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Dichiarazione dello stato di emergenza. Fotocopia Usa
by Ninshar Saturday, Mar. 29, 2003 at 7:34 PM mail:

Dichiarazione dello stato di emergenza. Fotocopia Usa Gli articoli qui sotto spiegano la cosa. Comunque secondo me questo governo è troppo debole per fare il pugno di ferro. Ha la maggioranza parlamentare e la minoranza nel paese. Ha perso tutto il consenso e non solo per la guerra

Dichiarazione dello stato di emergenza. Fotocopia Usa
Gli articoli qui sotto spiegano la cosa. Comunque secondo me questo governo è troppo debole per fare il pugno di ferro. Ha la maggioranza parlamentare e la minoranza nel paese. Ha perso tutto il consenso e non solo per la guerra


Il nuovo potere nelle mani di Silvio. Protezione civile, il premier controlla i «grandi eventi». Può vietare manifestazioni e deturpare l'ambiente. Senza tetto né legge. Decisi a tavolino gli «eventi» su cui si può derogare a tutte le leggi. E' il potere dell'«ordinanza», una volta limitato alle calamità. Per il semestre Ue si pesca a piene mani dal Fondo della Protezione Civile
ANTONIO SCIOTTO

Nuovi poteri nelle mani del Presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi ha «risucchiato» a proprio vantaggio anche la Protezione Civile e il suo potere di emettere ordinanze in deroga a qualsiasi legge dello Stato. Grazie a una riforma passata sotto silenzio nel novembre del 2001 (legge 401/01), con i soldi della Protezione Civile il Capo dell'Esecutivo potrà far costruire dighe, edifici, argini, abbattere boschi, o - perché no? - anche templi antichi, senza nessun tipo di valutazione d'impatto ambientale o autorizzazione di qualche sorta. Nello stesso tempo, i nuovi poteri del Primo Ministro potranno anche mettere a rischio le stesse libertà politiche: Berlusconi potrà decidere se un grande evento, come una manifestazione politica o sindacale ad esempio, può essere «pericoloso», e potrà dunque vietarlo o inibirne l'espressione. Il segreto sta proprio in quelle due paroline tanto apparentemente neutrali quanto invece insidiosissime ??grandi eventi? che sono state aggiunte all'elenco delle calamità naturali, dei disastri biologici, chimici o nucleari per affrontare i quali la Protezione Civile aveva già - giustamente - il potere di emettere ordinanze in deroga alle leggi ordinarie. Se nel 1992, quando fu istituita, già sotto la Presidenza del Consiglio e con il potere di emettere ordinanze in deroga a qualsiasi legge, aveva il compito di «tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi», nel novembre del 2001 una nuova legge ha portato una sostanziale modifica alla suddetta definizione, stabilendo che la Protezione Civile deve occuparsi della «tutela della vita, dei beni, degli insediamenti, (... come sopra, fino a ?catastrofi?), o da altri grandi eventi, che determinino situazioni di grave rischio». Quei grandi eventi sono altre calamità naturali? Assolutamente no, e si vede già dal regolamento attuativo della legge. Questo prevede la costituzione di un «ufficio dei grandi eventi» che ha il compito di «individuare volta per volta cosa sia un grande evento e valutare e segnalare i possibili livelli di interferenza o incompatibilità rispetto allo svolgimento degli eventi nel nostro paese. In più, pianifica e gestisce i grandi eventi, predispone le linee guida in relazione alle attività di autorizzazione, progettazione, organizzazione e gestione di eventi». «Una catastrofe naturale si può pianificare, progettare, autorizzare? - si chiede Donatella Ferraris, Funzione pubblica nazionale Cgil - E in che senso la Protezione Civile, e dunque il Presidente del Consiglio, possono stabilire i livelli di interferenza o incompatibilità di un evento? Noi temiamo che ad esempio manifestazioni di dissenso possano essere inibite o vietate con il potere di ordinanza che il governo si è ritagliato: il suo ufficio stabilirà che sono grandi eventi, e dunque con un'ordinanza potrà vietarle, dato che con questo istituto si può derogare a qualsiasi legge». Grandi eventi sono stati già decisi e realizzati: sotto questa categoria sono stati catalogati il Vertice Nato di Pratica di Mare, il Vertice Fao di Roma, la beatificazione di Padre Pio. E in programma c'è adesso il grande evento più contestato, il primo che potrebbe causare i danni più concreti: è il semestre di presidenza italiana della Ue, che partirà dal maggio del 2003. «Berlusconi vuole utilizzare come sede il centro della Protezione Civile di Castelnuovo di Porto - spiega Simone Andreotti, di Legambiente - e ha già emesso un'ordinanza per la costruzione di nuove strade, spazi e argini (è zona di esondazione del Tevere), in deroga a ben 30 leggi nazionali. Lo abbiamo definito ?abusivismo di Stato? realizzare progetti tipici degli ecomafiosi con i soldi della Protezione Civile». Già, perché mentre per le calamità naturali, il governo, per emettere le sue ordinanze deve ancora consultare le Regioni interessate, nella pianificazione dei grandi eventi il Presidente del Consiglio non è obbligato a sentire nessuno e potrà usare, senza peraltro alcun tetto di spesa, i soldi del Fondo della Protezione Civile, dunque non più utilizzabili per le normali attività di prevenzione e informazione tipiche (almeno un tempo) di questa istituzione.

SULLA FALSARIGA DELLA EVOLUZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE AMERICANA?

Usa, le sbarre dentro casa. L'agenzia federale per la protezione civile (Fema) ha il compito di costruire vere e proprie cittadine prefabbricate entro il 2003. Ufficialmente servono a dare rifugio a milioni di eventuali vittime di attacchi nucleari o batteriologici. Ma vecchie direttive presidenziali firmate da Reagan e nuove istituzioni create da George W. Bush potrebbero autorizzare un cambio d'uso: campi di prigionia
RITT GOLDSTEIN

I difensori dei diritti civili hanno motivo di allarmarsi. Recenti dichiarazioni del direttore dell'Ufficio per la sicurezza interna Tom Ridge e di esponenti della Commissione per i diritti civili degli Stati uniti, insieme a misure per la sicurezza nazionale che risalgono all'era Reagan, potrebbero significare legge marziale e campi di internamento negli Stati Uniti. Le misure di sicurezza furono messe a punto nel periodo in cui Reagan stava valutando l'invasione del Nicaragua e consistevano in una serie di decreti presidenziali che fornivano all'Agenzia federale per la gestione delle emergenze (Fema, Federal Emergency Management Agency) nuovi, ampi poteri in caso di ?crisi? quali: «dissenso interno violento e diffuso o opposizione nazionale contro un'invasione militare degli Usa all'estero». A questo proposito la prevista invasione dell'Iraq suscita parecchie preoccupazioni. La Fema, conosciuta per il suo ruolo di protezione civile, è anche l'agenzia incaricata di gestire il dissenso interno. Dal 1982 al 1984 Oliver North assistette la Fema nella ?creazione di piani per la sicurezza interna?. I dettagli di questi piani, che facevano parte di un più ampio piano nazionale, emersero durante lo scandalo Iran-Contra nel 1987. Tra questi vi era un pacchetto di decreti presidenziali che prevedevano la sospensione della Costituzione, l'imposizione della legge marziale e la creazione di campi di internamento. In caso di crisi, le redini del governo sarebbero dovute andare al Presidente e alla Fema. Il 20 luglio la Detroit Free Press ha pubblicato un articolo intitolato «Gli arabi negli Usa potrebbero essere detenuti». L'articolo era paradossalmente riassunto così: ?Un esponente della Commissione Diritti Civili prevede la detenzione?, e faceva riferimento a un membro della Us Civil Rights Commission che prevedeva la possibilità di campi di internamento per arabo-americani. La Fema si esercita per una simile evenienza.<br> Un articolo apparso sul Miami Herald il 5 luglio riferiva che John Brinkerhoff, ex vice del direttore della Fema con Louis Giuffrida, ha gestito la parte del piano guardante la legge marziale. In base a un promemoria di Brinkerhoff che il Miami Herald ha ottenuto, il piano era definito simile a un altro progetto che Giuffrida aveva precedentemente sviluppato per combattere «una sollevazione nazionale da parte di militanti neri». Il piano di Giuffrida prevedeva la detenzione «di almeno 21 milioni di negri americani» in «centri di raccolta o campi di dislocamento». Giuffrida aveva già lavorato con Reagan quando quest'ultimo era governatore della California. All'epoca aveva creato molti altri piani di potenziali leggi marziali, tutti miranti a legittimare «l'arresto e la detenzione di attivisti contrari alla guerra del Vietnam e di altri dissidenti politici». Oggi l'ex vice di Giuffrida lavora per l'influente Anser Institute for Homeland Security. Dopo la richiesta di consentire l'impiego sulle strade americane di truppe dell'Esercito, avanzata a gennaio dal Pentagono, l'Istituto ha pubblicato un articolo di Brinkerhoff che sosteneva la legalità di questa pratica. Secondo Brinkerhoff il Posse Comitatus Act del 1878 - che, come viene riconosciuto da tempo, proibisce questo tipo di impiego dell'Esercito - sarebbe stato semplicemente interpretato in modo equivoco e male applicato. Tali argomentazioni sono già di per sé stupefacenti, ma la prefazione all'articolo di Brinkerhoff rivelava anche che il piano nazionale a cui egli aveva lavorato sotto la guida di Giuffrida era stato «approvato da Reagan», e che erano state prese «misure atte a implementarlo». Lo scorso aprile, per contribuire alla sicurezza interna, è stato creato il Comando Settentrionale dell'Esercito Usa. Secondo una notizia Reuters di quei giorni, «si prevede che il Comando svolgerà un ruolo di sostegno alle autorità locali». Il direttore dell'Ufficio per la Sicurezza interna Tom Ridge ha appena auspicato una revisione della legge Usa sull'impiego dell'Esercito per mansioni di ordine pubblico. Nel 1990 il saggio The Rise of the National Security State di Diana Reynolds fu presentato dallo stimato centro studi liberal Political Research Associates. Secondo questo saggio, le iniziative di Reagan intendevano «trasformare la pianificazione della protezione civile in una versione militare/poliziesca polizia della società civile», un'accusa che risuona particolarmente attuale. Purtroppo i particolari del piano nazionale di Reagan restano oscuri. Ciò è dovuto in parte al fatto che il presidente Bush ha preso l'insolita iniziativa di <<sigillare le carte presidenziali di Reagan>>; nel novembre dell'anno scorso. Comunque, molte delle figure chiave dell'era Reagan fanno parte dell'attuale amministrazione, compreso John Poindexter, a cui più tardi fece capo Oliver North. Nel 1984 la Fema organizzò un'esercitazione nazionale con il Dipartimento della Difesa chiamata Rex-84, per prepararsi all'arresto e alla detenzione di stranieri e radicals. I prigionieri dovevano essere custoditi in campi di internamento situati in zone rurali. Scopo dell'esercitazione era testare le capacità militari in previsione di ?disordini civili e dimostrazioni imponenti?, sottolineando la trasformazione della protezione civile in controllo civile. In base alla rinata ?Strategia nazionale per la sicurezza interna? del presidente Bush, la Fema sarebbe posta sotto l'Ufficio per la Sicurezza interna. Sia l'Ufficio per la Sicurezza interna che il Dipartimento della Difesa hanno in programma la partecipazione all'«addestramento sulla sicurezza interna riguardante la protezione civile e militare». E questo autorizza un paragone con Rex-84.
Secondo il Washington Post, tra le iniziative di Reagan vi era anche la creazione di un ?governo ombra? statunitense. L'amministrazione Bush ha giustificato il governo ombra come una precauzione tesa a garantire la continuazione del governo in caso di attacco terroristico. Ma il giorno dopo questa rivelazione, il Post pubblicava un titolo secondo cui il Congresso Usa non sarebbe stato a conoscenza dell'esistenza del governo ombra. Comunque, la legge attuale prevede che sia il presidente della Camera dei Rappresentanti, seguito dal presidente del Senato, ad assumere la presidenza qualora il presidente degli Stati Uniti e il suo vicepresidente si trovino nell'impossibilità di adempiere le loro funzioni istituzionali. Se la Costituzione fosse stata sospesa, il controllo del paese sarebbe passato al solo Presidente e alla sola Fema, mentre le disposizioni per la successione restano un mistero. Quando queste iniziative furono intraprese dall'amministrazione Reagan, l'allora ministro della Giustizia William French Smith reagì in modo molto allarmato. Nell'agosto 1984 Smith scrisse al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Robert McFarlane: «Credo che il ruolo assegnato alla Federal Emergency Management Agency nell'ultimo decreto presidenziale ecceda la funzione che le è propria come agenzia di coordinamento per la protezione civile. Questo ed altri dipartimenti hanno ripetutamente sollevato gravi obiezioni politiche e legali rispetto al ruolo di ?zar dell'emergenza? attribuito alla Fema». Smith lanciava anche l'allarme per la crescente tendenza a definire ?emergenze? situazioni gravi ma di routine, mettendo così in discussione i poteri straordinari della Fema. Mettendo in guardia sul pericolo di un abuso, Smith era particolarmente preoccupato per l'«estensione della definizione di grave emergenza, fino a comprendere emergenze di ordine pubblico interno di routine». Alcune delle critiche al modo in cui l'amministrazione Bush ha reagito al disastro dell'11 settembre riecheggiano l'ammonimento di Smith. Il 7 giugno l'ex consulente presidenziale Usa John Dean ha lanciato anch'egli un ammonimento contro il rischio che l'America scivoli verso la «dittatura costituzionale» e la legge marziale. Il 15 luglio, il conservatore NewsMax.com ha diffuso una notizia inquietante secondo cui la Fema starebbe preparandosi a uno «sforzo eccezionale» per costruire «città temporanee ed estendibili per ospitare milioni di persone». NewsMax.com riferisce che, secondo la Fema, le città temporanee sarebbero destinate alle persone in fuga da attacchi portati con armi di distruzione di massa. Il resoconto aggiunge che «alla Fema è stata data una scadenza: le città devono essere pronte per il gennaio 2003».
Una serie di decreti presidenziali risalenti all'era Reagan avrebbero garantito alla Fema il potere di imporre la legge marziale, sospendere la Costituzione ed eseguire internamenti in caso di emergenza nazionale. La definizione di emergenza comprendeva «l'opposizione interna contro un'invasione militare Usa all'estero». Con l'attesa invasione dell'Iraq, anche se non è stato dichiarato formalmente lo stato di emergenza, il rischio è che si possa scivolare di fatto nel ricorso ai poteri di emergenza della Fema. Oggi la gran parte dell'America conosce la Fema principalmente per il suo ruolo di protezione civile ma durante l'era Reagan, quando la Fema si dedicava a questioni di sicurezza nazionale, l'agenzia fu fortemente criticata per aver travalicato le sue prerogative e il suo mandato. Tuttavia, con una mossa di cui pochi sono a conoscenza, il presidente Bush ha riportato la Fema in prima linea nel campo della sicurezza nazionale, facendone l'agenzia incaricata di rispondere al terrorismo. Secondo il Dipartimento della Sicurezza interna, la Fema «continuerà a modificare la cultura della gestione dell'emergenza: da una cultura di reazione al terrorismo a una cultura che aiuta attivamente le comunità e i cittadini a evitare di diventare vittime». Paradossalmente, la prima debacle della Fema si è verificata con il suo tentativo di legittimare l'assunzione di poteri straordinari sotto il mantello stesso dell'«anti-terrorismo». Susciterà di certo ulteriori preoccupazioni la consuetudine della Fema, molto screditata ma relativamente sconosciuta, di schedare i suoi potenziali internati. Secondo una ricerca pubblicata da Ward Churchill e Jim Vander Wall, l'intervento dell'Fbi fermò il tentativo di schedatura messo in atto dalla Fema prima che tale pratica si estendesse. Il caso scoppiò quando l'Fbi negò alla Fema il diritto di eseguire spionaggio interno, e la conseguenza fu la consegna da parte della Fema di oltre «12.000 dossier politici» all'Fbi. Riflettendo oscuramente quell'epoca, l'operazione Tips della Fema è stata concepita come un veicolo in cui i rapporti dei cittadini informatori, secondo il Dipartimento della Giustizia, sarebbero «conservati e analizzati in un singolo database (Tips)». Precedentemente il presidente Bush aveva assicurato che non ci sarebbe stato alcun conflitto Fbi-Fema, disponendo che la Fema lavorasse in stretta collaborazione con il Dipartimento della Giustizia e creando ciò che Bush ha chiamato una rete «integrata senza giunture». Con questo legame tra la Fema e il Dipartimento della Giustizia (di cui l'Fbi fa parte), l'amministrazione evita i controlli interdipartimentali che avevano fermato i precedenti abusi della Fema. Al tempo di quegli abusi, l'allora direttore dell'Fbi William Webster si oppose al fatto che la Fema facesse intelligence interna «sotto la voce antiterrorismo». Apprezzando la validità della protesta di Webster, allarmato sia per gli scopi che per i metodi della Fema, l'allora Ministro della Giustizia William French Smith dichiarò che vi erano «gravi obiezioni politiche e legali rispetto al ruolo di `zar dell'emergenza' attribuito alla Fema». Smith esprimeva allarme anche per quanto riguardava la tendenza a esagerare gli eventi, circostanze che permettevano ciò che egli definiva «l'estensione della definizione di emergenza grave, fino a comprendere emergenze di ordine pubblico interno `di routine'», in modo da far scattare i poteri straordinari della Fema. I dettagli sul ruolo di sicurezza nazionale della Fema emersero per la prima volta durante l'era Reagan, in seguito allo scandalo Iran-Contra. Quest'ultimo riguardava la vendita clandestina di armi all'Iran, i cui profitti venivano usati illegalmente per finanziare i ribelli del centro-America appoggiati dagli Usa, i Contras. L'episodio portò alla condanna di alcune delle figure chiave dell'amministrazione Reagan come John Poindexter e Elliott Abrams. Entrambi fanno attualmente parte dell'amministrazione Bush, come anche altri di quel periodo. Una delle ultime iniziative di Bush senior come presidente fu la concessione della grazia a coloro che erano ancora coinvolti nello scandalo. Ad altri, come John Poindexter e Oliver North, le condanne furono revocate per «immunità congressuale». L'eredità di Reagan comprendeva anche le cosiddette «guerre sporche» degli Usa in America centrale, con la creazione nella regione dei «killing fields». Quel periodo fu macchiato da membri dell'amministrazione Reagan che si impegnarono in attività criminali o discutibili, messe in atto in nome della sicurezza nazionale. È su questo sfondo che furono disegnati i nuovi poteri e le nuove regole della Fema. Essi prevedevano tra l'altro che il governo fosse amministrato esclusivamente dal presidente degli Stati uniti e dalla Fema. Secondo il Washington Post, la creazione di un «governo ombra» statunitense faceva anch'essa parte delle iniziative di Reagan. Quando il ?Post?, il primo marzo 2002, ha rivelato l'esistenza del governo ombra, l'amministrazione Bush lo ha spiegato come una precauzione presa per garantire continuità al governo in caso di attacco terroristico. Ma il 2 marzo il ?Post? pubblicava un titolo secondo cui il Congresso Usa non sarebbe stato al corrente dell'esistenza del governo ombra. Ma secondo la legge attuale spetta al presidente della Camera dei Rappresentanti, seguito dal presidente del Senato, di assumere la presidenza qualora il presidente degli Stati uniti e il suo vicepresidente si trovino nell'impossibilità di adempiere le loro funzioni istituzionali. In questo contesto va anche notato che il governo ombra è ospitato fisicamente all'interno di una struttura della Fema. Reagan gettò le radici delle odierne, straordinarie preoccupazioni nel periodo in cui egli era governatore della California. Nel 1971 inaugurò l'idea di utilizzare l'esercito e le forze di polizia per combattere il dissenso, creando il California lo Specialized Training Institute (Csti), un «centro di addestramento antiterrorismo». Inoltre Reagan nominò un generale della guardia nazionale in pensione, Louis Giuffrida, come suo «zar dell'emergenza». Fu allora che Giuffrida mise a punto i piani per la legge marziale, piani che non furono mai messi in pratica ma il cui scopo sarebbe stato di «legittimare l'arresto e la detenzione di attivisti che protestavano contro la guerra del Vietnam e altri dissidenti politici». Quando Reagan divenne presidente, Giuffrida fu incaricato di dirigere la Fema e aprì prontamente un «Civil Defense Training Center» su modello del «centro di addestramento antiterrorismo». La Fema lavorava anche con il Pentagono. Il loro documento comune, «The Civil/Military Alliance in Emergency Management» («L'alleanza civile/militare nella gestione dell'emergenza»), una precoce disamina della possibilità di ricorrere all'esercito per scopi di ordine pubblico, ha precorso il dibattito attualmente in corso in America sul ruolo dell'esercito. Per mettere a punto i poteri della Fema Giuffrida lavorò con Oliver North, la figura centrale dello scandalo Iran-Contra. Secondo un articolo del 1990 di Diana Reynolds per il centro studi ?liberal? Political Research Associates, le iniziative di Reagan conseguenti erano finalizzate a «trasformare la pianificazione della protezione civile in una versione militare/poliziesca della società civile», un'accusa dalle risonanze particolarmente attuali. Ad oggi, il contenuto delle iniziative di Reagan sulla sicurezza nell'ambito di un piano di emergenza nazionale, rimane sconosciuto al pubblico. Ma l'ex dirigente della Fema che avrebbe messo a punto le parti relative alla legge marziale e all'internamento, ha rivelato a febbraio che esse erano «approvate da Reagan», e che erano state prese «misure atte a implementarle».

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Ci sono 9 commenti visibili (su 9) a questo articolo
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Titolo Autore Data
....!?... CARIB Sunday, Mar. 30, 2003 at 3:05 PM
Per il nonno di Charlie Indyano C. Sunday, Mar. 30, 2003 at 3:03 PM
Charlie Charlie Sunday, Mar. 30, 2003 at 1:02 PM
AGGHIACCIANTE Alex_bio Sunday, Mar. 30, 2003 at 1:26 AM
certamente certo Saturday, Mar. 29, 2003 at 10:19 PM
domanda anonimo Saturday, Mar. 29, 2003 at 9:32 PM
scemo Polenta orgogliosa Saturday, Mar. 29, 2003 at 8:58 PM
gli USA rimarranno senza grattacieli gli USA rimarranno senza grattacieli Saturday, Mar. 29, 2003 at 8:52 PM
agghiacciante agghiacciante Saturday, Mar. 29, 2003 at 8:44 PM
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