Gli attivisti in frenetica preparazione. E la polizia? A Davos anche il bisogno di continuare a ricordare Carlo Giuliani. Dal giornale "Der Bund"

«Der Bund» Martedi, 21.01.2003, Edizione Nr. 16, Divisione città e Regione





Operazione “Davos“ (1): Reithalle

World Economic Forum

Preparativi in corso tanto alla Reithalle, quanto alla polizia cantonale per il WEF a Davos. Gli oppositori alla globalizzazione e alla guerra cercano di accordarsi in lunghe riunioni sulla tattica giusta.


CHRISTIAN VON BURG

Squilla il cellulare: „Sì...siamo di nuovo fuori... la direzione della dogana centrale…no, non abbiamo piu’ volantini.” David Böhner mette il cellulare da parte. Insieme con Sandra Ryf e altri membri del coordinamento anti-NATO di Berna programma le azioni di protesta contro il vertice del WEF a Davos. Böhner e Rzf erano un anno e mezzo fa anche a Genova. “Carlo Giuliani è stato ucciso dalla polizia non lontano da noi”. Per tre mesi si è potuto leggere il nome dell’attivista antiglobalizazione all’ex Piazza Paul Klee di fronte alla Reithalle. Una settimana fa l’amministrazione comunale ha preteso che la vecchia toponomastica della piazza fosse ripristinata. “L’archivista comunale ci ha chiesto se possiamo dare la targa all’archivio, essendo questa un documento storico- dice Boehner-ma noi ne abbiamo ancora bisogno e la portiamo alla Parsennplatz di Davos”.

Contro il regno Schwab

Di nuovo il telefono. Böhener dà le date per le prossime riunioni. “Spesso le nostre riunioni durano
anche quattro ore” spiega Ryf . Quando c’è consenso, finisce la discussione: per lo piu’ negli ultimi giorni si è discussa la tattica per le proteste a Davos. “Non vogliamo tendere la mano per la costruzione di un apparato di controllo totalitario”- spiega Böhner.
Se i manifestanti dovessero a Prättigau scendere dal treno e farsi perquisire, sarebbe come una genuflessione. “non abbiamo mai invitato ad una manifestazione violenta- dice Ryf -per questo ci difendiamo contro i controlli esagerati e contro le limitazioni della libertà di movimento” IL WEF sarebbe, infine, un’iniziativa privata- dice Biehenr. “Non c’è nesun regno di Schwab”. Se a Prättigau entrano in funzione le chiuse, come programmato, le proteste avranno luogo altrove. E soprattutto: la manifestazione contro il Wef comincerebbe alla partenza, sabato a Berna, del treno speciale.

„Criminali e guerrafondai „
Squilla di nuovo il cellulare. “Sì i biglietti delle ferrovie svizzere per Davos sono alla Reithalle”, dice Böhner . Pensa che sia un peccato che anche la polizia di Berna vada a Davos “ La polizia di Zurigo resta a casa”. Alla fine sta ai politici dei singoli catoni decidere se la polizia deve andare o meno a Davos. “A Davos l’esercito e la polizia difendono anche criminali e guerrafondai”-dice Ryf. Molti ex ospiti del WEF, come l’ex manager di Enron, avrebbero oggi processi a carico. Anche Carlos Salinas, ex presidente del Messico, sarebbe persona non grata.
Un apparato di Polizia da milioni di franchi protegge uomini di questo tipo. “Noi, invece, veniamo portati via in manette, se occupiamo la direzione di frontiera centrale.
Per un eventuale impiego delle forze di polizia Ryf e Böhner hanno rispetto. A Zurigo un manifestante ha perso un occhio per colpa di una pallottola di gomma; e l’acqua mescolata ai lacrimogeni puo’ escoriare la pelle. Non temono, però, neanche vetrine mandate in frantumi. “Ci sono tante possibilità per fare un’azione di protesta”-dice Böhener- tuttavia si dovrebbero discernere in maniera chiara i danneggiamenti dalla violenza contro le persone”. La seconda non l’ammette.
Ryf e Böhner pensano di andare sabato per l’ultima volta a Davos per il WEF. La popolazione del cantone non parteciperebbe piu’ a questo teatrino e i costi per la sorveglianza sarebbero, intanto, troppo alti. Ma il problema è un altro. “I ricchi e i potenti possono semplicemente incontrarsi da un’altra parte”.