavallini), ai 400 membri del Partito comunista greco (Kke) e ai 300 seguaci del Partito greco dei lavoratori (Sek).
«Gli anarchici saranno pochi. Hanno deciso di boicottare Firenze perché considerano il Social forum una “trappola socialdemocratica”» spiega Yannis Albanis, leader della Rete per i diritti politici e sociali.

Pochi, ma sufficienti per combinare un po' di guai. Già, perché mentre i 1.400 antagonisti favorevoli al Social forum si professano non violenti (o, al massimo, disobbedienti civili), gli anarchici non rigettano la violenza. Anzi, la teorizzano. Dunque, se dal fronte greco dovessero venire disordini, i primi a finire sul banco degli imputati sarebbero loro.
In Grecia gli anarchici, in media giovanissimi, rappresentano una galassia sconfinata. Cominciamo con i puri e duri, quelli che a Genova stavano con i black bloc. E che, nelle scritte sui muri di piazza Exarchia, il quartiere latino di Atene, promettono «una pallottola a ogni poliziotto». Ad Atene fanno capo al centro sociale Lelas Karayanni. Si tratta di un edificio dell'università, occupato nel 1988 da un gruppo di ragazzi che l'hanno trasformato in «uno spazio per attività antistituzionali e antiautoritarie». Contattarli è difficile. «Non parliamo con i media commerciali» è la loro usuale risposta alle richieste di interviste.
Questa però è una buona occasione: il centro sociale Lelas Karayanni ha indetto uno street party in via Mesolongiu, appunto. E sono accorsi tutti. Mentre bevono Coca-Cola ondeggiando ai languidi ritmi di Manu Chao, Panorama cerca di avvicinarli. Un capetto si decide a parlare. Lunghi capelli raccolti in una coda, ha 25 anni e lavora per un corriere.
A fatica rivela il suo nome di battesimo: Michalis. «Non siamo d'accordo con il Social forum» proclama. «Perché è riformista. E perché collabora con la polizia. I no global devono essere contro l'intero sistema. E Casarini cos'ha detto dopo il G8? Che ad attaccare la polizia erano stati dei provocatori». Lei ha condiviso questi attacchi? «Certo». Perché? «Chi ha ucciso a Genova? La polizia. E quando lo stato usa la violenza, l'unica risposta è la violenza».
E non è finita. Catarina, 22 anni, occhi spiritati, puntualizza: «L'attacco ai simboli dello stato sferrato a Genova non è violenza. È antiviolenza, è resistenza alla violenza dello stato».

«La maggior parte degli anarchici è stata sterminata durante la guerra civile del Partito comunista» sostiene il giornalista italogreco Guido Cioffi. «Sono rimasti piccoli gruppi clandestini. Dopo la caduta della giunta militare nel 1974, sono fioriti tantissimi gruppi. I più insurrezionalisti nei primi tempi si limitavano agli scontri con la polizia. A un certo punto sono passati alle molotov, alle bombe contro le banche e agli incendi delle auto». Che auto? «All'inizio solo quelle dei diplomatici, poi quelle delle multinazionali e infine quelle di lusso».
Nel loro mirino, anche quelle dell'ambasciata italiana: negli ultimi otto anni ne sono state date alle fiamme sei. Un'attività discontinua, la loro. A volte bruciano 15 auto in un mese, a volte niente.
A volte compiono due o tre attentati alle banche in un mese, a volte rimangono inattivi per interi semestri. Irrinunciabile, invece, la loro partecipazione alle manifestazioni, che chiudono quasi sempre con scontri con la polizia.
Altro genere gli anarchici di Salonicco. «Sono persone serie, che hanno condannato le devastazioni dei black bloc a Genova» dice Panayotis Yulis, 35 anni, psichiatra, del Greek social forum. I più duri, quelli che ruotano attorno al centro sociale Mavri Gata, non vogliono saperne dei giornalisti. Accettano un incontro i militanti dell'Iniziativa anarchica di Salonicco, che fanno capo al centro sociale Nautilus. Sono in tre. Hanno modi talmente perbene che sembrano appena usciti da un oratorio.
Ma quando aprono bocca la musica cambia. A Genova eravate con i black bloc? «No» risponde Sapik Kipouros, 26 anni, pubblicitario. Però avete fatto delle azioni? «Certo». Quali? «Attacchi simbolici a banche, multinazionali, stazioni di polizia e auto di lusso. Ma sempre da soli, senza mettere in mezzo altri dimostranti. Inoltre, non abbiamo arrecato danni immotivati alla città». Per esempio? «Non abbiamo toccato i negozi di quartiere, le cabine telefoniche e le macchine piccole. E non abbiamo attaccato i giornalisti». Dunque vi ponete dei limiti? «Certo: non attacchiamo persone che non siano poliziotti». Allora condividete lo slogan «una pallottola per ogni poliziotto»... «No» sbotta Dimitris Christophoridis, 22 anni, studente di ingegneria. «Siamo contro il terrorismo».
Resta una domanda: cosa faranno a Firenze? A sentir loro, niente. «Ci saremo solo in quanto osservatori» dicono a Salonicco. «Cinque, massimo dieci persone». Meno credibili gli ateniesi. Prima dicono che non ci saranno, poi si correggono: qualcuno andrà, ma da solo. Poi si lasciano scappare una frase chiave: «L'anno scorso avevamo annunciato il nostro arrivo a Genova. E la polizia ha risposto che ci aspettava alla frontiera con le manette...». La frase si interrompe qui, accompagnata da lunghi risolini imbarazzati. La conclusione non arriva, ma appare sottintesa: un errore che non ripeteremo.


La Sicilia

http://www.lasicilia.it:80/giornale/0311/interno_estero/ie11/01.htm

Gli organizzatori del Social Forum ribadiscono lo spirito non violento del meeting. Intensificati i controlli
Firenze, arrivano i no-global
Già entrati dalla Francia 2.000 giovani. Continuano le espulsioni

ROMA – Lo spirito non violento del primo «congresso no-global» europeo che si terrà a Firenze dal 7 al 9 novembre viene affermato dagli organizzatori del meeting. Ma le forze dell'ordine sono in allerta e hanno intensificato i controlli ai valichi di frontiera e nei porti per sbarrare l'ingresso ai manifestanti «pericolosi». Intanto, alla spicciolata, su auto, camper e furgoni, le prime migliaia di no-global sono in marcia verso Firenze. E scattano i primi fogli di via. Firenze in questi giorni è presidiata nei punti nevralgici dalle forze dell'ordine, in vista dell'arrivo dei partecipanti al Social forum europeo che, dal 6 al 10 novembre porterà a Firenze circa 20 mila persone provenienti da tutta Europa, tanto dall'Ovest come dall'Est.
Ma ai tanti diretti nella città toscana, si aggiungono anche volti noti: «Andrò a Firenze per far conoscere un America diversa. L'America che è contro la guerra in Iraq». Il presidente dell'Associazione «Famiglie dell'11 settembre per un domani di pace» conferma che al Social forum di Firenze ci sarà. «I grandi media americani - afferma in una intervista - ne parlano poco, sebbene si tratti di un fenomeno consistente, che coinvolge migliaia di persone. Voglio incontrarli - conclude - conoscere i leader italiani ed europei per tentare di unire le nostre forze contro la guerra in Iraq».
Il presidente della Regione Toscana Martini ha inviato un messaggio di invito ai media ad intervenire copiosi al meeting per documentare l'evento. E ha aggiunto: «Nei giorni passati si è parlato dell'evento soltanto in termini di ordine pubblico, e gli allarmi e le polemiche sulle questioni della sicurezza hanno messo in ombra i contenuti dell'incontro, che invece sono importanti per il futuro dell'Europa e del mondo intero».
Infatti, dopo la sospensione del trattato di Schengen (che garantisce la libera circolazione dei cittadini europei), una direttiva del ministero dell'Interno prevede il massimo impegno da parte delle forze di polizia alle frontiere e nei porti. Già dodici attivisti, la maggior parte cittadini francesi, diretti al Social Forum sono stati respinti alla frontiera del Monte Bianco. Mentre al valico del Moncenisio, a circa 2000 metri di altitudine, sono stati denunciati per possesso di armi improprie e reimpatriati 6 ragazzi francesi fra i 19 e i 25 anni. Viaggiavano a bordo di due furgoni, portando con loro tre coltelli e due rudimentali manganelli, che sono stati sequestrati.
Nella notte fra venerdì e ieri circa duemila giovani no-global francesi sono arrivati a Greggio (Vercelli) a bordo di auto, camper e furgoni. Hanno tentato di entrare nel cantiere dell' Alta Velocità, dove i lavori sono fermi per festività, ma sono stati respinti dai sorveglianti e hanno finito per accamparsi in un capannone industriale abbandonato.
Come ulteriore misura cautelativa, per far fronte ad eventuali arresti nei giorni del Social forum le carceri sono state svuotate. Duecento detenuti sono stati trasferiti dal carcere di Sollicciano a Firenze ad altri istituti penitenziari nel Sud Italia e nella Sardegna.
Il sindaco di Firenze Domenici appare fiducioso chiedendo la collaborazione dei fiorentini per il Social forum e sfatando la leggenda sui monumenti «impacchettati» nella città d'arte in vista dell'arrivo dei no- global. Su questa linea, la cattolica rete Lilliput si è fatta promotrice di regalare alla città di Firenze che ha aperto le porte al primo forum sociale europeo una statua alta tre metri dell'artista belga Folon.

Il Tempo

http://62.110.253.162:80/approfondimenti/index.aspx?id=169767
Respinti alla frontiera i primi «indesiderati»

I fermati avevano coltelli e manganelli. Martedì a Firenze vertice sulla sicurezza con il ministro Pisanu

SOCIAL FORUM / Arrivati dalla Francia tremila ragazzi. Alcuni hanno tentato di occupare un cantiere dell’Alta velocità

di ELVIO SARROCCO



DALLA Francia stanno arrivando in Italia a folti gruppi i giovani che dal 6 al 10 novembre parteciperanno a Firenze alle manifestazioni del Social Forum. Nel vercellese la scorsa notte è arrivata una prima autocolonna di auto, camper e furgoni, in tutto almeno 3 mila persone che si sono accampate a Greggio all'interno di un capannone industriale abbandonato. Ci sono stati momenti di tensione: i giovani hanno infatti tentato di penetrare nel cantiere per l'Alta velocità, ma i sorveglianti sono riusciti a respingerli.
Alla frontiera intanto le forze dell'ordine continuano a bloccare e respingere persone ritenute pericolose. Ieri sono stati respinti cinque ragazzi ed una ragazza, di età compresa tra i 19 ed i 25 anni, trovati in possesso di coltelli a serramanico di genere proibito e di manganelli. Dalla mezzanotte del 31 ottobre, quando sono stati ripristinati i controlli alle frontiere è stato impedito l'ingresso complessivamente ad una cinquantina di indesiderati provenienti dalla Francia. Ma non tutti erano diretti a Firenze e molti erano immigrati clandestini.
A Firenze proseguono gli incontri tra autorità ed organizzatori del raduno internazionale di No Global per concordare il percorso dei cortei. Martedì ci sarà un vertice sulla sicurezza a cui prenderà parte il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. È stato deciso che sabato prossimo, al posto dei due cortei previsti per la manifestazione contro la guerra, ci sarà uno solo che dalla Fortezza da Basso raggiungerà lo stadio di Campo di Marte.
In città aumenta la preoccupazione per quanto potrebbe accadere. I cittadini, soprattutto i commercianti, non si sentono tranquillizzati dalle assicurazioni dei capi dei No Global e temono che si verifichino gravi incidenti. Le forze politiche sono divise. Il coordinatore fiorentino di Forza Italia Paolo Amato ha attaccato il sindaco di sinistra Leonardo Domenici che ha autorizzato la manifestazione e lo ha invitato a «chiedere scusa» ai fiorentini invece di invitarli a collaborare. Forza Italia ha raccolto oltre 18 mila firme contro lo svolgimento del raduno che saranno consegnate martedì al presidente del consiglio Berlusconi.
Per il presidente della regione Toscana Claudio Martini si parla troppo del rischio di disordini e poco delle proposte che saranno discusse nel meeting. Ed ha invitato i giornalisti a recarsi a Firenze per «documentare fedelmente tutti gli avvenimenti». Anche Vittorio Agnoletto, leader dei No Global, ha accusato il governo e Berlusconi in prima persona di «suscitare dei fantasmi per spaventare» e «creare un clima di allarme sociale».
In un comunicato il Firenze-Social Forum ha intanto reso noto che circa 200 detenuti del carcere di Sollicciano sarebbero stati trasferiti in altre carceri «per far posto agli eventuali arrestati» durante il Social Forum.
Intanto una manifestazione anti no-global è stata organizzata per il 6 novembre a Gorizia dal movimento «Sos Italia», in risposta all'iniziativa, annunciata dai «Disobbedienti» di Luca Casarini, di presidi alla frontiera italo-slovena per impedire eventuali divieti ad entrare in Italia a persone che, dall' estero, intendono raggiungere Firenze per il Social Forum. In una nota, Diego Volpe Pasini, presidente del movimento - (che alle scorse elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia ha ottenuto lo 0,7% su base regionale e il 2,0% nella circoscrizione di Udine, l' unica nella quale era presente) sottolinea la volontà di manifestare «in favore delle forze dell' ordine e della salvaguardia della città di Firenze , affinchè non venga consentito l'ingresso in Italia a indesiderati. Manifestiamo anche - ha aggiunto - contro un governo di centro-destra che non mantiene le aspettative di ordine e di rigore». A giudizio di Volpe Pasini, il Social Forum «andava non spostato, ma vietato sul territorio nazionale, come fece la Francia per il rave party.

Il Mattino

http://www.ilmattino.it:80/hermes/20021103/NAZIONALE/ATTUALITA/GRE.htm
IL SOCIAL FORUM
DI FIRENZE

DALL’INVIATO A FIRENZE
RAFFAELE INDOLFI
Cinquanta persone respinte alla frontiera di Ventimiglia, dodici a quella del Monte Bianco. Tentativo di occupazione di un cantiere dell'Alta velocità a Greggio nel Vercellese attuato da NoGlobal francesi in viaggio verso Firenze: ne sono entrati in Italia, da quella parte, già oltre duemila. A quattro giorni dall'inizio del Social Forum europeo cominciano gli arrivi ed anche i problemi. Tutto questo mentre a Firenze gli organizzatori della manifestazione hanno deciso, in una lunga assemblea, che sabato 9 novembre il corteo sarà uno solo e ne hanno definito anche il percorso che sarà più lungo di quello precedentemente ipotizzato. E ciò per consentire un controllo più efficace e per far scorrere più agevolmente il corteo.
Le forze dell'ordine fanno buona guardia alle frontiere: controllano i documenti e perquisiscono le auto. E chiunque, anche se non è segnalato come sospetto black-bloc è rimandato indietro se viene trovato in possesso non solo di coltelli, ma anche, come è capitato, di mazze e bastoni. Funzionano i controlli alle frontiere promessi dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu nel suo intervento di martedì alla Camera. Il ministro sarà dopodomani, a Firenze per fare il punto con il prefetto Achille Serra e i vertici locali delle forze dell'ordine sulle misure di sicurezza adottate per il pacifico svolgimento del Social Forum. Gli indesiderati respinti alle frontiere non è certo che fossero tutti attivisti NoGlobal. Quindici erano immigrati extracomunitari e nessuno risultava diretto a Firenze. I controlli sono stati intensificati anche nei porti, in particolare in quello di Vado Ligure (Savona), dove si teme possano sbarcare black-bloc dai traghetti provenienti dalla Corsica.
I primi NoGlobal partiti per Firenze sono francesi che hanno raggiunto a bordo di auto e camper Greggio nel Vercellese, dove in più di cento hanno tentato di occupare un cantiere dell'Alta velocità - fermo per le festività di questi giorni - ma sono stati respinti dai sorveglianti. Fallita la loro prima dimostrazione in terra italiana, i NoGlobal francesi non hanno comunque lasciato Greggio e si sono accampati in un vecchio capannone industriale abbandonato. Per la polizia di Vercelli la situazione è tranquilla. Ma il numero dei giovani cresce di continuo. Sarebbe arrivato a duemila. «Certo sono tanti soprattutto se si considera che il nostro paese non supera i quattrocento abitanti» dice preoccupato Simone Pavan, assessore comunale di Greggio, sorpreso dell'invasione del suo comune. «Quello che non capiamo - continua l'assessore - è il perché di questa tappa a Greggio, che non ha nulla a che vedere con Firenze. L'unica spiegazione, forse, è che la zona dove si sono fermati è a cento metri dall'autostrada». Per il momento a Greggio non si segnalano problemi. A dirlo è sempre l'assessore Pavan. «Se ne stanno - aggiunge - buoni lì, a parte qualcuno che è stato in qualche negozio del paese per acquistare generi alimentari, ma senza creare problemi. Dicono che dovranno partire domani, ma non è detto, anche perché la manifestazione di Firenze inizia il 6 novembre. Per ora comunque - conclude l'assessore - problemi non ne danno e speriamo continui così».
Le notizie che arrivano da Vercelli non preoccupano più di tanto gli organizzatori del Social Forum che minimizzano il tentativo di occupazione del cantiere dell'Alta velocità, ma protestano contro il trasferimento di una parte di detenuti dal carcere fiorentino di Sollicciano. Il trasferimento è stato deciso nell'ambito delle misure di sicurezza. A Sollicciano si fa spazio per quelli che eventualmente dovessero essere fermati durante la manifestazione NoGlobal. Niente da dire sulla misura, ma la protesta nasce per il fatto che i detenuti trasferiti sarebbero tutti extracomunitari. «È l'ennesimo attentato ai diritti riconosciuti delle persone detenute», denuncia il Gruppo Istituzioni totali-Firenze Social Forum. Per i No global «si trasferiscono gli extracomunitari perché si presume non abbiano legami familiari o affettivi con persone esterne al carcere o detenute nello stesso. Ma in questo modo s'interrompono tutte le attività di reinserimento sociale, di formazione scolastica e lavorativa. La pretesa funzione del carcere come strumento di rieducazione viene per l'ennesima volta negata. Come sempre a fare le spese delle tensioni sociali e della retorica dell'ordine pubblico sono le persone più indifese e meno visibili». Alla nota di protesta dei NoGlobal replicano dal provveditorato regionale degli istituti penitenziari confermando che la maggioranza dei detenuti trasferiti è costituita da extracomunitari, ma precisando che si tratta anche di reclusi non residenti in Toscana e non inseriti in programmi di recupero.


Il Messaggero

http://ilmessaggero.caltanet.it:80/hermes/20021103/13_ANCONA/ANCONA/BAU.htm
Arrivano anche i turchi.Assemblea nella sala Anpi
No Global, aumentano i controlli

NO global-Cgil, incontro ravvicinato. In vista del Firenze Social Forum, domani sera ad Ancona alla sala Anpi (via Palestro, ore 21) si svolgerà un’assemblea dal titolo «Movimenti a confronto». I portavoce dell’Ancona social forum e del Comitato perla Democrazia si confronteranno con i vertici locali della Cgil con l’obiettivo, si annuncia, «anche di individuare punti di iniziativa comuni sul territorio della provincia di Ancona». E’ in questo clima che si attende lo sbarco dei no global provenienti dall’altra sponda, ai quali non mancherà l’appoggio degli esponenti locali.
Sbarcheranno mercoledì, viaggiando sulla stessa nave, centinaia di no global greci e turchi. Complessivamente, le navi che arriveranno il 6 non saranno più solo due - come annunciato ieri dal portavoce dei Disobbedienti marchigiani, Paolo Cognini - bensì quattro, o forse cinque. Lo scenario, tuttavia, è ancora piuttosto fluido e lo stesso Cognini fa il quadro della situazione qual è ad oggi. La prima novità è, appunto, la presenza di no global turchi, dell' Istanbul Social Forum, sulla prima delle navi che arriveranno nel porto anconetano mercoledì mattina: un traghetto 'Superfast', organizzato dalla rete greca Genova 2001, così denominata in seguito ai fatti avvenuti l' anno scorso nel capoluogo ligure durante il vertice G8. L' arrivo è atteso fra le 10 e le 11 e a bordo sono previste 450 persone: la delegazione della rete organizzatrice, quella del Forum della metropoli turca e un gruppo di no global macedoni. Sempre mercoledì arriveranno nello scalo marchigiano due navi organizzate dal Greek Social Forum con a bordo 7-800 persone di questo raggruppamento: due traghetti, che debbono ancora essere indicati, anch' essi provenienti dalla Grecia, con a bordo 7-800 persone e arrivo previsto il primo alle 12,30, il secondo alle 13,30. Sempre secondo quanto riferito da Cognini, è ormai certo anche l' arrivo di una delegazione di 2-300 persone del Partito comunista greco a bordo di una nave attesa ad Ancona per le 13. Possibile, però, per il portavoce dei Disobbedienti, che le navi organizzate dal Partito comunista greco siano due. Cognini ha inoltre reso noto che sono in corso contatti con esponenti politici e parlamentari che potrebbero presenziare alle operazioni di controllo dei no global stranieri al porto di Ancona. I servizi di vigilanza al porto di Ancona sono stati da qualche giorno potenziati, dopo la sospensione del trattato di Schengen. Il porto di Ancona, nel quadro della collaborazione tra le varie forze di polizia, è, per la particolare natura del sito, oggetto durante tutto l' anno di servizi di vigilanza interforze da parte di polizia, carabinieri, guardia di finanza.




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rassegna stampa sfe 03/11 quarta parte marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 6:27 PM
rassegna stampa sfe 03/11 terza parte marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 5:21 PM
rassegna stampa sfe 03/11 seconda parte marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 4:54 PM
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