Siamo di fronte a una grave violazione della legalità internazionale. Gli USA e i suoi alleati hanno deciso di dare corso al loro progetto di dominio imperiale dell'intero pianeta. Per fare questo hanno rotto l'elemento principale di regolazione dei rapporti fra gli stati, l'ONU.
Lo hanno trasformato da docile strumento, usato fino alla guerra in Kossovo, a giocattolo rotto da buttare. E per concretizzare il loro disegno hanno scatenato una criminale guerra preventiva di massacro di civili innocenti.
Ancora una volta il popolo irakeno sta vivendo l'incubo dei bombardamenti, della morte e della devastazione del proprio territorio. Ancora una volta i popoli del mondo vengono posti di fronte alla tragica realtà di una guerra dalle conseguenze incalcolabili.
Noi dobbiamo porre con forza davanti alla ragione di tutte e tutti l'insopportabilità della guerra. Le vite dei bambini e degli anziani, degli uomini e delle donne coinvolti nel conflitto, i corpi degli esseri umani, degli esseri viventi, il corpo vivente del pianeta, non possono più sopportare la guerra.
La nostra mente rifiuta la guerra, ripudia la guerra, come la ripudia la Costituzione italiana. Le conseguenze di questa guerra avranno una portata incalcolabile anche per centinaia di migliaia di esseri umani privati di tutto e costretti alla fuga; per la convivenza dei popoli del Mediterraneo; per gli assetti socioeconomici dei paesi coinvolti. Solo il cinismo dei potenti del mondo può trovare giustificazioni, false e risibili, alla guerra.
Il conflitto viene scatenato dal governo Bush per ragioni di dominio geostrategico ed economico, ma le conseguenze ed i costi verranno pagati dai popoli. Non è solo, quindi, il rifiuto etico, che pure basterebbe da solo, a farci dire il nostro no.
Le conseguenze politiche saranno gravissime.
Il terrorismo avrà con la guerra una brusca impennata e trarrà da essa nuova linfa e nuove giustificazioni; i costi economici della guerra verranno pagati dai cittadini sotto forma di aumento dei prezzi, di riduzione degli stanziamenti di carattere sociale, scuola, sanità, lavoro, in Oriente come in Occidente.
Già sono stati ridotti spazi di libertà e di esercizio di diritti democratici. La militarizzazione del territorio è estesa e pervasiva, la libertà di esprimere il dissenso sottoposta a ricatti ed intimidazioni. L'ideologia della guerra come massima espressione della violenza, della sopraffazione, alimenta la violenza di fascisti e neonazisti, che approfittano del clima bellico per "regolare i conti" con i giovani antifascisti.. Il compagno Davide Cesari, accoltellato a morte a Milano da militanti di Forza Nuova, è la prima vittima di questo clima.
Sull'altra sponda del Mediterraneo il governo israeliano aumenta a dismisura la violenza dell'occupazione dei territori palestinesi massacrando bambini, civili inermi e una giovane pacifista americana, Rachel Corrie, deliberatamente soffocata e schiacciata da una ruspa guidata da un soldato israeliano. L'unica colpa di questa giovane donna era cercare di impedire pacificamente la distruzione della casa di un medico palestinese.
Dobbiamo contrastare con fermezza questa esplosione di violenza che accompagna e approfitta della violenza della guerra.
Respingiamo i ricatti degli "opinionisti" al servizio dei potenti che ci dicono: o con Bush o con Saddam.
Noi siamo contro Bush e contro Saddam, contro la guerra e contro i dittatori.
Respingiamo gli appelli dei nostri pessimi governanti, Berlusconi e soci, che hanno cominciato a fare appello al senso dell'unità nazionale. Sono discorsi vecchi e falsi...
Noi siamo contro nazionalismi, militarismi e contro tutti gli apparati ideologici che giustificano la guerra. La guerra serve ai potenti anche per azzerare diritti, mettere il freno alle lotte sociali, oscurare necessità, differenze, criticità.
Non vogliamo fare la guerra per la patria, la nostra patria è il mondo intero.
Per questo chiediamo che nella nuova convenzione europea venga inserito il rifiuto della guerra quale elemento costituente. Vogliamo che l'Europa abbia un ruolo attivo di pace nei confronti dei paesi limitrofi, e vogliamo che smetta di progettare, fabbricare, vendere armi.
Esigiamo che il nostro governo receda dalla decisione di concedere agli USA basi militari e sorvolo del nostro spazio aereo perché questo, al di là delle ipocrisie, significa sostegno diretto e concreto alla guerra.
Invitiamo donne e uomini, giovani e anziani a disobbedire alla guerra con tutte le forme di lotta e di boicottaggio pacifiche e nonviolente che vorranno attuare.
Invitiamo lavoratrici, lavoratori, studenti, pensionati/e ad aderire a scioperi, manifestazioni e forme di lotta che si organizzeranno contro la guerra.
Respingiamo il cinismo, il servilismo e la falsità dei nostri governanti e ascoltiamo invece le parole di pace e ragionevolezza di tante donne e uomini, a cominciare dalle parole del papa: chi decide che sono esauriti tutti i mezzi pacifici che il diritto internazionale mette a disposizione si assume una grave responsabilità di fronte a Dio, alla sua coscienza e alla storia.
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