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Milano: il Corrieri continua ad alzare la tensione sulla Mayday Parade
by rassegna stampa Wednesday April 30, 2003 at 10:51 AM mail:  

Primo maggio con i confederali, nel pomeriggio sfilano autonomi e centri sociali. Due cortei, tensione in piazza. Appello dei commercianti al prefetto: vigilanza anti-vandalismi.

Due cortei per il Primo Maggio a Milano. Quello organizzato da Cgil, Cisl e Uil partirà alle 9 da Porta Venezia e si concluderà in piazza Duomo, dove parlerà il segretario della Camera del lavoro, Antonio Panzeri. Il secondo corteo, dei centri sociali, sindacati di base e «disobbedienti», si snoderà, dalle 15, da piazza XXIV Maggio, per concludersi a sera in piazza Castello. Dovrebbero parteciparvi 40 mila manifestanti provenienti da tutta Italia, «per i diritti e per il lavoro, per il salario e contro il precariato». Preoccupazione tra i commercianti, che dopo gli incidenti del 25 aprile fanno appello al prefetto perché aumenti i controlli. I negozianti chiedono anche di autorizzare percorsi in zone con pochi negozi, «altrimenti gli organizzatori paghino delle assicurazioni».


Primo maggio, due cortei: «No ai vandalismi in piazza». Sfilano anche i centri sociali, appello dei commercianti a questore e prefetto. Milano blindata per un Primo Maggio diverso.

Ufficialmente, secondo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, «all’insegna della pace e della cooperazione tra i popoli, ripudiando la guerra, favorendo il dialogo, la non violenza e gli strumenti della politica per la risoluzione delle controversie internazionali». In realtà percorso da inquietudini, tensioni e forti timori di disordini legati agli atti vandalici compiuti durante il corteo dei centri sociali del 25 aprile, durante il quale sono state rotte vetrine e, in corso Buenos Aires, è stata incendiata un’auto. Due i cortei in programma: il primo, organizzato da Cgil, Cisl e Uil, partirà alle 9 da Porta Venezia e si concluderà in piazza Duomo con il discorso del segretario della Camera del Lavoro, Antonio Panzeri. Il secondo, proposto da centri sociali, sindacati di base (le sigle sono Cub, Cobas e Sincobas) e giovani dei movimenti («comunisti, disobbedienti, insubordinati e parasubordinati»), si snoderà, dalle 15, da piazza XXIV Maggio e Porta Ticinese per concludersi a sera in piazza Castello. Una forte preoccupazione circonda in particolare la manifestazione degli antagonisti, denominata Mayday Parade, per la quale gli organizzatori hanno dato vita a un ampio tam tam attraverso volantini, canali tv e via Internet, annunciando l’arrivo di 40mila manifestanti provenienti da tutta Italia pronti a sfilare «per il salario, contro il precariato, per dire no alla guerra e gridare sì al referendum sull’articolo 18». Milano alza la guardia, si affida a misure di sicurezza imponenti. E fa appello al buon senso. Ma la paura che gli incidenti del 25 aprile «possano drammaticamente replicarsi», resta, ed è forte. Dopo l’appello lanciato dall’assessore Predolin affinché nessuno possa sfilare con il volto coperto, ieri l’Unione del Commercio ha inviato una lettera al prefetto e al questore, firmata dal segretario generale Costante Persiani e dal delegato per il territorio Giorgio Montingelli, in cui vengono chieste «più presenza e prevenzione da parte delle forze dell’ordine per fermare i violenti annidati nei cortei». I commercianti segnalano «il senso di sconforto e di frustrazione che pervade in questi giorni, la categoria», aggiungono che «sarebbe utile che venissero autorizzati, d’intesa con gli organizzatori delle manifestazioni, percorsi che interessino vie a scarsa densità commerciale», e invitano a studiare «un’apposita copertura assicurativa a carico degli organizzatori, in particolare per quei cortei che attraversano vie piene di negozi». «Quando vogliono sindacati e autonomi sanno controllare quelli che definiscono provocatori. Lo facciano sempre, a partire da giovedì», chiede il capogruppo di Alleanza nazionale in Consiglio regionale, Romano La Russa che invita a «dare prova di maturità politica e a fare in modo che la festa del lavoro non diventi una celebrazione di faziosità politica strumentale indirizzata contro il governo Berlusconi». E sulle corse Atm (tram, bus, filobus e metropolitana), che per la prima volta non sarebbero state interrotte dalla festa del lavoro, aleggia la spada di Damocle dello sciopero indetto dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio dai dipendenti che fanno capo al sindacato Slai Cobas. Gli autonomi contestano l’accordo che all’Atm «ha cancellato la giornata dei lavoratori, che non è stato sottoposto a referendum e che quindi non riconosciamo». All’Atm esprimono la preoccupazione che «possa verificarsi qualche contraccolpo negativo».


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