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TELESTREET (proposta di feature)
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morfeo Monday, Dec. 16, 2002 at 8:59 AM |
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un po' di cose sul convegno al TPO
Sabato 14 Dicembre si è svolto al TPO di Bologna "Eterea" il convegno sulle TV di strada, probabilmente l'idea migliore del 2002: riprendersi la televisione dal basso, creando una costellazione di microtelevisioni di quartiere, ognuna con un raggio d'azione di circa 150 mt. circa, che siano in grado di coordinarsi fino a creare una rete di comunicazione, cultura e informazione dal basso (così l'ho intesa io). Sono già nati alcuni esperimenti, tra i quali: -Global Tv (nei giorni del social forum di Firenze) http://www.sherwood.it/altremappe/paginaGlobalTV.htm -Candida Tv (info sul sito di Infoxoa e su http://www.rekombinant.org) -Telefabbrica (la tv degli operai Fiat di Termini Imerese, immediatamente chiusa dai solerti esponenti delle forze dell'ordine che lasciano Rete 4 trasmetta illegalmente da anni) http://www.telestreet.it/telestreet/chiusuratelefabbrica.htm http://www.conna.it/telefabbrica.htm e altri -Orfeo Tv (il primo esperimento). (informazioni anche su http://www.altrocinema.it/telestreet.htm ) L'esperimento nasce dall'idea di fare con la Tv qualcosa di simile a quanto fatto a suo tempo con le Radio Libere degli anni 70, ripetendo l'esperienza di liberazione degli spazi comunicativi e costringendo, grazie al proliferare di centinaia di tv di strada, a prendere atto di una nuova realtà fino ad arrivare alla modifica di norme che regolano l'utilizzo dell'etere in modo incostituzionale come la legge Mammì (l'art.21 vieta ogni limitazione al diritto di libera comunicazione). Con non più di 1000 Euro ognuno può farsi la sua Tv di strada (chiaramente escluse le spese per metterci qualcosa dentro :)...) usando un'antenna, un trasmettitore e un piccolo mixer, un videoregistratore una piccola telecamera e un pc; chiaramente ci sono alcune cose da imparare, non ultimo conoscere tutte le conseguenze legali a cui si può andare incontro (infatti l'apertura di una tv di strada è illegale ed è prima di tutto un atto "sovversivo" rispetto al monopensiero televisivo in Italia). Tali tv serviranno a diffondere informaziobe, cronaca, cultura, che sui canali del monopolio berlusconiano non hanno più cittadinanza. Il convegno al TPO, con interventi estremamente densi, ha affrontato vari temi: - il racconto delle esperienze fin qui iniziate - la spiegazione tecnica di come far nascere una tv di quartiere (http://www.telestreet.it) - collegamento tra questa idea e la storia delle radio libere con particolare riferimento a Radio Alice e Radio Citta Futura - la spiegazione delle leggi che regolano la comunicazione (art.21 della costituzione, legge Mammì) - interventi su come confrontare la realtà del movimento con la net economy e la piccola imprenditoria (tema quasi "blasfemo" che finalmente viene alla luce) (http://www.quintostato.it) - discussione sui modi e i contenuti del progetto: l'impostazione di Bifo che intende essenzialmente il progetto come dissoluzione della tv dal basso, inserimento nel corpo televisivo di un virus che ribalti il rapporto tra chi fa la tv e chi la guarda, sottraendolo dall'impostazione tipica del telespettatore come ricevitore passivo del prodotto, si affianca a chi vede questa idea come un primo passo verso una televisione libera per ogni città, che rappresenti le istanze del movimenti. Tra le altre proposte, una confederazione di sistemi (satellite, internet, tv) che dia voce a una confederazione di realtà indipendenti in cui ognuna possa trovare il suo spazio e, sull'esempio di Napster, creare archivi di informazioni e filmati a cui attingere. Particolarmente interessante nel dibattito il contributo (mi pare) di Rekombinant sull'importanza di non limitarsi a riprendere possesso della "tecnosfera" ma di dare l'attacco alla "psicosfera", cioè il mondo dell'immaginario collettivo modellato dai media e dominato attualmente da Berlusconi, in modo da modificare "il palinsesto collettivo" (nel senso di narrazione collettiva) italiano. La sera si è svolto un incontro tra Bifo, Michele Santoro il filosofo Stefano Bonaga e l'ex consigliere Rai Stefano Balassone in cui la discussione su come e cosa fare della neonata Telestreet ha fatto emergere ancora nuovi spunti.
A giorni riporterò stralci delle discussioni che si sono svolte, se qualcuno tra chi c'era è riuscito a registrare integralmente gli interventi sarebbe interessante postare qualcosa: è stata una giornata estremamente densa di informazioni senza alcuno spazio per retorica e luoghi comuni, sarebbe bello "fermarla" e diffonderla.
saluti a tutti i puffi sovversivi! (andate su http://digilander.libero.it/FineschiCristian/puffi.html se qualcuno non l'ha ancora visto...non c'entra un accidente con quanto di cui sopra, ma è trooppo oltre!!!) morfeo
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correzione
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otted Monday, Dec. 16, 2002 at 9:40 AM |
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correggo una ocsa del commento precedente
mi e' scappata una frase "terro' personalmente d'occhio questo post per segnalare a chi rifinira' la feature eventuali suggerimenti e cambiamenti proposti dal newswire" che forse non si spiega bene: volevo semplicemente dire che l'argomento mi interessa molto e quindi cerchero' di far girare tra liste e newswire i materiali che sono stati/verranno segnalati in modo che chiunque voglia intervenire alla preparazione della feature possa reperire con facilita' quanto gia' prodotto.
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c'ero anche io
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zulu Monday, Dec. 16, 2002 at 10:18 AM |
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al Tpo c'ero anch'io. Credo che telestreet sia qualcosa di molto forte. Dal potenziale notevole. Ma dai corridoi ho sentito, parlando e confrontandomi con le persone, l'esigenza di mettere "ordine" nel fenomeno. Mi spiego meglio. Credo che la forza e la valenza dell'occupazione degli spazi vuoti nell'etere stia nell'essere al momento scoordinata e pratica. Si può intendere l'utilizzo delle frequenze in tanti modi differenti: sputtanare la televisione, informare, giocare, tivù di condominio, tivù itinerante, etc. Prima di costruire un coordinamento su questa novità cerchiamo di permetterne il massimo dispiegamento di libertà. Altrimenti, a mio avviso, ne ammazzeremmo una parte.
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Ngvision
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zombi Monday, Dec. 16, 2002 at 11:20 AM |
mail:
zombi_j@ecn.org |
d'accordo sulla feature
Se gli operai non vogliono essere invisibili Storia di Telefabbrica, l'emittente autogestita di Termini Imerese, chiusa d'imperio dal ministro Gasparri ELFI REITER BOLOGNA Telefabbrica è stata chiusa dopo 4 giorni di trasmissione in base all'art. 30 della legge Mammì che punisce chi detiene apparecchiature tv e trasmette su frequenze non attribuite. Il problema è che non è mai stato approvato un piano nazionale di frequenze. Il Ministero delle comunicazioni si è limitato a concedere una provvisoria autorizzazione a trasmettere in una situazione di totale precarietà senza regole né certezze. Il ministro Gasparri ha fatto chiudere Telefabbrica con una velocità che non rispetta i tempi normali di una procedura legale, quindi è stato un atto politico. Infatti la questione legale è nebulosa, ci dice Ambrogio Vitali di OrfeoTv (la madre delle antenne di strada nata in giugno a Bologna). La legge è precisa ma non prevede coni d'ombra. Per cui per risolvere la questione legale bisogna fare una proposta politica: far nascere mille, duemila microantenne dietro le quali ci sono migliaia di cittadini che reclamano il diritto a un'altra informazione. Se la chiusura della tv degli operai a Termini Imerese è stato un atto politico, l'unica risposta politica è l'apertura di migliaia di altre tv, che interconnesse formano un tessuto di consapevolezza critica capace di decodificare il «falso» nelle notizie «vere» delle mainstream tv. È questa la filosofia di Telestreet, è così che è nata NewGlobalVisionNewGlobalVision, un jukebox di materiali audiovivisi dei mediattivisti in giro per il mondo a cura di enc (European Counter Network) sul sito http://www.ngvision.org da cui scaricare gratuitamente secondo il concetto P2P (la filosofia di Napster) il primo centinaio di video disponibili nel catalogo ordinati per categorie (lotte politiche, crisi internazionali, ecc.). Nato poco dopo Genova 2001 per denunciare gli atti criminosi all'Onu e all'Ue con un video mandato in rete tramite banda larga e poi scaricato in tutto il mondo. L'intento di ngv è creare un Open Publishing per pubblicare i propri video. E renderli accessibili alle tante piccole tv. «Non vogliamo creare una tv più bella o più giusta -dice Franco Berardi- ma distruggere il principio su cui esiste oggi la tv: il broadcast, la passività dello spettatore, immensi investimenti economici. Vogliamo affermare il principio della rete di integrazione dei microproduttori che grazie alla banda larga in rete possono raggiungere una presenza globale nel mondo. Nel principio della ricombinazione: prima far proliferare le antenne e poi creare il secondo livello, più estetico, di significazione altra e discorso critico».
www.ngvision.org
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materiali
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lisa Monday, Dec. 16, 2002 at 11:40 AM |
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correzione all'articolo del manifesto: telefabbrica non è stata chiusa per la mammì ma in nome dell'art.195 del Codice Postale.
nel sito di telestreet c'è una corposa rassegna stampa, ma quei mattacchioni hanno tolto i doc uord e messo le scansioni delle pagine, quindi non si legge nulla. sollecitati, han promesso che aggiungeranno il testo :)
io cmq ho un po' di materiale.
ero anch'io al meeting, dall'inizio alla fine, e posso contribuire. a più tardi.
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