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Corteo a Camp Darby di 50 mila persone si conclude con tensioni ma senza incidenti
by dall'unità Saturday, Mar. 08, 2003 at 6:29 PM mail:

Dall'Unità on-line:

Una bandiera della pace piantata oltre la rete di recinzione, nel territorio della base militare americana più importante del Sud Europa: Camp Darby. È stata piantata , e subito tolta dalle forze di polizia, nell'ultimo blitz dei disobbedienti durante il corteo che ha circondato per ore la base, sabato pomeriggio.

I tentativi di sfondamento sono stati numerosi, con attimi di tensione e di fronteggiamento tra forze di polizia e manifestanti, mentre gli elicotteri dal cielo tenevano sotto controllo la situazione e il corteo procedeva a mani alzate. I servizi d'ordine di Rifondazione e dei Cobas hanno cercato di tenere a distanza i dimostranti che volevano entrare in massa attraverso le aperture nel territorio della base. Ma la tensione non è mai degenerata in violenza o scontri veri e propri.

Dopo le 18 il grosso dei manifestanti ha cominciato a rifluire mentre alcuni drappelli di giovani si trattenevano davanti all'ingresso.

Il corteo si è mosso poco dopo le 14 e ha raggiunto la base statunitense verso le 16 dopo aver sfilato per alcuni chilometri. Secondo gli organizzatori, alla manifestazione stanno partecipando almeno 50 mila persone (per la polizia si tratta invece di non più di 20 mila persone). Treni speciali sono arrivati da Milano, Roma, Bergamo, Bari, Bologna, Perugia, Lugano oltre che dagli altri centri della Toscana.

Alla testa del corteo, insieme allo striscione «La guerra fuori dalla storia», due auto con rappresentanti dell' Associazione Madri di Piazza de Mayo. Ci sono gli zingari del campo di Coltano, non distante dalla base militare. Adulti e bambini sono entrati nel corteo sorreggendo uno striscione in cui si legge: «Noi Rom profughi delle guerre
chiediamo pace».

Tra le migliaia di manifestanti, rifocillati da zuppa pisana e salsicce alla brace vendute da un banchetto di Rifondazione comunista, si vedono gli striscioni dei Cobas, del Maf, Movimento antagonista toscano, è presente la Fiom, l'Arci, la Federazione anarchica italiana, il Sin Cobas, le Rdb, il Centro sociale Godzilla di Livorno, la Rsu della Piaggio di Pontedera, i Disobbedienti e Legambiente. Si sentono le canzoni di Manu Chao, Bandabardò e le note della vecchia "Stalingrado" degli Stormy Six.

Molti manifestanti hanno annodato drappi bianchi o pezzi di bandiere multicolori alla rete che protegge i militari americani. Alcuni fumogeni di colore bianco e rosso sono stati lanciati dai manifestanti all' interno della base militare statunitense di Camp Darby. Ma anche in questo caso la Celere non è intervenuta.

Dopo la manifestazione di Camp Darby si riunirà martedì a Roma il Comitato Fermate la guerra per decidere come gestire gli scioperi a livello europeo indetti contro
l'attacco all'Iraq. Lo ha detto Gianfranco Benzi, rappresentante della Cgil nel Comitato contro la guerra. Benzi, che sta partecipando alla manifestazione pacifista di
Pisa, ha ricordato che il 14 marzo in tutta Europa ci sarà uno sciopero preventivo di 15 minuti. Le altre iniziative già previste, sempre secondo Benzi, sono lo sciopero generale nel giorno dell'inizio della guerra e una giornata contro l'intervento bellico proclamata per il 21 di marzo che si inserisce nella manifestazione che era già stata indetta per la tutela dello stato sociale in Europa. Benzi ha ricordato che tutte queste iniziative sono già state sottoscritte unitariamente da Cgil, Cisl e Uil.

Intanto però , gli appuntamenti più vicini in termini di tempo, sono a Livorno. Dove domenica 9 marzo, il movimento dei disobbedienti si è dato appuntamento alle 10 del mattino per una riunione del 'Global Project' (radio, tV e magazine) presso la sala della seconda circoscrizione di Livorno. Subito dopo, presso il circolo ricreativo lavoratori Fratelli Orlando, in piazza Luigi Orlando, di fronte i cantieri navali di Livorno, si svolgerà un'assemblea nella quale i disobbedienti intendono discutere le prossime iniziative per bloccare la macchina di guerra, inclusi i porti. Il movimento Fermiamo la guerra ha già ricevuto la solidarietà e il sostegno dei portuali livornesi e dei lavoratori di altri approdi come Genova e Napoli.

Sabato notte a Bergamo sono state bloccate dai disobbedienti, con dei lucchetti, alcune pompe di benzina della Esso. La Esso - si legge sul sito di Indymedia - ha vinto inoltre un appalto di 48 milioni di dollari per la fornitura di carburanti a tutti i corpi militari impegnati nell’attacco all’Iraq (esercito, marina, aviazione) ed alle basi Nato, fra cui quelle presenti sul territorio italiano.

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