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Dossier
by Legrand Thursday, Mar. 06, 2003 at 12:33 PM mail:

.

Stato attuale del processo di elaborazione dei dossier e proposte di miglioramento.


da una mail di italy-list
http://lists.indymedia.org/mailman/public/italy-list/2003-March/013925.html

Correva l'anno 2001, se ben ricordo era la fine di settembre o i primi di ottobre: era l'epoca della nascita dei dossier di indymedia italia.
All'epoca lo sviluppo di un dossier era ad un livello decisamente pionieristico, con questo non intendo dire che oggi la sperimentazione sia finita... ma è in corso, mentre a quei tempi ancora doveva iniziare.
Fino a dicembre 2001 (cioè fino alla pubblicazione del dossier argentina) fare un dossier significava che un povero fesso si metteva a digitare tutto l'html sul PC di casa sua e poi lo uploadava sul sito (veramente i poveri fessi erano due, e più o meno si alternavano... sempre gli stessi), poi finalmente si iniziò a mettere ordine nel processo di costruzione di un dossier, e venne l'epoca di Wiki.
Fino ad oggi, se si va a scavare negli archivi delle liste a livello archeologico, si scoprirà che ogni volta che si è cercato di parlare nelle liste di dossier e di come farli c'è sempre stato un feed-back nullo. Per questo motivo mi permetto di mettere in dubbio (non pancatemi per questo) che tutte le persone che leggono sappiano la storia dei dossier di indymedia italia. Il mio consiglio è naturalmente (per chi non lo ha già fatto) di acculturarsi prima di rispondere, e questo lo si può fare facilmente alla URL:

http://italy.indymedia.org/news/2002/09/79555.php

un post ad uso interno ormai vecchio e superato.
Di sicuro, qualcuno si sarà chiesto come mai si scelse di usare un sistema Wiki, ma chissà se chi si è posto questa domanda si è poi dato una risposta.
Bene, si pensò ad un Wiki esattamente per lo stesso motivo per il quale Wiki era stato inventato: per la scrittura collaborativa. I dossier di indymedia italia hanno fatto molta strada dai tempi di "Sangue per il Petrolio" fino a "Dossier Palestina", e via via sono diventati sempre più ampi, hanno coinvolto sempre più persone e tanti sono stati gli esperimenti (riusciti) di dossier venuti bene grazie alla collaborazione di più persone, grazie alla possibilità "di mettere le mani" nel testo da parte di più gente.
Il limite di quei "vecchi" dossier era l'impossibilità di avere del feedback, come già si legge in:

http://lists.indymedia.org/mailman/public/italy-editorial/2001- November/000702.html
(20 novembre 2001)
http://lists.indymedia.org/mailman/public/italy-editorial/2001- November/000705.html
(21 novembre 2001)
http://lists.indymedia.org/mailman/public/italy-editorial/2001- November/000722.html
(23 novembre 2001)

In questi tre post viene approfondita abbastanza bene (anche se ancora a livello embrionale) la *necessità* di avere dossier aperti, scrittura collaborativa e feedback. All'epoca il problema del feedback (avevamo ancora la piattaforma active) fu affrontato pensando ad un newswire apposito. Tutti questi problemi erano allora embrionali perchè poi nel frattempo siamo andati molto più avanti :)
Con il passaggio da active a sf-active si pose subito il problema della migrazione dei dossier e del facile sviluppo dei dossier futuri. In sf-active non esisteva nulla per i dossier, anche perchè sono una caratteristica peculiare di indymedia italia, così tutto il software necessario è stato scritto ex-novo (sempre dai soliti) ed integrato in indymedia italia.
Anche su questo... purtroppo ci fu feedback nullo dalle liste!
I *paletti* che fissammo furono pochi e semplici: scrittura collaborativa, possibilità di feedback, integrazio perfetta in sf-active.
Con queste idee-guida è nata la nostra attuale interfaccia dossier, che è effettivamente potente (peccato che pochissimi in indy italy la conoscano), infatti la nostra piattaforma: permette la scrittura collaborativa proprio come su Wiki (abbiamo in pratica rifatto un wiki dentro sf-active!), permette il feedback proprio perchè è perfettamente integrato in sf-active, infatti un dossier è una feature di una categoria, ed i suoi articoli sono normali post del newswire, ed ha un meccanismo di pubblicazione estremamente semplice, a differenza di wiki che richiedeva l'intervento tramite script di una persona (sempre la stessa) che facesse la migrazione verso l'HTML, e dulcis in fundo ha anche un simpatico tutorial:
http://italy.indymedia.org/tutorial/utente_x.html

tutorial evidentemente poco letto, visto che ancora oggi quando qualcuno chiede informazioni sul come fare un dossier non gli si da la url appena scritta ma lo si liquida con un rapido "chiedi a legrand".
Abbiamo reso noto sulle liste questo tutorial, con feedback nullo.
Abbiamo invitato gli iscritti a visitare l'interfaccia dossier, a conoscerla, ma nessuno se ne preoccupò più di tanto.
Non che questo costituisse un problema: i dossier hanno continuato ad andare avanti.

I nostri dossier attualmente hanno un sistema di sviluppo metodico, preciso e - permettetemi di dirlo - maturo. Il tutto descritto alla URL:

https://italy.indymedia.org/news/2002/09/83869.php

Come si vede, da quel lontano settembre 2001 ad oggi di strada ne abbiamo fatta, unificando di fatto dossier e feature (anche gli articoli delle features sono normali post sul newswire), siamo effettivamente andati avanti.
Ricordo ancora con piacere il post di Carloz con il quale per primo diede l'idea di produrre delle Call for Paper struttrate, da inviare all'esterno di indy, in modo da coinvolgere nei dossier indy anche chi non fa indy quotidianamente. Questa idea si è rivelata un successo, ed è stata possibile grazie al sistema di scrittura collaborativa che permette di inserire testi senza nessuna interfaccia di amministrazione (d'altronde questo già avviene normalmente per i testi che poi linkiamo nelle feature: entrambi sono post da newswire!).
Se ne vedono chiari gli effetti, di questo essere andati avanti.
Gli effetti sono i dossier Argentina, Palestina, Quirra, Tecniche di disinformazione, Scarceranda, Genova g8 e Antifa. Sarebbe bello andare ancora più avanti.

Tre marzo 2003
Dopo un week-end passato gioiosamente senza connessione, il lunedì mattina trovo un breve thread sui dossier. Mi dico: "Finalmente!! Erano anni che attendevo il feedback sui dossier, finalmente finisce la solitudine! Era ora che anche il resto di indy italy si interessasse ai dossier".
Il primo messaggio del thread suggerisce di dare un grande colpo di spugna, eliminando sia il feedback (via i commenti!) sia il sistema di scrittura collaborativa (edit solo via admin).
Il secondo post parla già di come realizzare tecnicamente la poderosa involuzione del sistema dei dossier di indymedia italia.
Il resto della lista, come al solito tace. Silenzio assenso? Bene.
Il prossimo passo quale sarà? Quello di eliminare i commenti anche dai post del newswire linkati nelle feature, probabilmente...
"se no va a finire che i fasci ci sporcano le feature"... Ma si. Fa nulla se fino ad oggi, fatta eccezione per circa una decina di persone, se n'è sbattuta altamente dei dossier e delle analisi fatte per realizzarli esattamente in questo modo. Diciamo che se sono fatti così è stato un errore perchè si permette ai fasci di aggiungere commenti (come se non lo facessero quotidianamente sul newswire). Così si sporca il lavoro di alcuni. Fa nulla se in passato è stato sporcato il lavoro di altri (provate per un attimo a pensare a *cosa* è stato tolto dai commenti a certi articoli del dossier palestina...).
Esprimo consenso su tutta la linea che propone, con l'evidente assenso delle liste, l'eliminazione del feedback e l'editing dei dossier solo tramite password di admin (così diventa una redazione true-elite). Esprimo consenso totale su tutta la proposta di uccisione del meccanismo dei dossier di Indymedia Italia, che evidentemente hanno fatto il loro tempo, ora che l'interesse per essi si allarga... (quando nessuno se li filava, il feedback restava nullo).
E non dite "che cazzo dici" a changsing quando scrive di disiscriversi dalle liste perchè qualcuno si sveglia al mattino e decide di mandare a puttane il lavoro di altri: ha ragione.
Con buona pace per tutte le belle parole sull'Open Publishing che girano su questa e le altre liste.

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