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Fiabe
by paolino Wednesday, May. 14, 2003 at 12:32 AM mail:

Fiabe, miti e cultura popolare.

Miti, tradizioni e cultura del Paese Basco hanno subito influenze dai numerosi contatti avuti con popoli limitrofi e tradizioni culturali che si sono contaminate con quelle dei Bascofoni. Sicuramente molto forte stata l’impronta lasciata dalla cristianizzazione del Paese, che ne ha sconvolto miti e leggende a partire dal IX secolo. Così oltre a streghe e demoni, Lamie e miti solari e lunari compaiono nella cultura “popolare” basca anche chierici e pagani, Gesù e San Pietro. Ma questi ultimi due figuri non sono le uniche divinità presenti: la cultura e le fiabe basche vedono anche come protagonisti entità divine del mondo sotterraneo appartenenti alla cultura popolare più antica. Tratto ricorrente nelle fiabe basche è la fuoriuscita di queste particolari divinità dalle loro caverne alla ricerca della luce del sole per poter lisciare i propri capelli con pettini d’oro. Il mondo delle credenze: Secondo i baschi esiste una dualità di mondi e di esseri:da una parte il mondo naturale (berezko), dall’altra quello sovrannaturale (aideko); per operare nel primo occorre adoperare strumenti naturali, nel secondo si entra con l’orazione e la magia. I mezzi magici sono molteplici, ma si basano tutti sulla “adur” o virtù magica, che collega le cose alle loro rappresentazioni. Un’azione simbolica rivolta ad un’immagine emette il suo adur, che agisce a distanza. I nomi sono immagini sonore delle cose (contro ogni teoria semiotica del linguaggio e delle parole). Si crede che, agendo sui nomi, si possa influire sull’oggetto che porta quel nome, e che di conseguenza una maledizione lanciata contro un nome raggiunga l’oggetto designato. “Topos” delle fiabe basche: L’”etxe”, la casa. La Signora della casa è la principale officiante del culto domestico ed adempie alcuni atti culturali inerenti alla frequentazione con i defunti e all’ammaestramento dei vivi. Queste tradizioni sono un segno emblematico del grande rispetto che i baschi hanno per il ruolo femminile, al punto che ai tempi dei fueros la scelta dell’erede cadeva sul primogenito/a che fosse, contrariamente al diritto feudale che assegnava questa prerogativa solo ai maschi. Il cosmo. I miti solari e lunari, così come le credenze nel dio del cielo luminoso, nel tuono, nel giorno dedicato al dio del cielo, sono di indubbia radice indoeuropea. Ostri fu una divinità personificata del cielo o della luce celeste, che incominciò ad essere venerata tra i baschi alla fine del periodo neolitico. Grande importanza nella tradizione mitica e culturale basca ha il sole, Eguzki, cui si allude come ad un essere femminile, figlio della terra. Simboli solari sono i cerchi, le svastiche, i fiori di cardo molto frequenti nell’arte popolare basca e in quella funeraria. Anche la cultura domenica, con i dolmen orientati da est ad ovest evidenzia l’esistenza diffusa del culto solare. Anche la Luna (illargui) è di genere femminile, ovviamente. Il mondo delle divinità. Il mondo mitico basco è popolato di geni e divinità che assumono figure di animali o di esseri quasi umani che vivono all’interno di caverne. Le streghe. “Non si può dire che esistano e non si può dire che non esistano”, recita un detto popolare basco. Le streghe, nella cultura popolare basca, si trasformano molto spesso in gatti, cani o montoni e si spostano da un luogo all’altro spalmandosi con un unguento e recitando una formula che dice “sopra tutti i rovi e attraverso tutte le nubi”. Così attraversano l’aria velocemente. Le Lamie. Accanto ai geni sotterranei e malefici ve ne sono di servizievoli, di acquatici, di campestri, notturni, aerei. Di particolare importanza sono le Lamie, geni dalla figura umana, anche se con piedi di gallina, anatra o capra. Talvolta vengono raffigurate come un popolo che vive sottoterra. Le Lamie richiedono la presenza di un essere umano, quando una di loro partorisce e soprattutto quando muore, perché una lamia non può esalare il suo ultimo respiro se un essere umano non recita le preghiere al suo capezzale. Le lamie appaiono spesso con un pettine d’oro, accettano volentieri dagli uomini offerte poste sui davanzali delle case; s’innamorano se riamate di esseri umani. Le lamie hanno una natura duplice: benefica e malevola. Genio campestre, o “Basa-Juan”. E’ il signore della selva. I giganti, o “Tartalo”.

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