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[milano] Occupata palazzina delle Nord, nasce il centro sociale Malamanera
by dal corriere della sera Saturday July 05, 2003 at 10:19 AM mail:  

Una trentina di ragazzi è entrata ieri nell’edificio abbandonato alla Bovisa dove un tempo abitavano i dipendenti delle Ferrovie. All’irruzione ha assistito anche la Digos. Tra gli antagonisti, liceali e universitari: vogliamo ridar vita a questo luogo. Montalbetti: non si può tornare alla stagione degli «espropri».



Una lavatrice arrugginita. Tubi rotti. Carta da parati. Materassi polverosi. Pezzi di legno. Una vecchia credenza. Due poltrone. Immondizia. Ferraglia. Vola di tutto, dalle finestre di una palazzina di tre piani, occupata ieri mattina da una trentina di universitari, liceali, lavoratori. Che sulla facciata grigia della casa, sopra la scritta sbiadita «Scalo merci», appendono uno striscione rosso col nome dell’ultimo centro sociale occupato: il «Mala manera», espressione del dialetto siciliano che significa «in malo modo». L’esatto contrario dell’invasione. Che di burrascoso non ha nulla. Gli occupanti si radunano alle 9 davanti alla stazione della Bovisa. Nessuna pattuglia della polizia, qualche agente della Digos. Una spinta e il cancello di via Bovisasca 65, alle 10.30, si apre sul cortile di cemento che circonda una palazzina di tre piani di proprietà delle Ferrovie Nord. In passato, in una metà dello stabile abitavano le famiglie di alcuni dipendenti, l’altra parte era in affitto a una ditta di autotrasporti. Negli ultimi mesi l’edificio ospitava immigrati iracheni e palestinesi, che continueranno a vivere con i nuovi occupanti (una parte dei quali arriva dal centro sociale Bulk).
Primo atto dell’irruzione: crollano i muri che sbarravano un paio di porte. Il resto è giornata di pulizie. Scopettoni e schiuma sui pavimenti, stracci e ramazze, mascherine sulla bocca e facce sudate, odori fetidi per le scale che cedono al sapone e all’ammoniaca. Un via vai di saldatori, idraulici ed elettricisti improvvisati. Jeans e tute da lavoro. Un paio di cani che corrono tra giardini e stanze vuote. Le Ferrovie, nel pomeriggio, si limitano a «prendere atto» dell’occupazione. Mentre gli squatter in un volantino spiegano motivazioni: «Vogliamo ridar vita a un luogo abbandonato creando uno spazio collettivo e abitabile». Diffondono un invito per questa sera: aperitivo all’ora di cena, ingresso libero. Mala manera diventerà anche una casa per universitari e giovani lavoratori. Nella palazzina occupata, per ora vivranno in 15. Progetti ancora un po’ vaghi: artigianato e produzione politica, laboratori di ricerca, creazione di opportunità di lavoro e servizi sociali.
«Milano non può tornare alla stagione delle occupazioni - commenta il presidente del coordinamento dei comitati di quartiere, Carlo Montalbetti -, anche se rimane irrisolto il problema dei luoghi dell’aggregazione giovanile». L’ultima immagine della giornata è in cortile: ragazze che si cambiano i vestiti sporchi, bottiglie d’acqua, un circolo seduto attorno a un’anguria spaccata. Slogan: «Questa scatola di mattoni la riempiamo noi».

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Titolo Autore Data
support the squat acrobax project Saturday July 05, 2003 at 03:01 PM
Su Radio Popolare da RadioPop Saturday July 05, 2003 at 12:27 PM
Bella rigaz Nomorecops Saturday July 05, 2003 at 11:05 AM
Una grande conquista Riccardo(TO) Saturday July 05, 2003 at 10:54 AM
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