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CONFERENZA STAMPA :NO ALL'INCENERITORE E ALLA POLITICA DEI RIFIUTI, CORTEO A NAPOLI
by Ag. Com. NoGlobalNet Tuesday, Apr. 22, 2003 at 1:47 PM mail:  

CORTEO GIOVEDI' 24 Aprile concentramento in Piazza Mancini ore 10.30 CONTRO LA COSTRUZIONE DELL'INCENERITORE AD ACERRA ED IN CAMPANIA CONTRO IL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI E LA POLITICA NAZIONALE PER LA TUTELA DELLA SALUTE E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA FINALIZZATA AL RICICLAGGIO E NUOVA OCCUPAZIONE

Domani MERCOLEDI' 23 APRILE ORE 12.00 PRESSO IL LABORATORIO OCCUPATO SKA di Napoli in Calata Trinità Maggiore 15, si svolgerà una CONFERENZA STAMPA indetta congiuntamente dal Movimento di lotta contro l'inceneritore di Acerra e La Rete No Global Campana per illustrare il CORTEO di GIOVEDI' 24 con partennza ORE 10.30 da PIAZZA MANCINI ed arrivo in PREFETTURA. Durante la conferenza stampa sarà presentato Il programma di mobilitazione a carattere REGIONALE E NAZIONALE contro la costruzione dell'inceneritore e la politica regionale e nazionale dei rifiuti.
Saranno presenti esponenti del presidio permanente contro inceneritore, la
Rete NO GLobal, esponenti dei VAS e di Rifondazione Comunista,
rappresentanti dei comitati in lotta di Caivano, Giugliano, Tufino,
Pignataro Maggiore.

CORTEO GIOVEDI' 24 Aprile concentramento in Piazza Mancini ore 10.30

CONTRO LA COSTRUZIONE DELL'INCENERITORE AD ACERRA ED IN CAMPANIA
CONTRO IL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI E LA POLITICA NAZIONALE
PER LA TUTELA DELLA SALUTE E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE
PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA FINALIZZATA AL RICICLAGGIO E NUOVA OCCUPAZIONE


MOVIMENTO DI LOTTA CONTRO L'INCENERITORE ACERRA
RETE NO GLOBAL CAMPANIA


per info: http://www.noglobal.org - noglobalnet@noglobal.org (Agenzia di Comunicazione della RETE NOGLOBAL)

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Caivano, la protesta ferma il Cdr
by da il mattino Wednesday, Apr. 23, 2003 at 4:26 PM mail:  

di DOMENICO MAGLIONE
Emergenza-rifiuti: la situazione diventa insostenibile. Il Cdr di Caivano diventa nuovamente off-limits per molti comuni dell'hinterland a nord di Napoli a causa della protesta, ieri mattina, di alcuni politici e cittadini che hanno bloccato l'impianto e impedito agli autocompattatori di scaricare. Soltanto i mezzi di Caivano e Acerra hanno avuto il via libera per l'accesso: per Casoria, Afragola, Casalnuovo, Arzano, Casavatore, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Casandrino e Cardito è scattato nuovamente il blocco. «Siamo esasperati, abbiamo chiesto un incontro urgente in Prefettura per sbloccare una situazione che è veramente preoccupante», dice Giosuè De Rosa, sindaco di Casoria.
I cumuli di rifiuti, intanto, crescono a dismisura: strade, piazze e marciapiedi sono letteralmente impraticabili. I cumoli di spazzatura impediscono perfino il transito alle autovetture, creando seri problemi di mobilità e di parcheggio. La situazione igienico-sanitaria di molti centri dell'hinterland a nord di Napoli è critica: sindaci e commissari prefettizi hanno chiesto alle Asl di intervenire con accurate disinfettazioni e derattizzazioni. Il rischio di contrarre malattie infettive diventerà altissimo se non ci saranno miglioramenti e la temperatura dovesse salire, come prevedono i metereologi. «Abbiamo le mani legate: ogni iniziativa per fronteggiare l'emergenza viene vanificata dai divieti di scarico - sottolinea Pasquale Sollo, sindaco di Casavatore - Più di rivolgere un appello alla cittadinanza affinchè con atti sconsiderati e inutili non peggiori ulteriormente la situazione, proprio non possiamo fare».
Anche ieri mattina, infatti, molti abitanti per liberarsi dalle montagne di sacchetti che ostacolono perfino l'ingresso alle abitazioni, ha dato fuoco a molti cassonetti. Da Casoria a Casalnuovo, da Frattamaggiore a Casandrino è stata un'altra giornata di fiamme e fuoco: i pompieri sono stati allertati da decine di telefonate per spegnere incendi provocati dalla combustione dolosa della spazzatura accumulata da giorni in periferia come sulle maggiori arterie delle città a nord di Napoli.
Uno scenario di grande degrado si presentava ieri mattina nelle starde: cassonetti anneriti e danneggiati, aria appestata da odori acri e nauseabondi, strade ingombre di scorie ancora fumanti di rifiuti.

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Contributo alla discussione: Il business del rifiuto
by da il manifesto Wednesday, Apr. 23, 2003 at 5:04 PM mail:  

Tonnellate di immondizia al veleno partono dal nord dirette in Campania. Qui ne approfitta la camorra, che ha escogitato un modo nuovo per fare soldi

di MARIELLA PARMENDOLA
Quando si dice che nelle strade della periferia degradata tra Napoli e Caserta si può trovare di tutto, si intende proprio tutto. Comprese montagne di banconote. Migliaia di euro e lire tagliati a pezzettini e ridotti a cubetti avevano colorato di verde e giallo artificiale il terreno tra Pinetamare e Castelvolturno, sul litorale domizio in provincia di Caserta. Banconote, partite dalla Zecca di Stato e trattate con reagenti chimici per impedire che la carta potesse essere riutilizzata per stampare soldi falsi su pergamena originale, ritrovate dalle forze dell'ordine insieme ai tanti reperti capaci di dimostrare come il giro d'affari legato alle ecomafie sia ancora fiorente in questa regione e altrettanto inquinante. Tant'è che Legambiente dedica una parte significativa del suo dossier 2003 a come la camorra stia approfittando della trasformazione del ciclo dei rifiuti per trarne guadagni illeciti e continui ad avvelenare un territorio già fortemente compromesso, al punto da diventare l'ambiente ideale del primo capitolo sull'emergenza diossina in Italia. Ma l'associazione ambientalista non ha neppure fatto in tempo a terminare la presentazione del dossier, avvenuta la scorsa settimana, che il quadro delineato si arricchisce di altri episodi. Giovedì scorso il corpo forestale ha sequestrato tre discariche abusive per un'area complessiva di 40 mila metri quadri nella zona del casertano, la stessa dove è stato necessario mettere sotto monitoraggio le aziende bovine per la diossina. E si può immaginare che effetto debbano produrre sul terreno le scorie d'altoforno, i fanghi e i materiali fibrosi scoperti proprio lì, nascosti senza troppa attenzione. Rifiuti tossici di origine industriale che sarebbero partiti dal nord est come stanno accertando le indagini condotte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha arricchito un capitolo già aperto su traffici illeciti in arrivo dal settentrione con gli interrogatori dei conducenti di un autocarro e degli autotreni fermati mentre sversavano il materiale pericoloso. Un traffico che Legambiente ricostruisce fedelmente nel suo dossier, riferendo di due inchieste aperte non più di un mese fa dalle Procure di Napoli e Santa Maria Capua Vetere sui veleni delle aziende di Milano, Pisa e Pavia smaltiti illegalmente in Campania.

Se nelle cave dell'hinterland napoletano arrivano rifiuti che sulla carta dovrebbero essere calcinacci importati dal Veneto e in realtà si tratta di vernici altamente tossiche il miracolo è spiegabile attraverso un giro di bolle e false fatture, ma il risultato è l'inquinamento di zone fortemente segnate dal degrado urbano. Un affare per le industrie del nord che inviano in Campania immondizia al veleno, il cui smaltimento costerebbe salato se non fosse mascherato sotto forma di trattamento di rifiuti inerti al costo di 25-30 centesimi al chilo. Un affare per la camorra del sud che ha scoperto come sia possibile aprire impianti di trattamento per questo tipo particolarmente redditizio di immondizia con una semplice comunicazione di inizio attività. E' per questo che il Presidente della Regione Antonio Bassolino ha firmato un'ordinanza nella quale obbliga le cinque province della Campania a vigilare con maggiore attenzione e a fare una mappa di tutti gli impianti. Una riconversione di attività per i clan che prima della rivoluzione nel ciclo dei rifiuti si occupavano delle discariche e che oggi cercano di infiltrarsi anche nella bonifica dei siti inquinati e fanno soldi bruciando per le strade i rifiuti che da contratto dovrebbero trattare per conto di aziende e privati. In una giornata può capitare che in una discarica, oggi ufficialmente inattiva, siano sversati decine di fusti di piccolo taglio per poi finire in fiamme. Sono questi falò appiccati con preoccupante frequenza a sprigionare forti quantità di diossina che si infiltrano nel terreno seminando veleno. «Questi incendi inquinano la Campania e sono un vero pericolo, non il termodistruttore che vogliamo realizzare ad Acerra», spiega il sub commissario per le emergenza rifiuti Giulio Facchi dalle cui denunce sono partite le inchieste di Napoli e Santa Maria Capua Vetere sui traffici illegali. «Ma è proprio perché qui abbiamo già subito forti danni ambientali che non vogliamo l'inceneritore», replicano cittadini e istituzioni del Comitato contro il termovalorizzatore di Acerra. Un braccio di ferro che sta producento la crisi del sistema sul ciclo dei rifiuti preparato nei giorni dell'emergenza di due anni fa. Senza il termodistruttore che produce energia dai rifiuti trasformati in balle nei Cdr (sigla per indicare combustibile derivato dai rifiuti) il sistema va in tilt. E la protesta di Acerra si sta allargando. Da giorni è iniziata la mobilitazione a Caivano, la città che ospita un Cdr ed è preoccupata di dovere incamerare tutta la spazzatura che gli altri non vogliono. E venerdì scorso sette sindaci dell'area a Nord di Napoli hanno firmato un'ordinanza per impedire il transito nel loro territorio degli autocompattatori dei comuni campani diretti agli impianti di Caivano e Giugliano per «la grave situazione igienico-sanitaria». In Campania è di nuovo emergenza rifiuti.


Il riciclaggio si ferma a Battipaglia

L'entrata in funzione dell'impianto di Cdr (Combustibile da rifiuti) di Battipaglia, in provincia di Salerno, data per imminente nei giorni scorsi, è stata ieri rinviata a data da destinarsi. La decisione è stata adottata nel corso di un incontro che il vice commissario all'emergenza rifiuti ha avuto con i sindaci di Battipaglia e di Eboli ed il presidente della provincia di Salerno, Alfonso Andria. Numerosi e serissimi i motivi del rinvio - tanto che non si capisce come potesse esser stata data per imminente l'entrata in funzione dell'impianto. In primo luogo non è stato ancora fissato il periodo di rodaggio dell'impianto stesso; poi non è stata costruita la struttura di avanfossa, che serve ad impedire lo stoccaggio di rifiuti davanti al Cdr (e non si tratta di un'opera che si fa in pochi giorni); e per finire, come ci si poteva aspettare, manca la valutazione d'impatto ambientale sulle acque e nella zona permangono ancora problemi di viabilità - cioè non sono ancora state costruite le strade per consentire il traffico dei camion con i rifiuti.
Per risolvere le questioni ancora sul tappeto, oggi si riunirà un tavolo tecnico nella sede della provincia di Salerno.

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Forse stavolta sbagliate
by Massimiliano Friday, Sep. 10, 2004 at 3:19 AM mail: paciugo76@hotmail.com 

Navigo spesso e con piacere su Indymedia, ed il più delle volte sono daccordo con le vostre opinioni, esplicitamente di parte ma basate su dati, cifre, interviste e rivelazioni e non, come spesso accade nella stampa tradizionale, su "Fonti anonime dei servizi segreti".
Questa volta non sono daccordo con voi, non credo che solo perchè ci siano state delle manifestazioni di protesta e delle mobilitazioni, oltre che a cariche della polizia che certo non dovrebbero avvenire se non in caso di reale pericolo, le ragioni di chi non vuole l'inceneritore siano giuste. Innanzitutto guardiamo il contesto, il sud è la parte d'Italia con la più bassa scolarizzazione, sembra irrilevante col tema trattato ma non è vero, infatti penso che poche delle persone che hanno manifestato siano a consocenza della cosa contro cui hanno manifestato, è vero che i termovalorizzatori non sono sicuri al 100%, d'altronde cosa lo è? Ci saranno sicuramente infiltrazioni camoristiche nella gestione dell'impianto, ma esiste forse una qualche attività che prevede la mobilitazione di ingenti somme di denaro su cui la camorra non lucri? Sapete farmi qualche esempio? Credo sia meglio un termovalorizzatore su cui la Camorra si prende la sua percentuale sugli utili dei rifiuti bruciati senza controllo nei campi. Inoltre i termovalorizzatori sono un modo per produrre energia e non mi risulta ci siano stati incidenti (ma potrei non esserne informato, lo ammetto) in Italia o in Europa.
Non credo che il riciclaggio possa essere un'alternativa al termovalorizzatore, ma questo non significa che non vada incoraggiato e finanziato, anche perchè i rifiuti che vengono utilizzati per produrre energia sono di tipo oganico (avanzi alimentari principalmente) mentre quelli per il riciclaggio sono inorganici; l'ideale sarebbe sfruttare entrambe le possibilità.
Io credo che non si possano ottenere vittorie complete, anche se ciò che chiediamo è giusto, e che un compromesso possa essere, in questo caso, una buona soluzione, mi farebbe comunque piacere sentire dei suggerimenti su altre alternative possibili, a parte il riciclaggio che comunque anche dove efficente (nella mia città, Ancona, ad esempio, almeno per quanto riguarda la raccolta) non riesce a raccogliere che una percentuale dei rifiuti totali.
Massimiliano

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sono daccordo con Massimiliano
by Arnaldo Saturday, Sep. 11, 2004 at 12:12 PM mail: arnix@libero.it 

Sono perfettamente daccordo con Massimiliano, tuttavia mi lascia perplesso il fatto che la popolazione di Acerra si sia mobilitata in toto per protestare così efficacemente contro la costruzione del termovalorizzatore, mentre ha sempre accettato (più o meno) passivamente le discariche abusive. E' talmente palese che l'impatto ambientale provocato dal termovalorizzatore sia assolutamente minimo, ce lo insegnano le esperienze già fatte in altre aree del nord Italia ed in Europa. E' altrettanto palese e visibile ad occhio nudo (anche una persona non istruita se ne accorgerebbe) che i danni provocati dalle discariche siano gravissimi e reversibili solo dopo molti anni e dopo costose opere di bonifica. Il primo pensiero che mi viene in mente è che queste manifestazioni di disappunto siano fomentate dalla camorra, la quale vede sottrarsi il business dei rifiuti, o comunque, lo vede ridursi notevolmente.Dal mio punto di vista, spero che il termovalorizzatore si faccia e che entri presto in funzione. Se qualcuno vuole fornirmi argomentazioni in più sarò ben lieto di discuterne. Ciao

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Comuni del Nord fanno soldi con tratamento di rifiuti in beneficio del ambiente e dei cita
by Pires Portugal Wednesday, Nov. 10, 2004 at 11:43 AM mail:  

Comuni del Nord fanno soldi con tratamento di rifiuti in beneficio del ambiente e dei citadini. Dove entra mafia danno soldi alla criminalità con dani del ambiente e citadini. Mafia e criminalità sonno il peggiore de Italia. Per un’Italia migliore il più importante secondo me:
1- Combatere la mafia e criminalità con sequestri dei beni, prigione più sicura e incomunicabile per non continuare a mandare ammassare della galera.
2- Meno prigione per i convertiti non pericolosi, con più controlli e servizio sociale.
>>> Per saperne di più:
Mafia e stupidaggine della vecchia giustizia
http://neo-machiavelli.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=315899
Pena di morte, mafia, TV e circo all’italiana
http://neo-machiavelli.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=315896

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