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Sul secondo giorno di mobilitazione in Perù
by "Clajadep" trad. by mavi+mace Saturday, May. 31, 2003 at 11:34 AM mail:

Cronaca della seconda giornata di scontri in Perù

Uno studente morto e più di 50 feriti, tra giovani, passanti,
commercianti compresi giornalisti e soldati, durante i violenti scontri
registrati nella mattina di ieri tra studenti dell'Università Nazionale
dell'Altipiano e i membri di una forza combinata tra polizia e esercito.La lotta è iniziata alle otto del mattino, quando numerosi poliziotti
pretendevano di sgomberare il campus universitario che gli studenti
avevano preso alla vigilia per respingere la dichiarazione dello stato di
emergenza del paese.Inizialmente gli studenti hanno dialogato con i capi della polizia a
comando delle operazioni.. Ma dopo pochi minuti i colloqui sono stati
sospesi, lasciando il passo ad u attacco frontale da parte delle forze
dell'ordine, che hanno lanciato bombe lacrimogene per disperdere gli
studenti. Ci sono stati in quel frangente anche colpi sparati in aria da
parte dei militari. La risposta da parte degli studenti è stata un lancio
di pietre lanciate con le fionde contro di loro. Si sentono spari, si
vedono i primi feriti dai colpi. Tra loro, uno studente della Facoltà di
Educazione, Edy Jhony Quilca Cruz, di 22 anni, ferito da un proiettile
allo stomaco. Pochi minuti dopo, viene trasportato all� Hospital Regional
Manuel Núñez Butrón, dove arriva morto.Qualche ora più tardi il direttore dello stesso ospedale, Isaac Manzaneda
Peralta, comunica che l�altro ferito, Omar Saravia Quispe, è stato operato
e le sue condizioni sono soddisfacenti.Gli animi si scaldano, le ostilità aumentano. Il rappresentante della la
Defensoría del Pueblo, Alfredo Herrera Flores, cerca di ristabilire un
dialogo, tenuto conto della presenza di feriti gravi.Il presidente regionale l David Jiménez Sardón e i suoi consiglieri
regionali, il presidente della Corte Superiore e altre autorità, così come
i dirigenti studenteschi tentano una riunione con il Comandante Generale
dell� Arma, Carlos de la Melena Mariátegui, per sollecitare un
ripiegamento delle forze schierate e la libertà dei detenuti.Ma la tregua non arriva. I giovani ripiegano sulla piazza delle armi,
ponendo le bandiere a mezz�asta in segno di lutto e cercando di iniziare
un omaggio ai caduti e in difesa dei loro diritti.Con loro, i maestri in lotta, lavoratori del settore giudiziale e altri
scioperanti. In quel momento, era mezzogiorno
Il secondo attacco contro gli studenti arriva proprio ora.
In piazza c�erano, oltre alle autorità, commercianti, giornalisti e madri
di famiglia che erano arrivate per chiedere informazioni sulla situazione
dei loro figli imprigionati. Tutti speravano che le forze congiunte
abbandonassero la piazza e ritornassero alle loro basi. Invece, i
militari, sentendosi accerchiati, riprendono il lancio di bombe
lacrimogene senza considerare la presenza di madri con i loro figli in
braccio, azione che esacerba ancora di più i manifestanti.Qui nascono nuovi scontri, e il numero dei feriti aumenta. Non sono solo
studenti: ci sono passanti, commercianti, giornalisti e un contadino. Ci
vogliono ore affinché torni la calma. Le forze armate sostengono che gli
scontri sono partiti dagli studenti, che invece negano e accusano le forze
dell�ordine di eccessi nel loro agire.Come risultato degli scontri a Puno tra studenti e militari, c�è stato
un morto e 50 feriti. Non era certo il risultato che cercava il governo
con l�imposizione dello stato di emergenza. Del resto la misura
eccezionale non ha dissuaso i professori in sciopero, che a Chimbiotes si
sono scontrati con le truppe della Marina e a Huancayo con l�esercito.Nella capitale, le truppe hanno cercato di accerchiare il Palazzo di
Giustizia per impedire che i lavoratori lo attaccassero.In meno di 48 dall�entrata in vigore della sospensione delle garanzie, la
violenza è aumentata e l�ordine non è stato ristabilito.La sfida degli scioperanti allo stato di emergenza non sembra che debba
cedere nei prossimi giorni, tenendo conto che la violenza è scoppiata nei
dintorni delle 20 più importanti città del paese.Se l�obiettivo era riprendere il controllo, questo è lontano dall�essere
raggiunto.
PUNO
Alle sette di sera si sente un assordante cacerolazo in tutta la città.
Uomini e donne si piazzano sui tetti delle loro abitazioni per far
suonare pentole e latte in protesta per la repressione militare e
poliziesca registrata il giorno precedente nell�Università Nazionale
dell�Altipiano.Più tardi, in gruppi sparsi nel centro della città, i cittadini di Puno
cominciano a sfilare per le vie pronunciando slogan contro il governo di
Toledo ed esigendo la sospensione dello stato di emergenza. Madri di
famiglia e studenti dell�università locale portavano una bandiera a
mezz�asta e bracciali neri in segno di lutto. La maggior parte di loro si
chiede il senso di tanta violenza nel reprimere la protesta dei giovani
studenti nel campus universitario.La marcia si svolge in forma pacifica e senza la presenza né di militari
né di polizia, che si erano ritirate dalle strade dopo la violenza
provocata la mattina.Mentre va in stampa questa edizione, le manifestazioni continuano, e il
luogo di maggior concentrazione è la piazza delle armi nell�altipiano.I centri di educazione continuano ad essere con le aule vuote, senza
alunni né maestri, in conseguenza dello sciopero scolastico che continua,
nonostante le richieste affinché gli insegnati tornino in classe. Nessun
seminario (?) né al centro di Lima,né in periferia, ha tenuto attività
accademiche.Non ci sono stati incidenti. I poliziotti restano all�erta, sulla porta
degli edifici, assieme alle loro unità mobili.Atrii desolati, aule vuote, banchi non occupati, inattività totale: queste
le caratteristiche dei centri educativi.I maestri, uomini e donne, si impossessano delle porte di ingresso,
gridando slogan in favore dello sciopero. Nello stesso tempo, preparano le
pentole.Eurípides de la Cruz, membro del comitato di lotta del collegio Nuestra
Señora de Guadalupe,, dice che la lotta continua nonostante lo stato di
emergenza: �hanno sospeso alcuni diritti costituzionali, ma non il diritto
allo sciopero. Noi continuiamo con la nostra lotta�.L�organico dei maestri del collegio guadalupiano è di 80 docenti. Ieri,
hanno lavorato non più di dieci, la maggior parte ha contestato.La situazione era altrettanto desolata al collegio Rosa de Santa María .
La direttrice Luz Rosario Pérez ha detto che nessuna alunna è entrata in
classe. Lo stesso al collegio Teresa Gonzales de Fanning e nel centro
educativo Mariano Melgar.I maestri di questa zona si sono concentrati nella piazza principale di
Brena e da qui hanno dato vita ad una cucina comune. Un gruppo di docenti
preparava la zuppa e arrosto alla giardiniera�.A La Vittoria, la situazione era uguale. Collegi come Pedro Labarthe e
César Vallejo erano totalmente paralizzati. A Comas e a Villa San
Salvador, uguale. I collegi Estados Unidos e Carlos Wiese e gli altri
nella zona erano ugualmente paralizzati.I maestri hanno cominciato a uscire nelle strade in provincia.
Feriti, e quasi cento detenuti è il saldo delle proteste degli insegnanti
nelle diverse città del paese nel secondo giorno dello stato di emergenza
decretato dal governo.A Huancayo si registrano 17 persone ferite, tra cui un poliziotto, dopo i
violenti scontri.Sempre qui, più di 40 docenti sono stati arrestati dalla polizia durante
gli scontri in Plaza Constitución y Humanmarca. A Sullana è stata ferita
l�insegnate Roxana Pacheco Olaya, a cui una pallottola è entrata nella
gamba sinistra.

REPRESIÓN EN TRUJILLO

In questa città, agenti effettivi della USE (Unità dei servizi speciali)
appartenenti alla terza divisione territoriale hanno impedito l�ingresso
degli insegnanti nella piazza delle Armi di Trujillo, lanciando
lacrimogeni in diversi punti del centro cittadino.Bambini, giovani e adulti hanno manifestato una asfissia causata dalla
repressione delle polizie che cominciava alle 11.10 della mattina nello
svincolo tra Armas e Blivar. Dalle prime ore della mattinata la polizia
ha disperso i maestri e un gruppo di manifestanti impedendogli l'ingresso
nella città. Successivamente decine di agenti effettivi dell'esercito
occupavano permanentemente con mezzi blindati la piazza delle Armi.
ANCORA UNA MAESTRA FERITA



A himbote, la professoressa Yolanda Lara è stata ferita alla testa per un
lacrimogeno lanciato dalla polizia, anche altre nove docenti sono stati
fermati in uno scontro tra insegnanti e forze di polizia e soldati della
marina. I detenuti sono i docenti profesores Beder Velásquez Alva, Jorge
Olivera Huerta, Alexander Julia Sucsa, Esther García Desposorio, Fausto
Sarmento, Real, Ulda Núñez Marquina, Gustavo Espero, lo studente Ricardo
Agurto e il manifestante Rigoberto Moreno Ucañan.


confusione a Arequipa
un gruppo di più di quattrocento manifestanti è stato represso in questa
città dagli effettivi della polizia con lacrimogeni. Questi incidenti si
sono registrati all'incrocio tra la avenida Independencia con avenida La
Salle e anche nelle vicinanze di calle San Camilo. E' accaduto anche qui
uno scontro tra la polizia e gli insegnanti. La polizia Nazionale ha
attuato azioni di repressioni in diversi punti della città dove gli
insegnanti si sono radunati alle prime ore del giorno per effettuale la
loro abitual manifestazione. La giornata fa visto persone ferite e
diversi indegnanti con crisi di asfissia procurati dai lacrimogeni
utilizzati dalla polizia.La corte di Giustizia è stata presieduta dall'esercito e dagli agenti
effettivi che hanno impedito ai manifestanti di occupare la banca di
piazza di Spagna contigua al palazzo di giustizia.
CONTINUÓ LA PELEA.
L'apparizione dei soldati si è ripetuta successivamente fino al secondo
giorno consecutivo, i lavoratori dell'amministrazione del potere giuridico
sono tornati a scontrarsi con la polizia quando gli effettivi hanno
impedito lo svolgimento di un corteo verso l�ingresso principale della
piazza, circondando il palazzo di giustizia.I lavoratori dei servizi giurici hanno effettuato una seconda settimana di
protesta permanente e non definita,domandano migliori salari e condizioni di contratto. Per impedire una
eventuale occupazione della sede principale del Poder Judicialda da parte
degli scioperanti le autorità hanno chiuso tutte le porte d'ingresso.

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