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Eukal Herria contro la guerra
by gk Sunday, Feb. 16, 2003 at 5:32 PM mail:

da gara - quotidiano basco

Eukal Herria contro ...
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Le strade basche respingono la "guerra" per il petrolio
· Varie migliaia di cittadini espressero i suoi messaggi di solidarietà col popolo iracheno

Migliaia di persone sfidarono al freddo ed uscirono alle strade dalle capitale di Euskal Herria per esprimere il suo rifiuto ad un possibile attacco all'Iraq. I piani di guerra di Bush, appoggiati da Aznar e Blair, furono oggetto di scherno, scherzi e dure critiche. Nelle manifestazioni potè vedersi cittadini di tutte le origini, razze ed ideologie.


IRUÑEA-BILBO-DONOSTIA -
GASTEIZ-BAIONA

Mosin, immigrante marocchino che lasciò la sua terra alla ricerca di lavoro nel nostro paese, si mostrava "emozionato" per la risposta solidale che la cittadinanza aveva mostrato in Iruñea. "È qualcosa che ringrazio perché considero che sono buona gente". La manifestazione contro la guerra riuscì a riunire, nonostante l'intenso freddo, oltre a 20.000 persone, secondo gli organizzatori.

Oltre a numerose consegne contro il possibile attacco, i partecipanti nella protesta assentirono grida nelle quali si iscriveva al petrolio come la principale causa per la quale gli Stati Uniti desiderano invadere l'Iraq. Un argomento col quale Mosin coincide pienamente "perché è quello che interessa a Bush, dato che in breve termine possono finire le sue riserve petrolifere". In parole di questo marocchino compromesso con la lotta contro la guerra, le conseguenze di questa pagherà loro "unicamente il paese piano, le donne ed i bambini, e non i presidenti che stanno nelle sue poltrone."

La manifestazione il cui striscione sotto il lemma Gerrarik ez No alle "guerre" fu trasportata da rappresentanti dei partiti politici, sindacati ed associazioni che fanno parte della Piattaforma contro le guerre, entità promotrice della mobilitazione, partì alle 18.30 dalle vicinanze dai cinema Golem e discorse per i viali di Bayona e dell'Esercito, per terminare vicino alla statua del Monumento alle Giurisdizioni, ubicata nella Passeggiata di Sarasate, dove si lesse il comunicato, mentre la folla si accalcava fino alla porta della Cittadella, oltre ad un chilometro di distanza.

Luccio Tabar, della Piattaforma contro le guerre, mostrò la sua soddisfazione, considerando che si erano superati allo stesso modo "tutte le previsioni" di un'iniziativa che dimostrava l'opinione maggioritaria contraria ad un intervento dei "Stati Uniti", che era una dimostrazione della "solidarietà coi paesi del mondo minacciati."

Anche in Bilbo la cittadinanza uscì alle strade per protestare contro la guerra. Di dimostrazione, un bottone: quando la testata aveva dato già lettura al comunicato nella piazza dell'Arriaga, ancora continuava ad uscire gente dal Sacro Cuore punto di uscita.

Dietro lo striscione "Non alla guerra contro l'Iraq. Gerrarik ez! ", si riunirono genti di tutte le ideologie, culture e paesi. Dimostrazione di questo cosmopolitismo fu la musica irachena, saharaui e berbero che suonò molto alla cosa e largo di tutto il percorso. In questo senso, furono costanti le dimostrazioni di appoggio a palestinesi e saharauis. Due paesi che come l'iracheno, conoscono alla perfezione le conseguenze che porterà sulla popolazione un genocidio come quello che prossimamente vuole portare a termine il presidente degli Stati Uniti.

Durante il percorso si assentirono consegne come "Bush hiltzaile, Aznar laguntzaile", "Aznar, non nel nostro nome", "Non più sangue per petrolio" o Né un euro per la "guerra". alla fine della marcia si lesse un comunicato in euskara, castigliano ed arabo, nel quale si denunciava la politica imperialista del Governo Bush.

Oltre alle migliaia di persone anonime, furono numerose i visi conosciuti che poterono vedersi nella capitale biscaglina, tra i quali sottolinearono quelle dei consiglieri di Lakua Gabriel Inclán, Javier Madrazo, Sabin Intxaurraga e Guardino Azkarate, quelle dei membri di Sozialista Abertzaleak Arnaldo Otegi, Julen Aginako e Jone Goirizelaia, quella della segretaria dell'EBB, Josune Ariztondo, quella di Paul Nicholshon, di EHNE, quella di Mikel Noval, di ELA o quella di Josu Egiraun, di Hemen eta Munduan.

Di mattina, e previamente a questa multitudinaria manifestazione, i collettivi Askapena, Hemen eta Munduan e Komite Internazionalistak realizzarono una rappresentazione di fronte ad Il Taglio Inglese per denunciare la guerra. Per ciò, fecero una parodia di Aznar e Bush, dopo la quale si lanciò al suolo tagliando il traffico per dieci minuti.

In Gasteiz, la manifestazione uscì dalla piazza Bilbao, minuti dopo le 18.00, e passarono quindici minuti fino a che i partecipanti poterono impiegarsi dietro lo striscione che intestava la marcia che notava che "Guerra no, non nel nostro nome."

Vari manifestanti mostravano striscioni con giochi di parole ideati a partire dai nomi di Bush ed Aznar. Altri sfruttarono per ricordare la situazione che soffre la Palestina. Ondeggiarono anche bandiere argentine ed ikurriñas.

Precisamente, la varietà di origine, razza, colore ed ideologia fu una delle note sottolineabili. Giovani, bambini in carrozzine sospinte per i suoi genitori, e signore e signori maggiori, tutti gridarono non alla guerra.

A Donostia, la manifestazione, che riunì 15.000 persone, secondo i convocantes, partì dalla piazza Pigolio XII, in Amasse, e percorse le strade Sancho il Saggio e Prim fino al Boulevard. I partecipanti erigevano vari striscioni con messaggi come "Aznar lameculos di Bush", o "I morti di Aznar e di Bush sono di prima e quelli dell'Iraq di seconda". Alcuni dei cartelli stavano scritti anche in arabo.

Come nel resto delle capitale, poteva vedersi l'amalgama di razze, età ed ideologie. La ragione che li univa, tuttavia, era la stessa: "Non" alla guerra. "Sto contro ogni tipo di violenza e la guerra è la violenza massima. Vado a tutte le manifestazioni che c'è in Basco contro qualunque violenza. Stanno facendoci credere che la guerra è la migliore maniera di mantenere la pace, ma non è certo, perché ci sono dietro interessi economici e politici", segnalava Karmele, di Donostia.

Mikel, un adolescente che accorse alla manifestazione con un amico, criticava che non ci sembra bene che sale da cucina tanta gente per petrolio". Considera che quella delle armi distruttive è una scusa. I "Stati Uniti hanno più armi che Iraq, cosicché essi dovrebbero disarmarsi in primo luogo", proponeva.

Orlando, naturale della Repubblica Dominicana, pensava che mi sembra "ingiusto che Aznar, Bush e Blair vogliano distruggere ad un paese per rubare il suo petrolio". neanche Mikel, crede Come che le armi di distruzione massiccia siano la vera ragione di un possibile attacco. "I politici credono che siamo tonti. L'Israele ha violato moltissime più risoluzioni dell'ONU che Iraq e che tutti i paesi della Terra, e né l'ONU, né USA, né Aznar ha condannato all'Israele". assentirono Anche consegne solidali col paese palestinese e perfino menzionarono la gestione di Aznar nella catastrofe di Prestige.

Quando la testa della manifestazione arrivò dal Boulevard, cientos di persone riempì i paraggi, mentre la parte di dietro della manifestazione continuava percorrendo le strade della capitale gipuzcoana. Nel chiosco del Boulevard, i convocantes, la Piattaforma di Gipuzkoa contro la guerra, integrata per sindacati, partiti politici, gruppi internazionalisti, associazioni di immigranti e religiose, lessero un comunicato, tra gli applausi dei presenti.

Nella marcia, piena di colore, con gente molto varia e con gran ambiente festivo, potevano vedersi cartelli con caricature di Bush e messaggi critici come "La guerra è giusta perché le nostre riserve di petrolio sono regolate."

Dichiarazioni
Si discute il modello esclusorio"

PAUL NICHOLSON

EHNE

"Non c'è dubbio che quello che sta succedendo oggi per ieri è un salto qualitativo del movimento antiglobalización, poiché questa è una convocazione che proviene dal Foro Sociale di Firenze. Questo è qualcosa più che una questione della guerra, è la questione di tutto un modello economico esclusorio a livello mondiale."

"Sono un grido di speranza"

josu egirEun

Hemen eta Munduan

"Questa è la risposta ad una politica militarista e di guerra che vuole conquistare il mondo al servizio di pochi. È qualcosa di meraviglioso che le manifestazioni nel mondo stiano essendo massicce; è un grido di speranza. Bisogna riuscire che ai governi sia fatto loro impossibile risolvere i conflitti con politici di guerra. Per quel motivo, dobbiamo continuare a mobilitarci per ostacolare l'avanzamento degli Stati Uniti e le grandi potenze."

L'appoggio basco è di "ringraziare"

edurne sahara

Movimento Saharaui

Mi piacerebbe sottolineare che Euskal Herria è stato sempre molto solidale coi movimenti di liberazione, qualcosa che è di ringraziare. La ripercussione della guerra è molto grave a livello mondiale, per quello che noi facciamo tutta la cosa possibile per evitare che così qualcosa succeda."

"Aznar, Sharon e Bush: l'asse del male"

Arnaldo otegi

Sozialista Abertzaleak

"Un'altra volta l'asse del male è quello che rappresenta Aznar, Bush e Sharon che sono quelli che realmente non vogliono un
mondo in pace né un mondo in libertà. Il dibattito politico internazionale è ipocrita; ci sono bombardamenti ed occupazioni militari a nome dei diritti umani". Gli immigranti in Tutera, spaventati per le retate

In Nafarroa ci furono altre manifestazioni, oltre a quella di Iruñea, ma la più significativa si celebrò in Tutera, zona dove vivono molti immigranti. Nonostante ciò, non uscirono agli strada tanto come era di sperare. "Dopo le retate che sta facendo la polizia durante tutta la settimana, alcuni avevamo paura", raccontò a GARA Abderrahman, marocchino residente in Tutera. "Benché siamo molto contenti, perché la risposta della gente ci ha sorpresi", aggiunse. Secondo Adderrahman, "malgrado i mezzi ed i poderosi si impegnino a dire che i musulmani sono cattivi, la gente ha risposto alla convocazione". -

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