Come tanti spero che non si verifichi alcun sgombero, questo non risolve comunque il problema sociale che ogni occupazione di spazi propone;se occupare è la risposta ad un'esigenza sociale diventa comunque impensabile che possa rimanere esclusivamente tale. La storia delle battaglie e delle conquiste sociali insegna che ad ogni azione di disobbedienza e antagonismo sociale(Occupazzione terre,fabbriche ,ETC)segue una fase di recepimento del tessuto pubblico e istituzionale. L'allargamento dei diritti civili, sociali e di cittadinanza passa attraverso la capacità del tessuto pubblico di assorbire tali azioni, compito di esse non è di esaurire od estinguere un problema sociale bensì di porlo con più forza alla comunità ed alle istituzioni. Non basteranno una ,cento, mille occupazioni finchè non vi sarà una politica realmente sociale che sappia creare sinergie con il tessuto sociale della comunità. Un'occupazione si difende aprendosi alla città non chiudendosi in uno spazio,solo se la popolazione comprende l'esigenze di fondo di una mobilitazione tale diventa realmente SOCIALE. Penso che la scelta obbligata sia quella di coinvolgere tutte le istituzioni cittadine , chiedere a gran voce uno spazio compatibile con le esigenze della città configurandosi in una associazione di gestione, e infine confrontarsi con gli abitanti di quartiere per valutare insieme la gestibilità dell'attuale spazio.
|