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In contatto con Baghdad (55)
by robdinz Wednesday April 09, 2003 at 06:30 PM mail: robdinz@hotmail.com 

E' festa a Baghdad.

E’ festa a Baghdad. Sono arrivati i liberatori.
Davanti al “Palestine” ed allo “Sheraton” i carri armati ed i blindati Usa sono arrivati come di corsa, prendendo posto fin sopra le aiuole dei parcheggi. Sono scesi velocemente i soldati, con le armi e le telecamere. Hanno faticato ad entrare nella hall, a superare le ampie porte a vetri che si aprono all’interno.
I giornalisti dei networks tv li hanno respinti. Hanno provato a respingerli. Non volevano partecipare alla festa. Gridavano i nome dei colleghi uccisi ieri, colpiti con quei colpi di cannone deliberatamente sparati tra il 14 ed il 15 piano.
Sono entrati di forza. Lo avranno fatto per far festa.

La voce del mio contatto mi arriva chiarissima, le comunicazioni come per incanto sono riprese non più tardi di un’ora fa.
E non mi parla di feste. I cittadini di Baghdad non sono stati invitati a nessuna festa.
Nonostante le truppe americane si siano aperte all’interno della città sfondando la resistenza dei “feddayns” e giungendo fin dentro i quartieri popolari cannoneggiando e continuando a distruggere le abitazioni civili.
Inseguendo gli iracheni che non sapevano che fosse festa in tutta la città.

Centinaia sono i cadaveri con le budella al vento, con le mosche intorno alle orbite degli occhi. Dove sono le tv?

E’ il primo giorno questo senza bombe né missili e molti, tanti, tantissimi erano usciti fin dal primo mattino dalle case, dai rifugi improvvisati che erano stati le loro case per troppi giorni. Senza più cibo, acqua si sono riversati verso il centro di Baghdad. Davanti ai magazzini alimentari che ancora nascondevano viveri i più giovani e robusti hanno sfondato le inferriate e preso quanto loro serviva. Poi anche più su, verso i quartieri della borghesia di stato con le ville bianche circondate da giardini pieni di banani. Anche qui scavalcati i muri, divelte porte e finestre con ferri usati come piedi di porco, calpestati i preziosi tappeti dei saloni, buttate a terra le porte delle dipense e fatto man bassa di cibo. Ma anche di ventilatori, tv e radio.
Poi tutti via di corsa.

Neppure negli ospedali si sono accorti che è festa. Le migliaia di feriti che giacciono in ogni angolo fuorchè nei letti perché non ve ne sono più, continuano a non poter essere curati, le amputazioni proseguono senza alcuna anestesia. Si continua ad urlare di dolore negli ospedali, a piangere. A morire.

Almeno 3.000 le vittime degli ultimi tre giorni e più ancora i feriti.
Baghdad città morta. Senza aria di festa.

Milioni di persone, di uomini, donne, vecchi e bambini lontani dalle telecamere dei networks implorano disperati i liberatori di non distruggere le loro case. Ma vengono colpiti, incappucciati, legati e buttati come rifiuti tra le macerie ed i corpi in putrefazione delle vittime.

No, no, qui non c’è nessuna festa mi ricorda il mio contatto. Si sente sparare, la resistenza è ancora tanta. Non so davvero cosa potrà accadere questa notte.
Siamo sempre a Baghdad, dopo settimane di bombe e missili, migliaia di morti che nessuno ha mai denunciato, almeno un quarto delle abitazioni civili
sono state distrutte, non c’è acqua potabile, decine di migliaia di cittadini soffrono di infezioni, tifo, diarrea. La minaccia del colera è qualcosa di molto reale e preoccupante. Per non parlare delle altre zone dell’Iraq dalle quali non abbiamo informazioni sicure ed indipendenti.
Già, il resto del paese.

Le truppe Usa stanno realizzando una specie di spot pubblicitario davanti agli alberghi dei giornalisti per dare l’immagine al mondo intero della liberazione di Baghdad. Ma non è così, si accalora il mio contatto, è questa una città di 5 milioni di persone, chi può credere alle immagini rilanciate via satellite di 150 iracheni che ballano e cantano davanti ai carri armati?.
Già, chi?

Questa notte sarà un’altra notte di sofferenza, dove non si cureranno i feriti, dove si farà l’appello dei vivi per contare i morti. Un’altra notte di digiuno, di acqua del fiume per bere e lessare i legumi. Un’altra notte di paura che i liberatori possano arrivare alla porta e sfondarla, aggredire e distruggere tutto quanto è all’interno. Ma di quale festa stiamo parlando?
Già, quale festa?

Ho imparato a conoscerle queste notti di Baghdad, mi riferisce il mio contatto, sono notti che non finiscono mai, non si dorme, semmai si veglia. Ci si sdraia vestiti dove ci si trova, i pochi soldi nascosti nelle tasche, i piccoli ori che ogni famiglia possiede cuciti negli orli degli abiti delle donne, i bambini tra le braccia. E mentre tutto intorno cadono bombe e missili, o si sentono i colpi delle artiglierie, si fa un silenzio assoluto. Come se anche il più piccolo sospiro potesse far scoprire che c’è vita in quella casa. Notti terribili ed indimenticabili in quelle case della città. Notti da passare con le mani strette sul viso.
Già, la notte.

Che la notte sia leggera.
r.

Ps.

Mentre scrivevo questa corrispondenza, un contatto preziosissimo, mi ha inviato queste brevi note di Charles Clover, inviato del “Financial Times”, che si trova a Najaf e segue in diretta televisiva su “Al Jazeera” quanto avviene nel centro di Baghdad e di fronte all’hotel “Palestine”.
Le pubblico così come mi sono arrivate.
Quale festa a Baghdad?




da
Charles Clover
“Financial Times”
in Najaf
Iraq

Sto vedendo al Jazeera live. Bagdad. Panoramica dall’alto. Vedo i carri armati ma non vedo le folle festanti. Anzi non vedo folle di nessun genere. Solo gruppetti. Alcuni hanno uno striscione con scritto “Via gli human shield”. Altri stanno buttando giù una statua di Saddam. Notoriamente la prima preoccupazione dei cittadini di una città martoriata!
Collaborazionisti? I fuorusciti al soldo degli americani, i nuovi miliziani pagati dagli Usa che ci verranno spacciati per “il popolo di Bagdad?


***
Wednesday April 09, 2003 at 03:34 PM
Truppe USA all'assalto dell'hotel Pelestine forse alla ricerca di cecchini. panico tra la gente nell'hotel
donne e bimbi che tremano e piangono di paura, uomini in divisa urlano bestemmie e ordini.
le telecamere delle truppe si soffermano sui quadri di Saddam presenti all'interno, come per giustificare l'irruzione.
proteste dei giornalisti che accolgono i militari al gido di "fuck USA" e "Yankees go home".

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Robdinz
by Nemo Wednesday April 09, 2003 at 06:35 PM mail:  

Grazie al cielo arrivi tu a ristabilire la verità da baghdad e il buon senso! Se non ci fossi tu (e i tuoi contatti) bisognerebbe inventarti... altro che feste! Alì, il bimbo dilaniato e mutilato in ospedale non sta festeggiando.

A proposito, sono ossessionato dalla foto che gira su Indy... sai se sono già partite iniziative per farlo magari arrivare in Italia e curarlo anche con tecniche all'avanguardia? Ci si può attivare in qualche modo? Io avrei anche dei contatti nelle associazioni di volontariato.

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informazione partigiana
by marco Wednesday April 09, 2003 at 06:40 PM mail:  

non credo a tutto quello che vedo in tv. o meglio, sono sempre scettico. ma credo nella buona fede dei giornalisti, miei colleghi, che sono a baghdad e raccontano di gente in festa (è comprensibile) soprattutto per la fine della guerra, prima ancora che per la fine del rais. ecco, mi pare che la vostra informazione sia più partigiana di quella cosiddetta embedded. ed è uno sbaglio, perché per combattere le "notizie assoldate" bisognerebbe rifuggire da ogni partigianeria, politica o pacifista. e voi, mi sembra non siate in grato di fare ciò che dovrebbe fare un buon giornalista: mettere da parte i propri pregiudizi. lo dico con il massimo rispetto per chi è lì a racccontare ciò che vede e non qui con il culo al caldo come me.

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ma dai
by simak Wednesday April 09, 2003 at 06:43 PM mail:  

dai su non scherziamo le immagini parlano chiaro, la gente festeggia e ride.
sono contenti che saddam sia stato abbattuto, certo molti saranno feriti dalla guerra, ma qualcuno che ce l'aveva con saddam e vede questo comunque come un successo c'è.

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simak e marco
by Nemo Wednesday April 09, 2003 at 06:47 PM mail:  

Sarò più tranquillo quando saprò che quel bambino, la cui foto è su Indy e mi tormenta, starà meglio, magari proprio grazie alla chirurgia italiana... prima di allora, non c'è un cazzo da festeggiare!
Non c'è solo lui naturalmente, ma è un buon inizio visto le condizioni disperate.
Rinnovo l'appello a robdinz e ai suoi contatti giù a Baghdad.

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ma cosa dici?
by tup Wednesday April 09, 2003 at 06:47 PM mail:  

"certo molti saranno feriti dalla guerra.."
e ti sembra poco?
la gente festeggia... lo abbiamo visto al TG2...oppure al TG5...no?
ma quante cose non ti hanno detto...quante cose non ti hanno fatto vedere?
quante cose di quel paese non sappiamo...?
ciò che è certo è che gli angloamericani non sono liberatori.
SONO INVASORI.
Ce lo possono spiegare i Palestinesi o i nonni partigiani cosa è una guerra di liberazione.
tup

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ho una teoria
by Nemo Wednesday April 09, 2003 at 06:59 PM mail:  

quelli inquadrati dalle telecamere oggi a festeggiare sono gli unici abitanti di baghdad ancora vivi: gli altri (circa tre milioni) sono o morti o negli ospedali. Se è così prima o poi verrà fuori, grazie ai giornalisti e a internet...

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Giornalisti che parlano di gente in festa?
by Emiliano Wednesday April 09, 2003 at 07:03 PM mail:  

Giornalisti che parlano di gente in festa? Forse alla TV. Che io in questi giorni non ho vista. Perchè i giornali parlano di televisione che inquadra gente in festa. Ci sono almeno mille soldati iracheni morti, macerie. Chi è che in un momento del genere pensa alla statua di Saddam Hussein?

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Per Marco
by robdinz Wednesday April 09, 2003 at 07:07 PM mail:  

Ma ti rendi conto che stiamo parlando di una città di 5 milioni di abitanti, sottoposti a 12 terribili anni di embrago. Bombardata e colpita da missili ininterrottamente da 15 giorni.
Con il colera, il tifo, la diarrea.
Conosci direttamente la condizione negli ospedali?
Sai spiegarmi perchè i "liberatori" impediscono l'apertura di corridoi umanitari che solo potrebbero proteggere dal "fuoco amico"?

La Nunziatura Apostolica di Baghdad, stima in 3.000 le vittime negli ultimi tre giorni.

Ma cosa ci sarebbe da festeggiare?

L'equidistanza nell'informazione è difficile da trovare.
O si dicono bugie (in questo caso "propaganda") o si cerca di dire le cose come stanno.

Parla con i tuoi colleghi che sono a Baghdad, e fatti dire come sono stati accolti i soldati Usa nella hall del "Palestine".

r.

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Per Marco e gli altri
by osservatore Wednesday April 09, 2003 at 07:15 PM mail:  

caro marco (e chi la pensa come lui),

non avrei voluto scrivere in coda a questo articolo, per il rispetto che porto a chi soffre e al lavoro dei veri corrispondenti da bagdad, pero' credo che la tua considerazione meriti una replica.
io credo che se c'e' una cosa che questa guerra ci DEVE aver insegnato, beh...e' dubitare dei mezzi di informazione "ufficiali"...che una guerra sia _sempre_ una faccenda sporca nessuno lo metteva in dubbio,nemmeno tra chi questa ennesima guerra l'ha sempre sostenuta. pero' permettimi di dire che mai come in questo caso e' evidente a tutte le persone di buon senso quale sia il ruolo giocato dall'informazione in un momento cosi' drammatico.
nel corso dei giorni si sono susseguiti proclami (da un lato e dall'altro) la cui ufficialita' e perentorieta' era pari solo al grado di falsita' dei portavoce. i giornalisti si sono fatti - chi piu' chi meno - cassa di risonanza per queste fanfare di regime, fino ad obliterare episodi che sono - grazie soprattutto ad internet - sotto gli occhi di tutti.
abbiamo potuto constatare, direi quasi personalmente, fino a che punto si possa spingere la propaganda: la cannonata sull'hotel palestine aveva gia' una giustificazione pronta, prima ancora di essere sparata.
ora io mi chiedo, legittimamente, credo, se non sia il caso di dubitare anche di queste ali di folla festante, che indubbiamente ci saranno, ma nessuno sa dove.
nessuno qui credo sia in grado di stabilire l'identita' di queste persone festanti per l'arrivo dei carriarmati americani. il tuo amico e collega che ritiene di vedere la popolazione di bagdad festante forse vede solo dei prezzolati, persone pagate senza scrupolo (e facilmente reclutate tra la popolazione affamata di una citta' assediata) per fornire una bella scenografia ad uso e consumo dei media occidentali...la folla festante c'e', ma non e' vera...non so se mi spiego...
la fine di un regime oppressivo puo' senza dubbio essere fonte di gioia per qualcuno che ha sofferto, ma non credo che nelle condizioni attuali si possa credere ad immagini o racconti di "festa", men che meno in una citta' in cui la guerra e' tutt'altro che conclusa e che anzi continua a rendere la vita di tutti una scommessa pericolosa...

la piu' grande fregatura di questa guerra e' stata la spirale di cinismo e ipocrisia che ci ha accompagnati su TV e giornali in tutti questi giorni e che trova il suo compimento in queste giornate atroci, in cui ci viene presentata un citta' festante al posto dell'inferno che realmente e' bagdad ora.

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COME L'11 SETTEMBRE
by POLEMICUS Wednesday April 09, 2003 at 07:19 PM mail: piado@tin.it 

ESATTAMENTE COME QUEL FAMOSO 11 SETTEMBRE, NO?
IL NUMERO DEI MORTI E' CIRCA LO STESSO, D'ALTRONDE

PER QUESTO VI ESORTO, PER DIMOSTRARE A CHI SOSTIENE IL CONTRARIO CHE SI SBAGLIA, A RIPUBBLICARE I VOSTRI COMMENTI POST TWIN TOWERS DI FIANCO A QUELLI DI QUESTE ORE A BAGHDAD.

LA STESSA TRAGEDIA PER LA MORTE DI TANTI INNOCENTI CHE SONO SICURO ANCHE ALLORA CI HA TORMENTATO TUTTI, SENZA DISTINZIONI

PERCHE' LE VITE SONO VITE E VALGONO TUTTE UGUALE, O NO?

LE SFUMATURE POLITICHE NON DEVONO CAMBIARE QUELLA CHE E' LA SOSTANZA UNIVERSALE: UN INNOCENTE AMERICANO VALE UN INNOCENTE IRACHENO, O NO?
E UN INNOCENTE PALESTINESE VALE UN INNOCENTE ISRAELIANO?

PIANGIAMO LE STESSE LACRIME PER TUTTI GLI INNOCENTI?
O CE N'E' QUALCUNO CHE VALE PIU' LACRIME DEGLI ALTRI?

LE VITTIME DEL TERRORISMO ROSSO SANGUINANO COME QUELLE DEL TERRORISMO NERO? DI PIU'? DI MENO?

GLI EBREI GASATI DA HITLER HANNO SOFFERTO DI PIU' DI QUELLI STERMINATI DA STALIN?

E UNA INFORMAZIONE UFFICIALE E' PIU' FAZIOSA DI UNA INFORMAZIONE INDIPENDENTE? MA LE STRUTTURE NON SONO TUTTE SIN0NIMO DI CONTROLLO? E IL CONTROLLO NON SIGNIFICA INDIRIZZO?

L'ODIO, SOTTO QUALSIASI FORMA O VESTE, NON E' un concetto in se' ANTITETICO ALLA PACE? DISTRUGGERE LA PROPRIETA' NON E' UNA RIVOLUZIONE? E LA RIVOLUZIONE NON E' FORSE GUERRA?

diffidate del buio della coscienza, se riuscite ancora a distinguerlo
siate prima in pace con voi stessi e poi pretendetela dagli altri (S.Vermiglio)



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Pacifista ma contento
by Aiutiamo l'Iraq libero Wednesday April 09, 2003 at 07:29 PM mail:  

Ma perchè non si può prendere atto della realtà e rivedere un pò anche le proprie opinioni? Bisogna sempre farsi prendere dalla foga ideologica?
Io sono torinese e ho partecipato a tutte le manifestazioni per la pace ma non sono mai stato furiosamente antiangloamericano.
Credevo che sarebbe stata una guerra interminabile con milioni di morti, con gli iracheni che si sarebbero ancora più ricompattati attorno a quel satrapo assassino.
Adesso sono contento di essermi sbagliato: sono morte 3-4 mila persone che sono sempre troppe e sicuramente più di quanto hanno dichiarato gli USA, ma molte meno di quelle schiattavano nell'Iraq in tempo di "pace".
Bisogna negare l'evidenza?
E' caduto un dittatore assassino, è crepato Alì il chimico porca puttana dobbiamo metterci a piangere per loro?
O si può riconoscere che almeno adesso gli iracheni hanno almeno una chance per ottenere libertà di stampa, di opinione,di associazione.E se ciò non sarà almeno non finiranno gasati?

Gli USA metteranno mano sul petrolio OK una buona parte dei profitti se li beccheranno loro, ma perchè prima era mai stato del "popolo iracheno"? o piuttosto dell raiss e i suoi sgherri del Baath (solo in Svizzera 350mld di $ imboscati)?

Io penso che per rendere questa tragica guerra almeno non inutile dobbiamo aiutare gli iracheni a costruire la un nuovo futuro nel loro Paese.
Ci sono molti intellettuali iracheni fuggiti all'estero e che possono ora rientrare e formare dei partiti democratici è anche loro dovere cazzo! sosteniamo queste persone!
Aiutiamo i lavoratori iracheni a formare sindacati, ad avere una società più giusta!

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Si
by fedex Wednesday April 09, 2003 at 07:33 PM mail:  

ora dobbiamo aiutare la resistenza irachena a "liberarsi":dagli americani.

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x aiutiamo l'Iraq libero
by fedex Wednesday April 09, 2003 at 07:38 PM mail:  

ecco l'esempio vivente del pacifista servo dell'imperialismo :
in fondo sei più imperialista tu di Bush & Co. :non solo vuoi il colonialismo ma anche la coscienza pulita.Contestavi il mezzo ma non il fine.Il tuo ideale: che tutti si arrendano senza sparare un colpo alle minacce dei colonialisti.
E poi,caro,è proprio ora che l'Iraq non è più libero;non so se ti sei accorto che c'è un'occupazione militare.Sai,te lo ricordo perchè non vorrei ti fossi ubriacato con le immagini propagandistiche dei media occidentali.

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Dov'e' la festa
by uno con dei dubbi Wednesday April 09, 2003 at 07:48 PM mail:  

ma dai. ovvio che bastano duecento persone per riempire una telecamera e dare a miliardi di persone l'idea che milioni di persone a baghdad facciano festa. basta un ciarlatano qualsiasi a pontificare in televisione per dare l'idea che possa fare il presidente del consiglio (e poi divenirlo realmente). basta una sola donna araba urlante di gioia nella striscia di gaza dopo aver visto le immagini della caduta delle due torri per dare al mondo l'idea che gli tutti gli arabi erano felici del macello di ground zero e questo perche' la massa e' per definizione acritica. io quando ho visto quella palestinese fare quei canti di gioia ho pensato chissa' cosa deve avere passato lei e cosa deve avere passato la sua famiglia per essere cosi' istericamente felice di fronte a un massacro. ora per lo stesso motivo per cui non bastano duecento iracheni a fare baghdad, dobbiamo renderci conto che non bastano milioni di iracheni a fare il mondo arabo, anche se questa e' l'equazione che fa comodo al pentagono. mi pare che il mondo arabo, dal medio oriente al nord africa, in questa guerra abbia dato prova di grande civilta'. i popoli mediterranei debbono unirsi, non dividersi: mangiamo insieme lo stesso pane e lo stesso sale tutti i giorni.

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Charlie
by Charlie Wednesday April 09, 2003 at 09:31 PM mail:  

Azzo oh, ma voi comunisti fate proprio caccare.
Neanche quando i FATTI vi danno torto lo ammettete.
Speriamo che sto difetto genetico sparisca con l'avvenire...

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Speranza?
by Kh. Thursday April 10, 2003 at 12:27 AM mail:  

Permettetemi d'aggiungere qui il mio opinione. Sono tedesco, mentre gli ultimi giorni ho seguito attentamente questi rapporti e la vostra discussione, senza prendere parte però. Anch'io era molto commosso da che stava succedendo.

Almeno il terrore degli ultimi tre settimane horribili sembra essere finito per il momento - a Bagdad. Ma non credo che ci sia la fine di questa guerra. Gli uomini nei paesi arabi sono in ribellione contro questa invasíone, come è molto comprensibile. Si sentono umiliati un'altra volta da paesi occidentali "cristiani" (benchè incontro a la volontà dei loro popoli e delle chiese) e questo darà impulso al "fondamentalismo" musulmano, ai gruppi arrabiati come al-Qaida ecc., con le consequenze già conosciute. Quindi io non capiva mai che il presidente Bush abbia lanciato questa campagna di guerra che è come accendere la miccia d'un barile di polvere, inoltre (e nel primo posto)la ingiustizia d'aver assalito sotto pretesti malfondati questo paese già impoverito.

Credo anch'io che i veri motivi sono la vendetta per l'undici settembre, la disposizione ormai libera del petrolio iracheno, la situazione geostrategica dell'Irak e probabilmente dei concetti già formati per altre guerre.

Non credo che ci sia democrazia autentica nell'Irak adesso, come si può vedere in Afghanistan che sta sempre aspettando la sua democrazia, l'ordine, la ricostruzione che l'avevano promessi. Ma nonostante la gente del mundo intero dovrebbe far pressione ai governi "alliati" di adiempire le loro promesse di democrazia e benessere per il popolo iracheno.

Grazie per questi rapporti. Ciao a tutti.

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Aiuto per Ali?
by Drone Thursday April 10, 2003 at 01:54 AM mail:  

Iniziative di aiuto per Ali? Gli inglesi ci hanno già pensato, come a dire: prima li maciulliamo tutti, poi ci laviamo la coscienza rendendone uno "felice". Sono certo che Ali, nella tragica sfortuna subita, sarà un handicappato fortunatissimo, quale emblema del riscatto morale di un paese la cui coscienza, certo, non brilla. Sono felice per lui anche se immagino che purtoppo, lui non lo sarà mai altrettanto, ridotto in quelle condizioni.
Mi disgusta, invece, come il potere possa cinicamente sfruttare gli orrori da lui stesso prodotti per placare gli animi e recuperare consensi.

Segue l'articolo del Mirror, quotidiano promotore dell'iniziativa.
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http://www.mirror.co.uk/news/allnews/page.cfm?objectid=12825212&method=full&siteid=50143
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MIRROR LAUNCHES APPEAL FOR ALI Apr 9 2003


WE LAUNCH APPEAL FOR IRAQI BOY WHO CAPTURED THE HEARTS OF MIRROR READERS

By Jill Palmer And Andy Rudd


The pictures of his maimed and bloodied body moved us to tears.

Ali Ismaeel Abbas lies in a Baghdad hospital - an innocent victim of the Iraq war. The 12-year-old lost both arms when a bomb hit his home, killing his family.

Many readers were so moved they phoned, faxed and emailed the Daily Mirror offering to help the brave lad.

And today we launch an appeal to provide treatment for thousands of child victims of the war like Ali.
You can help child war victims by post or by credit card donation on the number below.

The money raised will be used by Unicef to care for children in Ali's hospital and other children injured in the war.

Send cheques or postal orders made payable to:

The Ali Appeal,
c/o Daily Mirror,
PO Box 6867,
London,
E14 5AN.


You can also make a donation using Visa, Mastercard or Switch cards by calling 0870 902 3185.

If the lines are busy, please try again later.

_______________

HORRIFIC IMAGE THAT MADE THE WORLD WEEP

The Mirror was yesterday inundated with messages of sympathy and offers of cash to help Iraqi bomb victim Ali Ismaeel Abbas rebuild his shattered young life.

Emails, letters and phone calls flooded into our offices from readers moved by the picture of the distraught 12-year-old boy lying in a ward with his arms blown off and his little torso badly burned.

And as Ali was being cared for by overstretched staff at Baghdad's Al-Kindi hospital, the Mirror pledged to help aid agency Unicef raise money for Iraqi children caught up in the war.

You told of your fury and shame at the pain and suffering inflicted on an innocent youngster, who also lost his family when a missile obliterated their home.

Shakoor Ahmed, of, Leeds wrote: "After reading your story on Ali, I cried with anger and despair. I am a grown man and have not shed a tear in years, however this story was too much to bear.

"Please could you start a fund to try to collect the funds to pay for artificial limbs for Ali. I'd be more than happy to donate.

"We could not stop this war but the least we can do is help those our country has bombed and humiliated."

Omar Ocean, of Tunbridge Wells, Kent, added: "How can we explain to this innocent child that it was for his own good his family have been taken away from him and his life destroyed?"

Steve Turner of Staffordshire sent the Mirror £250 after seeing Ali's picture.

He said: "It shocked me. I thought I had to send money. He desperately needs help.

"I lost my father a while ago and so I know what it is like to lose a relative. However, to lose both your arms and your entire family is just terrible."

Mel Jollans added: "Please tell me what I can do to help that boy. I feel nothing but horror and grief for him. Thank you for telling us what we need to know."

Norwegian dad-of-four Vennlig Hilsen said: "I feel ashamed to be an adult. It breaks my heart to see the suffering and despair. We cannot allow this to happen again. Nothing can justify the fate of these poor people."

Former Indian royal Maharani Gayatri Devi was so moved by the image of Ali she offered to pay his medical fees.

The Maharani, wife of an ex-ruler of Jaipur, pledged: "I want to help the boy in getting back his limbs. I will bear the expenses. If the facilities are good in Iraq then he can be operated on there or else anywhere in the world."

Mum-of-two Faith Goodall, 37, from Winchester, told how she burst into tears at the picture.

The 37-year-old, of Winchester, Hants, said: "It is so painful to see him lying there helpless.

"He had a look on his face that my 10-year son would have if he was in pain."

Anne Wilson, 66, from Ayrshire, added: "What happened to this boy makes my heart bleed.

"I immediately thought of my own grandchildren of the same age. What kind of existence can he possibly have? He has no family and no arms. I know I will do anything to help him."

Teacher Katherine Chaveli, of Wembley, Middx, said: "I can't get the boy out of my mind. When I saw him I was lost for words.

"What can you say to the boy now? He has lost everything. The least we can do is try to help him get the medical aid he needs."

Concert pianist Gino Marchetti, from Glasgow, added: "He looks in so much pain and distress. I was sickened by what happened."

Betty Ziegler, 75, of Winchester, Hants, said: "I was gutted when I saw the picture. Why hasn't he been flown out of the country so he can receive the care he needs?"

Last night prosthetics experts at the Dorset Orthopaedic Centre in Ringwood, Hants, pledged to give Ali new false limbs.

Managing director Bob Watts said: "We will do everything we can to help."

When western aid starts to flow, Unicef will deliver vital equipment and drugs to children like Ali all across Iraq.

It will also keep power and water supplies up and running.

________________

COURAGE GIRL HELEN TELLS OF HER HEARTACHE Courageous disability campaigner Helen Smith last night spoke of her heartache and hope for bomb victim Ali.

Quadruple amputee Helen, 28, a Mirror Pride of Britain winner, backed our campaign to help the children of Iraq.

She said: "Ali needs all the help he can get and we must club together for the children.

"It's horrific. Not only have his arms been blasted off but his parents were blown up too."

Helen, who had her arms and legs amputated after contracting meningitis on Boxing Day 1997, said: "Arms and legs are so different. You can live without your legs quite easily but without arms is very difficult.

"You have no sense of touch, it's like wearing boxing gloves.

"I really don't think anyone can imagine the shock of looking down at your arms and seeing two bloody stumps."

Helen, who works for Anglia TV in Norwich, knows at first hand the help and intensive treatment that Ali will need.

She said: "You have to remember that I was an adult when I lost my limbs but he is still so young.

"He's lost his arms right at the shoulder and it is important with any loss of limbs to preserve joints especially the elbow, it is so difficult.

"We need to fly him out of Iraq if possible, maybe to a British hospital, where he can get the treatment he needs."

Helen - who campaigned for better prosthetic limbs to be made available free to NHS patients, and was awarded a Pride of Britain award in 1999 - estimates it will cost at least £20,000 to get Ali better and fitted with his first arm.

Doctors say medical bills may be higher because of his age and intensive rehabilitation work. He will need an elbow joint and will have to have two sets of new arms every year until he's 18.

But Helen said there is hope. She explained what is left of Ali's arms is enough to attach a prosthetic limb to.

But she said: "Firstly, it has to heal properly and he has to hope and pray it does not get infected. After that he'll maybe get cast for a prosthetic limb and hopefully get his first arm."



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FANCULO AI DITTATORI
by saddam boia Thursday April 10, 2003 at 05:36 AM mail:  

Ho manifestato ed ero contro questa guerra perchè, a differenza di quella del ' 91, non era legittima, nè avallata dall'Onu,ma non mi sono mai piaciuti l'odio cieco antioccidentale espresso da purtroppo parte dell'astrema sinistra (che ricalca le tesi antiamericane di FN) e soprattutto il fatto che mai dico mai si è visto un solo striscione contro il boia genocida e la sua cricca baathista.
Devo dire che l'immagine della statua di Saddam in pezzi e la gente di Bagdad in festa mi ha fatto una grande impressione: dimostra, ancora una volta, che la libertà è un bisogno naturale di quasi tutti i popoli del mondo. Purtroppo, come insegna tristemente la storia, è stata spesso possibile solo a prezzo di battaglie e sangue: solo gli inglesi sono riusciti a fare una rivoluzione praticamente senza un morto, ma, ahimè, di Inghilterra ce ne è una sola.
Tutto questo per dire che, dopo tante immagini orrende, quelle di oggi mi hanno fatto intravedere di nuovo una speranza, una luce.
La scelta tra dittatura (senza virgolette) e "imperialismo Usa" (con le virgolette) sono diatribe che si può permettere solo chi come noi ha la pancia piena ed ha avuto la fortuna di nascere libero, senza doversela guadagnare quella libertà.
Non saranno certo 100, 1000, 10000 Mc Donald's a rovinare la vita degli irakeni, una dittatura feroce e sanguinaria sicuramente rovina la qualità della vita più del Big Mac.
Mio nonno era partigiano (autonomista) è ha combattuto con gli Yankee per liberarci tutti dai nazifascisti anche se non li amava certo alla follia.
Ancor di meno li amavano i partigiani comunisti, ma ebbero il senso di responsabilità di mettere da parte gli odi ideologici e battersi lealmente a loro fianco senza mai esultare quando i nazi centravano un aereo di "uno sporco capitalista".
Chi chiama servi degli USA le persone contente della fine di una canaglia simile insulta e fa rivoltare nella tomba i nostri eroi della resistenza!
Sta agli iracheni battersi per avere la piena democrazia ora almeno hanno una chance è loro dovere non sprecarla.




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