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Islam e omosessualità
by anti-imam Saturday, Aug. 30, 2003 at 7:11 AM mail:

Islam

ISLAM
da http://www.oliari.com/islam/allen.html
LE SPADE E LE FORCHE NELL'ISLAM

Il presente brano è stato riedito per gentile concessione dell’autore. Non è consentita l’ulteriore ripubblicazione, né a stampa, né on line, senza il consenso dell’autore.






Da Pride, gennaio 2002





di Carlo Tatti

In Arabia Saudita è stata eseguita il primo gennaio la condanna a morte per omosessualità di Ali Bin Hattan Bin Assad, Mohammed Bin Sulemain Bin Mohammad e Mohammad Bin Khalil Abdullah. Questo fatto ci ha ricordato che i diritti umani dei gay nel mondo islamico, a cominciare dai paesi filo-occidentali come l'Arabia Saudita, sono spesso barbaramente disattesi.

“L’Islam è ingiustamente descritto come barbarico, irrazionale, primitivo, sessista, violento e aggressivo”. La conclusione di un convegno tenutosi qualche anno fa a Londra, intitolato “Islamofobia”, sarebbe stata più convincente se durante i lavori un attivista gay d’origine pachistana, intervenuto per denunciare la violenza omofoba in molti Paesi a maggioranza musulmana, non fosse stato circondato e malmenato da un folto gruppo di integralisti presenti all’incontro, scatenati a tal punto da far temere il linciaggio.
L’episodio, citato dal sito londinese OutRage!, è in qualche modo indicativo. La crescita impetuosa del fondamentalismo travolge la razionalità, fortifica i pregiudizi, legittima l’intolleranza anti-musulmana agli occhi dell’opinione pubblica. Ne fa le spese l’islamismo più moderato, che comunque a sua volta considera negativamente l’omosessualità, con accenti non troppo diversi, peraltro, da quelli delle gerarchie cattoliche più tradizionaliste, così che non è parso fuori luogo qualche mese fa allo sceicco Yusuf Al-Qaradawi, decano della facoltà di Shari’a (Legge divina) in Qatar e direttore del Centro ricerche sulla Sunna (vale a dire la “tradizione profetica”) proporre durante un convegno romano un’inedita intesa con l’Occidente cristiano: «Possiamo lottare insieme contro ogni materialismo, ogni corruzione, contro l’omosessualità e i matrimoni omosessuali».
Alcuni dati di fatto sono inoppugnabili. L’Islam sarà anche “descritto come barbarico, sessista, violento…” del tutto ingiustamente, ma nella gran parte dei Paesi cosiddetti islamici l’omosessualità è espressamente vietata e punita dalla legge, in alcuni addirittura essere omosessuali può voler dire rischiare di morire. Così, secondo il rapporto 2000 dell’Ilga (International gay and lesbian association), se in una novantina di Stati del mondo i gay e le lesbiche sono cittadini fuorilegge, i nove nei quali è anche prevista la pena capitale sono tutti devotissimi ad Allah: Iran, Afghanistan, Cecenia, Yemen, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Sudan e Mauritania.
Solo in pochi Paesi a maggioranza musulmana la normativa non ci è – teoricamente – sfavorevole. Quali? Nelle repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale le vecchie leggi anti-gay eredità di Mosca sono state eliminate (in Kazakistan ad esempio) o non vengono sostanzialmente più applicate. Ma soprattutto Tagikistan e Uzbekistan subiscono una crescente influenza dell’Islam più radicale e la guerriglia fondamentalista rischia di travolgere le autorità centrali, per tradizione laiche. In Egitto l’assenza di normative esplicitamente omofobe non impedisce l’intolleranza di Stato, come dimostrano i recenti fatti di cronaca: è sufficiente accusare i gay – magari minorenni - di “satanismo” e “perversione” e il gioco è fatto. D’altra parte la condanna religiosa è forte: nell'aprile 1994 l'allora mufti d'Egitto Mohamed Sayed Tantawi, emettendo una fatwa, esortò il governo “a non permettere a chi si rivela omosessuale di avvicinarsi alla terra d'Egitto”.
In Turchia, Paese che ha combattutto una lunga battaglia per la laicità, capita che turisti gay vengano scacciati dalla polizia: pur in assenza di leggi specifiche, l’atteggiamento dell’opinione pubblica e delle autorità è assai contradditorio e di volta in volta influenzato dai principi islamici, spiega Repubblica. Un rapporto dell’Iglhrc (International gay and lesbian human rights commission) inviato all’Onu cita le parole di un attivista turco del gruppo Lambda Istanbul: “La polizia penetra arbitrariamente nei club gay, maltratta le persone, arresta i transessuali e li rapa a zero, in certi casi li porta in caserma per malmenarli”. Le successive denunce sono ignorate e gli ufficiali di polizia accusati delle violenze – che a volte diventano vere e proprie torture – sono semplicemente trasferiti. Tale situazione ha spinto Amnesty International a dichiarare nel 1998 Melike Demir, una transessuale turca, “prigioniera di coscienza”, in quanto più volte incarcerata a causa del proprio impegno civile. La Demir, insieme ad altri sette transessuali, ha più volte presentato denuncia per maltrattamenti subiti da poliziotti. Il 26 gennaio del 2001 è iniziato il processo contro un commissario capo accusato di aver torturato Melike nel 1996 e nel 1997. Eren Keskin, direttore della sezione di Istanbul dell’Associazione dei diritti umani, aveva conosciuto quell’uomo qualche tempo prima e parlato della questione: “Mi chiese – spiega la Keskin – perché mai mi proccupassi di queste persone, che non sono esseri umani”.
Per continuare la breve carrellata degli Stati “tolleranti” (!): in Indonesia l’atteggiamento sociale è sempre più influenzato della presenza del pensiero integralista, in crescita impetuosa. Così capita di dover concludere che proprio un cosiddetto “Stato-canaglia” condannato dalla comunità internazionale, l’Iraq di Saddam Hussein, sia un’oasi di laicità e uno dei luoghi più tranquilli per i gay dell’intero universo islamico.
Al di fuori di questi casi, l’omosessualità è drasticamente – e spesso ferocemente – condannata. Bangladesh e Libia sono considerati moderati perché puniscono i gay “solo” con – rispettivamente – sette e cinque anni di carcere. “Se alcune delle vostre donne avran commesso atti indecenti portate quattro vostri testimoni contro di loro, e se questi porteranno testimonianza del fatto, chiudetele in casa fin che le coglierà la morte o fin quando Dio apra loro una via. (…) E se due di voi (uomini, ndr) commettono atto indecente puniteli”, recita il Corano. Le autorità religiose islamiche esortano alla messa in pratica, la coincidenza tra precetto religioso e legge statale – tipica dell’Islam - fa il resto. “Gli omosessuali dovrebbero essere afferrati, tenuti in piedi, poi tagliati in due con un colpo di scimitarra, oppure gli si dovrebbe tagliare la gola o la testa e bruciarne il cadavere – spiegava non molto tempo fa, con dovizia di particolari, l’ayatollah Musavi-Ardebili a una platea di studenti dell’Università di Teheran (lo cita tra gli altri il portale dei gay musulmani http://filoumektoub.free.fr) – Oppure si potrebbe portarli sulla sommità di un monte e buttarli nel vuoto, poi bruciarne le parti del corpo rimesse insieme. O ancora si potrebbe scavare una buca, appiccarvi il fuoco e gettarveli dentro vivi. Non ci può essere nessun tipo di pietà o compassione, lode a Dio”.
Il caso iraniano è quanto mai significativo. Qui il fondamentalismo è nato, qui per la prima volta è andato al potere, qui ha potuto consolidarsi per poi espandersi in tutto il mondo musulmano, così che “l’ala liberale e tollerante dell’Islam – spiega Peter Tatchell in un dossier per OutRage! – sebbene abbia ancora un largo seguito, è sempre più messa sulla difensiva ed eclissata”. Non è dunque una coincidenza che proprio l’Iran abbia il triste primato della repressione violenta di ogni diritto degli omosessuali. Nei primi anni della rivoluzione (Khomeini salì al potere nel 1979) 70 persone che tentavano di organizzarsi in un’associazione gay e lesbica furono barbaramente trucidate: da allora il terrore non ha più avuto fine. Difficile fare stime attendibili sul numero di vittime di questa repressione, più di 4mila secondo quanto afferma il gruppo di attivisti omosessuali iraniani in esilio “Homan”. Quel che è certo è che la violenza ha avuto una forte ripresa a partire dal 1990, con la decapitazione di tre gay nella piazza principale di Nahavand e la lapidazione di tre lesbiche a Langrood. Nel 1992 circa cento omosessuali sono stati giustiziati dopo un’incursione della polizia a una festa privata; non sappiamo come tali condanne furono eseguite, ma i metodi più usati in genere sono la decapitazione, il taglio in due con la scimitarra, la lapidazione, il rogo al palo e il lancio da un precipizio o dal tetto di un palazzo. In Iran si può essere condannati a morte anche per la reiterazione di reati minori rispetto alla sodomia, come la masturbazione reciproca, mentre due persone dello stesso sesso sdraiate insieme “per nessun motivo” rischiano una condanna a 99 frustate. “Un uomo che viene sorpreso a baciare un altro uomo – spiega ancora OutRage! – merita invece 60 frustate. Queste frustate causano spesso danni agli organi interni, emorragie e possono portare alla morte”. In questi ultimi anni, affievolitosi ogni slancio della rivoluzione islamica e con il crescere di una minima società civile “all’occidentale” che ha come punto di riferimento il presidente Khatami, la situazione è solo parzialmente migliorata. Teheran ha anche quartieri borghesi dove è possibile vivere un poco più liberamente, sempre che non intervengano i pasdaran della rivoluzione con le loro improvvise scorribande violente. Ma le autorità religiose non hanno modificato atteggiamento. L’ayatollah Ali Khamenei, suprema guida spirituale iraniana, ha recentemente condannato senza appello l’omosessualità, “sintomo della decadenza e della corruzione della cultura occidentale”. Il giudice capo di Teheran, Morteza Moghtadai, giustificando le condanne a morte ha ribadito che “la punizione religiosa per il deprecabile atto d’omosessualità è la morte per entrambi”.
Tale precetto integralista è stato prontamente recepito nell’Afghanistan talebano. Spiega ancora il dossier Iglhrc: “Per un’esecuzione, la corte islamica afghana ha ordinato che tre uomini colpevoli di sodomia fossero portati sotto una muraglia e questa fosse fatta crollare su di loro. La corte stabilì che gli uomini dovessero rimanere così sepolti per 30 minuti, poi estratti dalle macerie. Solo uno sopravvisse”. L’episodio risale a quest’anno, ma ve ne sono molti precedenti. Un recente dossier sui “crimini dell’odio” curato da Amnesty International fa qualche esempio: “Secondo alcune interpretazioni della legge islamica, la pena per una relazione sessuale al di fuori del matrimonio, compresi i rapporti omosessuali, può comportare fino a 100 frustate per una persona non sposata e la morte per una persona sposata. In Afghanistan almeno sei uomini sono stati giustiziati, in due diverse occasioni, nel 1998 e nel 1999, dopo essere stati riconosciuti colpevoli di sodomia dalla corte talebana. Anche in Cecenia il codice criminale basato sulla Shari’a prevede la pena di morte per gli atti omosessuali”.
La situazione non cambia in Arabia Saudita, che pure è una tradizionale alleata dell’Occidente. Proprio lo scorso primo gennaio il ministero dell’Interno ha annunciato l’avvenuta decapitazione di tre cittadini sauditi – Ali Ben Hatan Ben Saad, Mohamed Ben Suleiman Ben Mohamed e Mohamed Ben Khalil Ben Abdallah – riconosciuti colpevoli di omosessualità. La corte che li aveva condannati, in base alla Shari’a, aveva sottolineato come i tre fossero responsabili di “sodomia, matrimonio tra di loro e incitamento alla pedofilia”, aggiungendo, secondo quanto ha precisato un comunicato del ministero, che si trattava di “recidivi”. Nell’aprile del 2000 fece scalpore la decisione di un tribunale di Qunfada di condannare nove giovani uomini a 2600 frustate ciascuno a causa dei loro “desideri deviati”: erano colpevoli in sostanza di travestitismo e di aver fatto sesso tra di loro. Per la corte la pena andava comminata a intervalli di 15 giorni, per due anni; tra una fustigazione e l’altra i nove avevano così modo di farsi ricoverare in ospedale. In più, li si condannava anche a quattro-sei anni di carcere. “Questi brutali atti di tortura sono particolarmente choccanti se si considera come l’Arabia Saudita sia un membro fondatore delle Nazioni Unite e firmatario della convenzione Onu contro la tortura stessa”, spiegava nei mesi scorsi Kamal Fizazi, responsabile Iglhrc per l’Asia Sud-Occidentale. E Surina Khan, direttore esecutivo della stessa organizzazione: “La sentenza saudita è stata un oltraggio”.
La Shari’a, la legge islamica, è applicata, oltre che negli Stati già citati, anche in Bahrain, Kuwait e Qatar, mentre una legislazione anti-gay è presente in Siria, Giordania, Oman, Algeria, Marocco, Tunisia e Libano, per citare solo Paesi a maggioranza musulmana e che pure appaiono meno radicali. Amnesty International cita il caso di un giovane gay siriano cui nel 2000 fu concesso asilo negli Stati Uniti e che descrisse la sua adolescenza come “piena di dolore e maltrattamenti”. Sostenne che nel 1994 fu trattenuto a scuola e poi rapito da un insegnante poiché a detta di quest’ultimo “incarnava il peccato in questo mondo”. Il ragazzo fuggì in Giordania, dove nel 1999 venne di nuovo aggredito sessualmente. Quando sporse denuncia alla polizia giordana, venne schernito e gli venne rifiutato ogni aiuto; ricevette anzi minacce di essere mandato “in qualche posto terribile” se avesse di nuovo infastidito le forze dell’ordine. Tentò il suicidio e poi decise di rivelare la propria sessualità ai genitori. “Mio padre divenne furioso e cominciò a colpirmi e scalciarmi dicendomi che stavo disonorando il nome della mia famiglia. Mi buttò sulla strada”. Ma queste sono scene alle quali, forse, siamo un poco più avvezzi.
Ci è anche abbastanza familiare l’utilizzo dell’accusa di omosessualità come strumento di discredito, ma non quando arriva alle estreme conseguenze. In questo, ancora una volta, l’Iran si dimostra all’avanguardia, si fa per dire. A Shiraz, nel 1992, l’accusa di sodomia travolse Ali Mozaffarian, un leader musulmano sunnita (in Iran domina l’islamismo scita), che venne quindi prontamente giustiziato. Senza arrivare a tanto, “i governi di tutto il mondo hanno usato l’omofobia come strumento utile per distrarre l’attenzione pubblica o per gettare dicredito o costringere al silenzio gli oppositori. L’accusa di omosessualità è stata usata come pretesto per imprigionare politici avversari e la tortura e i maltrattamenti sono stati usati per ottenere confessioni necessarie al fine di sporgere denunce prefabbricate”, spiega Amnesty International. Nell’islamica Malaysia, dove “rapporti carnali contro natura” sono punibili con 20 anni di prigione e la fustigazione (ma in concreto nei casi di arresto la condanna effettiva è, di solito, una multa o un breve periodo di carcere), l’ex vice-primo ministro riformatore Anwar Ibrahim fu accusato nel settembre 1998 dal premier Mahathir Mohamad di reati sessuali, corruzione e minaccia alla sicurezza nazionale. Tre settimane più tardi, dopo che Anwar fu arrestato, picchiato duramente e messo in cella d’isolamento, Mahathir lo definì “un sodomita, incapace di governare il Paese”. Poco prima due persone vicine ad Anwar, il suo collaboratore Munawar Anees e il suo fratello adottivo Sukma Darmawan, erano state imprigionate con l’accusa di oltraggio. In carcere vennero obbligate sotto tortura a confessare di essere stati sodomizzati dall’ex vice-primo ministro. Dovettero subire tutta una serie di maltrattamenti sessuali. Un altro uomo, Mior Abdul Razak, fu ugualmente accusato dei medesimi reati contestati ad Anwar. I tre presentarono formale denuncia alla polizia per quanto accaduto; Razak e Darmawan furono accusati di essere spergiuri, ad Anees fu consentito di lasciare il Paese. Nel 1999 Anwar e Darmawan furono processati per sodomia, la confessione di quest’ultimo venne presa per vera nonostante questi testimoniasse come gli fosse stata estorta con la tortura. Nell’agosto del 2000 entrambi vennero giudicati colpevoli, Darmawan fu condannato a sei anni di carcere e quattro scudisciate, Anwar a nove anni, poi ridotti a due in appello. In seguito alle proteste diffuse, l’ex capo della polizia indonesiana è stato condannato nel marzo 2000 a due mesi di prigione per il pestaggio di Anwar. “La sentenza – spiega ottimista il quotidiano Il Foglio - ha destato preoccupazioni all'interno della comunità gay, poteva essere il primo passo sulla strada di una generalizzata repressione dell'omosessualità. Così non è stato. La polizia continua a ignorare i luoghi di ritrovo per gay, nonostante l'Islam condanni l'omosessualità come una violazione della legge di natura. In realtà, l'aver parlato di problemi sessuali per due anni, in occasione del processo, ha reso popolari tra i malesi i temi della sessualità. Rari e poco pubblicizzati erano stati in passato i casi in cui i tribunali si erano occupati di omosessualità. Secondo i dati ufficiali, il 57 per cento della popolazione è islamica e il dipartimento degli Affari islamici gestisce una sorta di polizia dei costumi che può procedere ad arresti in caso di gravi violazioni dei precetti religiosi. Ma ora molti commentatori e gruppi di cittadini chiedono nuove leggi sulla sessualità, distinguono tra "cultura islamica" e "cultura malese", e pretendono maggiore tolleranza. Un problema, per Mahathir, campione della specificità malese ma anche dell'islamismo rigoroso”. Questi non si da certo per vinto: proprio nelle scorse settimane ha spiegato senza mezzi termini come “non ci sia posto in Malaysia per gli omosessuali, anche se sono ministri di governi esteri in visita; saranno arrestati se violeranno le leggi contro l'omosessualità in vigore nel Paese”. D’altra parte alcuni episodi confermano che le sue non sono parole al vento. Nel gennaio 1997, quando già Mahathir era al potere, Azizah Abdul Rahman, una ventenne che si era finta uomo per poter sposare una sua coetanea, Rohana Mat Isa, a cui era legata da un amore saffico, venne condannata a 21 anni di carcere.
Una sempre più forte influenza islamico-radicale si registra in alcuni Stati africani (Nigeria, Senegal, Ciad, Somalia) e nelle stesse Filippine. In Somalia, nel Puntland, due donne sono state giustiziate lo scorso febbraio: la loro colpa, “comportamento innaturale”. Nel Sud delle Filippine, nell’isola di Mindanao, una milizia musulmana terrorizza i gay picchiandoli, scacciandoli e persino castrandoli. Nella vicina Indonesia, come già detto, la situazione sembra in netto peggioramento. Lo Stato islamico più popoloso del mondo non ha una legislazione anti-gay, ma la crescente presenza dei fondamentalisti – anche armati – sta rapidamente rendendo sempre più difficile la vita alla timida e spaventata comunità omosessuale locale. “Un elemento chiave per la protezione della comunità Glbt dalla tortura – spiega sempre Amnesty International – è mettere fine all’impunità di cui godono coloro che la attaccano”. Nel novembre 2000 un gruppo di circa 200 uomini armati irruppe in una sala di Giacarta, la capitale indonesiana, dove si stava tenendo una conferenza su salute e sessualità. Tra i circa 350 partecipanti c’erano anche rappresentanti di gay e lesbiche. Almeno 10 persone vennero ferite e parecchie dovettero ricorrere a cure mediche. I testimoni oculari spiegarono come la squadraccia fosse penetrata nel palazzo delle conferenze terrorizzando i presenti con mazze, scimitarre e bastoni di ferro. “Questo attacco – spiega Amnesty – ebbe luogo in un contesto di sempre più frequenti scorribande dei gruppi musulmani radicali contro tutta una serie di obiettivi come bar e discoteche (…) Il fragile e corrotto sistema giudiziario indonesiano di solito non rende giustizia né alle vittime dei crimini più comuni né alle violazioni di diritti umani. In questo caso, a quanto sembra la polizia interrogò 57 sospetti, ma li rilasciò tutti in breve tempo senza formulare alcuna accusa nei loro confronti”. Arrabbiati per il fallimento nelle indagini, attivisti e avvocati di Giacarta hanno fondato un comitato anti-violenza per lanciare la loro battaglia legale. “Quell’attacco ha traumatizzato la comunità gay locale – ha detto ad Amnesty un organizzatore della conferenza – Nessuno si sente più sicuro… I terroristi devono essere assicurati alla giustizia per mostrare come quel tipo di violenza non sarà più tollerata”.
Una pia illusione?



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Scrivi a Carlo Tatti


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pagina dell'islam
pagina web di enrico oliari

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copia che ti rincolla si capisce solo la tua politica di disgregazione
by killamulti_77 Saturday, Aug. 30, 2003 at 8:26 AM mail:

Perchè caro amico continui a far propaganda contro l'islam?
Rivendicazione dei diritti civili? Ma mi sembra una rivendicazione di propaganda alquanto unilaterale perchè non parli di altre religioni visto che hanno altrettanti difetti come l'islam?? Forse perchè è quella nell'occhio del ciclone e la propaganda di regime al quale tu mi sembra di capire sei appecoronato non fa altro che sputargli su!!
L'islam è lo specchio di una civiltà che è naturalmente antiliberale è questo che da fastidio a voi altro che rivendicazione dei diritti civili??? Siete veramente unici prendervela con una religione con una cultura diversa per salvaguardare i vostri interessi e attaccare quello degli altri !!!! siete proprio in stile fascio liberal???
Ma quando il vostro caro leader propina legge razziste e xenofobe e schiaviste allora non volete sentir critiche bravi venditori di fumo separatisti del genere umano???
Ma quale unita di classe può nascere sotto di voi????
Perchè invece di far propaganda come ti ha ben imparato il regime di velarsi dietro finti baywatch dei diritti umani non apri quel cervelletto e vedrai che ti stanno fregando! Solo con l'unità di classe si va avanti e non con il tuo separatismo .
Caro amico vedi sei interessato se no propaganderesti anche altri difetti di altre culture la tua occidentale per esempio????
Perchè non parli delle religioni animeiste che sparse per il mondo praticano ancora la mutilazione genitale???
Ah già perchè non sono loro ad attaccare il capitale!!!!
Ma quanto siete puri!!!!
Quanto sei candido caro amico!!!!
Propaganda di regime questo siete nessuno vi crede e nessuno vi crederà visto chi sono i mandanti
E noi nouvi comunisti giovani e fieri vi toglieremo la maschera!!!!!
X il comunismo
X l'interanzionalismo
X l'unità di classe
X la lotta di classe
X la nuoava generazione (perchè quella tua e quella di molti over 40 ha fallito sia essa di destra che di sinistra)
x la RIVOLUZIONE!!!!!!

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open publishing
by embè Saturday, Aug. 30, 2003 at 8:28 AM mail:

come diceva marx le religioni sono l'oppio dei popoli!
con sta storia chi siamo, dove andiamo,etc., quello che si chiama il bisogno di religio dell'uomo,i furboni ne approffittano per creare lobby di potere, e tenere nella merda interi popoli.

certo che, scrivere che l'articolo non è riproducibile senza il consenso dell'autore, e per di piu' su indy, mi sembra nà grande strunzata!

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esatto
by mazzetta Saturday, Aug. 30, 2003 at 8:37 AM mail:

concordo con embè, lo sproloquio sulla pubblicabilità è davvero esilarante, sarebbe il caso che tutti gli anti-islam si adoperassero per fare propaganda nei paesi arabi, qui mi pare proprio che non siamo nella casa delle religioni, se ha le palle rompa le sfere direttamente agli islamici, tanto sono tutti argomenti triti e ritriti.
Tra l'altro questi furboni improvvisati mostrano che nella loro testa esiste l'equazione sinistra=sostegno alla condizione omosessuale, e si fissano su questo, quando, per esempio mi sembra assai più rilevante il problema della condizione delle donne, per numero almeno, enormemente più significativa.
Ma, se uno è di destra, a questo punto mi pare evidente, fà fatica a ricordarsi dell'esistenza della questione femminile, specialmente se ha l'opinione che a sinistra siano tutti omosessuali, specialmente se nella sua testa l'omosessuale viene rappresentato solo con lo stereotipo della checca isterica.

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collegare il cervello pls
by ... Saturday, Aug. 30, 2003 at 8:43 AM mail:

la differenza tra l'islam e il cristianesimo e' che fortunatamente (tranne che negli usa) il cristianesimo non e' piu' coincidente con lo stato, quindi il vaticano per esempio non puo' condannare a morte o imprigionare per omosessualita', mentre l'islam puo' perche' in molte realta' e' coincidente con lo stato. e' questa la differenza. la critica al cristianesimo e al cattolicesimo va portata avanti allo stesso modo in cui va portata avanti quella all'islam, ma per ora i diritti umani vengono calpestati dalla religione islamica attraverso il suo braccio politico, la sharia.
quindi caro compagno killamulti_77 prima di aprire bocca o postare qualcosa collega il cervello.

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E sarebbe il caso...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 8:53 AM mail:

...che tutti coloro che si professano difensori dei diritti umani,dell'uguaglianza,del laicismo,dell'emancipazione femminile,della libertà d'espressione e della libertà sessuale (e dell'omosessualità che Mazzetta sembra tanto irridere...sei un omofobico latente?) si organizzassero per andare a lottare nei paesi Islamici.
Mazzetta,per l'appunto,tu che sicuramente non neghi tutti i valori di sopra,quand'è che parti per Teheran?

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x solerte
by mazzetta Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:09 AM mail:

omofobica forse sara' tua sorella, ma sai leggere o tenti di indovinare, ma che gente..........

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....
by mazzetta Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:14 AM mail:

irridevo l'idea che a destra hanno degli omosessuali, SOLERTE poco attento!

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Oh Mazzetta..
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:20 AM mail:

...ma la mia era una battuta,un pò di humour,ohibò!

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Ah!
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:22 AM mail:

E per Teheran? Organizziamo? Ho già prenotato un volo!

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ops
by mazzetta Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:23 AM mail:

eheheheh
da qui non si era capita, non vedendo le facce heheheh
zero probs, mi scocciava solo passare come nemico degli omo, che davvero..............

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tehheran no
by mazzetta Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:25 AM mail:

mi spiace ma le finanze non me lo permettono, arrivo al max fino a Casalecchio di Reno, sono di Bologna ;-)

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Oddio Mazzetta...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:27 AM mail:

...non so se ti farà piacere saperlo,ma vivo a Bologna anche io...e a Casalecchio di Reno ho una ex morosa...ora sono in dubbio...indago o no? Potrei scoprire che anche tu sia di Casalecchio...e potrei scoprire di conoscerti...e sarebbe un dramma per entrambi ;)

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aahahahhah
by mazzetta Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:29 AM mail:

abito in centro, tranqui e mi muovo pochissimo dal Pratello ;-)

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Anche io...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:38 AM mail:

...non mi arrischierei a visitare Teheran...con la mia protervia linguistica (che non dissimulo) e la mia tendenza a polemizzare verrei subito arrestato :)

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killamulti
by paolox Saturday, Aug. 30, 2003 at 9:55 AM mail:

"religioni animeiste che ancora praticano la mutilazione genitale"

ma non erano certi paesi islamici?

poi questa storia che non ha senso lottare per i semplici diritti umani perchè sono una emanazione dei rapporti di
produzione e insomma bisogna fare la rivoluzione e basta
mi sembra una stronzata.

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relazioni
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 10:06 AM mail:

Noto con un certo dispiacere che qui si continua a sostanzializzare, pittosto che parlare in termini relazionali.

La sostanza Islam, la sostanza Omossessualità, come se queste fossero delle componenti rigide e chiuse a se stesse.

L'Islam, come l'omossessualità, invece sono qualcosa di non fermo nel tempo o definibile una volta x tutte.
La storia ad esempio è piena di fenomeni quali la relazione tra omossessualità e violenza (dai pederasti dell'esercito spartano ai gerarchi del nazismo, fino ad arrivare ad un certo Fortuyn, omosex e razzista dichiarato...).

Stessa cosa dicasi dell'Islam, non è qualcosa di stabile, così come il cristianesimo o l'ebraismo.

Posso capire che oggi certe cose dell'Islam possano incutere timore e paura, ma è appunto la paura irrazionale che può a sua volta produrre tensione e dunque aggravare e peggiorare una situazione di per se già incerta.

Non a caso si parla di omo-fobia, ma anche di xeno-fobia.

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x ::
by killamulti_77 Saturday, Aug. 30, 2003 at 10:19 AM mail:

Vedi caro amico io cerco di collegarlo il cervello e se a qualcuno può sembrare il contrario me ne scuso.
Cmq una cosa solo ci tenevo a precisare che questa è propaganda contro una cultura diversa dalla nostra e c'è chi fa trova giovamenti su questo.
Si va contro gli islamici per omoggenizzare le menti ad un certo tipo di pensare Islamici=nemici della democrazia.
La tua democrazia la mia quella dell'occidente per creare un modo di pensare contro questi popoli!!! Senza alcun rispetto verso questi popoli
Non so se quello che dici tu è fondato è chiaro che ogni forma di stato ha la sua religione in Nigeria, Filippine,(il capo dello Stato è di religione cattolica e proprio quando sono al potere sono aumentate le faide tra la religione cattolica e quella cristiana e proprio in quel periodo che hanno rimesso in vigore in molti stati la Sharia) in Iraq c'e' quella mussulmana se poi la classe politica crea lobby di potere intorno a questo non è colpa della religione e poi penso che spetterebbe a quei popoli levarsi di dosso gli oppressori non farsi bombardare da finti alleati dei diritti umani è tutto qui il nodo mentre noi discutiamo di quanto sia cattivo ed antidemocratico l'islam gli stati con la religione cattolica e democratici la bombardano proprio per questi motivi ma noi voliamo questo no???

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Le sostanze...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 10:20 AM mail:

...chimiche? La materia è eterna o ha un termine? Islam e Omosessualità (con la lettera maiuscola,per evidenziare come,comicamente,sia diventata sistema di idee) come sostanze parallele?
Una religione è un insieme di regole che si scrivono e restano (a meno di riforme,e per l'appunto è quello il grave problema del mondo islamico,l'inesistenza di una politica riformatrice ed una stabilità nei precetti che dura da oltre un millennio) statiche nel tempo e che fanno riferimento ad un fideismo che le avvalora.
L'omosessualità è una tendenza sessuale,un gusto,niente altro.
Ma hai cognizione del significato delle parole?
O le spari a caso,per fare effetto?
Usa un vocabolario.

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x killamulti_77
by ... Saturday, Aug. 30, 2003 at 10:54 AM mail:

non ci siamo capiti.
guarda non si tratta di andare contro un nemico pregiudizialmente o assecondare un certo tipo di propaganda.
nel mio post ho citato gli stati uniti come paese che purtroppo fa coincidere religione e stato (come nel caso delle leggi contro la sodomia)
quindi mi scaglio anche contro il cristianesimo.
le mie critiche all'islam vanno prese come una ritica alle religioni in generale. il problema e' che in tutti i paesi cristiani occidentali, pur rimanendo purtroppo l'influenza religiosa, c'e' stata una scissione tra stato e chiesa. in molti paesi arabi questo non e' accaduto. il problema nasce da qui. in italia un omosessuale puo' essere additato, e purtroppo anche discriminato, nonostante le leggi per la parita', ma non viene incarcerato, frustato o altro.
quindi non prendere gli attacchi all'islam come qualcosa di asservito agli usa o sciocchezze del genere.
la religione dovrebbe essere una cosa personale, intima e non deve prendere derive come nei paesi islamici

A conclusione ti dico che io mi scaglierei anche contro la spagna di filippo II e lo stato pontificio (inquisizione, persecuzione ad ebrei e "mori", ecc.)se esperienze del genere fossero tutt'ora presenti, ma non lo sono.

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x il libro parlato
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 10:54 AM mail:

<< La materia è eterna o ha un termine? Islam e Omosessualità (con la lettera maiuscola,per evidenziare come,comicamente,sia diventata sistema di idee) come sostanze parallele? >>

Eh sì, stare troppo nell'Iperuranio deve fare male alla stessa. Chiamala come vuoi, sistema di idee o meno, ma se x te l'Islam è il male assoluto, io volevo semplicemente dire che l'omossessualità, come il comunismo, come il calcio, come la democrazia, come il machismo, ecc. ecc. non è il bene assoluto.



<< Una religione è un insieme di regole che si scrivono e restano (a meno di riforme,e per l'appunto è quello il grave problema del mondo islamico,l'inesistenza di una politica riformatrice ed una stabilità nei precetti che dura da oltre un millennio) statiche nel tempo e che fanno riferimento ad un fideismo che le avvalora >>.

A proposito di riforme (o contro-riforme...). A me risulta, tuttavia, che 30 o 40 anni fa un certo fondamentalismo non esisteva. Risulta anche, non farmi ripetere le stesse cose, che è stato finanziato dall'Occidente...
Parlare x relazioni, e non x sostanze, significa anche questo. E' inutile che tu dipingi un sistema chiuso e rigido, distante da te, anche perchè sei tu a erigerlo in quel modo.
Detto questo, è per tale motivo che tra te un Imam, ma non tra tutti i bolognesi (ad es.) o tra tutti gli Imam, non c'è molta differenza. Sembra che hai un istinto primordiale a seminare odio, e fingi forse di non rendertene conto.



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Tra me e un imam?
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 11:00 AM mail:

Hai frainteso,o sbagliato a digitare,o forse credo tu stia avendo problemi a consultare il vocabolario alla sezione "pronomi personali".
Non (scritto da te) "tra te e un Imam",la giusta era "tra ME e un Imam".
Se parlo difficile,dimmelo pure,imparerò l'arabo,credo tu lo intenda meglio dell'italiano.

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dio non esiste
by HA(A)CKE Saturday, Aug. 30, 2003 at 11:21 AM mail:

è inutile che che filosofate tutti vedono la condizione medievale dei paesi islamici, le lapidazioni, le donne incapsulate e i diritti calpestati non cercate di girare la frittata e come previti che dice di essere innocente, ma chi ci crede: le verità sono accettate,universalmente le ideologie negazioniste che considerano esclusivamente le sacre scritture come la verita assoluta sono contronatura come tutte le religioni, sono morte, non hanno possibilita evolutive.
NE DIO NE STATO NE SERVI NE PADRONI

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ahi ahi ahi
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 11:37 AM mail:

Cara maestrina, non ci siamo, non ci siamo. Adesso devo essere io a darLe qualche lezione? Se lo sa il Preside poi sono cavoli...

Vediamo un po':


<< Non (scritto da te) "tra te e un Imam",la giusta era "tra ME e un Imam". >>


Ma come, Le ho detto che sono allergico ai libri (almeno qualcuno), Lei stesa mi ha apostrofato come un idiota, un ignorante, e ora pretende che sia io equparabile a un Imam, dunque a un capo religioso.
Lei che è moooolto preparata dovrebbe sapere che i capi religiosi sono delle figure carismatiche per le comunità degli individui. Per avere tale ruolo devono studiare molto, leggere molti libri, appunto... come fa Lei.

Quindi, mi dispiace, ma se non Le aggrada la compagnia di un Imam, se ne scelga un'altra. Ci sono i Cardinali e i Vescovi, ci sono gli ortodossi dell'economia di mercato, ecc.

Credo che Lei abbia sempre buone chances di emergere...





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Come sempre...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 11:53 AM mail:

...hai sicuramente ragione,Gitano. (solo un consiglio:se devi essere un Imam,almeno leggiti il Corano e sappilo cosa recitano i passi,e sappi anche cos'è una khutba).

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Aspetta,aspetta...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 12:11 PM mail:

...è più forte di me...cosa ho letto?
Imam carismatici? Ora ho compreso:c'eri anche tu nella moschea a urlare il tuo assenso alla ventottesima khutma.


Sabato 7 giugno 2003, p. 1, La Repubblica
"MORTE AI NEMICI DELL'ISLAM", L'APPELLO DELL'IMAM DI ROMA.
L'infiammato sermone del venerdì del giovane religioso egiziano che guida la grande moschea.

di Magdi Allam

ROMA - Allah fai trionfare i combattenti islamici in Palestina, in Cecenia e altrove nel mondo! O Allah distruggi le case dei nemici dell'Islam! O Allah aiutaci a annientare i nemici dell'Islam! O Allah assicura ovunque la vittoria della Nazione dell'Islam!». La voce dell'imam Abdel-Samie Mahmoud Ibrahim Moussa riecheggia con eccezionale virulenza tra le stupende volte della Grande moschea di Roma ideata da Paolo Portoghesi. A ogni invocazione la folla dei fedeli risponde con un corale, sonoro e convinto amin, così sia. Stiamo partecipando alla preghiera collettiva del venerdì nel maggiore luogo di culto islamico d'Europa trapiantato nel cuore della Città santa del cristianesimo. Dopo essersi congedati con la stretta di mano tra i fedeli allineati fianco a fianco, i giovani fanno la fila per baciare la mano dell'imam dalla barba crespa, avvolto nel kuftan, una sorta di tonaca, con in testa la imma, un cilindro rosso ricoperto da una stoffa bianca. I contenuti bellicosi e i toni forti sembrano in sintonia con le aspettative di una parte dei fedeli. L'imam ha appena 32 anni. A sceglierlo sono stati i teologi dell'Università islamica di Al Azhar, che ha sede al Cairo e viene considerata una sorta di Vaticano dell'islam maggioritario sunnita. È la ventottesima khutba, il sermone, che pronuncia da quando è arrivato in Italia cinque mesi fa. Non era mai stato in Occidente. Non parla l'italiano. Il suo arabo denuncia una inflessione del dialetto dei fellahin, i contadini del delta del Nilo.
Dall'Egitto si è portato dietro una cultura incentrata sull'antiebraismo e la fustigazione delle libertà sessuali.
Nel sermone di venerdì scorso aveva ammonito i musulmani dallo sposare le donne ebree: «L'Islam ha reso lecito il matrimonio con donne cristiane o ebree sottoponendolo a delle condizioni: a) Che esse siano caste. b) Che siano religiose. c) Che la gente della loro religione non combatta i musulmani. Ecco perché oggi il matrimonio con le donne ebree è proibito». Poco prima aveva fatto un'apologia del delitto d'onore: «L'uomo religioso è geloso di sua moglie. Saad bin Ubàida ha detto: "Se io vedessi mia moglie con un altro uomo lo colpirei con il filo tagliente della mia spada". A questo proposito il Profeta disse ai suoi compagni: "Siete stupiti del senso di onore di Saad? In nome di Dio io ho un senso di onore più forte del suo e Dio ha un senso d'onore più grande del mio».

C'è una distanza concettuale difficilmente appianabile tra il messaggio militante e puritano dell'imam e i valori prevalenti non solo in seno alla società italiana, ma anche tra parte dei fedeli musulmani che ascoltano con crescente imbarazzo i suoi sermoni. Rispondendo alla domanda «perché assistiamo ad un aumento delle relazioni sessuali fuori dal matrimonio?», l'imam ha detto: «La ragione è che marito e moglie si uniscono per emozioni personali e non più secondo gli insegnamenti dell'Islam. In tal modo non adempiono i loro doveri reciproci e a quelli verso la comunità». Al riguardo l'imam aggiunge «Come possono un uomo e una donna unirsi islamicamente? Ambedue dovrebbero fare una preghiera di istishara (consultazione) e invocare Dio per conoscere se il loro matrimonio è benedetto o se è meglio non contrarlo».

A un certo punto emerge la radicale differenza di percezione della realtà della donna: «Il marito religioso sarà gentile e paziente cons ua moglie, perché conosce la sua psicologia. Dice il Profeta: "...la donna è stata creata da una costola (e la costola è storta) e la parte più storta della costola è quella superiore. Se cercate di raddrizzarla si spezzerà". Così trattate le donne con gentilezza. La donna da parte sua deve obbedire al marito, tranne nel caso che egli le ordini di commettere un peccato». Ecco la donna ideale secondo l'imam: «La donna religiosa obbedisce a suo marito e non esce senza il suo permesso, né osserva il digiuno volontario senza il suo permesso, né permette a estranei di entrare in casa durante la sua assenza. Specularmente questo è l'identikit dell'uomo islamicamente perfetto: «L'uomo religioso protegge la sua religione e la sua famiglia. E anche le famiglie altrui evitando di accompagnarsi a un'altra donna o indurla a cospirare contro suo marito».

L'ossessione dell'adulterio ha dominato anche il sermone pronunciato ieri. Prendendo spunto dal tema dei diritti del nascituro, l'imam ha esclamato: «La legge divina dice: "Non ti avvicinare alla fornicazione. E' davvero cosa turpe e un tristo pensiero" (Corano, Sura 17:32). Adulterio non significa soltanto avere rapporti sessuali con una donna che non è tua moglie, ma anche fertilizzare l'ovulo con il seme di un uomo diverso dal marito». Elevando il tono della voce quasi a far vibrare le stupende pareti di marmo bianco adorne di preziosi arabeschi che si ispirano ai sacri attributi di Allah, l'imam ha ammonito: «Per grazia di Dio egli vi vede perfino nella vostra intimità, quando marito e moglie si appartano per copulare. Ebbene Dio vi dice che l'attenzione dei genitori per i figli deve avere la priorità. Anche quando in voi prevale l'istinto sessuale. Perché i bambini sono benedetti da Dio».

Ascoltando il sermone in arabo e immaginando di essere in Egitto o in un altro Paese a maggioranza musulmana, le parole e la cultura dell'imam possono risultare familiari, addirittura comprensibili. Ma il problema è che ci troviamo a Roma. Che almeno parte dei fedeli sono italiani, di cultura italiana. E in ogni caso, che tutti devono confrontarsi con la realtà sociale e il sistema di valori italiani. Questo spiega la difficoltà e la discrepanza che c'è nel sermone originale pronunciato in arabo e tra la sintesi della traduzione in italiano. Ci sono dei concetti che non si possono proprio tradurre perché risulterebbero terrificanti. Ci sono dei modi di esprimersi che si scontrano con la nostra comune percezione della vita e delle relazioni umane e sociali.

Alla fine della preghieracollettiva del venerdì mi incammino verso l'esterno per recuperare le scarpe. Mi blocca un ragazzo. E' determinato. Fissandomi diritto negli occhi dice in arabo: «Mi dia una risposta chiara e secca: i mujahidin che si fanno esplodere in Palestina per uccidere gli ebrei, sono martiri o terroristi?». Faccio finta di niente e mi affretto ad abbandonare la sala della preghiera. Mi dirigo verso l'ufficio dell'imam situato all'interno del bell'edificio adiacente la moschea. Sta conversando con due giovani anche loro egiziani. Uno ha avuto problemi di alcolismo: «Le assicuro che ho smesso di bere il muharram, il proibito. Mi sto curando». Il giovane trema, è ansioso. «Bene, ci vediamo alla preghiera dì venerdì prossimo», lo congeda con tono fermo l'imam, «mi dovrai far sapere del lavoro, devi tornare a lavorare».

Quando mi trovo a faccia a faccia con l'imam, gli rigiro subito la domanda postami con fare severo e intransigente dal ragazzo nella moschea: «Dal punto di vista islamico non c'è alcun dubbio che le operazioni dei mujahídin contro gli ebrei in Palestina sono legittime. Sono operazioni di martirio e gli autori sono dei martiri dell'islam. Perché tutta la Palestina è un Dar al-harb. Territorio di guerra. Perché tutta la società ebrea occupa illegalmente una terra islamica». Dopo una pausa l'imam prosegue: «Diverso è il caso delle operazioni in Arabia Saudita e in Marocco. L'Islam condannagli attentati contro gli stranieri che sono ospiti dei popoli musulmani.Noi abbiamo nei loro confronti un Aqd al-wafa a, un Patto di lealtà. Li abbiamo accolti e siamo responsabili della loro incolumità fisica».

Gli domando se, da un punto di vista islamico, i musulmani residenti in Italia potrebbero compiere degli attentati terroristici nel nostro Paese: «Assolutamente no. Tutti noi musulmani quando entriamo legalmente in Italia chiedendo e ottenendo un visto, sottoscriviamo implicitamente un Aqd al-aman, un Patto di sicurezza. Noi rispettiamo le leggi dello Stato che ci ospita e le autorità italiane assicurano la nostra incolumità fisica». Questa impostazione rigida e formale dei rapporti tra musulmani e autoctoni, sollevala questione dell'integrazione. L'imam è favorevole o no all'integrazione?: «Noi musulmani dobbiamo essere una comunità dei salihin, dei giusti, dei retti. Il nostro dovere è innanzitutto di conoscere e di praticare la vera religione». Il problema è proprio questo. L'Islam si coniuga al plurale e ciascuna delle sue numerosissime anime si considera detentrice del «vero Islam».

Probabilmente il pensiero militante, integralista e rigorista dell'imam non è condiviso dai tanti commercianti ambulanti che il venerdì improvvisano un mercatino all'esterno della moschea. Tra i banchi che vendono panini di kebab, spezzatino di agnello alla brace, e mercanzie varie, si aggirano anche ragazze non musulmane con l'ombelico scoperto. Nessuno scandalo. Business is business. E' un'immagine tutto sommato tranquillizzante. Quando ci si cala nel vissuto delle persone i toni si stemperano e l'intesa diventa più agevole. Ma è indubbio che i sermoni che si ispirano alla Jihad, alla Guerra santa, pronunciati dal pulpito della Grande moschea di Roma, il centro istituzionale dell'Islam d'Italia, confermano più che mai la necessità di assicurare la compatibilità dei luoghi di culto musulmani con le leggi dello Stato e i valori della società italiana.



Piccola postilla personale.
Conosco uno dei fedeli che urlavano "amin" al cospetto del "carismatico" Imam...che Allah ti protegga compagno Gitano.


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eh no...
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 12:14 PM mail:

No, mi rifiuto.

Se tu l'hai letto, forse non è solo x il motivo che dici tu. Evidentemente l'odio attrae l'odio.

Pensaci maestrina...


p.s.: ti sei mai chiesta perchè al giorno d'oggi si parli molto di Corano mentre decenni fa quasi x nulla?
E' proprio vero che si ha sempre bisogno di un nemico x sopravvivere. Ieri era il comunismo, oggi l'Islam. E domani? Che moda seguirai domani?

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Almeno leggilo questo articolo...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 12:18 PM mail:

...di Repubblica (non del quotidiano nazionale del Reich) e se non sei omertoso almeno mi concedi che c'è qualcosa che non va...e se non sei spregevole non accuserai Magdi Allam di essere razzista,anti-arabo o che altro (è egiziano).
Poi guarda...davvero non so che altro dirti...resta della tua convinzione,spero qualcuno migliore di me ti possa far riflettere su te stesso,su ciò che credi e magari anche metterti in discussione.

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eh
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 12:50 PM mail:

<< se non sei omertoso almeno mi concedi che c'è qualcosa che non va...e se non sei spregevole non accuserai Magdi Allam di essere razzista,anti-arabo o che altro (è egiziano) >>.

Essere razzista non significa che uno sia consapevole di esserlo. Non dico che sia razzista, dunque.
Rimane il fatto che Allam è un giornalista strapagato, che, non accontentandosi, scrive anche libri.
L'ho letto spesso, l'ho ascoltato alla TV. Mi dà cmq. l'idea, x dirla volgarmente, di essere attacato ai soldi...

Del resto le mode servono anche a questo

p.s.: certo che portare l'es. di Allam non è alla tua altezza, è come parlare di quei informatori palestinesi che lavorano a favore di Israele. Bisogna chiedersi perchè lo fanno 1) ci credono, 2) non ci credono ma lo fanno x convenienza, x mestiere (un po' come Allam)

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Vabbeh...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 1:05 PM mail:

...hai sicuramente ragione (perchè insisto diobono!).
Chapeau. Sei un grande.

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x la precisione
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 1:06 PM mail:

Almeno oggi non c'è nessun articolo di Magdi Allam, bensì di un certo Khaled Fouad Allam. L'ho letto, ma non dice nulla di trascendentale: la guerra è x il potere.

E allora? Che c'entra? Credi forse che ci siano guerre fatte per amore?

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Ah la consapevolezza...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 1:18 PM mail:

...di essere razzista! che sagge parole...vedi sei Dio (sei tu ad erigerti a giudicare chi sia quello che dici debba essere). E poi sei ossessionato dai particolari privati della vita delle persone...strapagato?
Ma scusa (alla fine ce l'hai fatta,visto?) tu che lavoro fai? Quanti soldi hai in banca? Sei più ricco di me? Sei uno borghese con un conto corrente a 5 cifre da eliminare? Sei uno Khomeini jr venuto in Italia ad applicare la sharia? Non nasconderti,vieni allo scoperto,che io comincio a svelarmi (sono,credo,un semiproletario,studio e lavoro per pagarmi l'università...visto che classismo?).
E non dirmi che sono domande di cattivo gusto,intanto io continuo a ridere...

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dio bono
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 1:43 PM mail:

"strapagato?"

Già, strapagato, Magdi Allam lo è, e mi basterebbe forse un decimo di quello che guadagna lui in un mese x star bene io in un anno.

tu che lavoro fai? impiegatuzzo di concetto


Quanti soldi hai in banca? circa 5.000 euro

Sei più ricco di me? non lo so, ma non vuol dire più di tanto. Anche i poveracci, come sua signoria ben saprà, votano berlusca o si prostrano verso i ricchi e potenti, introiettando le loro categorie mentali


Sei uno Khomeini jr venuto in Italia ad applicare la sharia? No, sono un fondamentalista agnostico, alla facciazza di quella brava persona che era Pascal. A proposito, non è che ci vuoi imporre una scelta anche tu? Della serie: o con noi o contro di noi? Se non l'hai capito io cerco una terza via, senza ricatti.

"Non nasconderti,vieni allo scoperto,che io comincio a svelarmi (sono,credo,un semiproletario,studio e lavoro per pagarmi l'università...visto che classismo?)".

Vedi punto sulle categorie mentali degli sfigati o (a sto punto) opportunisti o timorosi del proprio prestigio futuro.

"E non dirmi che sono domande di cattivo gusto,intanto io continuo a ridere"

Tranquillo, preferisco il cattivo gusto al gusto fine a se stesso... quello da maestrina x intendersi...

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Va bene...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 1:53 PM mail:

...visto che sono offese personali ti rispondo senza tutta quella retorica che tanto disprezzi (è inutile,si tratta di rispondere a insulti). Opportunista sarai tu che a seconda delle circostanze giudichi me negativamente,prima per il mio spirito antimafia o per le critiche all'Islam,poi perchè sono antiberluskoniano (ma leccalo tu il culo al berluska,che tra qualche anno sarai il suo avvocatuccio come tutti i comunisti che lo circondano...) e poi perchè sono uno studente e lavoro (!!!!!)...cosa che per te significa automaticamente (sei un idiota,ulteriore dimostrazione) che io stia pensando a come pararmi il culo per il futuro (ma che ne sai di me? vuoi sapere cosa studio? studio Storia...eheh fatti qualche risata...lo sai cosa farò dopo la laurea? il disoccupato come tutti quelli che scelgono lettere e filosofia,o l'inoperoso o il lavoro di lecchinaggio nei confronti dei professori per diventare assistente...e che lavoro faccio? lavoro in un call center! che prospettive,mi sto lastricando la strada del mio futuro di gloria veh?).
E poi...ma quanta merda hai dentro che ti azzardi a giudicare l'onestà di una persona che non conosci e che non hai mai incontrato (io mai mi azzarderei a giudicarti o a ipotizzare stronzate,giudico ciò che scrivi non il tuo lavoro o che altro,ma hai voglia a fartelo capire...)?
Sei un poveraccio,fattelo tu l'esame di coscienza...

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IRRRRONIA
by gitano Saturday, Aug. 30, 2003 at 2:15 PM mail:

Beh, a quanto pare solo tu vuoi l'esclusiva dell'ironia.

Va be'

"Opportunista sarai tu"
intendevo opportunismo in senso lato, non parlavo solo di te. se ho colto qualcosa di te, o se sei paranoico, me dispiaccio

"giudichi me negativamente,prima per il mio spirito antimafia"
ti sbagli di grosso, prva a rileggerti tutti i post che ho scritto, mi pare di aver parlato x la maggiore di Islam. La mafia l'hai citata tu e io non l'ho calcolata. Non è che fai confusione con altri thread, tipo a proposito di Dalla Chiesa o altri? Non è che hai bisogo di riposrae? Stare troppo alla tastiera fa male.

Detto ciò, non posso rispondere a uno che comincia a dare segni di squilibri. Io esco di casa ora, troppa internette fa male.

p.s.: cmq, io non giudico il mestiere o altro, giudico te che fai un mestiere che studi storia... abbastanza male

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Fai bene...
by Solerte Saturday, Aug. 30, 2003 at 2:19 PM mail:

...ad uscire,e medita,agisci penitenza :)

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bella pagina links
by curiosità Saturday, Aug. 30, 2003 at 2:34 PM mail:

http://www.oliari.com/links/linkmiei.html
Non dico niente.
Due sono davvero interessanti

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L'Islam non e' solo questo
by amina Thursday, Aug. 19, 2004 at 12:06 PM mail:

L'Islam si basa essenzialmente sul Messaggio che Allah cioe' Dio ha mandato ai Profeti compreso Gesu'.Si segue il Corano perche' e' parola di Dio trasmessa attraverso Mohhammed,ultimo Profeta di Allah e il messaggio coranico ha valore universale, assimeme alla Sunna che e' la pratica di vita del Profeta stesso (cio' che disse e fece).Tutti questi insegnamenti si sono cristiallizzati in una dottrina ma l'islami tradizionale fu in genere tollerante. nei primi secoli dell'Islam l'omosessualita' non fu perseguita dallo Stato e per esempio venivano lasciate stare le vedove che avessero un figlio fuori dal matimonio.Su un articolo apparso nell'homepage del sito islamico http://www.webislam.com uno studioso musulmano spagnolo riferisce di aver trovato documenti di matrimoni omosessuali sia in Indonesia che in Egitto.Quindi non c'e' assolutamente un atteggiamento omofobo o da caccia alle streghe da parte di tutti i musulmani praticanti,ma solo da forze neo- comservatrici come i Fratelli Musulmani o gli imam di Stati in Iran, Egitto ecc. che hanno una interpretazione comservatrice dell'Islam.La maggior parte degli imam islamici europei non approva l'omosessualita' ma nemmeno la pena di morte o la prigione per gli omosessualialtri ammettono che uno possa essere gay e musulmano.. L'Islam a differenza del cristianesimo inquisitore non condanna gli atti in se'.Ad esempio se uno e' gay e agisce con discrezione nessuno puo' perseguirlo, soltanto se da' pubblico scandalo allora non e' accettato (questo anche dai conservatori) Taluni stati islamici usano pratiche disumane assolutamente non islamiche come la tortura per far confessare falsi reati da parte di persone che si vogliono colpire pe motivi politici.Lo stesso accade quando vogliono far dire a uno che non e' musulmano per esiliarlo ,questo non e' Islam e' una aberrazione.Per saperne di piu' cliccte i seguenti siti
http://www.amimuslims.com sito della nuova Ami di Omar Speranza
http://www.alhuda.it sito dell'Acii di rOMA
http://WWW.ISLAM ONLINE.IT SITO DELLA CASA EDITRICE AL HIKMA
http://www.musulmanesandaluce.org sito dei musulmani andalusi
http://www.zawija.org sito spagnolo sufi
http://www.minaret.org sito dei musulmani progressisti inglesi

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