da El Pais del 8 settembre 03.
L'autoaministia ancora vigente
Il decreto legge di amnistia 2191, approvato dalla Giunta Militare nel 19878 -vale a dire l'autoamnistia- continua ad essere in vigore. L'intento di abolirlo rimane all'interno del Parlamento cileno una possibilità frustrata dal 1992. Nel maggio passato, il Partito di Unione Democratica Indipendente (UDI), che adesso prova a dare una rilettura meno morbida della figura di Pinochet, al quale diede sempre appoggio, sorprese il Governo del Socialista Ricardo Lagos con una proposta pubblica di aumento degli indennizzi a vantaggio delle vittime delle violazioni dei diritti umani e di forte accelerazione dei processi. Ai primi di agosto Lagos fece la propia proposta invece: aumento modesto edegli indennizzi, pagamento di una quantità "austera e simbolica" alle persone che hanno subito torture durante la dittatura, nomina di nuovi giudici speciali per dare un'accelerazione alle investigazioni, riduzione delle pene per i partecipanti di rango inferiore ai crimini commessi e "immunità" penale per quelle persone che, non essendo sotto processo o tantomeno incriminate, apportino informazioni su desaparecidos, omicidi e torture. Il pacchetto di proposte sarà inviato al Parlamento anche se il Governo ha annunciato che non sarà possibile inserire nello stesso l'abrogazione della vigente Legge legge di Aminstia. Il ricorso alla parola "immunità" per le persone che apportino informazioni ha svegliato l'opposizione del partito socialista e della comunità degli avvocati che lavorano alla difesa e per il rispetto dei diritti umani. Il concetto stesso di immunità va perdendo la forza che possedeva precedentemente nell'ambito del diritto internazionale. A prova di ciò anche gli statuti della CPI (Corte Internazionale Penale) che prevedono al possibilità di portare davanti un tribunale per crimini commessi contro l'umanità un capo di Stato. Dall'altro lato le investigazioni in corso generano sempre più confessioni tra quelli che hanno partecipato ai crimini. Chi non è stato processato in trenta anni, come il generale Hector Orozco, potrebbe esserlo domani. Per questo l'immunità proposta si convertirebbe, lentamente, in impunità penale.
--Il parere della presidentessa del Consiglio di Difesa di Stato. Clara Szczaranski, presidentessa del Consiglio di Difesa di Stato, ha spiegato lo scorso sabato 6 settembre davanti ad un migliaio di militari in pensione -il fiorfiore e la crema dei responsabili dei crimini della dittatura cilena- la sua nuova visione in materia di indulto e processi. "Nel Diritto, per provare un omicidio non è richiesta la presenza di un cadavere, ma diverse prove che coincidano e che siano ragionevoli. Solo se troviamo i desaparecidos o riusciamo a dimostrare la loro fine e a convincere i familiari e i giudici sulla loto vera fine, allora i processi potranno essere conclusi. Dobbiamo cavalcare davvero la tigre e andargli incontro prima che colpisca ancora". E come concludere i processi? Un migliaio di militari si sono alzati per concederle un'ovazione quando ha detto: "L'Esercito è innocente.... bisogna amnistiare chi collaborerà legalmente". E i condannati che hanno collaborato alla ricerca della verità? "SI può perdonarli con l'indulto se la volontà del Presidente della Repubblica andrà nella stessa direzione", ha concluso.
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