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Dal processo di Firenze
by M.D.M.A. Monday, Mar. 10, 2003 at 3:31 PM mail:

La sentenza è rinviata.

Durante l'udienza di oggi è stata richiesta una perizia medica che accerti la condizione sanitaria dell'imputato.
Se il medico accerterà che esiste una effettiva necessità di cura per l'imputato potremmo andare incontro ad una sentenza importante che sancisca il diritto di cura per chi vuole (ha bisogno di) curarsi con la cannabis.

difendiamo i rivoluzionari prigionieri
by stalinista Wednesday, Mar. 12, 2003 at 11:18 AM mail:

ALTRO CHE CANNAIOLI INETTI
DIFENDIAMO I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI CHE OGNI GIORNO IN TUTTO IL MONDO SUBISCONO SOPPRUSI E TUTTE LE FORME DI TORTURE IN DIFESA DEGLI IDEALI E CHE LOTTANO DENTRO LE CARCERI BORGHESI PIU' CHE VOI FUORI PER LA LIBERTA' DEI POPOLI E L'ABBATTIMENTO DEL CAPITALISMO SFRUTTATORE E GUERRAFONAIO. VIVA I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI

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Cannaioli
by Axell Friday, Mar. 14, 2003 at 4:57 PM mail:

Maddai, anche questo adesso... Non sapete vivere senza una canna??? Ecco da dove vengono le vostre strampalate idee utpoiche. Un consiglio? Fumate meno ed andate a lavorare, fatevi una famiglia e cercate di capire come gira il mondo, non continuate a stressare con questo antiproibizionismo, sapete solo riempirvi la bocca di queste parole (e di erba).
A voi basta imbottirvi di quello schifo ed andate bene... è da perdenti.

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liberi coltivatori?
by occhio clinico Friday, Mar. 14, 2003 at 7:54 PM mail:

Io qualche dubbio su questa feature lo avrei.

Vorrei ricordare agli admin che gli articoli sulla colonna centrale sono, almeno in linea di principio, la voce di Indy...non di una sua parte.

State un pochino più attenti perchè mi pare che vi sia scappata una cazzata. (e ribadisco MI PARE, è una mia opinione personale...tanto per evitare eventuali cagnare inutili)

Liberi coltivatori?
Non si parla di patate cazzo!

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Un po' di chiarezza
by Luther Blisset Project Tuesday, Mar. 18, 2003 at 9:34 AM mail:

Sono al lavoro e probabilmente non dovrei perdere tempo a spiegarvi alcuni concetti chiave che, all'interno di un sito che si propone di fornire notizie indipendenti rispetto a quelle spacciate dalla cronaca di regime, dovrebbero essere ben chiari a tutti. Visto che sono un libero professionista, ho deciso di "regalarvi" un po' del mio temop per cercare di chiarirvi le idee su certe questioni.
Il proibizionismo è l'anticamera della dittatura. Eh sì, cari i mieri ignorantelli reazionari. Non me ne frega un cazzo se fumate o no e nemmeno se siete contrari o favorevoli allo spinello, ma la lotta per la liberalizzazione delle droghe leggere è una lotta per la libertà e la democrazia, una lotta per il diritto dell'uomo di AUTODETERMINARSI. Già, perchè uno Stato non può e non deve arrogarsi il potere di punire dei semplici COMPORTAMENTI quando questi non siano lesivi di alcun bene giuridicamente tuelato. Per dirla con parole più semplici, uno stato democratico deve rispettare la libertà dei cittadini sino a quando la predetta libertà non urti contro la difesa dei cittadini stessi. Punire le persone per la loro condotta di vita é per l'appunto il tratto caratteristico degli ordinamenti cosiddetti totalitari, che non si prefiggono come scopo il pieno sviluppo della persona umana (di cui aprla, guarda caso la nostra costituzione) ma bensì il raggiungimento e il consolidamento della SUPREMAZIA DELLO STATO. Ma forse queste cose sono un po' troppo complicata per quelle testoline che hanno scritto quei due stupidi commentini che ho appena letto (tre righe per pisciare contro la libertà....non male davvero!!!).
Allora cerchiamo di spiegare un'altra cosa....
Chi scrive cher bisogna finirla con l'antiproibizionismo e che piantare ganja non è come piantare patae, forse non sa che la ganja è molto più utile all'uomo delle patate. Al di là del suo cosumo "ludico", infatti, la cannabis è impiegabile in cucina, per fare vestiti, tessuti, medicinali, carta, insomma come si vede una moltitudine di utilizzi che provengono da una pianta che ha costo di produzione uguale a zero (cresce d'appertutto).
Ma forse nemmeno delle semplici ragioni utilitaristiche serviranno a farvi capire quanto sia importante lottare per la cannabis.
Toriniamo allora alla libertà....questo sito si propone, lo si deduce dal nome, di essere la cassa di risonanza per tutte quelle notizie che i giornali di regime (non li chiamo così tanto per, ma perchè in effetti ogni giornale appartiene, direttamente o indirettamente, a una ben determinata schiera politica)non possono nè vogliono pubblicare.
Come forse vi sarà capitato di notare, su questa rivista on line trovano spazio tutte quelle notizie scomode che per ragioni d'intuitiva evidenza (mi spiace continuare a richiamare un intuito che EVIDENTEMENTE non tutti hanno) gli altri giornali non pubblicano oppure relegano ai margini delle testate. Ebben, ci sarà una ragione in tutto ciò, oppure Indymedia è solo un'accozzaglia di storditi cannaioli che non sapendo come passare il tempo ha messo su questo po-pò di sito????
Forse l'idea che sta sotto, forse l'idea che lega tutti gli indipendenti della terra è un'altra. Forse, ma più lo ripeto e più ne sono sicuro, l'idea è quella che le restrizioni, tutte le restrizioni imposte che non trovano una ragione nella tutela della libertà degli individui (a meno di voler sostenere che lo stato ci deve difendere da noi stessi!!!) o che vengono mascharate come tali (vedi la prossima guerra in Iraq) per nascondere verità altrimenti indifendibili, vadano combattute con ogni mezzo necessario. L'alternativa è continuare credere che "la droga fa male, è per questo che bisogna proibirla", ma il rischio che si corre è quello di cominciare così per poi finire col credere che la guerra (PREVENTIVA!!!) in Iraq è necessaria per liberare il popolo iraqueno dal dittatore Saddam Hussein.....Ogni emergenza vera o presunta tale è l'inizio della fine delle libertà dell'individuo affermate con grande veemeza da tutti i grandi trattati internazionali; ogni legge speciale rappresenta lo strumento subdolo con cui lo Stato si arroga il diritto di discilinare determinati settori della compagine sociale al fine assicurarsene il controllo. State attenti a quello che dite, state attenti a quello che vi raccontano, siate vigili, perchè i nemici della libertà sono sempre in agguato.
(continua)

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quali sono i fatti ?
by francesco Tuesday, Mar. 18, 2003 at 8:41 PM mail:

Si potrebbe sapere qualche cosa di più sulla vicenda?

"Il 10 marzo a Firenze si celebrerà un processo per coltivazione di canapa (l'imputato è accusato di aver "prodotto" sette piante di cannabis)"

l'imputato è un paziente affetto da qualche malattia?
o semplicemente un consumatore "ludico" ?

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Aggiornamenti
by Luther Blisset Project Wednesday, Mar. 19, 2003 at 9:33 AM mail:

L'ORIENTAMENTO DELLA GIURISPRUDENZA IN ORDINE ALLA ILLICEITÀ PENALE DELLA COLTIVAZIONE DI SOSTANZE STUPEFACENTI FINALIZZATA ALL'USO PERSONALE


Con il referendum popolare del 18 aprile del 1993 ed il conseguente D.P.R. 171/93 sono state abrogate fra l'altro le sanzioni penali per i consumatori di stupefacenti previste dall'art. 76 del Testo unico delle leggi in materia di disciplina delle sostanze stupefacenti e psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con il D.P.R. del 9 ottobre 1990 n. 309.

Pertanto, le condotte di importazione, acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale sono soggette alle sole sanzioni amministrative ai sensi dell'art. 75 del d.P.R. 309/90.

Questa situazione ha indotto la giurisprudenza, sia di merito sia di legittimità, a porsi il quesito, alla luce del risultato del ripetuto referendum, se l'attività della coltivazione finalizzata all'uso personale possa o non rientrare nelle condotte depenalizzate.

In questi anni, a partire dal 1993, sul punto si sono registrate decisioni diametralmente opposte sia da parte della giurisprudenza di merito sia da parte di quella di legittimità; le decisioni hanno riguardato essenzialmente la pianta di Cannabis indica.

La Corte di Appello di Catanzaro con la decisione del 23/3/1994, Noia, si pronunciò nel senso che la coltivazione di stupefacenti, (Cannabis indica), destinata ad uso personale, doveva ritenersi depenalizzata alla luce del risultato del referendum, dovendo essa ricomprendersi nella nozione di detenzione, latamente intesa.

La decisione fu annullata dalla Corte di Cassazione, sezione VI, con la sentenza del 29/9/1994, la quale ritenne che l'interpretazione estensiva data dai giudici di merito non era accettabile in considerazione della mancanza di presupposti necessari ed in considerazione della tassatività delle prescrizioni contenute negli artt. 73 e 75 del d.P.R. n. 309/90, che implicano una scelta ponderata e precisa del legislatore.

Tuttavia la stessa Corte di Cassazione, sezione VI, con sentenza n. 6317 del 3/5/1994, Polisena, aveva in precedenza ritenuto di considerare la coltivazione di Cannabis indica, destinata all'uso personale, come una fattispecie depenalizzata rientrante nelle condotte previste dall'art. 75 del d.P.R. 309/90.

Sul fronte del merito, il Giudice delle Indagini Preliminari (d'ora in avanti G.I.P.) del Tribunale di Cuneo Gianoglio, con sentenza del 22/11/1994, assolse l'imputato perché la coltivazione di stupefacente (nella specie tre piante di Cannabis indica), destinata all'uso personale, rientrava, a seguito del risultato del referendum citato, nella condotta di detenzione, interpretata estensivamente.

Altri giudici di merito ritennero di investire incidentalmente la Corte Costituzionale sulla possibile violazione dei principi di parità di trattamento e di ragionevolezza in relazione all'art. 3 della Costituzione che la condotta della coltivazione ad uso personale, di cui all'art. 73 del d.P.R. 309/90, avesse nei confronti delle condotte depenalizzate di importazione, acquisto e detenzione.

Con sentenza del 23 dicembre 1994 n. 443, la Corte Costituzionale respinse il ricorso con la motivazione che il giudice di merito rimettente non aveva verificato "la possibilità di un'esegesi adeguatrice del dato normativo impugnato in forza della quale l'operata depenalizzazione della condotta di "detenzione" fosse interpretativamente estensibile alle condotte di "coltivazione" e "fabbricazione" ".

Pertanto, la decisione della Consulta sembrava propendere per la tesi della depenalizzazione della condotta di coltivazione per uso strettamente ed esclusivamente personale.

Tuttavia la Corte di Cassazione, sezione VI, con sentenza n. 913 del 15/3/1995, Paoli, RV. 201631, ritenne che la condotta della coltivazione destinata all'uso personale costituisse una fattispecie penalmente rilevante.

La stessa Cortedi Cassazione, sezione VI, con sentenza n. 3353 del 12/7/1994, Gabriele, RV. 199152, distinse tra "coltivazione in senso tecnico-agrario" ovvero imprenditoriale costituita da una serie di elementi (disponibilità del terreno, preparazione dello stesso, semina, governo dello sviluppo delle piante, ubicazione dei locali destinati alla custodia dei prodotti), ritenuta penalmente rilevante ai sensi degli artt. 26-28 del d.P.R. 309/90, e "coltivazione domestica", costituita dalla messa a dimora in vaso di poche piante nella propria abitazione, e ritenne che la seconda andrebbe ricompresa nella "detenzione ad uso personale" e soggetta quindi alle sanzioni amministrative di cui all'art. 75 del d.P.R. 309/90, alla luce del risultato del referendum del 18/4/1993 (d.P.R. 5/6/1993, n.171).

La giurisprudenza di merito registrò anch'essa decisioni contrastanti: per un verso il Tribunale di Modena, con decisione del 19/12/1994, Novelli, ritenne che la coltivazione era condotta distinta dalla mera detenzione perché la prima comportava comunque un accrescimento della sostanza (nella specie Cannabis indica) non previsto nella detenzione e, di conseguenza, reputò la coltivazione una condotta penalmente rilevante.

In altro senso si pronunciò il G.I.P. del Tribunale di Vicenza che, con la decisione del 29/7/1994, Rovolon, affermò che, a seguito del referendum, la coltivazione di sostanza stupefacente non costituiva reato in difetto della prova che fosse destinata allo spaccio, considerando implicitamente depenalizzata la coltivazione ad uso personale.

Alcuni giudici di merito sollevarono nuovamente ricorso, in via di eccezione, dinanzi alla Corte Costituzionale sul presupposto della lesione del principio della parità di trattamento e dell'irragionevolezza ai sensi dell'art. 3 della Costituzione tra fattispecie analoghe, (acquisto, importazione e detenzione da un lato, coltivazione dall'altro), tutte finalizzate all'uso personale.

Con sentenza del 24 luglio 1995 n. 360, la Corte costituzionale respinse il ricorso escludendo la disparità di trattamento ritenendo la non comparabilità delle diverse condotte prese in esame dalla legge ed affermando: "Costituisce poi questione meramente interpretativa, rimessa altresì al giudice ordinario, la identificazione, in termini più o meno restrittivi, della nozione di "coltivazione" che, sotto altro profilo, incide anch'essa sulla linea di confine del penalmente illecito".

Pertanto, la Consulta lasciò volutamente aperti ampi spazi interpretativi nei quali la giurisprudenza di merito e di legittimità continuò ad avere opposti orientamenti.

La Corte di Cassazione, sezione VI, in una successiva pronuncia in data 7 novembre 1996, Garcea, ritenne l'attività di coltivazione penalmente rilevante a prescindere dalla destinazione di uso che il coltivatore (nella specie di Cannabis indica) ne intendesse fare.

Il Tribunale di Teramo, con la decisione del 25/9/1996, Santarelli, giudicò penalmente rilevante la sola condotta di coltivazione "in senso tecnico-agrario" o "imprenditoriale", confinando nell'area depenalizzata la condotta di "coltivazione domestica".

Secondo una notizia riportata dal quotidiano "Corriere della Sera" dell'11 aprile 1997, il GIP Sergio Piccinni Leopardi assolse una ragazza perché la coltivazione di qualche pianta (nella specie cinque vasi di Cannabis indica) destinata all'uso personale non costituiva reato.

Nello stesso senso si pronunciò il G.I.P. del Tribunale di Ravenna con decisione del 30/1/1998, Mingozzi, ritenendo la condotta della "coltivazione domestica" compresa nelle condotte depenalizzate dell'art. 75 del d.P.R. 309/90.

In senso diametralmente opposto si pronunciò invece il Tribunale di Chieti in data 23/1/1998, De Nino, affermando che non si possono discriminare le condotte a seconda delle diverse modalità di coltivazione (in vaso, in terreno, in serra, o altrove) trattandosi solo di differenti modalità della stessa azione, e considerò la coltivazione come condotta penalmente rilevante.

Il G.I.P. del Tribunale di Venezia, Galasso, con sentenza del 8/5/1998, ritenne invece che "la coltivazione domestica, che si risolve nella messa a dimora di poche piante per uso personale, integra un'ipotesi di detenzione per uso personale, come tale depenalizzata e colpita solo con sanzioni amministrative".

Emise una decisione dello stesso tenore anche il Tribunale di Macerata, secondo la notizia riportata dal "Giornale di Sicilia" del 18/12/1997, affermando che la coltivazione "di una o poche piante alla volta depone nel senso della destinazione all'uso personale" ed assolse due giovani perché "il fatto non costituisce reato".

Più di recente, secondo quanto riportato dal "Giornale di Sicilia" del 21/3/1999, il Tribunale di Termini Imerese ha assolto un giovane sorpreso a coltivare sei piante di Cannabis indica con la motivazione che la coltivazione era destinata all'uso personale.

Il G.I.P. del Tribunale di Campobasso in data 7/8/1999, secondo la notizia riportata dal quotidiano "Nuovo Molise" del giorno 8/8/1999, n. 187, ha assolto un giovane accusato di coltivazione di canapa indiana.

Il Giudice dell'Udienza Preliminare del Tribunale di Firenze, dott.ssa Pioli, con sentenza in data 22/12/1999, n. 722/99, ha assolto l'imputata, richiamandosi alla sentenza di Cassazione, sezione VI, 3/5/1994, n. 6317 e alla sentenza della Corte Costituzionale n. 360 del 21/7/1995, perché la condotta di coltivazione per uso personale (nella specie tre piante di Cannabis indica) non costituisce reato.

Secondo la notizia riportata dal quotidiano "La Repubblica" in data 13/5/2000, è stato assolto un giovane nella cui abitazione erano state rinvenute quattro piante di Cannabis indica perché destinate ad uso personale.

Ultimamente è di nuovo intervenuta la Corte di Cassazione, sezione IV, con sentenza 10 marzo – 5 aprile 2000, n. 4209, la quale, aderendo all'impostazione più restrittiva, ha sostenuto che: "L'attività di coltivazione (nella specie 18 piante di Cannabis sativa), costituisce reato a prescindere dall'uso che il coltivatore intende fare della sostanza ricavabile, dal momento che la coltivazione e la detenzione costituiscono due condotte del tutto distinte e l'articolo 75 del d.P.R. 309/90, come modificato dal d.P.R. 171/93 all'esito del referendum del 18 aprile 1993, non fa alcun riferimento all'attività di coltivazione".

La dottrina di Giuseppe Amato (La disparità con la detenzione di minime quantità impone l'intervento della Corte Costituzionale, in "Guida al diritto", 3 giugno 2000, pp. 70-71), commentando tale ultima decisione, acutamente rileva che se gli imputati fossero stati sorpresi a detenere la sostanza ricavata dalle piantine, dopo la raccolta, sarebbero stati sicuramente assolti ai sensi dell'articolo 75 del d.P.R. 309/90; ma, dato che l'intervento delle forze dell'ordine è avvenuto prima di tale operazione, la condotta di coltivazione è stata ritenuta di rilevanza penale. Detta conclusione appare "inaccettabile" ad avviso dell'autore, che postula un ulteriore pronunciamento della Corte Costituzionale per la evidente lesione che presuppone del principio della parità di trattamento ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione.

La giurisprudenza di merito si e' recentemente arricchita di altri due pronunciamenti: il Tribunale del riesame di Cagliari , con sentenza del 28/7/2000 e, ultimo in ordine cronologico, il Tribunale di Ferrara, secondo quanto riportato dal giornale La Nuova Ferrara del 13/9/2000, hanno entrambi sostenuto che la coltivazione di poche piante di Cannabis indica, destinata al solo consumo personale, e' da considerarsi come una condotta rientrante nella “detenzione” e quindi compresa nella previsione dell'articolo 75 del T.U. 309/90 e soggetta a semplici sanzioni amministrative.

Pertanto, a fronte di tali opposti orientamenti giurisprudenziali, è atteso sia in sede giurisprudenziale sia in sede dottrinale un intervento da parte del legislatore, volto a dirimere in modo definitivo i contrasti in atto.

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... citiamo le fonti
by alessio Wednesday, Mar. 19, 2003 at 8:39 PM mail:

il pezzo precedente è tratto da:
http://www.fuoriluogo.it/assistenza/coltivazione.htm

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Fonti
by Luther Blisset Project Monday, Mar. 24, 2003 at 6:59 AM mail:

...meno male che per qualcuno i concetti di copyright e diritto d'autore vogliono ancora dire qualcosa...se ne sentiva proprio il bisogno!
Allora, grazie per l'indicazione di metodo.
Purtroppo però non è da lì che ho preso il pezzo bensì da:
http://www.ilmanifesto.it/piantailseme/tutela.htm#2

Alla prossima sbirro!

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sempre a proposito di fonti
by Alessio Monday, Mar. 24, 2003 at 2:49 PM mail:

il problema non è la difesa del diritto di autore ma la possibilità di verificare la attendibilità delle fonti.
in linea di massima preferisco non fidarmi di ciò che scrive il primo pirla che passa ...

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Dura lex sed lex
by L.B.P. Tuesday, Mar. 25, 2003 at 7:39 AM mail:

A questo punto tanto vale aprire uno spazio per il confronto e la critica...secondo me indicare le fonti è solo una cazzata formalistica senza alcuna utilità, soprattutto su Internet, che è il regno delle notizie incontrollate ed è bello per quello. Infatti, agli sbirri non va che sia così e cercano in ogni modo di scoraggiare l'utilizzo della rete, ovvero di controllarlo. Di fatto, indicare le famigerate "fonti" è perfettamente inutli dato che, come ti ho dimostrato, le cose girano e lo stesso identico pezzo lo puoi trovare invariato su due o più siti e non è certo sapere leggendo un indirizzo che si assolve al sacrosanto compito di verificare le notizie. Non è certo andando a visitar il sito fuoriluogo.it o ilmanifesto.it che si controlla la veridicità delle notizie. Caro alessio e cari tutti, perchè non cerchiasmo di essere un po' più aperti di mentalità? Sono intervenuto in questo forum per significare a due simpatici dissidenti della domenica tutta l'importanza di una lotta senza quartiere all'ignoranza e al proibizionismo. Ora mi ritrovo a dover polemizzare con tale alessio per fargli capire che non è leggendo l'indirizzo di un sito che si controlla la viridictà delle notizie che pubblica...Insomma, vogliamo riuscire a gurdare oltre la punata del naso e capire che la rivoluzione e la pace si costruiscono passo dopo èasso, abolendo una per uina tutte le leggi di questo fottuto sistema corrotto e corrosivo?
Vi sembra davvero così utile disquisire sulla necessità che si citino le fonti su Iternet? La mia modesta opinione è che se si decidesse di farlo sarebbe uno sforzo immane e senza alcuna utilità pratica. In altre parole, un'inutile stronzata da pseudo giornalista. Vi faccio un esempio. Se la notizia è che bush si è preso una pistolettata nel culo, che senso ha sapere che la notizia arriva da Indymedia piuttosto che da TGCOM? E se avessero riportato entrambi la stessa notizia??? Come si va a verificare chi ha ragione?
Citare le fonti non serve a un cazzo, tranne a quei fottuti perbenisti benpensanti che ottusamente sostengono la necessità di una regolamentazione di tutto ciò che avviene in rete....o più sommessamente richiedono che siano citate le fonti "per poter controllare la veridicità delle notizie".
La rete è di tutti. Se si comincia a porre dei limiti alla libertà di prendere e mettere, è finita. Così come la coltivazione della canapa e il suo consumo (e ritorniamo all'argomanto principe di questo forum)anche Internet dovrebbe essere lasciato libero da vincoli di ogni sorta.
Io sinceramente me ne fotto del copyright nella vita di tutti i giorni....mi permetto di consigliarvi di fare altrettanto. La veridicità di una notizia non deriva dalla fonte ma dalla notizia in sè, che può essere vera o falsa...controllare la fonte è un modo per facilitarsi la vita e mattersi a posto la coscienza (per la serie "l'ha detto lui").
Per questo non ho indicato la fonte e per questo l'unico pirla è quello che pensa di controllare una notizia, o di facilitarsi il compito di verificarne l'attendibilità, attraverso l'indirizzo web (URL) che c'è scritto sotto.
Mi spiace alessio, hai toppato. La prossima volta sarai più fortunato, ma spero che tu abbia imparato qualcosa già da questa vicenda.
Ora spero sinceramente che qualcuno voglia proseguire con commenti un po' più "a tema".
Hasta siempre.

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«Sì, coltivavo canapa indiana ma era per me»
by freelance Wednesday, Mar. 26, 2003 at 3:06 PM mail:

Di fronte al giudice monocratico del Tribunale di Vigevano Piero Savani, che lo stava processando per coltivazione di stupefacenti, ha chiesto la parola e con una dichiarazione spontanea ha orgogliosamente rivendicato la sua attività di produttore di canapa indiana

CANDIA, CONDANNATO
«Sì, coltivavo canapa indiana ma era per me»

da La Stampa 26/3/2003

CANDIA. Di fronte al giudice monocratico del Tribunale di Vigevano Piero Savani, che lo stava processando per coltivazione di stupefacenti, ha chiesto la parola e con una dichiarazione spontanea ha orgogliosamente rivendicato la sua attività di produttore di canapa indiana: «Sì, è vero - ha ammesso - la coltivavo nell´orto dietro casa e poi ne facevo uso personale. E´una battaglia personale che conduco da anni: per fumare marijuana non intendo rivolgermi al mercato criminale degli stupefacenti e alimentarlo con i miei soldi».
Affermazioni che non sono servite ad evitare la condanna a Vincenzo Di Salvia, 51 anni, di Candia Lomellina, ma gli sono valse la concessione di tutte le possibili attenuanti e quindi una pena assai mite: 4 mesi di reclusione e mille euro di multa, con la sospensione condizionale. Ben diversa era stata la richiesta del pm: 2 anni di carcere e 5 mila euro di multa, senza benefici di legge.
La piccola coltivazione, sette piante in tutto, alte tra uno e tre metri, era stata scoperta dai carabinieri.

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drogati
by fatti i cazzi tuoi!!!!! Tuesday, Apr. 08, 2003 at 8:10 AM mail:

contro la droga la gioventù si scaglia,BOIA CHI MOLLA IL GRIDO DI BATTAGLIA!!!!!!!!!!!!!!!

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ATTENTI ALLA MERDA
by CELLO Thursday, May. 01, 2003 at 12:12 PM mail:

Stavo dando un'occhiata al sito quando ho letto la traccia di merda lasciata da qualche cretino che non ha neppure le palle di firmarsi. Paura di farsi riconoscere? Ma come, non siete voi quelli che di solito fanno paura? Se non altro per l'ignoranza. Sono un giovane anarchico pavese e purtroppo non posso fare altro che dispiacermi del fatto che qualche stronzo ancora non capisce che se può scrivere le sue stronzate dove gli pare è perchè i suoi amichetti non sono ancora saliti definitivamente al potere.
Mi permetto di lanciare un appello a tutti gli attivisti, compagni o meno, che si servono di questo spazio libero per esprimersi. L'appello è questo: non dimenticate, non perdonate, non lasciate passare nulla! A cosa mi riferisco? E' semplice, al nemico, dovunque esso sia, inqualunque forma esso si presenti. Combattete il fascismo, lo squadrismo, tutti i miovimenti liberticidi che stanno a poco a poco riprendendo piede nelle città italiane e nel mondo.
Questo sito a me pare, con grande coraggio si ripromette di fornire un'informazione alternativa (scusate se uso questo termine così inflazionato negli ultimi anni) e indipendente. Questa è una cosa ottima, ma forse occorre ogni tanto ricordare che spesso tutte le brutture di questo mondo hanno un'origine comune. Il mancato rispetto della libertà e della persona umana. Questi coglioni che si permettono di lasciare scritte anonime e provocatorie per poi tornare a nascondersi nell'ombra come niente fosse devono farci riflettere. Negli ultimi anni, grazie all'avvento del regime berlusconiano si è formata in Italia una coalizione che forse non ha precedenti quanto a pericolosità. FASCI, PADRONI e RAZZISTI, tutti insieme a governare questo skifo di paese in cui viviamo. Non dimentichiamoci mai che tutte le notizie pubblicate su questo sito denunciano la medesima repressione, i medesimi poteri più o meno occulti. Non dimentiochiamoci che non bisogna tollerare, in casa, a scuola, con gli amici, al bar, dovunque, BASTA! Basta tollerare questo schifo, basta far fionta di niente. Bisogna denunciare con forza ogni tentativo di legittimare questi porci e tutti quelli che direttamente o indirettamente li appoggiano.
Ieri è stata emessa la sentenza Previti......teste di cazzo state attenti, prima o poi toccherà anche a voi. Hanno alzato la testa perchè quel fesso di berlusconi pur di raggiungere il potere ha stretto alleanza con loro, ma non pensino che le cose resteranno così per molto.
Faccio presente a tutti i poveri stronzi che volessero lanciare qualche altra provocazione che il vostro amichatto pelato l'abbiamo preso mentre cercavo di scappare (Ullallà, che uomo coraggioso, un vero condottiero, che non abbandona la barca mentre affonda, no, no) e gli abbiamo fatto un festino di quelli come si deve!
Mi permetto di ricordare al coraggioso camerata che lascia messaggi anonimi che il suo leadear si è preso due pallottole nel culo e poi è finito appeso come quel gran porco che era a testa in giù. E così finiranno quelli che lo seguono, anche se adesso potete permettervi certe libertà, non dimenticatevi che siete sempre sotto tiro, non dimenticate che tira e tira la corda poi si spezza e che se ci gira, vi facciamo tacere per altri cinquant'anni. Tornerete a riunirvi in quattro gatti in qualche lurida sede dell'msi invece di far prendere aria alle votre testacce di cazzo pelate. E non vi preoccupate che il momento arriverà in fretta.
Porca troia è incredibile, siamo arrivati al punto che bisogna leggere cazzate anche su questo sito....Testacce di cazzo, se non fosse per noi non avreste nemmeno i posti per esprimere la vostra demenza, perchè il vostro padrone non ve le concede mica certe libertà.
Un esempio. Se a Pavia non ci fosse quel misero centro sociale che ci ritroviamo (meglio che niente) i fasci non saprebbero dove sfogare la propria repressione e sarebbe costretti a starsene tutto il giorno davanti al loro cazzo di negozzietto che, guarda caso, porta il nome di una cane.
E allora, visto che vi piacciono i cani, ho un'ideuccia: dite un po' se vi aggrada. Facciamo uscire i cani dai canili e ci mettiamo voi, così potete stare tutti insieme!
OKKIO AL KRANIO!

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