L'altra verità dei no global. Oggi disobbedienti in piazza in tutta Italia. Controinchieste sul web.
Festeggiano le destre, festeggia Mario Placanica perché la sua «fiducia nella giustizia è stata ripagata». Il movimento no global si aspettava l'archiviazione dell'omicidio Giuliani, come del resto i genitori di Carlo, Giuliano e Haidi, e l'altra loro figlia Elena. Ma aspettarsela non significa non dover reagire, ora che la decisione è arrivata. Per tutti questi mesi i Giuliani hanno chiesto un processo, un pubblico dibattimento per arrivare alla verità, e adesso si chiedono «se qualcuno ha paura della verità». Vittorio Agnoletto parla di «decisione gravissima», Piero Bernocchi dei Cobas dice che «è scandaloso e osceno», i Disobbedienti accusano: «Omicidio di stato». E sono loro, insieme al comitato Piazza Carlo Giuliani, a dare appuntamento oggi in piazza in tutta Italia: a Roma davanti a palazzo dei marescialli, sede del Csm in piazza Indipendenza (ore 16,30); a Genova in piazza De Ferrari alle 17 (per le altre città . http://www.sherwood.org, http://www.piazzacarlogiuliani.org). Dopo questa decisione, i Disobbedienti non credono più alla magistratura genovese: chiedono che i processi del G8, che riguardano soprattutto i manifestanti, si svolgano altrove. Se non è il ricorso alla legge Cirami poco ci manca. Man mano che evapora la fiducia nella magistratura, nel movimento no global si moltiplicano gli sforzi di ricostruzione e i contributi alle «controinchieste» sul G8. Si pensa persino a un comitato internazionale per coordinare le ricerche e fare luce sugli aspetti politici e operativi che hanno reso possibile la mattanza del luglio 2001 a Genova - un morto, seicento feriti, trecento arresti e una sorta di sospensione dei diritti costituzionali - nel silenzio di migliaia di poliziotti democratici e dei loro sindacati.
Basta fare un giro su http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa e su http://www.italy.indymedia.org per vedere che persone diversissime tra loro si sono messe al lavoro. Insieme a semplici attivisti (pestati a Genova e non) partecipano avvocati del Genoa legal forum, informatici, giornalisti, scrittori, medici, infermieri e persino qualcuno che ha vestito o veste ancora in divisa. Per il movimento la verità sul G8 è un'esigenza anche difensiva, una risposta alla logica dei due pesi e delle due misure che emerge nel diverso trattamento riservato da procura e gip genovesi ai reati dei manifestanti (23 sottoposti a misure restrittive dal dicembre 2002, uno ancora in carcere e altri ai domiciliari; centinaia indagati per devastazione e saccheggio che rischiano condanne a due cifre) e a quelli dei responsabili delle forze di polizia, che sono sì inquisiti per reati infamanti (violenze e prove false alle scuole Diaz e Pascoli, torture a Bolzaneto) ma sono ancora tutti al loro posto e non si può scommettere sul loro rinvio a giudizio. E da ieri se ne fa carico anche Vittorio Agnoletto: per il secondo anniversario, luglio 2003, l'ex portovoce ha annunciato che il movimento «ricostruirà in modo pubblico e con tutta la documentazione disponibile la verità di quanto accaduto in piazza Alimonda». Altri se ne occupano da tempo. Pillolarossa è interamente dedicato all'omicidio Giuliani, mentre Indymedia Italia sta ancora raccogliendo testimonianze e soprattutto filmati su Genova (scrivere a inchiesta-g8@indymedia.org).
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