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by terni social forum Wednesday, Feb. 12, 2003 at 10:20 AM mail:

Documento del social forum di terni sugli inceneritori.

Come movimento dei Social Forum pensiamo che in una società complessa ogni questione vada inserita in un contesto più ampio, visto che ogni intervento settoriale non incide solo su una parte ma va a modificare il tutto. Dato che la complessità è un insieme non lineare di interrelazioni, è' solo per chiarezza espositiva che affronteremo il problema degli inceneritori di Maratta articolandolo su 5 piani distinti: ambientale, salute pubblica, economico, sociale, politico.

Dal punto di vista ambientale iniziamo riassumendo la situazione dei rifiuti nell'Ato 4, l'ambito territoriale che comprende l'intera Provincia di Terni e che secondo le indicazioni del decreto Ronchi, al pari degli altri ATO, dovrebbe essere un ambito autonomo per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti stessi:
Produzione annuale totale di RSU 95.000 t circa
Raccolta differenziata 11% (dati Legambiente)
Filiere di riciclaggio inesistenti
Siti idonei allo smaltimento di rifiuti e indicazioni quantitative del Piano regionale dei rifiuti: Discarica Le Crete di Orvieto (capacità di circa 110.000 tonnellate per minimo 20 anni); Inceneritore ASM (40.000 t di RSU); Inceneritore Terni Ena (80.000 t tra biomasse, rifiuti sanitari e combustibile da rifiuti (legno, carta, cartone, plastica).
Con un tale piano regionale dei rifiuti si condona la totalità degli impianti esistenti e si ipotizza la costruzione di un impianto di produzione di CDR utile a foraggiare il funzionamento più redditizio possibile dell'inceneritore Terni Ena e per non farsi mancare nulla si pontifica su raccolta differenziata e riciclaggio.
Due sono a nostro avviso le parole-chiave: inutilità e dannosità. Tali inceneritori sono inutili perchè la sola discarica di Orvieto è sufficiente a smaltire la produzione totale di rifiuti per altri 15 anni; sono dannosi perchè inquinano l'aria con i fumi di emissione, la terra con le scorie incombuste che vanno smaltite in una discarica speciale di tipo IIB, l'acqua con gli scarichi. Sono dannosi, inoltre, perchè negano nei fatti il ciclo raccolta differenziata - riciclaggio e perchè al contrario di tale ciclo producono pochissima occupazione e per giunta pericolosa visto la continua esposizione dei lavoratori alle sostanze tossico-nocive.
Per quanto riguarda l'aspetto economico, tanto a cuore alla giunta Raffaelli, invece di avviare gli inceneritori bisogna rinegoziare, come richiesto da 13 comuni del comprensorio ternano la scorsa estate, la suicida convenzione con la discarica di Orvieto ed al contempo passare, come indicato nel decreto Ronchi, dalla tassa arbitraria (il contribuente paga secondo la metroquadratura della casa) alla tariffa secondo cui il contribuente paga in base ai propri consumi. . A ciò va aggiunto che nella Provincia di Terni il gestore della discarica di Orvieto e dell'inceneritore Terni Ena è lo stesso soggetto che ha le migliore prerogative per divenire socio di "rilevanza" della Spa ASM (oggi totalmente comunale). Ci sono cioè tutte le condizioni perchè l'affare rifiuti nella Provincia di Terni sia gestito monopolisticamente

Pensando alla salute pubblica basta dire che, dai dati della prima indagine epidemiologica condotta dal Dipartimento di Igiene dell'Università di Perugia, nella conca ternana l'incidenza tumorale alle vie respiratorie è tripla rispetto ai dati del resto della Provincia.

Quali conclusioni trarre da questa intricata questione? Due punti su tutti, uno generale ed uno più prettamente sociale.

1) la devastazione dell'ambiente, l'incuranza verso la salute pubblica, la disoccupazione che da marginale si fa strutturale non dipendono dalla mancanza di fondi ma dalla scellerata gestione di un denaro pubblico destinato a gonfiare le vele già stragonfie dei potentati economici privati. Va ricordato a tal proposito che il CIP 6/92, vera e propria sorgente finanziaria della termovalorizzazione, vincolava l'erogazione dei fondi non ad una gestione ecocompatibile dei rifiuti e ad un piano occupazionale certo basato sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio, bensì alla costruzione di inceneritori capaci di produrre energia rinnovabile.

2) E'' ora di sostituire una democrazia rappresentativa ormai in crisi irreversibile e capace solo di gestire la devastazione sociale imposta dal modello neoliberale, con una nuova forma di democrazia non rappresentativa ed extraparlamentare finalizzata alla globalizzazione dei diritti di cittadinanza (reddito, lavoro, casa, istruzione, salute, libertà di movimento) da contrapporre alla globalizzazione delle multinazionali che in nome del profitto distrugge diritti e sancisce la sudditanza totale verso il capitale.

In sintesi è ora di dire basta ad una politica schiava dello strapotere economico, ad una politica che insedia siti altamente inquinanti e a basso contenuto occupazionale in un territorio già ampiamente deturpato da carichi inquinanti pluridecennali e assillato da una cronica disoccupazione non risolta con il ricorso ai contratti d'area .

Veniamo ora all'aspetto politico, il più delicato visto che tanto il centrodestra quanto il centrosinistra locali stravolgono le proprie idee a seconda se si è maggioranza o minoranza, subordinandosi supinamente agli interessi economici quando si governa e criticando strumentalmente e radicalmente quando si è opposizione. E' per questo che respingiamo al mittente i tentativi di chi con la scusa dell'ambiente esalta quella parte politica che ha firmato le autorizzazioni per Terni Ena e Printer e ha acceso l'inceneritore dell'ASM. Di chi mentre accusa, con piglio da tribuno e terminologia populistica, la collettività ternana di poca coscienza ambientale e di scarso senso civico , tra una delirante cartolina e un deprimente fuorionda, tira la volata elettorale ad una coalizione che quando governa è semplicemente ecocida. Basta a tal proposito pensare al decreto sblocca-centrali di Marzano o ai faraonici progetti per le "grandi opere" del Ministro Lunardi. Non possiamo che esprimere la più totale avversione verso chi disintegra i diritti dei lavoratori, fa propaganda pauperistica monetizzando i bisogni dei più deboli, devasta l'ambiente, va a braccetto con Confindustria e per completare l'opera prende le impronte digitali a quei criminali congeniti che chiamano extracomunitari. Abbandonate sul nascere ogni velleità strumentalizzatrice nei nostri confronti, abbiamo imparato a nostre spese che per costruire un altro mondo possibile dobbiamo resistere tanto al liberismo concertativo del centro-sinistra quanto , a maggior ragione, al liberismo fascio- leghista del centro-destra. A differenza di lor signori non siamo interessati al potere ma vittime designate della sua esponenziale capacità coercitiva così come non siamo riducibili ad essere minoranza per non legittimare l'arroganza di qualsivoglia maggioranza. Sappiamo in sintesi di dover combattere chiunque si frapponga alla globalizzazione dei diritti di cittadinanza dal reddito alla casa, dal cibo all'acqua, dall'istruzione alla sanità. Alla faccia dei no global. Siamo un insieme di soggettività molteplici che trovano la loro forza nell'abilità di sottrarre il proprio agire cooperativo alla logica del capitale, convinti che sia la capacità di sostanziare il conflitto sociale a creare gli anelli deboli del comando globale e non viceversa. Convinti che sarà il nostro desiderio di vita, e non altro, a debellare il fetore di morte emanato dal dispiegarsi univoco ed indiscutibile del dogma neoliberale.
Tornando al nocciolo della questione, allo stato attuale dei fatti con autorizzazioni concesse ed ingenti fondi pubblici investiti, chiunque riscrivesse il Piano regionale dei rifiuti lo riformulerebbe come se non peggio quello attuale. L'unico soggetto capace di fronteggiare interessi privati e limiti partitici è quel soggetto collettivo fino ad oggi tenuto all'oscuro di tutto ed escluso da ogni tavolo decisionale: la cittadinanza della Conca Ternana. Considerato ciò, oggi più che mai, rilanciamo con forza e decisione l'idea di due referendum consultivi, due referendum dai quesiti chiari ed inequivocabili che permettano ai cittadini di Terni e Narni di dire la loro sui due inceneritori di Maratta e sulla mega centrale AST di San Liberato. Due referendum che permettano, una volta per tutte, ai cittadini di Narni e Terni di decidere in prima persona il loro futuro, quello dei loro figli e dell'ambiente in cui vivono, senza più delegare alcunchè a chicchessia. Due referendum da aggiungere ai referendum nazionali contro gli inceneritori, l'elettrosmog e i pesticidi.
Crediamo inoltre, più che alle alchimie politiche, all'azione diretta e per questo rilanciamo il blocco dei lavori ed una serie di iniziative da tenere nella città e fuori dai cancelli convinti che azioni dirette e referendum consultivi siano pratiche sinergiche e non antitetiche. E', infatti, la nostra capacità di creare una cooperazione autonoma ed antagonista l'arma privilegiata con cui debellare l'inabilità della politica locale di gestire eco-compatibilmente il territorio, e non certo le bassezze doppiogiochiste di chi fautore della demagogia della coalizione aziendale/patriottica/padana pensa di poter incantare gli elettori ululando falsamente contro i poteri forti e abbaiando ipocritamente contro l'ingerenza del capitale. Questa degli inceneritori è una tragica farsa di per sè, e non abbisogna di ulteriori comparse in cerca di gloria. Il compito politico oggi ineludibile per salvaguardare ambiente e salute consiste nel raccogliere il maggior numero di firme e divulgare il più chiaramente possibile una cultura ecologista. Oggi non può esistere cultura senza natura nè natura senza cultura. Questa conca massacrata dai fumi di chimica, siderurgia e incenerimento e da un traffico veicolare senza alternative ha assoluto bisogno di forze nuove senza doppi fini che la facciano respirare. Ogni attardarsi dietro la vuota retorica dei professionisti della politica e dei tribuni interessati è un colpo al cuore che non possiamo permetterci. Qui e ora, senza se e senza ma, accendere la protesta, spegnere gli inceneritori, accendere la protesta impedire la costruzione della mega centrale a turbo gas.

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