A febbraio, una società di navigazione del gruppo Grimaldi ha ottenuto un appalto del valore di 5,8 milioni di dollari per trasporti militari dalle basi degli Stati uniti
Armi Usa per armatore italiano
A febbraio, una società di navigazione del gruppo Grimaldi ha ottenuto un appalto del valore di 5,8 milioni di dollari per trasporti militari dalle basi degli Stati uniti. Viavai di cargo civili che trasportano armi nei porti italiani di La Spezia, Livorno, Napoli SERGIO FINARDI DARIA LUCCA Il viavai è cospicuo. Da un paio di mesi, il Mediterraneo è quotidianamente attraversato da navi commerciali battenti o meno bandiera statunitense, adibite al trasporto di materiale militare, soprattutto verso il porto turco di Iskenderum dove parte di questo materiale sta ora attendendo nuovi sviluppi della situazione. Basta un'occhiata alla carta geografica, per capire che l'Italia fa da crocevia in tali spostamenti e, secondo quanto registrato nelle capitanerie di porto, le navi civili statunitensi sotto contratto militare (Dipartimento della Difesa, con varie agenzie) hanno frequentemente fatto scalo, lungo la loro rotta per la Turchia o per l'Egitto (Damietta) soprattutto nei porti di La Spezia, Napoli, Salerno e Gioia Tauro, sia nei viaggi di andata che in quelli di ritorno per i porti statunitensi con basi militari quali quello di Norfolk, sulla costa atlantica.
Ma non sono solo le navi statunitensi ad essere coinvolte in questi trasporti. Il 20 febbraio, il ministero della Difesa statunitense ha pubblicato ufficialmente (riferimento numero 075-03), ad esempio, che una società del Gruppo Grimaldi (uno tra i maggiori gruppi mondiali di trasporto marittimo), la Industria Armamento Meridionale, con sede a Napoli, si è aggiudicata un contratto trimestrale di ben 5,8 milioni di dollari, all'interno del programma di supporto civile del Military Sealift Command. Il testo dell'annuncio del contratto recita testualmente: «Industria Armamento Meridionale S.p.A., Napoli, Italia, è stata la vincitrice di un contratto di 5,8 milioni di dollari a prezzo fissato....per il nolo trimestrale di una nave roll-on/roll-off (traghetto) per trasporto di cargo militare. La nave battente bandiera straniera opererà in posizioni strategiche mondiali durante la durata del contratto. I fondi del contratto spireranno alla fine del corrente anno fiscale. Questo contratto è stato assegnato in regime di concorrenza, su otto proposte ricevute. L'agenzia committente è il Military Sealift Command, Washington, D.C., contratto N00033-03-C-5537».
Il gruppo Grimaldi ha inoltre una partnership con la Levantina Trasporti, domiciliata a Bari con sede a Rovigo, cui appartiene la nave-traghetto (ro-ro) Partenope, di cui si è parlato in questi giorni perchè trasportava materiale militare statunitense.
Ma gli italiani non sono i soli ad operare per il ministero della Difesa statunitense. La anglo-olandese P&O NedLolloyd, una altro gigante del trasporto mondiale, ha acquisito svariati contratti attraverso la sua società Farrell Lines (una storica compagnia Usa, da sempre nota anche per servire nel programma della riserva di navi commerciali per il ministero della Difesa, passata sotto controllo della P&O NedLolloyd, ma battente bandiera statunitense così da conservare il diritto a contratti preferenziali governativi statunitensi - VISA, ovvero Voluntary Intermodal Sealift Agreement). Le navi della Farrell sotto contratto militare e in continuo movimento (2002 e 2003) da e per i porti italiani sono tutte navi portacontainer. I loro nomi sono Endurance, Enterprise, Endeavor e Argonaut (gestite dalla FLI Ships Inc. della Farrell), Chesapeake e Delaware (queste due gestite dalla Farrell sotto un contratto a tempo con l'operatore Bachko N., della First American Bulk Carrier Corporation).
Quanto al traffico aereo di preparazione della guerra negli aeroporti italiani, spiccano la statunitense Atlas Air e l'aeroporto di Fiumicino. Tra i molti vettori segnalati, il 747 registrato N518MC entrato in servizio nel 1986, ha avuto una storia complessa, servendo sotto i colori della China Airlines (Taiwan), della stessa Atlas e dell'Alitalia negli anni '90, ma generalmente è stato operato dalla Atlas per le necessità cargo delle due altre compagnie. Nonostante negli anni `90 lo si trovi fotografato in vari aeroporti con le insegne dell'Alitalia, quindi della China Airlines (tra il 1996 e il 1999), nel 2001 torna ai colori della Atlas, ma nel 2002 riprende la livrea e il servizio in leasing per l'Alitalia (come lo si vede in alcune foto scattate all'aeroporto di Glasgow-Prestwick nel marzo e nel settembre, in connessione a lavori di mantenimento effettuati sull'aereo da una consociata della Atlas, la Polar Air). Un aereo, quindi, a «servizio» dell'Alitalia e probabilmente rimesso a disposizione (si dice con ripittatura in nero, una sorta di camuffamento) dei trasporti militari della Atlas nell'urgenza di questi mesi.
Del resto, questa è la versione della compagnia italiana. «Quel 747 è da noi affittato dalla Atlas, che però può utilizzarlo in caso di necessità», dicono dall'ufficio stampa. Poi correggono: «Il vettore fa parte di una serie di jumbo, tre per l'esattezza, che l'azienda ha venduto alla Atlas nel 1994». Resta il fatto che fino allo scorso settembre, quell'aereo viaggiava con i colori Alitalia. In ogni caso, il volo di cui si parla è decollato da Fiumicino alle 16,45 del 9 febbraio, con due ore di ritardo. Proveniva da New York ed era diretto a Kuwait city.
fonte : http://www.ilmanifesto.it/oggi/art38.html
Ciao abr
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