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Comunicato dello Slai-Cobas Milano sullo sciopero generale del 2 Aprile
by Slai-Cobas Milano Thursday April 03, 2003 at 06:12 PM mail:  

Illegittima è la guerra, non lo sciopero dei sindacati di base.

Riesce in tutta Italia lo sciopero contro la guerra indetto da tutto il sindacalismo di base. Manifestazioni, picchetti, presidi, astensioni dal lavoro hanno segnato la giornata. Il corteo milanese ha occupato per circa un’ora i binari della stazione centrale.

Tutto questo nonostante il tentativo di delegittimare e impedire lo sciopero portato avanti dal governo, dalla Commissione di Garanzia e da numerose aziende private e pubbliche, come l’ATM di Milano, che addirittura ha fatto pubblicare sulla stampa milanese un comunicato con cui dichiarava “illegittimo” lo sciopero, dopo avere diffuso questa “interpretazione” per l’intera giornata di ieri dagli altoplarlanti delle metropolitane e dei bus, dopo avere intimidito tutti i conducenti, diffuso un ordine di servizio illegittimo con cui obbligava i lavoratori che avessero scioperato a presentarsi nei depositi mezz’ora prima della fine dello sciopero e addirittura ipotizzato che lo sciopero potesse creare problemi di ordine pubblico per l’utenza dei trasporti e il personale non scioperante.

Questa giornata di lotta, che riprende e rilancia le mobilitazioni spontanee del 20 marzo, fa entrare il rifiuto della guerra nei posti di lavoro. Un passaggio necessario per ampliare il fronte di lotta contro la guerra imperialista, saldandolo con l’opposizione all’attacco contro i lavoratori, che utilizza anche l’impatto mediatico della guerra per approvare nuove leggi di precarizzazione e flessibilizzazione del lavoro, e per tagliare nuovamente le pensioni (TFR che maturerà versato obbligatoriamente nei fondi pensione).

Una giornata di lotta che non si voleva, ma che c’è stata, nonostante la repressione aziendale che colpisce numerosi lavoratori, “rei” di opporsi nei posti di lavoro. Come Stefano Musacchio, RSU Slai Cobas, licenziato per avere esposto una bandiera della pace allo stabilimento Fiat di Termoli; ancora prima tre lavoratori della Fiat di Melfi (un RSU dello Slai Cobas e due della Fiom CGIL), colpevoli di essere operai che non si sono piegati alla disciplina da galera che vige nello stabilimento; infine oggi l’avvio del procedimento disciplinare (anticamera del licenziamento) nei confronti di Domenico Mignano, RSU Slai Cobas della Fiat di Pomigliano. Provvedimenti tutti strumentali, finalizzati a far fuori dai posti di lavoro chi si organizza per difendere le proprie condizioni di lavoro, in attesa che sia abolito l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.

Chiudiamo ricordando che una delle giustificazioni di questa guerra è il disarmo dell’Iraq. In questi giorni il parlamento ha approvato la liberalizzazione del commercio d’armi, cancellando la legislazione restrittiva precedente.

Milano, 2 aprile 2003

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Titolo Autore Data
xxx = pornografo? Rocco Siffredi Thursday April 03, 2003 at 06:47 PM
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