Milano, calci e manganellate riprese da un cineamatore
Un cittadino svegliato dalle grida ha girato il filmato
LUCA FAZZO e MARCO MENSURATI
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MILANO - Il filmato è di un videoamatore che era sul terrazzo di fronte all'ospedale San Paolo di Milano, dove tredici giorni fa è morto Davide Cesare, 26 anni, ucciso da tre neofascisti: due uomini nella notte che si avventano su un ragazzo dei centri sociali. Il ragazzo è a terra, si copre la testa con le mani, è inerme. Sopra di lui un carabiniere e un poliziotto. Lo colpiscono con i manganelli. Una, due, tre volte. Poi con calci violenti al basso ventre.
Dopo le parole, dopo le denunce, dopo i cortei, i ragazzi dei centri sociali che nella notte di domenica 16 marzo vennero caricati nel pronto soccorso del San Paolo adesso possono esibire anche una prova documentale. A fornirla - a loro e alla magistratura che su quell'episodio ha aperto una inchiesta - è un cittadino svegliato dalle grida che provengono dalla strada.
Con la sua telecamera digitale riprende una teoria ininterrotta di auto della polizia e dei carabinieri. Le grida provengono dall'interno dell'ospedale. Non sa ancora cosa sta accadendo: non sa che dentro al pronto soccorso ci sono una cinquantina di giovani del centro sociale Orso preoccupati per il loro compagno Davide Cesare, pochi minuti prima ferito a morte (13 coltellate, di cui 6 alla schiena) davanti a un pub del quartiere Ticinese. Non sa che polizia e carabinieri da alcuni minuti hanno cominciato a caricare. Intuisce però che il momento è drammatico. Accende la telecamera e fissa l'obbiettivo sull'ingresso dell'ospedale.
La telecamera inquadra alcuni ragazzi che cercano di scappare da una carica. Passano alcuni secondi e dalla parte opposta della strada, molto lontano dal centro dell'azione arrivano delle urla: "Lascialo stare, lascialo stare". Il cameraman sposta l'obiettivo su un poliziotto e un carabiniere. Per terra, immobile, un ragazzo. Sembra addormentato. Il poliziotto gli si avvicina. Gli dà una manganellata, poi con le ginocchia contro il petto, lo schiaccia sull'asfalto. Arriva il carabiniere. Allontana tutti. Poi con calma torna davanti al ragazzo. Gli sferra una seconda manganellata, in faccia. E una terza, alla nuca. Il ragazzo non reagisce. Ma non è finita. Il carabiniere si sposta di circa mezzo metro. E lo colpisce di nuovo, un calcio ai testicoli. La gente intorno tenta di intervenire. I due uomini cominciano ad agitare in aria i loro manganelli. Quando tutti sono scappati, si girano e se ne vanno, lasciando andare via il ragazzo che fino a quel momento avevano cercato di fermare. Fin qui le immagini, che nelle prossime ore verranno visionate anche dai magistrati.
Il questore di Milano Vincenzo Boncoraglio, ieri, ha ribadito quanto già detto nei giorni scorsi: "Ciò che è accaduto al San Paolo va chiarito. Non ci devono essere ombre. Non dimentichiamo però che quella notte 17 agenti rimasero feriti". "Se qualcuno ha esagerato - aveva assicurato anche il prefetto Bruno Ferrante - deve pagare". "Non emergono comportamenti censurabili da parte delle forze dell'ordine intervenute al San Paolo", aveva invece dichiarato il ministro Giovanardi in Parlamento. Il film di quella notte disegna adesso uno scenario diverso.
repubblica.it
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