Campagna di solidarietà con Barah, bambino palestinese malato di thalassemia a cui le autorità israeliane vietano il trasferimento in un ospedale italiano, e con tutti i bambini palestinesi a cui Israele nega i loro diritti alle cure mediche riconosciute nella "Carta internazionale sui diritti dell’infanzia" dell’ONU

CAMPAGNA DI SOLIDARIETA’ PER BARAH


Palestina, maggio 2003

A Tulkarem, città al confine con Israele, vive un bimbo di nome Barah. Ha 7 anni ed è malato di thalessemia. Necessita di un trapianto di midollo ma il governo israeliano vieta alla famiglia di portarlo in Italia per l’operazione. Come Barah tanti altri bambini, in Palestina, si vedono negati i loro diritti alle cure mediche riconosciute nella “Carta internazionale sui diritti dell’infanzia” dell’ONU.
Obbiettivo della “Campagna per Barah” è quello di dargli la speranza di un futuro diverso.
L’Associazione Oltre-Onlus, l’Assemblea Spazio Autogestito (LU) e il Coordinamento lucchese di solidarietà con l’intifada sono gli enti proponenti e di coordinamento. Soltanto attraverso un lavoro congiunto di diverse realtà sociali si potrà sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei minori in Palestina. Oltre alla raccolta firme che saranno successivamente recapitate al console italiano a Gerusalemme, si può fare un versamento sul c/c bancario, sotto indicato, per coprire le spese necessarie al viaggio e alla permanenza di Barah e della madre in Italia che non dovrebbe essere superiore ai cinque mesi necessari all’operazione.

Per qualsiasi informazione:
Andrea 349-2875575
Edoardo 348-0410018

c/c bancario:
Servizio Civile Internazionale
BANCA POPOLARE ETICA
PIAZZETTA FORZATE'
35137 PADOVA
conto n. 101441 ABI 05018 CAB 12100

http://www.campagnaperbarah.org
campagnaperbarah@email.it


Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia

Articolo.2
1. Gli stati parti s'impegnano a rispettare i diritti che sono enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad ogni fanciullo nel proprio ambito giurisdizionale, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, del fanciullo o dei suoi genitori o tutori, della loro origine nazionale, etnica o sociale, della loro ricchezza, della loro invalidità, della loro nascita o di qualunque altra condizione.

Articolo.6
1. Gli Stati parti riconoscono che ogni fanciullo ha un diritto innato alla vita.
2. Gli Stati parti si impegnano a garantire nella più ampia misura possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo.

Articolo.24
1. Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo al godimento dei piu' alti livelli raggiungibili di salute fisica e mentale e alla fruizione di cure mediche riabilitative. Gli Stati parti devono sforzarsi di garantire che il fanciullo non sia privato del diritto di beneficiare di tali servizi.

www.campagnaperbarah.org