Un uccellino mi ha detto...

Sono di quelle notizie mooolto riservate. Tanto da essere apparse già su qualche organo di stampa. Il fatto è questo. Il famigerato gruppo Carlyle (al cui confronto la Spectre di James Bond è una organizzazione di beneficienza) avrebbe acquistato e starebbe per acquistare altri immobili statali in Italia. La cifra totale delle dismissioni assomma a 400.000 miliardi di vecchie lire. Propongo di aprire qui una inchiesta collettiva...Non mancherò al tempo giusto di fornire altre informazioni. Mdiattivisti, al Lavoro!!!

con 400.000 miliardi si compra mezza Italia..
Hai ascoltato bene l'uccellino?

Direi proprio di si. Squit! E si risana anche il debito pubblico: qualcuno ha un'idea di quello che il patrimonio pubblico vendibile? Comprese le ex caserme, le ex stazioni e tutto il resto: conteggiate, ragazzi conteggiate!

The Carlyle Group

News Release
For Immediate Release
March 3, 2003 Contact: Daniela Zuin
+44 207 894 1569
Release # 2003-08

The Carlyle Group quadruples the size of its European real estate
portfolio through milestone acquisition in Italy
Mipim, Cannes – The Carlyle Group, a global private equity firm, has acquired a portfolio of 36 properties in Italy from the country's Ministero dell'Economia e delle Finanze for €230 million. The transaction is likely to be one of the most significant sales to take place in the European real estate market in 2003 and quadruples the number of properties held by Carlyle in Europe. This is Carlyle's largest single real estate investment to date, globally.



The portfolio was put up for auction on January 22nd 2003 in a single lot, giving potential bidders until February 24th to respond. Funds to secure Carlyle's agreement to acquire the property portfolio were transferred today and the transaction is set to close by the end of the month.



"I am delighted that we completed this significant transaction in such a short space of time," said Guido Audagna, a Milan-based director of The Carlyle Group, who led the transaction. "We were able to couple local knowledge with global resources to complete extensive due diligence as well as put in place financing on a significant scale within one month."



"This portfolio fits perfectly within our investment strategy to acquire commercial buildings in off-prime business districts across France, Italy and Germany. By directing active asset-management programmes from within our own team we are able to take swift action to improve the properties we acquire, offering very attractive commercial space to tenants operating in a highly cost conscious environment," said Eric Sasson, a managing director of The Carlyle Group, who heads up the firm's European real estate team.



The sale of the portfolio is the penultimate lot put up for auction by Italy's Ministry of Economy and Finance within a €1.5 billon disposal programme that has been in progress for three years and is managed by Consorzio G6 Advisor. The portfolio includes 36 buildings with a total of 290,000 square metres. The buildings are located on the outskirts of Milan and Rome as well as in the centre of Bari, Genoa, Naples and Reggio Emilia. Due to the fact that new leases could not be signed during the auction process the properties have a 40% vacancy rate upon acquisition, providing Carlyle with an outstanding opportunity to increase yields swiftly and increase the value of the portfolio.



"In Italy, there is a huge demand for properties that offer more space per person within a flexible layout that provides a state of the art technical infrastructure. We will begin refurbishment programmes on 60% of the properties to create attractive, modern facilities for new and existing tenants. Another 30% will be placed for sale directly, while the remaining 10% will be sold in a few years' time following minor works," said Mr Audagna.



Carlyle's legal advisers on the transaction were Clifford Chance, while technical due diligence was provided by CB Richard Ellis.

>>>has acquired a portfolio of 36 properties in Italy from the country's Ministero dell'Economia e delle Finanze for €230 million.<<<

Avevo capito male il senso...
ricapitolando
400.000 miliardi (di Lire) sono quello che il governo mette in vendita..
circa 400 miliardi quello che carlyle comprerà...

More info about CARLYLE, please.

Profile
Established in 1987, The Carlyle Group is a private global investment firm that originates, structures and acts as lead equity investor in management-led buyouts, strategic minority equity investments, equity private placements, consolidations and buildups, and growth capital financings. Since its inception, the firm has invested more than $7.2 billion of equity in 263 corporate and real estate transactions with an aggregate acquisition value of over $19 billion. As of September 30, 2002, the firm had more than $13.9 billion of committed capital under management.

Carlyle’s extensive transaction experience and network of global partners are sources of corporate opportunities unparalleled in the private equity investment community. Headquartered in Washington, DC, the firm serves a diverse base of more than 550 investors in 55 countries worldwide.


Mission
Our mission is to become the premier global private equity firm and to generate extraordinary returns while maintaining our good name and the good name of our partners. Toward that end, we have established a family of funds in the Carlyle name and a network of offices around the world. We maintain the highest standards of ethical conduct and employ a conservative, proven and disciplined approach to investing.

Link al sito

http://www.thecarlylegroup.com

Il Carlyle Group fa acquisti in Italia. Perchè?
http://www.italia.indymedia.org/news/2003/04/261629.php

The Carlyle Group: l'allegra combriccola del Presidente-
http://www.italia.indymedia.org/news/2003/04/255508.php

intanto... i tentacoli di Bush sull'Italia
http://www.italia.indymedia.org/news/2003/04/251060.php

Il ministero del tesoro coinvolto in affari con il gruppo Carlyle!
http://www.italy.indymedia.org/news/2003/03/239311.php

Il Carlyle Group (documentazione)
http://www.italy.indymedia.org/news/2003/03/222666_comment.php#222850

Le grandi manovre....
http://italy.indymedia.org/news/2003/02/170798.php

il governo svende palazzi storici a bush
http://www.italia.indymedia.org/news/2003/03/198872.php

Gruppo Carlyle
http://www.italia.indymedia.org/news/2002/12/131354_comment.php#131445

italia inesistente:ecco perchè ci fanno cantare ancora l'inno nazionale e ci fanno onorare la bandiera! perchè il concetto di italia è solo lì...io sono rimasto esterefatto nel vedere le liste dei prodotti per il boicottaggio delle ditte americane ed inglesi contro la guerra in irak...tanti prodotti che credevo italiani sono in mano ad anglosassoni, per carità: in nome della globalizzazione tutto il mondo va perdendo i connotati in nome di una monocultura anglofila...io imparerò altre lingue per parlare ad altri umani della terra, il russo il tedesco il francese e lo spagnolo...dopo tutto la lingua è l'espressione di una struttura, e se io parlo in inglese e basta aspettandomi che gli altri capiscano solo l'inglese e basta ho già dato un apporto enorme alla monocultura angloamericana...tornando al mondo venale tra veneto e friuli ci sono un mare di caserme che dovevano essere dismesse ma restano presidiate da pochi sottuff...in attesa del buon acquirente? tra parentesi non ho mai visto tanto fermento in molte di queste caserme come negli ultimi giorni con il conflitto angloirakeno...poi ci sono le ferrovie dismesse, i dormitori ferroviari in luoghi ottimi strategicamente, i demani, ehhhhh ce n'è per tutti i figli degli usa, altro che carlyle e basta...qui ci sono piccoli e mdei imprenditori che si fregano le mani fornendo strutture in ferro, carpenteria, altre menate per gli eserciti mercenari, perchè tali sono. e così i discendenti dei padri pellegrini cacciati dalla vecchia europa rientrano da conquistatori con i loro denari, arrabbiati con la vecchia mamma europa che non riconosce più i suoi figli, gioiosi con i veri moderni europei che sanno riconoscere il valore del denaro, delle elite sociali e della potenza delle lobbies statunitensi e delle compiacenti banche inglesi...ah per chiudere i partigiani garibaldini accusati delle peggiori nefandezze in friuli non hanno mai ricevuto un lancio di armi dagli alleati prima della Liberazione, solo qualcosa dai badogliani che per intercessione della chiesa avevano avuto un lancio di armi. per il resto se le erano conquistate a loro rischio e pericolo...e mi pare che anche le sap nel reggiano abbiano avuto un misero lancio di armi dagli alleati...il fronte si era fermato sulla linea gotica per fare un repulisti dei rossi...mah chi lo sa...diciamo che ora anche noi veniamo aiutati nella ricostruzione dopo i bombardamenti di 60 anni fa... dobbiamo essere grati se sistemano palazzi italiano che diamine!!! ciao

Era proprio quello che aspettavo da voi: notizie, notizie sparse che ora formano un piccolo dossier. Il 1° obiettivo è stato raggiunto. Ora si tratta di inondare di questa storia la rete e farci riprendere dalla Stampa. Obiettivo II° rendergli la vita dura. Qualsiasi sicietà stia dietro la "giunta al potere" deve essere prosciugata. Come si diceva una volta: togliere l'acqua ai pesci che nuotano: Manifesto Unità, Liberazione ecc. Confezioniamo la storia per bene e pompiamola.
So che riceverà ascolto, anche perchè queste dismissioni dovevano passare per la Patrimonio s.p.a (creata apposta) ma l'hanno bypassata . Durante pasqua cercherò di ricostreuire i lati più oscuri della vicenda ...buona caccia a tutti!

uccellini? pesci? buona caccia a tutti???
squit squit (magari cip cip, che squit lo fanno i topi)

Animale!

Tu amor revolucionariooooooooo
Te conduce a nueva empresa
Donde esperan la firmezaaaaaa
De tu brazo libertarioooooooooooo

Alcuni degli animali uccisi a colpi di pietra
Iraq, i marines a caccia di gazzelle a Tikrit
Stanchi delle solite razioni i soldati americani cacciano e mangiano numerosi esemplari della riserva privata di Saddam
TIKRIT (IRAQ) - Scene di caccia grossa in Iraq. Nei boschetti presso la pista aerea di Tikrit, dove si trova lo squadrone 271 dei marine Usa, continuano ad aggirarsi sparuti branchi di gazzelle. E i marine Usa, stufi del solito rancio, aprono la caccia.
Proprio dove adesso si trova il campo base dei soldati americani c’è infatti quella che un tempo la riserva di caccia del Rais, notoriamente ghiottissimo di carne di gazzella.
Esasperati da giorni e giorni di monotona dieta a base di pasti precotti, i militari americani hanno deciso quindi - almeno su questo - di seguire le orme di Saddam.
E pistole alla mano si sono inoltrati nella selva in caccia di gazzelle. Per questi ragazzoni allevati a forza di hamburger surgelati è stata una scoperta clamorosa. Il capitano Joshua Wicksell, cuoco del battaglione, è entusiasta: "la carne di gazzella è deliziosa. Non so se è perché andiamo avanti da due mesi a forza di confezioni di cibo precotto ma è veramente piaciuta a tutti". Il racconto del cuoco-soldato non è privo di accenni epici e primitivismi. Siamo partiti a caccia con fucili e pistole, dice il capitano, ma le gazzelle "le abbiamo cacciate a colpi di pietra, come nell’età della pietra".18 aprile 2003
Secondo gli Usa accumulati 6 miliardi di dollari in cinque anni
Il tesoro di Saddam, dalla Svizzera a Panama
La chiave dei «misteri» potrebbe essere nelle carte sequestrate in Iraq e che riguardano le holding dei due figli, Uday e Qusay
BAGDAD - L'immenso patrimonio accumulato da Saddam Hussein e dalla sua famiglia è distribuito in una rete labirintica composta da societá fittizie e conti segreti bancari che vanno dalla Svizzera, alla Giordania, a Panama. Parte di questo danaro non è stato ancora individuato né posto sotto sequestro, scrive il Washington Post. Secondo un alto funzionario del Dipartimento del Tesoro americano, l'amministrazione Bush ha individuato circa 1,2 miliardi di dollari provenienti da attivitá irachene illegali che non sono ancora stati bloccati. Questa somma va aggiunta a quella di 1,7 miliardi di fondi congelati dopo l'invasione irachena del Kuwait nel 1990, denaro che ora sará riportato in Iraq. In realtá - nota il quotidiano statunitense - nessuno, neanche il governo di Washington, conosce l'estensione del patrimonio della famiglia Hussein: le stime oscillano dai 2 ai 10 miliardi di dollari.

I MISTERI - La chiave per individuare i «misteri» del tesoro di Saddam potrebbe essere nei documenti sequestrati in Iraq e che riguardano le holding finanziarie di Hussein e del suo entourage, in particolare dei due figli, Uday e Qusay. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che è praticamnete impossibile separare il patrimonio privato di alcuni alti esponenti del regime dai fondi neri che Bagdad ha accumulato, in violazione delle sanzioni delle Nazioni Unite e fuori dal programma «Petrolio in cambio di cibo». Come la Yugoslavia di Milosevic, l'Iraq di Saddam Hussein era oggetto di sanzioni intrenazionali, con la conseguenza di incoraggiare movimenti illegali e accumulo di fondi neri, controllati dagli alti esponenti del regime. Alcuni di questi fondi, generati da questo enorme contrabbando erano utilizzati per l'acquisto di armi o per pagare l'imponente servizio di sicurezza personale. Altra parte era invece destinata scopi personali.

SEI MILIARDI DI DOLLARI - Secondo stime dell'amministrazione Usa - scrive ancora il Washington Post - il governo iracheno ha accumulato più di 6 miliardi di dollari negli anni tra il 1997 e il 2001, violando il programma «Petrolio in cambio di cibo». Gran parte dei proventi illegali proveniva dalla vendita di petrolio alla Turchia, alla Giordania e alla Siria. La pratica di usare societá straniere fittizie per controllare miliardi di dollari fuori dal Paese risale alla guerra tra l'Iraq e l'Iran, durata dal 1980 al 1988 quando il regime di Saddam aveva stabilito una rete di compagnie per finanziare l'acquisto di armi segrete. Alcune di queste societá proseguono tuttora la loro attivitá.17 aprile 2003
Mobilitati esperti internazionali per salvare i felini - Foto
Svuotato zoo di Bagdad: restano solo tigri e leoni
I saccheggiatori hanno portato via orsi, cammelli, scimmie e cavalli. Gli animali superstiti rischiano la morte per fame
BAGDAD (IRAQ) - Che nel saccheggio di Bagdad la folla si portasse via mobili, cibo ed automobili era prevedibili. Ma che si rubassero dallo zoo anche scimmie, orsi e cammelli ha lasciato tutti di stucco. Eppure è proprio quello che è successo.
SACCHEGGIO INDISCRIMINATO - I saccheggiatori hanno fatto sparire dallo zoo citadino cavalli, cammelli, uccelli di ogni genere, scimmie, persino orsi. Non c'è più nulla, sembra un deserto; anche perchè le povere bestie scampate all'assalto sono fuggite dalle gabbie lasciate aperte, disperdendosi chissà dove, e magari finendo preda di sciacalli non meno famelici di quelli che prima stavano dietro le sbarre.

Gli unici ospiti rimasti sono i grandi felini, sette leoni e due tigri, troppo scomodi da portare via persino per il bandito più esperto. Se qualcuno non interverrà, la loro sorte non sarà migliore di quelle degli ex compagni di prigionia: stanno infatti morendo di fame.

RESTA SOLO IL VECCHIO CUSTODE - A fare compagnia ai felini resta solo il vecchio custode, Hashim Mohammed Hussein, che va a trovarli spesso, anche se non può fare niente per aiutarli: l'ultima volta in cui le belve sono state nutrite a sufficienza risale ormai a una decina di giorni fa, appena prima che irrompessero le truppe di invasione americane. Occorrerebbero 5 chilogrammi di carne a testa ogni giorno, per un controvalore di 80.000 dinari, pari a circa 30 euro: somma che in Iraq, non solo di questi tempi, rappresenta un'autentica chimera. Quasi fosse una parodistica anticipazione in campo animale della democrazia promessa agli iracheni da George W. Bush, nello zoo abbandonato languono non solo fiere qualsiasi, ma anche quelle che erano fino a ieri vanto del regime: come Mandor, un esemplare di tigre siberiana un tempo stupendo e adesso, ventenne, ridotto pelle e ossa, senza nemmeno più la forza di tendere la testa verso Hashim quando vuole accarezzarla; non appena si rende conto che è tornato ancora a mani vuote, la lascia crollare nella polvere. È un dramma nel dramma che andò in scena anche a Kabul dopo la caduta dei Talebani, e che allora costò al vita all'unico, vetusto leone superstite, per di più ferito.
ESPERTI INTERNAZIONALI - A Bagdad intento si attendono zoologi di fama internazionale che si prendano cura dei rari sopravvissuti: ma nell'anarchia del dopoguerra, non si sa proprio se arriveranno in tempo.
Uno degli esperti mobilitati è Lawrence Anthony zoologo sudafricano della protezione animali. «Vado laggiù per verificare lo stato in cui si trovano gli animali dello zoo, sofferenti per la mancanza d'acqua e di energia elettrica», ha spiegato Anthony. «Sappiamo che la gente è molto preoccupata anche per la sorte dei felini ospitati nelle gabbie dei palazzi presidenziali di Baghdad. Gli animali, infatti, si trovano in gravi condizioni di malnutrizione» ha aggiunto l'esperto.17 aprile 2003

http://www.hereinreality.com/news/axis.html
..scorrere in giù la pagina e andare sugli altri linkinfo..Davvero interessante!

http://www.hereinreality.com/carlyle.html
..le famose facce da culo..
ritrovarmele in italia, dentro palazzi scippati con la complicità del nano e di quel mentecatto di Trecolline.. beh... fanno venir voglia di riprendere le trattative colla Mafia: che almeno per una volta faccia qualcosa di buono e giusto!

il manager per l'italia è:
Edoardo Lanzavecchia
Milan, Italy
39 02 6200461.
http://www.thecarlylegroup.com/people.htm#elanzavecchia

questo è, presumibilmente il suo recapito privato:

LANZAVECCHIA ING. EDOARDO
22/A, V. PETRARCA FRANCESCO 20100
MILANO MI

qualcuno potrebbe tentare un intervista?

continuo a cercare....

Si è svegliato anche l'economist sul Carlyle Group:
http://www.economist.com/books/displaystory.cfm?story_id=1875084

263 milioni di euro diviso
290 000 metri quadrati uguale

circa 870 euro a metro quadrato!!

Il carlyle si compra i pezzi migliori dell' italia pubblica al costo di un garage di periferia!

Sandro Orlando per l’Unità


Doveva toccare proprio all’ex presidente di Lega Ambiente diventare l’”ambasciatore” in Italia del gruppo Carlyle, la banca d’affari americana nata alla fine degli anni ’80 all’ombra dell’amministrazione Bush, e affermatasi grazie alla sua capacità di agire in quel “triangolo di ferro, dove gli interessi dell’esercito più potente del mondo si intrecciano con quelli della politica e dell’alta finanza” (Dan Briody).

Ma tant’è: da due anni Chicco Testa, già deputato del Pci-Pds e oggi referente di Walter Veltroni per lo sviluppo dei trasporti nella Capitale (Roma Metropolitane), siede infatti in quell’advisory board londinese che decide le strategie di investimento della Carlyle in Europa, insieme a personaggi come l’amministratore delegato di Tim, Marco De Benedetti, l’ex segretario di Stato Usa, James Baker III, l’ex segretario alla Difesa, Frank Carlucci, e l’ex premier britannico, John Major.

E non si tratta di scelte da poco visto che dei tre fondi lanciati nel vecchio continente dal ’98, il primo (Carlyle Europe Partners I) ha raccolto un miliardo di dollari, il secondo (Venture Partners) 650 milioni, e l’ultimo (Real Estate Partners) più di 500 milioni, per un ammontare complessivo di oltre 2 miliardi, sui circa 18 in portafoglio.
Ma in fondo la finanziaria americana si è sempre scelta i suoi partner italiani all’interno del mondo del petrolio e dell’energia: e Chicco Testa è stato presidente dell’Enel, oltre che dell’Acea.

Anche il primo approccio con il nostro paese, che risale a più di dieci anni fa, era nato grazie ad un incontro con il rappresentante di un gruppo petrolifero. Antonio Guizzetti, che all’epoca lavorava per l’Eni, e Stephen Norris, uno dei fondatori della Carlyle, frequentavano la stessa palestra di Washington. E fu da una conversazione casuale che partì l’idea di sviluppare affari in comune, prima con il tentativo di investire in Armani, poi in Bulgari. Infine gli americani si candidarono insieme ai Garrone (Erg) per rilevare la rete di distributori Ip messa in vendita dall’Agip.

Un’operazione che vide anche la discesa in campo della famiglia Bin Laden, i miliardari sauditi che avrebbero poi continuato, grazie ai rapporti personali con i Bush, a far gestire i loro patrimoni dalla Carlyle fino all’ottobre 2001, un mese dopo l’attentato alle “Twin Towers”. Il progetto Ip comunque all’ultimo momento andò a monte per via dei contrasti interni, che portarono all’estromissione di Norris. L’ingresso in Italia fu così rinviato.

Qualche anno più tardi gli americani si affidarono all’esponente di un’altra dinastia di petrolieri, Letizia Moratti, già presidente della Rai oltre che plenipotenziaria di Murdoch in Europa, per rimettere un piede in Italia. E lei portò la Carlyle ad entrare in due aziende leader nelle rispettive nicchie di specializzazione, la Riello di Verona (bruciatori) e la Tecnoforge di Piacenza (raccordi per oleodotti).

Ma quel che più conta è che la signora, che di lì a poco sarebbe diventata ministro dell’Istruzione, con i suoi contatti con il mondo della politica e delle partecipazioni statali, introdusse la Carlyle all’interno dei palazzi romani.

E anche se l’affare Marconi Mobile, la società di comunicazioni militari poi fagocitata da Finmeccanica, non andò in porto, i frutti postumi del lavoro della Moratti vennero raccolti da Chicco Testa, che fu chiamato a sostituirla, per curare i rapporti con l’alta società e le grandi famiglie del capitalismo italiano, oltre che con gli ambienti della sinistra confindustriale.

Si deve infatti all’ex presidente di Lega Ambiente l’investimento di maggiore successo realizzato dagli americani in Italia, ovvero l’ingresso al 70% in Fiat Avio. Un’operazione realizzata l’anno scorso con Finmeccanica, di concerto con i vertici del Tesoro e della Difesa, a scapito dei francesi della Snecma, che erano in pole position per rilevare la controllata del Lingotto.

E che non ha comportato neanche un grande esborso: meno di 600 milioni di euro, per un’azienda aerospaziale che fattura quasi il triplo, e genera ogni anno più di 200 milioni di utili. La transazione (valore, 1,6 miliardi) è stata infatti finanziata con l’indebitamento, poi scaricato sulla società acquisita, secondo i classici schemi del “leverage” d’assalto. In cambio però Finmeccanica ha potuto raccogliere un po’ di commesse dall’amministrazione Bush per la fornitura di elicotteri. A mettere in sintonia gli interessi degli americani con quelli di Palazzo Chigi ha contribuito anche l’ex ministro Giulio Tremonti.

Gli immobili venduti dal Tesoro nell’ambito della prima cartolarizzazione sono infatti andati nel marzo 2003 proprio alla Carlyle per 230 milioni, con uno sconto del 32% sul prezzo di partenza. Una cortesia che gli americani hanno restituito da ultimo, con l’acquisto dell’intero patrimonio immobiliare del Sanpaolo-Imi. Per la consulenza la Carlyle si è rivolta ai legali della Clifford Chance, non a caso partner dello studio Tremonti.