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APPELLO ALLE RETI EUROPEE
by Saperi e Formazione Monday, Nov. 04, 2002 at 3:09 PM mail: contatti@collettivi.org

Appello alle reti Europee elaborato da varie realtà che sul territorio nazionale lavorano sui saperi e la formazione

APPELLO ALLE RETI EUROPEE
“Da studenti a precari in formazione”

All’Europa dei mercati in cui tutte le scelte sono guidate dallo strapotere del capitale finanziario, all’Europa sempre più militarizzata, con coste blindate e roccaforti militari pronte a sedare qualsiasi espressione del dissenso sociale, all’Europa in cui è garantita solo la libera circolazione delle merci e dei capitali, noi, reti del movimento studentesco italiano ci opponiamo.In occasione del Forum sociale Europeo, come collettivi, associazioni, strutture di base che agiamo nei luoghi della formazione in Italia, vogliamo rimettere al centro del dibattito del movimento europeo la questione della formazione e dell’accesso ai saperi, che negli ultimi anni ha subito una pesante ristrutturazione in tutto il vecchio continente. In tutta Europa, le scuole e le università diventano sempre più “fabbriche sociali” in
cui non solo si vuole riprodurre il consenso ideologico a questo sistema di sviluppo, ma anche si mettono in atto le nuove strategie occupazionali basate sulla flessibilità, la mobilità, la precarietà, in
un quadro di generale negazione dei diritti per i vecchi e i nuovi lavoratori. In un quadro in cui gli studenti vengono utilizzati, attraverso gli stage, come lavoratori temporanei e a costo zero, in cui i nuovi corsi di laurea propongono sbocchi lavorativi inevitabilmente precari e in cui le condizioni materiali di vita degli studenti, attaccati dai continui tagli al diritto allo studio delle finanziarie di guerra, costringono a saltuari lavoretti precari, ci proponiamo dunque discutere della trasformazione dello studente in un “precario in formazione”. Noi vogliamo rilanciare un’idea pubblica della formazione, contro i processi di privatizzazione delle Università e dei servizi per il diritto allo studio, che in tutta Europa stanno legando quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale alle mere esigenze di profitto. Pubblica nel senso che sia gestita dai soggetti che vivono e lavorano nelle scuole e
nelle università, da soggetti autonomi e capaci di autodeterminare percorsi culturali e di formazione critica, contro quella falsa autonomia, oggi propagandata, che riduce sempre più la libertà dei
saperi nei confronti della struttura produttiva e che si configura come sistema autoritario che rafforza chi è già forte.Non accettiamo le logiche autoritarie e liberiste di trasmissione e diffusione del sapere oggi dominanti, non sopportiamo, in quanto contrario al nostro essere uomini e donne, un sapere assoggettato al profitto e all’interesse delle multinazionali. Vogliamo rompere il recinto con cui si sta cercando di recintare il sapere, di rinchiudere i nostri cervelli e le nostre passioni: brevetti, copyright, proprietà intellettuale, non sono altro che strumenti con cui asservire la produzione culturale, la ricerca, ogni sapere sociale ai padroni del mondo.Noi pensiamo ad un’altra scuola, ad un’altra università, ad un’altra formazione in Europa, intese non come un servizio al mercato e ad esclusivo beneficio dei processi di valorizzazione del capitale, ma dell’intera società. La cultura, i saperi, il diritto inviolabile alla propria formazione critica non possono essere assoggettati ai criteri di efficienza che valgono per la produzione di merci. Per questo rigettiamo una prospettiva aziendalistico-tecnocratica della formazione
tutta interna al processo produttivo, un sistema competitivo misurato da standard di efficienza e produttività (crediti), in cui la scelta del percorso formativo individuale deve maturare in ordine alle richieste di specifiche competenze formulate dal mercato. (Rivendichiamo il nostro diritto e legittimo desiderio di poter liberamente utilizzare gli strumenti acquisiti di interpretazione e
comprensione della realtà e non essere costretti ad accettare tutto ciò che ci viene imposto da un mercato sempre più selvaggio. Rifiutiamo l’idea per cui si è disposti a fare tutto e bisogna essere capaci di fare tutto, perché non siamo una merce.)Per queste ragioni vogliamo iniziare, partendo dall’occasione rappresentata dal Forum sociale Europeo, un percorso europeo di
discussione, di messa in rete delle diverse esperienze, di confronto sulle pratiche, di generalizzazione del conflitto. Siamo convinti che la battaglia per una formazione pubblica, per l’accesso ai saperi non possa non avere una dimensione europea. Vogliamo che quello di Firenze sia un punto di partenza: rivolgiamo questo appello a tutti i movimenti, le reti, le associazioni studentesche europee a venire a
Firenze e ad attraversare insieme quelle giornate nelle forme più diverse. Vi invitiamo a costruire un grande momento di discussione il 7 mattina nell’ambito di un seminario del forum sociale sulla formazione da noi promosso. Vorremmo che quella fosse un’occasione non solo di incontro, ma anche di definizione e costruzione a livello europeo di pratiche di conflitto da sperimentare sin dai giorni di Firenze: per un libero sapere, condizione per la libertà di tutti.Libertà che vogliamo sia garantita, che vogliamo difendere dagli attacchi del Governo Italiano che vuole da un lato ostacolare l’ingresso alle
frontiere a tutti i cittadini e le cittadine, ad ogni forma di espressione di un sapere critico, dall’altro negare il diritto al dissenso e il diritto a manifestare.




Appel aux réseaux européens

“De l’ étudiant au précaire en devenir”

Á l’Europe des marchés, dans laquelle tous les choix sont guidés par le pouvoir incontesté du capital financier, à l’Europe toujours plus militarisée, avec côtes blindées et citadelles militaires prêtes à réprimer n’importe quelle expression de la dissidence sociale, à l’Europe dans laquelle est garantie seulement la libre circulation des marchandises et des capitaux, nous, réseaux du mouvement italien des étudiants, nous nous opposons.
Á l’occasion du FSE, en tant que collectifs, associations, structures de base qui agissent dans les lieux de la formation en Italie, nous voulons remettre au centre du débat du mouvement européen le problème de la formation et de l’accès au savoir, qui a subit, ces dernières années, une lourde restructuration dans tout l’ancien continent.
Dans l’Europe entière les écoles et les universités deviennent de plus en plus des “fabriques sociales”, dans lesquelles non seulement l’on veut reproduire le consentement idéologique à ce système de développement, mais où l’on réalise aussi des nouvelles stratégies pour l’emploi, basées sur la flexibilité, la mobilité, la précarité, dans un cadre de négation des droits pour les anciens et nouveaux travailleurs. Dans ce contexte, où l’on utilise les étudiants, à travers des stages, comme travailleurs temporaires à coût zéro, où les nouveaux cours de diplômes universitaires proposés débouchent sur un travail forcément précaire, où les conditions matérielles de vie des étudiants et leur droit aux études sont bafoués par les continues coupes des lois de finances, où les étudiants sont obligés à des travaux précaires et intermittents, nous voudrions discuter de la transformation de l’étudiant en un “précaire en devenir”.
Nous voulons relancer une vision publique de la formation, contre le procès de privatisation des universités et des services pour le droit aux études, qui dans toute l’ Europe est en train de soumettre un droit fondamental aux pures exigences du profit. Un service public où la formation serait gérée par les acteurs mêmes vivant et travaillant dans les écoles et les universités, par des acteurs autonomes et capables d’ autodéterminer des parcours culturels et de formation critique, contre cette fausse autonomie, aujourd’hui diffusée, qui réduit toujours davantage la liberté du savoir vis à vis à la structure productive et qui prend l’aspect d’ un système autoritaire qui renforce ceux qui sont déjà forts.
Nous n’acceptons pas la logique autoritaire et libérale de transmission et diffusion du savoir, aujourd’hui dominante; nous ne supportons pas un savoir assujetti au profit et aux intérêts des multinationales, puisqu’il est contraire au notre condition de femmes et d’hommes. Nous voulons casser la cage dans laquelle on voudrait renfermer nos cerveaux et nos passions: brevets, copyrights, propriété intellectuelle ne sont que des instruments pour asservir la production culturelle, la recherche, tout savoir social aux maîtres du monde.
Nous pensons à un autre école, à une autre université, à un autre formation en Europe, pas comme une service aux marchés et au bienfait exclusif des procès de valorisation du capital, mais au profit de la société entière. La culture, le savoir, le droit inviolable à la formation critique ne peuvent pas être assujettis aux critères d’efficacité valables pour la production des marchandises. Pour cette raison, nous rejetons une perspective technocratique de la formation, liée à une logique productive, un système compétitif basé sur des standards d’efficacité et de productivité (crédits), dans lequel le choix du parcours de la formation individuelle soit soumis à la demande de compétences spécifiques imposée par le marché.
Pour cette raison, nous voulons commencer, à l’occasion du FSE, un parcours européen de discussion, de mise en réseau des différentes expériences, de comparaison des pratiques, de généralisation du conflit. Nous croyons que la lutte pour une formation publique, pour l’accès au savoir doit avoir une dimension européenne. Nous voulons que le forum de Florence soit un point de départ: nous adressons cet appel aux mouvements, aux réseaux, aux associations européennes des étudiants à venir à Florence et à passer ensemble ces journées dans les formes les plus diverses.
Nous vous invitons à construire un grand moment de discussion la matin du 7 novembre, dans un séminaire sur la formation, promu par nous. Nous voudrions que celui-ci soit une occasion non seulement de rencontre, mais aussi de définition et construction au niveau européen des pratiques de lutte à expérimenter pendant la rencontre de Florence: pour un savoir libre, condition pour la liberté de tout le monde.
Liberté que nous voulons voir garantie, que nous voulons défendre contre les attaques du Gouvernement italien, qui veut, d’un côté entraver l’entrée aux frontières aux participants et limiter toute expression d’un savoir critique, et d’autre côté nier le droit au dissentiment et à la manifestation.



Llamamiento a las redes europeas

«De estudiantes a precarios en formación»

Nosotros, las redes del movimiento estudiantil italiano nos oponemos a la Europa de los mercados en la que todas las opciones están dirigidas por el poder abusivo del capital financiero, a la Europa cada vez más militarizada, con sus costas blindadas y bastiones militares preparados para calmar cualquier expresión del disenso social, a la Europa en la que sólo se garantiza la libre circulación de las mercancías y de los capitales. Con motivo del Foro Social Europeo, como colectivos, asociaciones, estructuras de base que actuamos en los centros de formación en Italia, queremos volver a poner en el centro del debate del movimiento europeo la cuestión de la formación y del acceso a los saberes, que en los últimos años ha sufrido una dura reestructuración en todo el viejo continente.

En toda Europa, los institutos y las universidades están convirtiéndose cada vez más en «fábricas sociales» en las que no sólo se quiere reproducir el consenso ideológico con este sistema de desarrollo, sino que también se ponen en marcha las nuevas estrategias de empleo basadas en la flexibilidad, la movilidad y la precariedad, dentro de un marco de negación generalizada de los derechos para los viejos y nuevos trabajadores. Así, pues, en un marco en el que los estudiantes son utilizados, a través de los cursos de prácticas, como trabajadores temporales con coste cero, en el que los nuevos cursos de licenciatura proponen salidas laborales inevitablemente precarias y en el que las condiciones materiales de vida de los estudiantes, atacados por los continuos recortes del derecho a la enseñanza de los presupuestos de guerra, les obligan a realizar trabajillos precarios intermitentes, nos proponemos discutir acerca de la transformación del estudiante en un «precario en formación».

Queremos volver a poner en circulación una idea pública de la formación, contra los procesos de privatización de las Universidades y de los servicios para el derecho a la enseñanza, que en toda Europa están ligando lo que debería ser un derecho fundamental a las meras exigencias de beneficio. Pública, entendiendo por ello el hecho de que sea gestionada por los sujetos que viven y trabajan en los institutos y en las universidades, por sujetos autónomos y capaces de autodeterminar trayectos culturales y de formación críticos, contra la falsa autonomía que se vende en la actualidad, que reduce cada vez más la libertad de los saberes frente a la estructura productiva y que se configura como sistema autoritario que refuerza a los que ya son fuertes.

No aceptamos las lógicas autoritarias y liberales de transmisión y difusión del saber dominantes en la actualidad, no soportamos, ya que lo consideramos contrario a nuestro ser de hombres y mujeres, un saber sometido al beneficio y al interés de las multinacionales. Queremos romper la cerca con la que se está intentando cercar el saber, encerrando nuestros cerebros y nuestras pasiones: patentes, copyright, propiedad intelectual, no son más que instrumentos de sometimiento de la producción cultural, de la investigación y de todo saber social a los patrones del mundo.

Pensamos en otros institutos, en otra universidad, en otra formación en Europa, entendidos no cómo un servicio en el mercado para beneficio exclusivo de los procesos de valorización del capital, sino en provecho de toda la sociedad. La cultura, los saberes y el derecho inviolable a la propia formación crítica, no pueden estar sometidos a los criterios de eficiencia utilizados en la producción de mercancías. Por esta razón rechazamos una perspectiva empresarial-tecnocrática de una formación completamente integrada en el proceso productivo, un sistema competitivo medido por patrones de eficacia y de productividad (créditos), en el que la elección de la trayectoria de formación individual debe madurar con arreglo a las exigencias de competencias específicas formuladas por el mercado.

(Reivindicamos nuestro derecho y nuestro legítimo deseo de poder utilizar libremente los instrumentos adquiridos de interpretación y comprensión de la realidad y a no estar obligados a aceptar todo lo que nos impone un mercado cada vez más salvaje. Rechazamos la idea de que haya que estar dispuestos a hacer lo que sea y de que es preciso ser capaces de hacerlo todo, porque no somos una mercancía ).

Por estos motivos queremos dar comienzo, partiendo de la ocasión que representa el Foro Social Europeo, a una secuencia europea de discusión, de puesta en red de las distintas experiencias, de discusión sobre las prácticas y de generalización del conflicto. Estamos convencidos de que la batalla por una formación pública, por el acceso a los saberes, no puede dejar de tener una dimensión europea. Queremos que Florencia sea un punto de partida: dirigimos este llamamiento a todos los movimientos, las redes y las asociaciones estudiantiles europeas para que vengan a Florencia y atravesemos juntos estos días de las formas más distintas. Os invitamos a construir un gran momento de discusión jueves 7 por la mañana en el ámbito de un seminario del Foro Social sobre la formación, que organizamos nosotros. Quisiéramos que fuera una ocasión no sólo de encuentro, sino también de definición y construcción en el ámbito europeo de prácticas de conflicto que habrá que experimentar ya desde Florencia: por un saber libre, condición de la libertad de todos.

Una libertad que queremos que se garantice, que queremos defender de los ataques del gobierno italiano, que quiere, por un lado, obstaculizar en las fronteras el ingreso a todos los ciudadanos y ciudadanas, a toda forma de expresión de un saber crítico y, por el otro, negar el derecho al disenso y el derecho de manifestación.

COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI PISA; COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI ROMA; SAPIENZA PIRATA ROMA; AULA_DODICI_AUTOGESTITA ROMA; COLLETTIVO POLITICO DI SCIENZE POLITICHE FIRENZE;LABORATORIO CONRICERCA FUTURO ANTERIORE; LAB CONRICERCA PESCARA;STUDENTI IN MOVIMENTO PADOVA:COLLETTIVO DI SCIENZE POLITICHE-COORDINAMENTO MEDIATTIVI; COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO TORINO; LABORATORIO DEI SAPERI SOCIALI NAPOLI; RETE STUDENTESCA DEL NORD EST: LABORATORIO ATIPICI PADOVA-COORDINAMENTO MEDIATTIVI-STUDENTI DISOBBEDIENTI TRIESTE-COLLETTIVI STUDENTESCHI ROVIGO-COORDINAMENTO STUDENTESCO VENEZIA-COLLETTIVI UNIVERSITARI VENEZIA;MINERVA ROSSA ROMA;SPAZIO SOCIALE STUDENTESCO BOLOGNA; STUDENTI DI SINISTRA IN MOVIMENTO MODENA,RETE CAMPANA STUDENTI IN MOVIMENTO, STUDENTI IN MOVIMENTO GENOVA-CANTIERE – COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI MILANO;COLLETTIVO UNIVERSITARIO “PRIMAVERA DI PRAGA” NOVARA;RUM RETE UNIVERSITARIA MILANESE; CAEF COORDINADORA DE ASAMBLEAS DE ESCUELA Y FACULTAD DE MADRID

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