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In contatto con Baghdad (58)
by robdinz Friday April 11, 2003 at 06:38 PM mail: robdinz@hotmail.com 

E li chiamano sciacalli.

E li chiamano sciacalli.

I ragazzi che corrono tutto il giorno da una parte all’altra di Baghdad sono giovanissimi, tra i 16 ed i 30 anni. Hanno un’energia addosso che si direbbe impensabile per chi come loro vivono da almeno 12 anni sotto il tacco dell’embargo economico più duro che sia mai capitato di subire ad una popolazione civile. Per chi come loro si trovano ancora sotto l’incubo di una guerra che per settimane a bombardato la loro città lasciandoli senza cibo, acqua, scuole, università.

I ragazzi di Baghdad, decine forse centinaia di migliaia si sono presi la città. Impazzano per le strade di Al-Jumhurrya, nei quartieri delle ambasciate e delle fastose ville e dimore dei burocrati di stato, appaiono all’improvviso nei quartieri meridionali di Dorah, e dall’altra parte della capitale nei sobborghi nord di Adhamiya, e poi ancora in centro lungo la Al-Saadun Street.
Non stanno mai fermi i ragazzi di Baghdad.

E li chiamano sciacalli.

Portano con loro borse, sacche, valige, lenzuola annodate ai quattri lati, carretti tirati mano. Guidano vecchie automobili senza targa, furgoncini e pick-up in alcuni casi nuovi di zecca. Suonano il clackson e corrono da una parte all’altra della città a riprendersi quello che gli è sempre stato negato, quello che gli stato tolto dall’ottusità di uno stato sordo alle grida ed ai loro bisogni.
E sfidano il coprifuoco e la presenza di un esercito invasore che aveva programmato per loro il ruolo di comparse festose al cospetto di un esercito di “liberazione”.

Non ci stanno i ragazzi di Baghdad. Non ci stanno più ad essere programmati in un modo o in un altro per quello che non sono. Non hanno scelto né Saddam né Bush, e non vogliono più dire sissignore a nessuno. Oggi si sentono, sono, i ragazzi di Baghdad. E basta.

E li chiamano sciacalli.

Oggi si che è festa a Baghdad: si corre verso i quartieri residenziali degli alti funzionari di stato, dei burocrati, dei vertici delle forze armate. Con i bastoni, con attrezzi da cantiere si sfondano le finestre e le porte di quelle case di un lusso così anacronistico e pacchiano.

Il reporter indipendente che per tutta la mattina è stato con alcuni di loro, mi parla di Abdel, primo di sette fratelli, tutti maschi, di un papà mite e timido che fa il vigile urbano. E di una mamma sarta che ha passato la vita a cucire per sé e per gli altri. Cucire a mano senza neppure una macchina da cucire, pulendo e lucidando gli aghi per paura che si potessero rovinare.
Una famiglia ubbidiente quella di Abdel, una vita schiacciata dalla mancanza di tutto. L’equivalente di settanta dollari al mese per cercare di fa quadrare le esigenze di nove persone. Tutti i giorni di ogni mese, tutti i mesi di ogni anno. E così da anni.
Il papà di Abdel ha una gamba che quand’era bambino è stata colpita dalla poliomelite, e questo gli ha fatto scampare le ultime tre guerre, quella contro l’Iran, la guerra del Golfo del 1991 e quella di oggi. I fratelli di Abdel troppo piccoli allora come ora per essere arruolati. Ma non Abdel, che con i suoi 19 anni sa di dover andare sotto le armi, e nel settembre scorso riceve la chiamata a presentarsi. Abdel indossa la divisa senza protestare fino alla fine dello scorso marzo, quando ormai la guerra sembra davvero inevitabile.

Un giorno Abdel disubbidisce, esce dalla caserma e non vi fà più ritorno. Scoppia la guerra ed Abdel si ritrova disertore. In famiglia, la notizia giunge come uno stordimento per il papà vigile urbano, come una vergogna.
Ma Abdel resiste, e favorito anche dalle tragedie provocate dai bombardamenti non fa poi molto per nascondersi. Pensa, a ragione, chi mai si occuperà di me in questa situazione tanto drammatica?
La famiglia rimane unita sotto i bombardamenti, come tutti senza acqua, con pochissimo cibo, senza luce. Ogni tanto, quando la corrente elettrica torna, accendono la radio per capire cosa accade fuori da quelle mura, fuori da Baghdad. Non hanno televisione, computer. Neppure una macchina da cucire. Del resto con settanta dollari al mese non si sono mai potuti permettere proprio nulla.

E li chiamano sciacalli i ragazzi di Baghdad.
Perché oggi sono andati a prendersi i loro sogni.

Entrano nelle case bianche e volgari della ricca borghesia di stato, rimangono abbagliati dai marmi, i tappeti, gli specchi. E Abdel è con loro, entrano in ogni stanza, rovesciano ogni cosa, mettono a soqquadro quei saloni tanto grandi che sembrano sale da ballo.
Afferrano le televisioni a colori giapponesi, i video registratori, i cd musicali, i computer. Persino una playstation. E poi ancora lenzuola, coperte, vestiti, scarpe. Carne surgelata, bottiglie di vino e birra, olio e farina. Prendono tutto, tutto quello che trovano in tutte le case che trovano. E’ come una scarica elettrica che gli attreversa il corpo e la testa, quell’adrenalina che sale e li sconvolge ogni volta che una porta salta sotto la spinta di venti mani, ogni volta che un congelatore pieno di pesce, verdura, fragole e dolci si spalanca, ogni volta che saltano come danzando sui grandi letti matrimoniali coperti di seta.

E li chiamano sciacalli i ragazzi di Baghdad.

Abdel entra in un’altra casa ancora, una casa con una torretta di mattoni bianchi. Saranno in dieci, forse di più, e con loro anche il reporter indipendente che mi parla di questa mattina di furiosa eccitazione. Abdel ha ormai un chiodo fisso in testa. E cerca, cerca dovunque, persino sotto gli alti baldacchini dei letti, nei garage vuoti, nei seminterrati. Ed anche nelle dispense, nei locali adibiti a lavanderia. Un’altra stanza ed un’altra stanza ancora quando sotto un lenzuolo si materializza l’oggetto che di casa in casa è andato cercando come una furia: una macchina da cucire. Una vecchia Singer con il mobile di legno e ferro con la pedana mobile per far andare su e giù l’ago. Una Singer nera piena di fregi in oro. E nei cassetti aghi, fili di seta e di cotone, bottoni, nastri e coccardine, ditali d’oro e d’argento, elastici di ogni altezza.
Salta, urla, ride Abdel, abbraccia il reporter e abbraccia pure quella fantastica macchina da cucire.
La alza da un lato e poi dall’altro ed infine la carica sulla schiena e corre giù per le scale della villa come se non avvertisse il peso. Ed il reporter con lui, di corsa fino al carretto a mano lasciato fuori.
Una coperta marrone buttata su a coprire tutto e poi via di corsa verso casa, tirando un sogno su un carretto.

E li chiamano sciacalli i ragazzi di Baghdad.

Che la notte sia leggera.
r.

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che palle
by spsp Friday April 11, 2003 at 09:03 PM mail:  

robdinz... ma perche' non la smetti?
non hai piu' nulla da dire... ma non vedi che sei ridicolo?
quelle ripetizioni... quelle romantiche versioni di cose trite e ritrite in tivu'. quell'inventarti personaggi... ieri ali' oggi abdel. e il reporter che davvero secondo te andava appresso una scia di scalmanati che stanno facendo la guerra dei poveri.
la verita' e' che le cose che rubano le rubano quelli che poi le rivendono. la gente spossata, affamata, senza forze non ha i sogni romantici che vorresti accreditargli tu.
per rispetto dei morti
per rispetto di chi soffre
per rispetto di chi legge
smetti di produrre queste miserabili mistificazioni.
basta!

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Per spsp
by Laura Friday April 11, 2003 at 09:25 PM mail:  

Per spsp.
Un commento al tuo post: sei un miserabile.
Con indignazione
Laura

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rispetto
by annapurna Friday April 11, 2003 at 09:28 PM mail:  

Spsp, smetti di scrivere,
per rispetto di chi soffre
per rispetto dei morti
per rispetto di chi legge.

Per rispetto di te stesso.

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?????
by Santa Russia Friday April 11, 2003 at 09:36 PM mail:  

Lascia perdere le corrispondenze, "spsp".
Non è roba per te.
Bisogna essere intelligenti per capirle, sensibili per apprezzarle, svegli (soprattutto) per seguirle.

Non è roba per te "spsp". Torna a vedere Canale 5 che è meglio e rilassati, non t'agitare, non t'affaticare che poi torni a scrivere stronzate come prima.

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non è così assurdo..
by penso con la mia testa Friday April 11, 2003 at 10:45 PM mail:  

A parte lo stile, non capisco le critiche così feroci..A Genova ho visto di peggio eppure noi viviamo in una paese libero che dà opportunità a tutti (tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi naturalmente).

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per penso con la mia testa
by giulioa Friday April 11, 2003 at 11:46 PM mail:  

ma che cazzo dici? ma sei il figlio di Tronchetti provera? ma dove le vedi tutte queste opportunità? Tu hai la libertà di scrivere su un sito che ospita anche le tue stronzate perché qualcuno, che non è "la società" che tanto decanti, te ne da l'opportunità. Scendi dal pero, non c'è bisogno di andare a Bghdad per vedere la miseria. Piantatela di fare propaganda!!!!!!

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mi avete stufato
by fabio Saturday April 12, 2003 at 12:38 AM mail:  

1) sono stufo di post dove ci sono solo insulti
2) per ROBDINZ: ha ragione SPSP la tua prosa è stucchevole, faccio sempre fatica a leggere i tuoi post fino in fondo, sono melodrammatici e mielosi. come fai a non pensare che quello che sta succedendo farà più danni di tutte le bombe esplose?
3) se i sacheggi continueranno sarà sempre più difficile avviare una ricostruzione. adesso sono passati ai musei, bene, distruggiamo anche l'identità storica di un popolo!
4) che cazzo fanno gli americani? hanno conquistato un paese senza esercito e non sono capaci di fare i poliziotti? questo e l'ultimo insulto a un paese già devastato prima della guerra.
5) e sempre questa stupida coalizione non s'è portata un po' di medicine per gli ospedali? non è capace di dare neppure l'assistenza più banale?
6) per GIULIOA: e tu levati paraocchi che hai e guardati un po' intorno, e magari viaggia un po' di più e soprattutto leggi un po' di più.

ho finito

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per terminare con una perla di saggezza
by fabio Saturday April 12, 2003 at 12:48 AM mail:  

Ma tutto questo non spaventa il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld."E' disordinato. E la libertà è disordinata - è il suo commento - e le persone libere sono libere di fare sbagli e di commettere crimini e di fare cose cattive. Sono anche liberi di vivere la loro vita e di fare cose meravigliose. Ed è quello che accadrà in Iraq".

da http://www.repubblica.it 11 aprile 2003
articolo "Bagda,saccheggi e violenze"

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x fabio
by spsp Saturday April 12, 2003 at 01:38 AM mail:  

se il concetto cui si riferisce rumsfield e' il libero arbitrio, lui o gli americani non sono dio e dio non esiste.
per il resto sono assolutamente d'accordo con te e chi insulta e ancora riesce a digerire la roba scritta da robdinz evidentemente non puo' che fare quello che fa.
robdinz e' un caso umano piu' che un caso letterario e come tale va trattato. quanti editori ti hanno sbattuto la porta in faccia? a quanti concorsi a pagamento hai tentato di partecipare? ma non ti vergogni alla tua eta', se davvero hai l'eta' che hai dichiarato, di speculare su morti e tragedie per ritagliarti un po' di fama personale? con chi poi...
con adolescenti che hanno bisogno di miti e che vanno avanti solo a furia di slogan perche' se c'e' da leggere e studiare cio' che accade non lo fanno davvero. con adolescenti che se gli dici che non sei d'accordo allora sei per forza sbirro o fascista. la sindrome dei martiri all'ennesima potenza...
robdinz: impara a scrivere e poi riproponici la tua raccolta di racconti.
ti giuro che sei l'unico che riesce in questi tragici momenti a strapparmi una risata cinica...
e correva... correva...
e andava... andava...
e piangeva... piangeva...
domani cosa ti inventerai? la bimbina di nome fatima che ha perso la sua bambola? cosi' le facciamo arrivare una barbie personalizzata assieme alle scorte umanitarie che si fregano i commercianti che poi le rivendono in nero o nei negozi?
sta succedendo di tutto laggiu'. stanno azzerando la situazione. debiti bancari. proprieta' terriere. e questo lo capisco. ma che c'entrano le biblioteche e i musei? perche' bruciano i libri? rubano mobili per la casa... o rubano per rivenderli. e tu pensi davvero che siano tutti nobili individui che stanno li a rincorrere sogni rubati? gente affamata. trucidata. e nel caos generale pensi davvero che chi ha la meglio sono le persone misere piene di buoni propositi?
io non ne sono sicuro. io penso che gli americani volevano scacciare hussein e non liberare un popolo. io penso che la guerra non sia finita. io penso che i prepotenti approfittano sempre, attraverso trasformismi e travestimenti, di insinuarsi tra la folla e di fottere il pane dalla bocca di chi ha fame.
inventati altre storie. piu' credibili e scrivi meglio. ne abbiamo abbastanza di questa letteratura giustamente definita mielosa inutilmente melodrammatica e stucchevole.
ma che palle!

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Per "spsp"
by robdinz Saturday April 12, 2003 at 09:43 AM mail: robdinz@hotmail.com 

Capisco il tono e la sostanza della tua critica.

Io stesso ho avuto qualche esitazione nello scrivere un report che poteva apparire apologetico di una manifestazione "reazionaria" come possono apparire, e sono, i "saccheggi". Che sono una forma di "ribellione" che presta il fianco ad evidenti, facili ed ovvie critiche e strumentalizzazioni.

Ma, bada, che io sono ormai rimasto in contatto con due "contatti", e con uno in particolare, tedesco e molto "radicale".

Tuttavia, le scene di saccheggio che si sono verificate a Baghdad, sono in gran parte opera di (relativamente) pochi individui, tollerati dalle truppe Usa che ne hanno fatto uno strumento di propaganda per i media (che ci sono cascati mani e piedi) e per il Pentagono che così può giustificare la presenza di occupazione non come una indebita invasione, seguita ad una guerra illegale, ma come una presenza necessaria fino a che non venga ristabilito l'"ordine".

Ma una cosa sono i "saccheggiatori" che si muovono seguiti dalle telecamere dei network televisivi sotto l'occhio compiaciuto dei soldati americani, una cosa sono le piccole "bande" di adolescenti e ragazzi che sfondano le porte delle case, ricche e volgari da far male, della borghesia di stato irachena e ne traggono oggetti di puro consumo (tv,playstation,elettrodomestici, cd, video-registratori, telefoni cordless...). Questi ultimi sono del tutto inconsapevoli di correre il rischio di essere "usati" come uno degli anelli della catena di comunicazione della propaganda del Pentagono e dei media.

Questi ultimi sono solo ragazzi nati e vissuti sotto il tacco di un regime non certo tenero e ben disposto nei loro confronti, che hanno visto solo miseria, guerre, limitazione o negazione dei loro diritti fondamentali (scuola, istruzione, comunicazione....).

E, francamente, nella Baghdad di ieri ed i oggi, a me fanno persino simpatia nella ricerca affannata e frenetica di quei beni di consumo che non hanno mai posseduto.

Oltretutto sono ben consapevole che i miei report non rappresentano affatto la realtà attuale dell'Iraq (della quale tra l'altro non conosciamo nulla, se non le corrispondenze dei giornalisti "embedded")e neppure quella di Baghdad e dei suoi 5 milioni di abitanti.
Ma solo un "punto nell'oceano" riportato da chi, come i miei contatti, vivono una vita di "relazioni" quotidiane con gli iracheni con i quali vengono in contatto. E che sono certamente un numero infinitesimale rispetto alla totalità della popolazione della capitale.
Queste storie vivono, queste storie mi riportano con passione, emotività e spesso coinvolgimento, e queste storie riporto io su Indy.

Ti racconto un breve aneddoto personale.

A cavallo della fine degli anni '80 e '90 ho vissuto a lungo in Africa, in paesi diversi: Madagascar, Mozambico, ex Zaire (attuale Repubblica del Congo), Burundi e Rwanda.
Proprio quando è scoppiata la sanguinosa guerra tra Tutsi (watussi) e Hutu (pigmei)che devastò le regioni zairesi del Virunga e l'intero Rwanda, provocando 2 milioni di vittime, mi trovavo a Goma, l'ultima cittadina del nord della Repubblica del Congo, prima della frontiera rwandese. Con altri due colleghi indipendenti decidemmo che era giunta l'ora di allontanarci dall'area diventata davvero troppo pericolosa per la presenza di unità irregolari e sbandate degli eserciti di Kigali e di Kinshasa.
In piena notte, venimmo circondati da una ventina di soldati congolesi irregolari che, con le armi spianate ci fecero scendere dalla jeep e di depredarono di ogni cosa. La situazione era tesissima, non volevano credere che non fossimo belgi o francesi, pensavano che i nostri passaporti fossero falsi. Insomma un momento complicato.
D'improvviso arrivò un "graduato" che per mettermi alla prova se ero davvero italiano iniziò a parlare proprio in italiano. Un buon italiano, con mio grande stupore.
Gli riposi naturalmente in italiano, ed appresi che aveva studiato a Perugia, dove si era laureato in Veterinaria grazie ad una borsa di studio offertagli tramite una missione cattolica.
La situazione, nella notte, con le armi piantate addosso si stemperò in pochi minuti: ci sedemmo con loro e fatto un fuoco di fortuna arrostimmo un pò di polli che i "ribelli" tirarono fuori chissà da dove.
Da parte nostra tirammo giù dall jeep un paio di casse di birra che avevamo con noi.
E finimmo a parlare di calcio e di musica italiana, mentre intorno a noi
si spandeva a macchia d'olio una delle più crudeli guerre del '900.
Ci venne retituito tutto, e con l'alba fummo lasciati liberi di andare non prima di esserci scambiati baci, abbracci ed indirizzi.

Questo può accadere durante una guerra.
Dipende solo con che occhio la guardi e come riporti quello che ti è dato di vivere.

Grazie comunque per il tuo commento
r.

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Medio Evo
by Nibiru Come Saturday April 12, 2003 at 12:14 PM mail:  

è uno schifo, altro che medio evo.
Pensavo di vivere in un mondo oramai in evoluzione, pensavo che le atrocità fosserò cose del passato e invece facciamo semre i soliti errori.
Anzi sempre peggio, l'uomo sta dimostrando di essere l'animale più aggressivo della terra.
Se esiste Dio, spero e prego che arrivi e metti le cose apposto perchè da soli non siamo buoni a fare un cazzo.
Oppure se esistono gli alieni spero che vengono a colonizzarci oppure ci vengono a ridurre in rovina, perchè siamo un cancro per questo mondo e quest'universo.
Se deve esserci un apocalisse divina questo è il momento giusto.
I segni della "fine del mondo" sono in atto.
Aspettiamo con ansia che la liberazione arrivi dal cielo e non da un governo quì sulla terra.

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difensori d'ufficio
by PerryMason Saturday April 12, 2003 at 12:26 PM mail:  

Credo non ci sia categoria + odiata qui in indymedia dei....difensori d'ufficio.
Tra l'altro R.sà difendersi molto bene da solo....

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sciacalli
by xxxx Saturday April 12, 2003 at 03:51 PM mail:  

Bagdad. Centosettantamila pezzi risalenti a migliaia di anni fa sono stati saccheggiati o distrutti al museo archeologico di Bagdad. I saccheggiatori ieri hanno messo a ferro e fuoco la più prestigiosa collezione d'arte del paese. Ceramiche e statue sono state rovesciate a terra e distrutte; qualcuno ha visto due uomini trascinare via un antico portale dell'edificio. La direttrice del museo punta il dito sugli americani: "Dovevano essere loro a proteggerlo".

stupendo, che ne dite?

http://www.repubblica.it

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coglioni à go-go
by xxxx Saturday April 12, 2003 at 03:56 PM mail:  

- gente meschina che disprezza il lavoro robdinz gratis e non ci dice nè ci dà un bel cazzo di niente se il loro cinismo a buon mercato
- pirla come perrymason qui sopra che critica chi dà appoggio o esprime un opinione favorevole a una visione delle cose, facendo senza accorgersene la stesa cosa
- tonti complici che credono di essere nel pease delle opportunità. sveglia qui non è disneyland...
- ecc ecc ecc....

tra la tragedia e l'orrore delirante di questa guerra, e lil dramma minore ma non meno preoccupante dell'idiozia galoppante umana, mi vien voglia di dar ragione a quel post che dice si augura una apocalisse per il genere umano. siamo proprio una merda nell'universo, da lontano forse, ma a volta e vederci da vicino facciamo veramente pena per non dire di peggio. un'errore nell'immensità del tempo e dell'universo, una caccola che non durerà ancora molto...

io cmq invece mi sento di ringraziare robdinz per aver tentasto un'informazione da un punto di vista singolare, e dal sapore meno di plastica e strfinto del resto di quello che ci arrivava. un'opera di impegno e valore e utilità.
e fa bene chi dice : fateceli voi i report o guardatevi canale 5 che avete rotto.

uno dice basta con gli insulti... e si può anche condividere, ma qui su indy il limite di idiozia viene ampiamente e ripetutamente superato... e come diceva totò "ogni limite ha una pazienza"!

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coglioni à go-go
by xxxx Saturday April 12, 2003 at 04:02 PM mail:  

- gente meschina che disprezza il lavoro robdinz gratis e non ci dice nè ci dà un bel cazzo di niente, se non il loro cinismo a buon mercato
- pirla come perrymason qui sopra che critica chi dà appoggio o esprime un opinione favorevole a una visione delle cose, facendo (che genio sveglione) senza accorgersene la stessa cosa
- tonti complici che credono di essere nel paese delle mille opportunità. sveglia qui non è disneyland... impegnati anche tu, sgobba ma stai muto (fai un favore anche a noi). avrai il tuo bell'osso anche tu.
- ecc ecc ecc....

tra la tragedia e l'orrore delirante di questa guerra, e il dramma minore ma non meno preoccupante dell'idiozia galoppante umana, mi vien voglia di dar ragione a quel post che dice si augura una apocalisse per il genere umano. siamo proprio una merda nell'universo, da lontano forse, ma a volta e vederci da vicino facciamo veramente pena per non dire di peggio. un'errore nell'immensità del tempo e dell'universo, una caccola che non durerà ancora molto...

io cmq invece mi sento di ringraziare robdinz per aver tentato un'informazione da un punto di vista singolare, e dal sapore meno di plastica e strafinto del resto di quello che ci arrivava. un'opera di impegno valore e utilità.
e fa bene chi dice chi sa criticare pesante e basta: fateceli voi i report o guardatevi canale 5 e andatevene aff.. che avete rotto.

uno dice basta con gli insulti... e si può anche condividere, ma qui su indy il limite di idiozia viene ampiamente e ripetutamente superato... e come diceva totò "ogni limite ha una pazienza"!

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Per SpSP
by Fabio 24 Monday April 14, 2003 at 01:20 PM mail: nono24rm@yahoo.it 

Davvero non capisco perchè, visto che Robdinz ti fa così pena, a leggerlo, forse hai bisogno di visibilità? Hai bisogno del contatto virtuale di Internet per sentirti vivo?
Internet alla fine è come la televisione, puoi cambiare sito, come il canale televisivo, cerca qualcosa qualcosa che ti piaccia e apprezzala!

...E... levati da mezzo!!!!

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FATE SCHIFO
by DAVIDE Monday May 26, 2003 at 07:02 AM mail:  

DEVO PROPRIO DARE RAGIONE A FABIO SU UN PUNTO.
FARESTE TUTTI MEGLIO A LEGGERE DI PIU' E A VIAGGIARE DI PIU'.
SU UNA COSA SONO FELICE, AVERE LASCIATO L'ITALIA!
FINALMENTE QUI IN AMERICA NON SENTO PIU' CONTINUI PIAGNISTEI DI FIGLI DI PAPA' IGNORANTI SEMPRE PRONTI A LAMENTARSI E A FARE DEL MORALISMO.

HO FINITO.
DAVIDE

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