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Bolivia< Le 15 richieste che hanno portato ai blocchi stradali e alle mobilitazioni
by garabombo@autistici.org Thursday January 16, 2003 at 02:40 AM mail:  

da indymedia argentina. --->GRAN PARTTE DI QUESTE RIVENDICAZIONI CHE HANNO DATO VITA AGLI SCONTRI VIOLENTI DI GENNAIO E FEBBRAIO, SONO ANCORA ALLA BASE DELLE MOBILITAZIONI CHE A PARTIRE DAL 20 SETTEMBRE SEGNANO UNA NUOVA FASE DI CONFLITTO SOCIALE ELEVATISSIMO.

Le 15 richieste che hanno portato ai blocchi stradali e alle mobilitazioni
Le 15 Richieste del Blocco delle Strade e della Mobilitazione Nazionale

Lettera al Presidente della Repubblica inviata dalle Organizzazioni Sociali del Popolo boliviano

Signor Ponzalo Sanchez de Lozada
Presidente della repubblica boliviana
La Paz-

Noi uomini e donne che hanno sottoscritto questa lettera siamo boliviani; la maggioranza di noi ha partecipato alle lotte del popolo boliviano per il recupero della democrazia nel nostro paese e non come molti impostori o voltagabbana che stanno sfruttando il potere statale, e che nel passato sono stati nemici della democrazia.

Per questo siamo assolutamente sicuri di avere l’autorità morale per poter parlare di fronte e fortemente per essere ascoltati e per ottenere una risposta alle nostre richieste, molte delle quali non sono state neanche considerate per oltre 20 anni.

Davanti alla distruzione dei sindacati e alla situazione dei partiti nella rappresentazione, diremmo quasi nell’usurpazione, della cittadinanza, noi abitanti, gente semplice e che lavora abbiamo imparato a costruire spazi d’incontro, decisioni e azioni negli ultimi anni. In questi spazi ci sono i movimenti indigeni, i contadini, i movimenti dei mutuatari e degli aggiudicatari del FONVIS, i minatori, gli industriali, le CODes, i senza terra, la moltitudine della gente delle campagne, i pensionati e gli affittuari disposti a difendere con la propria vita i propri diritti ed a lottare affinché le proprie domande siano accettate e ascoltate.

A queste lotte per la ribellione, la dignità e la sovranità, i governanti di turno- incluso il suo- hanno risposto con la repressione, le pallottole, l’allontanamento, la persecuzione, gli stati d’assedio con il fine unico di portare avanti provvedimenti che oggi sono riconosciuti dagli stessi sostenitori dell’attuale modello socioeconomico come un disastro che sta portando la nazione sull’orlo della crisi definitiva.
La disperazione, l’angoscia e l’incertezza di milioni di famiglie è evidente di fronte ad un pugno di famiglie ricche e potenti, che ostentano opulenza e lusso, legate agli interessi delle grandi corporazioni e che hanno dilapidato il patrimonio nazionale prodotto dallo sforzo di generazioni di boliviani e boliviane.

Non si può continuare così. Siamo stati tolleranti e comprensivi e molte volte siamo stati illusi pensando che le risorse del nostro paese sono dei loro legittimi proprietari; abbiamo sperato fino ad oggi che la gente avesse potuto vivere e lavorare in un mondo di giustizia, pace e armonia; abbiamo intrapreso il cammino del dialogo ancora oltre le nostre possibilità, di fronte alla richiesta delle nostre basi di passare ai fatti; abbiamo in molti casi frenato queste iniziative.

Di fronte ai patti di governabilità che i distinti governi hanno prodotto e che in pratica non sono stato altro che un spartizione dei posti di potere nei tre Poteri dello Stato, ai quali vanno aggiunti polizia ed esercito, e che sono solo serviti all’arricchimento illecito di alcuni poliziotti, per ricattare e corrompere giudici, in funzione di un uso della legge sotteso al conseguimento dei propri loschi vantaggi,
di fronte a ciò è che nasce dallo stesso popolo la necessità di affrontare i problemi più gravi che affettano la nazione, così come programmare e riunire solidariamente e unitariamente i problemi più urgenti riscontrati da ogni settore, per l’ultimo tentativo di costruire, essere ascoltati, esigere che si prenda in considerazione l’opinione di milioni di boliviani che vogliono costruire un paese diverso. In questo senso volgiamo essere ascoltati, non come funzionari subalterni; non con attraverso le commissioni che non si spingono mai oltre la discussione e non con “proposte di soluzione”; bensì con lei direttamente; con il presidente di questo paese e chi, in definitiva, è il primo e l’ultimo responsabile di ciò che sta succedendo e ciò che potrà succedere.

Per rendere possibile questo dialogo con lei, come ultima alternativa di discussione sui problemi nazionali e dei vari settori, stiamo inviando una copia della lettera alla Difensora del Pueblo, alla Chiesa Cattolica e all’Assemblea Permanete per i Diritti Umani, affinché conoscano e possano essere inseriti nello stesso dialogo, prima di una serie di nostre convocazioni per le mobilitazioni che inizieranno il 6 gennaio del 2003, affinché si abbia la possibilità per tutti di partecipare al dialogo per discutere e costruire una patria per noi e non per gli estranei.

Aspettiamo una risposta immediata a questa lettera che stiamo rendendo pubblica e alle nostre domande che uniamo alla lettera; speriamo che non sia sottostimata, ignorata o disprezzata; le stiamo scrivendo con responsabilità, sincerità, trasparenza, ma anche con la fermezza che nasce dalle decisioni che siamo disposti ad assumere nel caso non fossimo ascoltati. La risposta è nelle sue mani.

Senza alcun altro particolare, ci congediamo da lei

Evo Morales (Diputado Nacional del MAS y Dirigente cocalero)
Luis Coquetilla( Central Obrera Departamental-Cochabamba)
Oscar Olivera (Coordinadora del Agua y Federacion de Fabriles Cochabamba)
Ildefonso Aramayo ( Trabajadores Rentistas)
Estanislao Aliaga (Magisterio/ Maestros)
Wilfredo Portugal (Trabajadores Sin Jubilacion)
Ramiro Bolaños (FEDTAVIS)
Willy Cabezas (Prestatarios)
Nicanor Grandidier ( Trabajadores Desocupados)

LE NOSTRE RICHIESTE

1. Reversione delle risorse pubbliche, delle imprese capitalizzate di proprietà dello Stato e della società.
2. ALCA; GAS (Opposizione all’incorporazione della Bolivia nell’ALCA e alla vendita di gas alle multinazionali)
3. TERRA E TERRITORIO Attenzione alle proposte del MST (Movimento dei senza terra, colonizadores y indigenas)
4. SALARIATI. Stabilità e nessun ritocco ai fondi per le pensioni.
5. PENSIONATI no al ribasso dei redditi dietro la stupida “Bolivianizzazione dell’Economia”
6. COCALEROS Revisione della Legge 1008, mezzo ettaro di coca per famiglia.
7. EDUCAZIONE E SALUTE discussione del piano del TGN ed incremento dei salari
8. GENERAZIONE SANDWICH Approvazione del progetto di legge presentato
9. MUTUATARI Approvazione della legge presentata
10. CONALTAVIS Scioglimento del FONVUS nelle mani del controllo sociale e degli aggiudicatari.
11. LAVORATORI DELLE FAMIGLIE Approvazione della legge presentata
12. DISOCCUPATI Attenzione al Pliego Petitorio
13. Associazione dei detenuti politici delle dittature. Approvazione della legge presentata.
14. Opposizione all’entrata di truppe statunitensi all0interno del paese
15. CASSA NAZIONALE PER LA SALUTE, debiti dello Stato e Impresa Privata

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