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Pianura di Scarlino: i dati delle indagini svolta dall'universita' di Siena
by imc-toscana Wednesday, Nov. 27, 2002 at 7:13 AM mail:

«Arsenico oltre i limiti, urge la bonifica» Gli studi dell'Università di Siena rilanciano l'allarme per la Piana «Valori altissimi e certamente di origine non naturale»: lo dice il professor Enzo Tiezzi Articolo di Emilio Guariglia

SCARLINO. L'arsenico è considerato oggi dalla comunità
scientifica mondiale come l'agente inquinante più nocivo
per la salute umana. La Piana di Scarlino presenta (sia pure «a macchia di leopardo») concentrazioni di arsenico nel
terreno e nelle acque superficiali di gran lunga superiori
ai limiti di sicurezza fissati da leggi e normative. Questa
presenza può essere in minima parte di origine «naturale», ma senza ombra di dubbio è cresciuta e cresce a causa delle attività industriali impiantate in passato dall'uomo sul
territorio. Per ora l'arsenico non è penetrato nelle falde acquifere profonde, quelle dalle quali le popolazioni locali attingono l'acqua potabile, ma il pericolo che ciò avvenga in
futuro è concreto. Dunque bisogna agire, e subito, attraverso una bonifica totale dei siti. Cercando - proprio in virtù
dell'estrema urgenza dell'intervento - le soluzioni pratiche
più veloci per reperire l'enorme cifra (almeno 800 miliardi
delle vecchie lire) necessaria all'impresa.
Sono queste, in estrema sintesi, le prime conclusioni alle
quali è approdata l'équipe dell'Università di Siena coordinata dal professor Enzo Tiezzi,
autorità indiscussa in materia,
incaricata dal Comune di Scarlino di compiere un approfondito studio sul problema. «Concentrazione anomala di arsenico e altri metalli pesanti presenti nel suolo della Piana di
Scarlino»: questo è il titolo del
dossier - 36 pagine corredate di
cartografie e diagrammi - consegnato al sindaco Meozzi e
dal sindaco stesso diffuso ieri
in consiglio comunale.
Quella che i soliti «bene informati» avevano già da un
po', sulla base delle prime indiscrezioni, definito come una
«bomba», è dunque esplosa.
Tiezzi e il suo gruppo, ovviamente, da buoni scienziati lasciano aperta la porta alla necessità di ulteriori approfondimenti e alla possibilità di qualche correzione.
Ma su un punto sono chiarissimi: seppure non esiste per
ora la «prova scientifica definitiva che possa evidenziare in
maniera diretta l'effettiva migrazione dell'inquinamento
dalla sorgente» industriale «verso luoghi remoti», tuttavia
«l'ipotesi dell'anomalia geochimica naturale, rispetto alle elevate concentrazioni di arsenico nella Piana non è sostenibile». Insomma, è la mano dell'uomo che ha colpito. E all'uomo spetta il compito di rimediare.
Ma è davvero una «bomba»,
questa relazione di Tiezzi? Per
chi segue con attenzione e non
da oggi la vicenda, sicuramente no. I periti incaricati dalla
procura della Repubblica che -
l'anno scorso - analizzarono lo
stesso problema (ovvero i cumuli di ceneri giacenti da decenni «a cielo aperto» nell'area
del Casone, lasciati in pesante eredità dall'Eni alla Nuova Solmine), pervennero praticamente alle stesse conclusioni. Quelle montagne di ceneri ematitiche, dissero, residuo delle lavorazioni di pirite con le quali si
produceva acido solforico, «sono vere e proprie discariche
abusive di materiale tossico nocivo», potenzialmente pericolosissime per la salute umana.
Perché, secondo quella perizia,
esposte alla pioggia rilasciano
il loro carico di arsenico nei
terreni e nelle falde superficiali circostanti; e inoltre, sprofondando progressivamente sotto
il loro stesso peso, rischiano di
arrecare danni anche più giù. Appunto, nella falde acquifere
profonde.
A che punto sia, anche sulla
base di queste perizie, l'inchiesta della magistratura grossetana, non è dato sapere. Tuttavia, al di là degli aspetti giudiziari (molti degli eventuali reati commessi, oltretutto, sarebbero già caduti in prescrizione), è ormai chiaro che la vicenda sta assumendo una valenza soprattutto politica. A
questo punto, infatti, spetta solo agli amministratori del territorio (Comune, Provincia, Regione) decidere la rotta.
La necessità di bonificare appare ormai ampiamente condivisa, anche dallo stesso privato proprietario del suolo, la
Nuova Solmine, che tra l'altro
si è impegnata a finanziare
una campagna di rilievi aerei
programmata dalla stessa équipe di Tiezzi. Resta però da definire l'entità concreta di questo
intervento di bonifica. Solo parziale, o globale? La differenza
tra le due opzioni si valuta nell'ordine di centinaia e centinaia di milioni di euro. Per gli ambientalisti (ma anche per l'équipe di Tiezzi), l'intervento
dovrà essere totale, comprendendo anche lo studio e poi la
«pulizia» (per esempio) di quelle tante strade di campagna
che - anni fa - era abitudine costruire usando proprio le ceneri di pirite. Per il privato, basterà invece eliminare i cumuli esistenti. Il professor Eros
Bacci, docente all'Università
di Siena e consulente della
Nuova Solmine, afferma infatti che a suo avviso l'incremento di arsenico nelle falde rilevato a settembre dalle analisi di
Tiezzi è legato a un fatto contingente, ovvero la forte piovosità dell'agosto appena trascorso, ferma restando la «naturalità» dell'alta presenza di arsenico nella Piana. Un'analisi
contestata da Tiezzi, e definita
da Roberto Barocci, responsabile ambiente di Rifondazione
Comunista, addirittura «scandalosa». Chi ha ragione?
Proprio oggi, a Scarlino, è
previsto un incontro decisivo.
Si riunisce infatti la Conferenza dei Servizi, che dovrebbe decidere se approvare il progetto
preliminare di bonifica parziale presentato da Nuova Solmine. Un progetto incardinato
sul concetto di «naturalità» dell'arsenico, e fin qui - atti burocratici alla mano - accolto dal Comune di Scarlino. Anche
perché, è chiaro a tutti, una bonifica totale della Piana non potrebbe certo essere sostenuta economicamente dalla sola
Nuova Solmine. Imporlo, equivarrebbe a uccidere una delle
più floride realtà industriali
della Maremma, che oggi lavora nell'assoluto rispetto dell'ambiente e dà lavoro e ricchezza al territorio. E nessuno
vuole arrivare a tanto. «Paghi l'Eni», reclama Rifondazione,
ma in questo caso la via sarebbe lunghissima e dagli esiti incerti. E allora? E allora ecco la «mediazione» di Tiezzi, che invita a lasciar perdere l'Eni e a cercare, in fretta, i soldi attraverso l'Unione Europea, la Regione, gli enti locali e il privato, che per la sua parte s'è già
detto disponibile. Evitando però - sembra dire ancora Tiezzi -
di chiudere drasticamente la
partita con soluzioni tampone.
«Abbiamo bisogno di ulteriori
studi», ribadisce il professore
nella sua relazione. E lo conferma la stessa Alduvinca Meozzi, che in una nota sottolinea come «il dato più importante
emerso da questa prima fase di
studio (dunque ce ne saranno
ancora, ndr) è sicuramente
quello legato alla necessità di
un intervento su larga scala
che coinvolga tutti i soggetti
istituzionalmente interessati».
Un percorso, specifica però il
sindaco, che non deve interrompere «il normale iter procedurale relativo alla bonifica
dei siti interessati dagli stoccaggi di rifiuti industriali». Insomma, per ora rimuoviamo i
«cumuli», e intanto pensiamo
ad attivare una più ampia strategia per il futuro. Opzione, questa, ferocemente contestata dagli ambientalisti, che vogliono subito un approccio
«globale» al problema. E ad essi la Meozzi replica invitandoli
a non «creare allarmismi e psicosi» che «producono effetti devastanti per l'economia e l'immagine del territorio».
La polemica, insomma, continua. Mentre «dall'esterno»
non può che arrivare un auspicio: l'arsenico è pericoloso per
la salute umana, perciò d'ora
in avanti su questo tema massima trasparenza. Da parte di
tutti. Per dubbi o verità parziali non dovrà esserci spazio.

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Titolo Autore Data
enzo tiezzi marcotad Thursday, Apr. 06, 2006 at 8:16 AM
commissario fanfa Thursday, Jan. 23, 2003 at 2:12 PM
dolore merio Wednesday, Nov. 27, 2002 at 9:45 AM
IL DOSSIER SCARLINO:«Attenzione ai pozzi di Follonica» imc-toscana Wednesday, Nov. 27, 2002 at 7:20 AM
Enzo Tiezzi : Se il veleno va in profondità qui sono cavoli davvero amari" imc-toscana Wednesday, Nov. 27, 2002 at 7:18 AM
Rifondazione insiste: «Coerenza contro i responsabili: Fate pagare i danni all'ENI» imc-toscana Wednesday, Nov. 27, 2002 at 7:16 AM
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