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J15: aggiornamenti palestina
by aliga Wednesday January 15, 2003 at 01:45 PM mail:  

Ennesima giornata di sangue oggi in medio oriente, iniziata con l'uccisione di tre palestinesi uccisi a Tulkarem e due a Kabatiya. A Gerusalemme est l'esercito israeliano continua a demolire case, mentre a Hebron chiude due universita'.

E’ iniziata nel sangue la giornata in Medio Oriente, dove sono già tre i palestinesi uccisi dai militari di Israele.
A Tulkarem, nel nord della Cisgiordania, i soldati dell’esercito di Tel Aviv hanno aperto il fuoco in un campo profughi. Secondo fonti palestinesi, un ragazzo di 16 anni che tirava pietre contro un carro armato, Mohedin Hamza, è rimasto ucciso. Stando a fonti israeliane, invece, il giovane stava lanciando delle bombe contro i mezzi blindati, ma pur sempre 16 anni aveva.
Poco dopo altri due palestinesi sono stati colpiti a morte dai soldati israeliani a Kabatiya, nella parte settentrionale dei Territori. Uno di loro, Ribhi Zakama, 44 anni, è stato ammazzato mentre camminava per strada nel corso di un’operazione dell’esercito di Israele. L’uomo, secondo quanto riferito da fonti palestinesi, soffriva di disturbi mentali. L’altra persona uccisa è Hazaa Shadid, 16 anni, ucciso mentre lanciava pietre contro i soldati con la stella di David.
All’alba le forze dello Stato ebraico hanno circondato un edificio per arrestare 4 militanti delle “Brigate Al Aqsa” che si nascondevano sul tetto.
Un soldato israeliano è stato leggermente ferito.

Azione di repressione oggi anche a Gerusalemme est delle forze militari israeliane. Una casa è stata demolita, mentre altre ad altre tre sono state murate porte e finestre. Le abitazioni sono di proprietà delle famiglie di quattro palestinesi condannati lo scorso anno all’ergastolo per sospetta appartenenza ad organizzazioni terroristiche.
I quartieri nei quali le forze militari di Tel Aviv hanno compiuto l’operazione sono quelli di Ras El Amud, Silwan e Abu Tor. I quattro palestinesi condannati si sarebbero resi responsabili di alcuni attentati, tra i quali a un caffè, nei pressi dell’abitazione di Ariel Sharon, primo ministro di Israele, e ad una mensa dell’università di Gerusalemme.
L’azione è stata compiuta da forze ingenti, perché si temevano le reazioni della popolazione civile palestinese. Le case non abbattute sono state lasciate integre solo perché la loro demolizione avrebbe compromesso la stabilità di altri edifici adiacenti.

Questa mattina l’esercito ha chiuso due Università ad Hebron. La decisione è stata presa dal governo di Ariel Sharon come misura di ritorsione per gli attentati del 5 gennaio a Tel Aviv, nel quale morirono 25 persone.
Le università chiuse sono l’Istituto islamico ed il Politecnico. I motivi dell’operazione, secondo le dichiarazioni del governo, vanno ricercati nel fatto che nelle facoltà si verificherebbero fenomeni di arruolamento di studenti da parte di organizzazioni palestinesi. Questo tipo di azioni, inserite in un totale blocco di qualsiasi trattativa politica tra le parti, tendono paradossalmente a rafforzare le forze più integraliste e violente del campo palestinese.
Inoltre il blocco delle scuole, insieme ai continui coprifuoco ed al blocco totale delle zone sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) peggiora di giorno in giorno le condizioni di vita delle popolazioni civili. I pendolari che si recavano a lavorare in Israele non posso più farlo e quindi procurarsi il reddito per mantenere le loro famiglie.
Si comprende come sia necessaria, al più presto, una iniziativa politica internazionale per risolvere la questione.

Il convegno di Londra, in corso da ieri, nel quale si sarebbe dovuto discutere su come riaffidare all’Anp la possibilità di governo sulle aree di sua competenza vede, paradossalmente, presenti Unione europea, Stati Uniti, Onu, Russia, Egitto, Giordania, Arabia Saudita ed altri Paesi arabi, ma non i rappresentati palestinesi, cui gli israeliani hanno impedito di partecipare.
Certo cosi' nn si va da nessuna parte.



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