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Coloni sionisti ad Hebron
by morgana Monday, Dec. 02, 2002 at 10:33 AM mail:

Precisazioni sulla presenza dei coloni sionisti nella Citta` Vecchia di Hebron, Palestina. Testimonianza diretta di chi ci ha abitato.

Coloni ad Hebron
L’operazione del 15 novembre nella citta’ vecchia di Hebron, rivendicata dalla Gihad Islamica contro l’occupazione della Palestina, ha, come al solito, risollevato il problema del perché e percome la resistenza palestinese coinvolga i civili israeliani nei propri attentati.
Gli slittamenti di significato all’opera nella copertura mediatica della questione palestinese sono evidenti per chi abbia osservato la situazione direttamente.
La distinzione tra civili e militari, quando si parla di coloni ebrei e soldati israeliani risulta fuorviante, essendo peraltro strumentale alle mire espansionistiche degli stessi coloni in Cis-Giordania e nella striscia di Gaza.
Dentro la città vecchia di Hebron, i coloni sono presenti in quattro punti diversi, dentro a stabili che negli ultimi dieci anni sono raddoppiati in altezza e larghezza, mentre nel resto della città l’esercito israeliano accuratamente preserva lo stato di degrado con ordini di chiusura dei negozi dei palestinesi e divieti di restauro delle case tradizionali.
Tutte le settimane in occasione dello shabbat, è possibile vedere famiglie di ebrei ortodossi dirigersi a passeggio alla Tomba dei Patriarchi per pregare, i figli maschi con loro armati di M-16 Made in Pensylvania, con le loro camice bianche, ed i volti da collegiali con l’espressione da sbirro di quartiere.
In una di queste occasioni il 15 novembre, un commando armato ha bloccato il loro cammino verso l’insediamento di Qiriat Arba, ha sparato su chi portava le armi, ma non ha coinvolto nessuno dei disarmati.
In seguito a questa operazione ci sono stati 3 martiri palestinesi in più, 11 soldati israeliani e 1 guardia del corpo armata uccisi, la chiusura della città vecchia e il coprifuoco totale per i suoi abitanti palestinesi, oltre ad un coprifuoco di cinque giorni imposto su tutto il resto della città, in cui ora si circola circa un giorno si ed uno no.
Il coprifuoco è un fatto talmente ricorrente nella città vecchia, che nessun abitante recrimina contro l’attentato come causa del rinnovato stato di crisi in cui versano le famiglie, bloccate nelle loro case, sottoposte ad incursioni dei soldati, che entrano nelle case presentandosi anche dai tetti.
Le scorte di cibo si accorciano, la spazzatura accumulata nei vicoli fermenta e la puzza rientra dalle finestre, le scorte di acqua dei cassoni che si trovano sui tetti non possono essere rinnovate e i rubinetti collegati all’impianto idraulico municipale sono scarsi.
Chi ha camminato per i vicoli della kasba di Hebron, nei giorni in cui è aperta, avrà riferito delle reti che proteggono gli spazi aperti dei vicoli del mercato, sulle quali ho notato di volta in volta bottiglie di plastica riempite di piscio, pietre, un pezzo di passeggino per bambini e altre parti di mobilio non più utilizzabili, tutte gettate dalle sovrastanti finestre degli stabili occupati dai coloni. Mesi fa un secchio di vernice è stato rovesciato su una passante, ricoverata direttamente all’ospedale e diagnosticata con gravi ustioni.
Ho abitato per qualche tempo in una casa confinante con una colonia, al figlio dei miei padroni di casa manca un occhio portatogli via da un proiettile vagante, e io stessa mi sono ritrovata un masso grande quanto la mia testa volato sulle scale a cielo aperto su cui facevo avanti e indietro tutti i giorni. Ora quella stessa casa è occupata dai coloni, che sono entrati durante un coprifuoco di due mesi fa, mentre i padroni erano sfollati, e si sono presi non solo i muri, ma anche tutto il mobilio che vi rimaneva.
Li hanno visti affacciarsi armati di fucile dal balcone al primo piano che da direttamente sul mercato.
Il mercato è zona morta, nessuno si arrischia ad andare a fare la spesa la` e gli approvvigionamenti sono scarsi: i negozianti che resistono ricevono periodici ordini di chiusura dai soldati, oltre a subire regolari atti vandalici dei coloni, come un giorno in cui, passando nella strada dove ancora resiste una parvenza di mercato, mi chiedevo perché tutti i negozi fossero sprangati e chili di olive ripiene e altre salamoie fossero state rovesciate a terra in mezzo alla strada.
Il diritto esclusivo a vivere ed estendere le loro abitazioni su quell’area è l’elemento costitutivo del senso di comunità di questi coloni, tutti attivamente coinvolti nelle aggressioni periodiche mirate ad inibire la circolazione nella città di chiunque venga riconosciuto appartenente o solidale con la comunità palestinese.
In seguito all’operazione del 15 novembre, l’autorità d’occupazione ha ordinato 15 demolizioni di case di palestinesi sparse per tutta la città, e ha cominciato ad eseguire arresti un po’ dappertutto. Nei primi giorni dell’invasione dei carri armati in città, giornalisti sia locali che stranieri sono stati attaccati dai soldati. Dopo due settimane di coprifuoco a intermittenza, la televisione locale non sa ancora fornire il dato preciso delle case effettivamente demolite (5 dopo la prima settimana) e del numero dei palestinesi detenuti.
L’Israeli Occupation Force spadroneggia in tutta la città dimostrando che gli Accordi di Oslo e Wye Plantation sono ormai carta straccia, visto che in nessuna zona è riconosciuto il controllo militare palestinese. In alcune zone i soldati non hanno esitato a sparare contro i passanti, nonostante la popolazione non abbia neanche dato segnali di protesta contro il coprifuoco.
La punizione collettiva imposta sui civili palestinesi rientra a malapena nella preoccupazione dell’opinione pubblica occidentale per il coinvolgimento dei civili nei conflitti armati, mentre Israele impone sulla Palestina un modello occidentale di civilizzazione di stampo coloniale, tramite la propria superiorità militare.
La città vecchia di Hebron è un luogo prezioso perché nella sua architettura sono conservate le tracce di una cultura materiale antica di secoli. Questa cultura materiale è una parte fondamentale della memoria palestinese, e la sua conservazione, cosi` come le vite e le abitudini degli abitanti della Città Vecchia, vengono deliberatamente e continuamente impedite dalla volontà espansionista dei coloni sionisti, che si appropriano dello spazio urbano, beneficiando del degrado delle case tradizionali, costruendo edifici alti dai quali controllano il panorama della città.
Tanti sono i significati stravolti dal linguaggio dei media occidentali per giustificare la legittimità delle nuove guerre della globalizzazione, credo che le scene prese dalla quotidianità della Città Vecchia di Hebron svelino parte di questo imbroglio.

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leggi bene claudio Monday, Dec. 16, 2002 at 10:00 PM
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La distinzione fra civili e militari è fuorviante Lollo Monday, Dec. 02, 2002 at 11:54 AM
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