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La tortura di Istanbul
by garabombo x ORSOLA CASAGRANDE Monday, Jun. 23, 2003 at 2:54 PM mail: bbb

I curdi in Turchia non sono repressi perche’ …… la Turchia fa’ parte dell’ “asse del bene” che in quanto tale non reprime ne tortura, ma persegue il bene.



.....Benvenuti a Istanbul dove la tortura è ancora prassi e non risparmia nessuno.

Gulbahar Gunduz è una dirigente della sezione donne del Dehap (la coalizione formata dal partito filo kurdo Hadep e dai partiti di sinistra Emep e Shp)........


..........In questi giorni di sbarchi di profughi sulle coste nostrane, forse i politicanti italiani dovrebbero avere il coraggio di guardare negli occhi donne come Gulbahar Gunduz e dire a lei che d'ora in avanti contro «l'invasione dei clandestini si useranno le cannonate»............


LA TORTURA DI ISTAMBUL

Violentata dalla polizia turca dirigente della coalizione filo kurda Dehap

Mi hanno bendata e bastonata fino a farmi perdere i sensi.

Quando ho ripreso conoscenza mi sono trovata in una stanza sotterranea caldissima.

Qui sono stata interrogata, sempre con gli occhi bendati, e qui sono stata torturata.

Mi hanno colpito con qualcosa di duro alla testa e mi hanno strappato la pelle della schiena e di altre parti del corpo usando qualche altro oggetto metallico.

Hanno spento le loro sigarette sul mio viso e mi hanno violentata imponendomi una penetrazione orale.

Dopo otto ore mi hanno caricata in una macchina e mi hanno abbandonata sull'autostrada vicino a Gaziosmanpasha».

Benvenuti a Istanbul dove la tortura è ancora prassi e non risparmia nessuno.

Gulbahar Gunduz è una dirigente della sezione donne del Dehap (la coalizione formata dal partito filo kurdo Hadep e dai partiti di sinistra Emep e Shp).

E' stata arrestata da quattro poliziotti in borghese il 14 giugno, davanti alla sede del partito. Durante il fermo gli agenti l'hanno minacciata, torturata, violentata. Continuavano a chiederle: «perchè voi donne guidate la campagna per l'amnistia generale? Credete forse che non vi molesteremo in quanto donne? Che questo serva di lezione a tutte».

In questi giorni di sbarchi di profughi sulle coste nostrane, forse i politicanti italiani dovrebbero avere il coraggio di guardare negli occhi donne come Gulbahar Gunduz e dire a lei che d'ora in avanti contro «l'invasione dei clandestini si useranno le cannonate».

Metaforiche o vere che siano poco cambia. Non riusciranno a fermare, lo confermano i profughi che continuano ad arrivare, la fuga dalla tortura, persecuzione, violenza, morte.

Di fronte alle migliaia di persone stremate che giungono in Italia si preferisce ostinatamente ignorare che cosa le spinge a fuggire.

La Turchia, che il governo italiano si è battuto per vedere accolta il prima possibile nel calderone dell'Unione europea, sta lentamente precipatando nel baratro sociale e politico. Da Istanbul a Hani (nel profondo Kurdistan, nel sud est del paese) le storie sono le stesse.

Due bambini, B.D. e M.O. sono stati arrestati e costretti a girare per il villaggio con il viso ricoperto da escrementi.

Poco distante da Hani, 700 abitanti di Farasin (Yesiloz) non possono rientrare nel loro villaggio e da venticinque giorni sono costretti a vivere in tende in condizioni ormai disperate (senza acqua, cibo, servizi minimi).

A Bingol, la cittadina colpita da un fortissimo terremoto un mese fa, venerdì la polizia ha arrestato oltre cento persone ad una manifestazione di protesta.

Il bollettino mensile sulla violazione dei diritti umani prodotto dall'associazione per i diritti umani turca (Ihd) offre una lettura angosciante.

Il bilancio dei primi tre mesi del 2003 è riassunto così dal presidente dell'associazione, Husnu Ondu: «Non ci sono sviluppi positivi in materia di rispetto dei diritti umani».

Snocciola le cifre, Ondu, in una ormai consueta lista di atrocità.

Le persone torturate (in stato di fermo, in prigione, a manifestazioni, per la strada o in casa) sono state 392.

I fermi sono stati 3317 (di cui 243 profughi),

gli arresti convalidati 495.

(L’Europa, cosi sensibile al rispetto dei diritti umani, ha forse interrotto i rapporti diplomatici con la Turchia? La Spagna o L’Italia si sono fatte promotrici di iniziative diplomatiche? I parlamentari europei a grande maggioranza hanno fatto una mozione di censura di cio? I giornali di “informazione” hanno fatto campagna per il rispetto dei diritti umani? La Turchia non e’ nel cortile di casa degli USA, per di piu’ e nostra alleata)

Il rapporto di questi tre mesi ha una nuova voce, la violenza sulle donne e sui bambini.

In questo contesto sono stati inseriti anche i suicidi (11 donne si sono tolte la vita) e gli omicidi per onore (5 donne sono state uccise per difendere l'onore).

Non va meglio quando si considera la libertà di espressione. «Non c'è certo da stare allegri - dice Usnu - con quattro radio e una televisione locale che hanno dovuto sospendere le trasmissioni per un totale di centottanta giorni.

Sei giornali e riviste sono state chiuse per un totale di settantanove giorni. Nove sono stati i giornalisti fermati. Mentre sono stati confiscati e vietati sette libri, diciassette riviste, sette giornali e tre poster».

Cinquanta sono le persone che rischiano il carcere e multe per aver espresso la loro opinione. Infine nelle carceri le condizioni dei prigionieri politici continuano ad essere disumane e almeno una organizzazione della sinistra turca (Dhkp-c) continua lo sciopero della fame come forma di protesta.

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