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La prossima crisi sarà bancaria
by Sbancor Wednesday, Feb. 19, 2003 at 9:31 AM mail:

E poi non dite che non ve l'ho detto.....I soldi nel materasso e le catende di S.Antonio del proletariato, da spezzare, compgni, da spezzare!

La prossima crisi sarà bancaria. E poi non dite che non ve l'ho detto. La difficoltà nelle previsione delle crisi bancarie è che il giono prima chi ne parla è un mascalzone. Il giorno dopo uno dei tanti che "l'avevano detto". Eppuire i dati sono allarmanti. Per quest'anno le banche italiane brucieranno valore. Cioè andranno in molti casi in perdita. Perdite finanziarie, come quei geni dell'area finanza di una banca romana che in 6 mesi sono riusciti a perdere 50 miliardi di euro sul proprio trading. Ma anche perditi su Crediti. Cragnotti, Cecchi Gori, e forse la Fiat. Ma l'Italia è ancora un paese dalle perdite modeste. In Giappone i cosidetti Non Performing Loans (NPL's) cioè i crediti da cui non si vede indietro una lira, o uno yen o un $ a seconda dei casi, sono arrivati a cifre trilionarie di yen. "La Financial Service Agency, autorità competente in materia di vigilanza del sistema finanziario, pubblica la propria stima dell'ammontare dello stock di sofferenze del sistema finanziario alla fine di ogni anno fiscale. Secondo la "Financial Reconstruction Law", l'ammontare delle sofferenze per tutto il sistema bancario ammontava a 43,2 mila miliardi di yen alla fine di marzo 2002, in netto aumento rispetto allo stock calcolato alla fine del marzo 2001 (pari a 33,6 mila miliardi di yen). Lo stock di NPLs rappresenterebbe secondo queste stime l'8-10% circa del PIL. I dubbi che circondano, però, l'attendibilità delle stime ufficiali sono molteplici e la stessa "dimensione" del problema, in realtà, potrebbe collocarsi su ordini di grandezza ben superiori (e ben più drammatici): in un recente studio, la Ernst & Young ha stimato l'ammontare delle sofferenze in Giappone a poco più di 1200 miliardi di dollari, pari circa a 145 - 150 mila miliardi di yen (ossia quasi il 30% di PIL)." (da Focus Giappone - Capitalia) .
In America crescono le fusioni, diminuisce il numero di banche e aumentano i cosidetti "crediti problematici" . A partire dal 1985 il sistema bancario degli U.S.A. ha conosciuto un forte processo di concentrazione. Alla fine del 1984 vi erano 14.496 banche. Nel secondo trimestre del 2002 erano 7.996. Praticamente in diciassette anni erano scomparse per fusioni ed acquisizioni, ma anche per fallimenti 6.473 banche, il 45% del sistema. Quasi una banca al giorno. I fallimenti hanno riguardato 1.322 fra il 1995 e il 2001. Le fusioni ed acquisizioni hanno riguardato 8.092 banche, nello stesso periodo. E ciò porta a preoccupanti rischi di concenttrazione delle possibili perdite. Specie sui "derivati". Nel sistema bancario americano i derivati sono concentrati in poche banche. J.P.Morgan - Chase detiene il 49,6% del mercato, Bank of America il 19,8%, Citygroup il 17,8% le altre prime dieci banche l'11,6% ed il resto del sistema l'1,2%
A fine settembre J.P.Morgan- Chase, la seconda grande banca d'investimento del mondo ha subito un downrating del proprio debito. La causa è soprattutto il crollo delle attività di intermediazione che a luglio ed agosto hanno fatto registrare entrate per soli 1000 milioni di dollari, contrro 1,1 miliardi dei tre mesi precedenti. Enron, Worldcom e gli altri grandi investimenti di J.P. Morgan Chase nel settore delle telecomunicazione, più la crisi argentina hanno lasciato il segno.
Anche Morgan Stanley - Dean Witter riporta un calo degli utili del 17%, registrando l'utile più basso dal 1997, anno della fusiuone fra Morgan Stanley e Dean Witter.. Se lo scenario delle banche americane desta qualche preoccupazione, per la crescita dei "Classified Loans Committments", i cosidetti crediti problematici passati da 22 miliardi di dollari del 1997 a 157 miliardi di dollari nel 2002, con un incidenza sulla totalità degli impieghi che passa da 2,9% a 12,6% , anche la situazione tedesca non è confortante. Il 10 ottobre del 2002 Otmar Issing, capo economista della B.C.E. parlando a "Bloomberg" disse "Sarebbe esagerato parlare di una crisi bancaria, ma la situazione può certo essere definita drammatica". Edgar Meister, membro del direttivo della Bundesbank ha detto che il sistema è solido, precisando però che: "Finora i casi di insolvenza sono rimasti isolati (…) non possiamo però escludere che vi siano altri fallimenti se la debolezza dell'economia dovesse proseguire." I fallimenti recenti di Gontard & Metallbank e di Schmidtbank lo dimostrano.
Se la crisi finanziaria del 2001-2002 si trasferisce nel 2003 alle banche, ragazzi abbiamo chiuso davvero. L'Argentina diventerà un modello di stabilità bancaria!
Consiglio del mese: i soldi metteteli sotto il materasso! Così provochiamo una bella "trappola della liquidità", per la gioia dei Banchieri Centrali. Tanto i soldi può perderli solo chi ce li ha. Un trascurato economista tedesco diceva il proletariato non aver che da perdere le proprie catene. Ora, a meno che non si riferisse alle Catene di S.Antonio, andrebbe forse preso sul serio.





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così successe
by elena Wednesday, Feb. 19, 2003 at 10:06 AM mail:

così successe anche in argentina poco prima del delirio
consiglio a tutti di togliere i poveri risparmi (x chi ce l'ha) da dovunque forse tranne banca etica
parliamone

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non contateci
by banker Wednesday, Feb. 19, 2003 at 10:25 AM mail:

cari miei, non contateci su una crisi bancaria. Ve lo dice un insider nel sistema, credetemi. Ci sono dei problemi, è vero, ma non tali da provocare un collasso globale. Alla peggio, ma alla molto peggio, qualche banca verrà assorbita da qualcun'altra. Alcune banche sono in ottima salute, e le banche in sofferenza sono una netta minoranza. E poi, se volete veramente rompere i coglioni ad una banca, lasciate un piccolo deposito e fate operazioni. Ve le fanno pagare, ma sui piccoli conti ci perdono. Se togliete pochi soldi, fate loro un piacere. Se ne togliete tanti (diciamo più di 100.000 euro) allora si che li fate piangere. ma io quelli non li ho, non so voi....

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x banker
by elena Wednesday, Feb. 19, 2003 at 10:28 AM mail:

spiega meglio...

io ho qche soldino (pochi)

come boicotto la mia banca?

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x elena
by banker Wednesday, Feb. 19, 2003 at 10:39 AM mail:

lasciando pochi soldi sul conto, chiedendo spiegazioni su tutto, negoziando le condizioni (se insisti ci riesci), facendo operazioni (ma non tantissime, se no cominciano a guadagnarci), insomma facendo il cliente un po' rompiballe.
Non è boicottaggio, ma gli romperai le palle.

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grazie
by elena Wednesday, Feb. 19, 2003 at 10:42 AM mail:

grazie
qsi info interessante sulle banche, passala!

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trappola della liquidità
by banker Wednesday, Feb. 19, 2003 at 10:59 AM mail:

Per la precisione: la trappola della liquidità è un concetto keynesiano, che descriverei come segue:
è il caso di una economia in cui la capacità produttiva è lontana da quella potenziale nonostante i bassi tassi d'interesse che dovrebbero stimolare consumi e investimenti.
Quando i tassi d'interesse nominali sono prossimi allo zero, la moneta domina le altre attività finanziarie nelle scelte di allocazione del risparmio. Detenere moneta ha come beneficio la possibilità di effettuare transazioni correnti; il costo opportunità è nel tasso di interesse che si perde sugli investimenti alternativi. Se questo è prossimo allo zero, i benefici superano i costi. Gli agenti economici sono quindi disposti a detenere qualsiasi quantità di moneta offerta dalla banca centrale: i tassi di interesse nominali non variano e le manovre di politica monetaria sono vane.
In poche parole, è una situazione di deflazione.
E' un po' quello che sta succedendo in Giappone e altri paesi dell'Estremo Oriente, ed una situazione dalla quale non sono lontante la Germania e l'Italia.
Dunque, non c'entra nulla con la fuga dei depositi e altre amenità del genere.
Solo per amore della precisione.

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Sbancor ha ragione, forse.
by Cloppete Wednesday, Feb. 19, 2003 at 11:07 AM mail:

La sua analisi, che si basa oltretutto su info non sempre di pubblico dominio, e' piuttosto lucida e argomentata.

Il problema non e' pero' costituito solo dai prestiti a rischio ma anche e soprattutto dall'andamento di borsa. Un esempio ... (vado a memoria) il FIB30 ai primi di Settembre 2001 era a 35.000 punti circa, ora credo che sia poco sopra i 23.000 punti (35% di perdite sul valore dei pacchetti azionari delle aziende quotate).

E le Banche campano di azioni.

E' vero che esiste un Keynesianesimo di Guerra, ma e' anche vero che e' sempre meno influente sull'economia di una nazione e/o di un'area. Lo sviluppo dell'industria pesante (siderurgia, auto, etc.) e' stato molto favorevolmente condizionato dalle due Guerre Mondiali (la Fiat, in Italia, diventa quello che e' con le due guerre), ma ora non e' piu' cosi' e da tempo.

Non a caso abbiamo visto il discioglimento dell'intero impianto siderurgico europeo (crisi della produzione di carbone e di conseguenza, dell'acciaio, etc.). Niente di cancellato, solo sostituito ma da produzioni a valenza economica inferiore.

Oltretutto, per quanto riguarda le Borse nel mondo, stiamo da anni assistendo ad una progressiva "virtualizzazione" (fenomeno ciclico) dove il valore di un'azione e' determinato dalla capacita' di un'azienda di attirare investimenti e non di "stare sul mercato".

Questa virtualizzazione e' in stato avanzato ... e questa guerra (Iraq) non portera' i benefici industriali ed economici sperati/voluti ma solo ad enormi investimenti a fondo perduto (che non rientreranno mai nelle casse degli investitori)e destabilizzera' ulteriormente i mercati azionari.

E le Banche saranno le prime a soffrirne.

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x Banker ...
by Cloppete Wednesday, Feb. 19, 2003 at 11:15 AM mail:

... si', e' Scuola di Chicago pura.

Fra i tanti bug di questa scuola di pensiero c'e' la questione "inflazione". Nella formula di determinazione dell'inflazione esiste un parametro fondamentale (coefficiente di rotazione della moneta) che e' proporzionale all'inflazione stessa (se aumenta il coefficiente aumenta anche l'inflazione risultante).

Di qui la necessita' di spinta verso il "risparmio" che e' pero' in contraddizione con la necessita' di espansione dei consumi.

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x cloppete
by banker Wednesday, Feb. 19, 2003 at 11:23 AM mail:

analisi interessante, anche se non la condivido comletamente.
Sono d'accordo sul fatto che il keynesianesimo di guerra di fatto non esiste più. Anzi, la guerra o meglio l'attesa della guerra porta spaventose incertezze sul comportamento degli attori economici (in primis i consumatori)e finanziari, con il risultato di deprimere ulteriormente l'economia. Non è sufficiente il probabile entusiasmo dei fabbricanti di armamenti per far ripartire l'economia....

Sono meno d'accordo sulle conseguenze della caduta dei corsi di borsa sui bilanci delle banche. Le banche hanno relativamente poche azioni di società industriali nei loro bilanci, almeno in Italia. Diverso era il caso della cosiddetta banca universale, modello svizzero /tedesco, con partecipazioni veramente importanti. Però erano partecipazioni strategiche (leggi importanti e/o di controllo), la cui valutazione è meno soggetta ai valori espressi dal mercato borsistico.
Purtroppo, i veri perdenti nell'attuale ciclo borsistico sono i risparmiatori, direttamente o (meno) tramite i fondi di investimento. In effetti, un fondo non avrebbe mai tenuto azioni truffa come Freedomland (per fare un esempio) a lungo, ma le avrebbe vendute quasi subito visto l'aria che tirava.
I fondi sono in genere di proprietà di gruppi bancari. Quando la borsa non gira, i fondi perdono commissioni, ma le banche proprietarie non registrano minusvalenze perché questi titoli non sono nei loro libri. E' la natura dei fondi di investimento.

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Parco Buoi
by Cloppete Wednesday, Feb. 19, 2003 at 11:38 AM mail:

... hmmmm ... mi sembra di ricordare che col termine "Parco Buoi" (destinati ovviamente al macello) gli addetti ai lavori indichino i piccoli investitori.

Cmq, il mondo bancario e finanziario e' cosa oscura assai e, in quanto tale, soggetto a drastiche semplificazioni (PeroAngela style) che, oltre a diventare false per eccesso di semplificazione, sono oltremodo facilmente manipolabili e strumentalizzabili.

Perche' non si inizia a lavorare un po' su come rendere effettivamente intelligibile Economia e Finanza?

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Parco Buoi
by banker Wednesday, Feb. 19, 2003 at 12:20 PM mail:

E' vero, ma piuttosto perché seguivano sempre la massa....e la beccavano nel c...
Comunque hai ragione,il mondo bancario, l'economia e la finanza sono poco conosciuti, in particolare qui. Tu, mi pare, rappresenti un'eccezione. A disposizione per qualsiasi aiuto, nei limiti delle mie possibilità.

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Non sono un "tecnico" ...
by Cloppete Wednesday, Feb. 19, 2003 at 12:26 PM mail:

... come banker e sbancor ... ma mi occupo di comunicazione. Mettiamo insieme le competenze e vediamo cosa si riesce a tirare fuori?
(cavallisinasce@aruba.it)

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domanda sul keynesismo di guerra
by rossana Wednesday, Feb. 19, 2003 at 12:32 PM mail:

cosa vuol dire che il k.diguerra non esiste più?
Andate contro gli analisti amricani? Cosa ne pensate dell'escalation militare come manna di Silicon Valley, del fatto che il Pentagono, la Cia e altre agenzie federali sono diventate il primo "venture capitalist" che partecipa alla creazione di start-up tecnologiche e multimediali?
Ultima domanda, per me che sono ignorante in economia e finanza, cosa ne pensate della divisione in Finmeccanica del settore difesa da quello civile? (quello, a differenza di questo, permette la golden share)
grazie ciao

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Non e' che non esista piu' ...
by Cloppete Wednesday, Feb. 19, 2003 at 12:48 PM mail:

... il K. di Guerra esiste ancora ma non e' piu' determinante ai fini di risollevare un'intera economia nazionale e/o d'area, come lo era fino a tutti gli anni '50 e '60 ... anzi, e' ancor piu' destabilizzante dei flussi economici di investimento (Borsa).

Gli splittamenti (divisioni/scissioni) di gruppi industriali seguono molte logiche. Una e' quella di spezzare i collegamenti di bilancio fra settori di interesse "antagonisti".

Parlando di Italia, dagli anni '70 (ma anche prima) e' iniziato un processo di differenzazione dei prodotti (aziende che producevano in un solo settore hanno iniziato a produrre in settori collegati o anche assolutamente distanti ... Fiat vs IFI ... ma citerei il ben piu' chiaro caso della Kawasaki che e' nota per le moto ma produce SuperPetroliere).

Questo gli permetteva di assorbire perdite cicliche di un settore. Poi la cosa e' degenerata e le oscillazioni dei mercati sono diventate strutturali, per cui detrminati rami risultavano in costante perdita.

Questo e' successo, ultimamente proprio fra i settori bellici e civili. Ma la produzione bellica si e' spostata su livelli altamente tecnologici per cui la materia prima e' il "cervello" piu' che acciaio o altro, e con scarso assorbimento di manodopera.

Per questo FinMeccanica si splitta ... ma anche per questo non sara' certo il suo ramo militare (con o senza GoldenShare, che e' pur sempre un punto importante) a risollevare le sorti dell'economia nazionale.

Cfr anche il settore Auto ... come effetti sull'occupazione, la Fiat Auto sta a 100 come la Fiat Mine sta a 1.

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Mattick sul keynesismo (di guerra o non di guerra)
by Gennaro Wednesday, Feb. 19, 2003 at 1:51 PM mail:

This additional production has an immediate positive effect on the economy as a whole (although this cannot be ascribed to the fashionable but purely speculative "multiplier," based on the untenable bourgeois economic theory). It is obvious that every new investment, whatever its origin, must stimulate economic activity unless it also leads to disinvestment counteracting this stimulative effect. Products are manufactured and workers hired, and the general level of demand must rise along with the new investments. But since the additional production yields no profit, the accumulation difficulty of capital is not solved. At first, however, this difficulty merely persists, without being aggravated by the state-induced production.
Since under our assumption private capital is not accumulating and state-induced production, as production for "public consumption," can contribute nothing to accumulation, the maintenance of the existing level of production continually requires additional state expenditures and therefore the perpetual growth of the national debt.
http://www.geocities.com/cordobakaf/ctheoryd.html

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le banche sono merda luciferina
by Afx-fan Wednesday, Feb. 19, 2003 at 1:53 PM mail:

L'arroganza e le BUGIE legalizzate della banche sono la quintessenza del merdoso capitalismo.
Boicottate tutte le banche.
Fino quando le banche saranno private e non gestite equamente dal furor del popolo saranno sempre sporche di sangue e di merda.
Io ho moglie e figlio 30 anni e non ho mai avuto conti bancari.
Odiate le banche come me se siete dei veri compagni.
Sono pura merda come il capitalismo

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WSJ su spese militari e rilancio dell'economia
by Gennaro Wednesday, Feb. 19, 2003 at 1:54 PM mail:

US defence spending is no longer as economically important as it once was, reports the Wall Street Journal, even with the Bush administration’s boost to the massive military budget. The Pentagon’s current annual $365 billion allotment still constitutes only 3.4% of the approximately $10 trillion spent annually on US goods and services. This compares to more than 40% of GDP devoted to military spending during World War II and 8% at the height of the Cold War. Defence research and development, whose spinoff effects were once used to justify the military budget, now lags rather than leads the more developed commercial high-tech sector. While peacetime defence spending can give a small boost to growth during downturns, as at present, corporate America no longer appears to view war as an economic stimulus, and worries instead about its chilling effect on overall consumption and investment.

-Sf


http://www.supportingfacts.com

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WSJ ... (link esatto)
by Gennaro Wednesday, Feb. 19, 2003 at 1:58 PM mail:

http://quicksitebuilder.cnet.com/supfacts/id114.html

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per Afx-fan
by ciclist@ Wednesday, Feb. 19, 2003 at 3:30 PM mail:

son piu vecchio di te
ma anch'io mai avuto conti correnti
o altre stronzate bancarie

se qualcosa non ci piace COME MINIMO dobbiamo boicottarla.

e piu' mi guardo attorno piu' mi accorgo che non siamo soli in questa guerra :-)

ne' banche ne' auto
rivoluzione non motorizzata!

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sonoconte'
by Afx-fan Wednesday, Feb. 19, 2003 at 3:57 PM mail:

mi fa piacere che c'e' gente, che non e' anticapitalista e antimperialista solo a parole!

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X Banker
by sbancor Wednesday, Feb. 19, 2003 at 5:30 PM mail:

scusa la banalità della controversia, ma se diminuisce la raccolta, come si fa a fare impieghi? La liquidity trap di Keynes è valida anche per l'investimento in depositi bancari, o almeno così mi sembra di ricordare e comunque la teoria si basa su uno schema bancocentrico oggi forse non più attuale al 100%. Ma se vi è preferenza per la liquidità vera, cioè preferenza per il contante, l'oro o altro bene rifugio, è tutto il sistema a squilibrarsi. O no?

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X Banker
by sbancor Wednesday, Feb. 19, 2003 at 5:30 PM mail:

scusa la banalità della controversia, ma se diminuisce la raccolta, come si fa a fare impieghi? La liquidity trap di Keynes è valida anche per l'investimento in depositi bancari, o almeno così mi sembra di ricordare e comunque la teoria si basa su uno schema bancocentrico oggi forse non più attuale al 100%. Ma se vi è preferenza per la liquidità vera, cioè preferenza per il contante, l'oro o altro bene rifugio, è tutto il sistema a squilibrarsi. O no?

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x sbancor
by banker Wednesday, Feb. 19, 2003 at 6:02 PM mail:

mi fai entrare in temi economici non facili...
Vediamo: la raccolta dei risparmiatori nelle banche è importante, ma non è la sola forma di liquidità del sistema. Se la liquidità è nelle mani dei consumatori, è sempre massa M1, dunque non cambia (mi sembra) il concetto di liquidità del sistema. La liquidità è controllata dalla banca centrale, ed il primo finanziatore delle banche è la banca centrale. Per i loro impieghi le banche si finanziano con le altre banche liquide (ce ne saranno sempre), con la banca centrale e con i risparmiatori. Dunque non vedo problemi di impiego, perché comunque la banca centrale basa i suoi presupposti sulla liquidità del sistema, e non solamente su quella delle banche.

Certo, le banche potrebbero singolarmente soffrirne.
Ma sono ricordi antichi, e non do' garanzie su questo....

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FORUM
by FORUM Wednesday, Feb. 19, 2003 at 6:04 PM mail:

Perchè non ne discutete sul forum?

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che palle sto forum
by ioche pallestoforum Wednesday, Feb. 19, 2003 at 8:23 PM mail:

oh ma la finisci con lo spammare sta roba del forum?
se non sbaglio lo spam non è un pò fuori luogo?
proprio lo spam sarebbe più adatto al forum

ma smettila....... vai a pettinare le bambole

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x io che bla bla
by . Wednesday, Feb. 19, 2003 at 8:49 PM mail:

Tu sei un coglione
http://italy.indymedia.org/forum/index.php

http://italy.indymedia.org/forum/index.php

http://italy.indymedia.org/forum/index.php

ma un grande coglione.

il problema è che certe persone proprio non sanno rinunciare al *palcoscenico* del Nw

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