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G8, giallo sul giubbotto
by info Saturday, Jun. 07, 2003 at 11:30 AM mail:

G8, giallo sul giubbotto.


Sono tre i segni di coltello sulla giacca e sul giubbotto dell'agente Massimo Nucera. Questo è quanto si ricava dal film che il colonnello Luciano Garofano, comandante del Raggruppamento investigazioni speciali (Ris) di Parma, ha fatto proiettare nel corso della seconda udienza dell'incidente probatorio sul caso Nucera, il poliziotto che dichiarò di essere stato accoltellato durante l'irruzione nella scuola Diaz. E se i colpi sono stati tre ecco che le versioni di Nucera - che ha sempre parlato di uno o due colpi al massimo - diventa incompatibile con quanto appurato dalla scientifica dei carabinieri. L'agente del primo reparto mobile di Roma, quello di Canterini, sull'episodio aveva dato due versioni: la prima, nella sua relazione di servizio appena dopo i fatti della Diaz, smentita dalla perizia affidata al Ris dal pm Enrico Zucca; la seconda in una dichiarazione spontanea resa al pubblico ministero Enrico Zucca che aveva corretto il tiro e convinto il magistrato a chiedere un incidente probatorio. E basandosi sulla seconda versione dei fatti resa da Nucera il professor Carlo Torre, perito del gup, era arrivato a concludere che il racconto del poliziotto era provato dai segni sul giubbotto. La guerra dei periti è proseguita ieri con le controdeduzioni dei consulenti di parte sulla relazione di Torre ed ha segnato punti importanti a favore delle parti offese. Il pezzo forte è sicuramente il filmato dei carabinieri del Ris che ricostruisce l'episodio. Il colonnello Garofano ha fatto simulare l'accoltellamento riprendendolo da varie angolazioni e ha ricostruito l'episodio effettuando prove tecniche su altri giubbotti uguali a quello di Nucera: il risultato è che alla fine di colpi sul giubbotto di Nucera ne risultano tre e non due. Non solo. Secondo il professo Franco Agostino di Torino, consulente di parte offesa, i tagli sul giubbotto sono troppo vicini ed appare poco credibile che due colpi, vibrati dalla stessa persona ma il primo avventandosi contro il poliziotto e il secondo cadendo all'indietro colpito dal manganello, possano colpire due punti così vicini. Tanto più, aggiunge il dottor Arnaldo Migliorini di Milano, un altro consulente di parte offesa, che secondo la ricostruzione dinamica dell'episodio, per effettuare i tagli riscontrati sugli indumenti del poliziotto, l'eventuale accoltellatore avrebbe dovuto restare con la mano all'interno del giubbotto per molto tempo in più di quello che risulta dalla ricostruzione fatta da Nucera. Anzi, secondo il consulente i segni sono più compatibili con quelli fatti su una giubba appoggiata su un tavolo che con quelli di un accoltellamento così come raccontato dal poliziotto. «Evidentemente chi aveva cantato vittoria l'ha fatto troppo in fretta in fretta e senza prove sperimentali - commenta Laura Tartarini, avvocato del Genoa legal forum - Torre diceva che non era possibile portare prove sperimentali, ma abbiamo dimostrato il contrario». La prossima udienza è prevista per il 20 giugno. Allora toccherà a Torre ribattere alle argomentazioni presentate ieri.

«Un'inchiesta su Evian»

Amnesty international chiede un'inchiesta indipendente sul comportamento delle forze dell'ordine durante il G8 di Evian. Nel mirino di Amnesty non tanto i cortei, durante i quali non sono accaduti incidenti di rilievo, quanto le perquisizioni nel campeggio altermondialista di Losanna, l'irruzione violenta e ingiustificata nel centro sociale Usine di Ginevra, nel corso della quale sono stati usati manganelli di ferro telescopici. L'altro ieri un servizio molto dettagliato della tv elvetica ha mostrato le armi utilizzate dalla polizia: pallottole di gomma, lacrimogeni, gas urticanti (il famigerato Cs già finito sotto accusa a Genova), bombe assordanti e idranti. Sotto accusa anche il blocco di alcune centinaia di manifestanti pacifici per diverse ore sul pont du Mont Blanc a Ginevra, i fermi e controlli arbitrari nei giorni seguenti alle manifestazioni, l'utilizzo della polizia tedesca. Ma soprattutto quanto è accaduto domenica mattina in occasione dei blocchi, quando un poliziotto ha tagliato la corda che reggeva due manifestanti appesi a un cavalcavia, uno dei quali, un inglese di 39 anni, è volato giù per 20 metri, rimanendo seriamente ferito. Intanto, a Ginevra è stato prorogato il divieto di manifestare, e per questo il Forum sociale lemanico ieri è stato costretto a trasformare in un sit-in il programmato corteo contro la repressione.

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